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Autore: real_chiareds    02/12/2011    4 recensioni
proiettati un po' nel futuro, Bruno si appresta a festeggiare il suo decimo compleanno ma... manca ancora una persona importante chi? Ce la farà ad arrivare?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Marianella, Thiago
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un raggio di luce mi illuminò il volto socchiusi gli occhi, era arrivato il giorno, era il mio compleanno, mi misi a sedere e mi trovai papà a guardarmi
“Auguri campione” mi disse sorridendo e abbracciandomi passandomi un pacco rettangolare piuttosto solido
“E’ un cucciolo?” gli chiesi con un sorriso che andava da un orecchio all’altro,
“Non proprio, ma può sempre essere utile per giocare” mi rispose, io mi accanii sul pacchetto iniziando a scartarlo quando aprii una scatola bianca e azzurra e urlai
“Un pallone da rugby!!” e il sorriso si allargò ancora di più, avevo lo stesso sorriso contagioso di mamma e per questo anche papà forse iniziò a sorridere “Lo devo far vedere a Amadito” dissi uscendo dal letto per poi sedermi deluso “giusto abbiamo litigato, dimenticavo” mi sedetti con il muso sul bordo del letto.
“Dove è il mio campione?” chiese mio zio Rama entrando con un pacco enorme in mano.
“E’ per me?” chiesi tornando euforico e correndolo ad abbracciare “cos’è? Cos’è? Cos’è?” iniziai ad insistere.
“Aprilo” mi disse lui passandomelo, aggredii anche quel pacchetto vedendo apparire un chitarra.
“Papà papà guarda una chitarra” dissi con gli occhi lucidi dalla gioia correndo verso lo specchio e prendendo la lista smarcando i punti 2 e 3, poi vidi cadere un bigliettino con incise in oro delle lettere che forma vano la frase


Se lo sogni lo puoi fare. . . Ti voglio bene piccolo principe

Mamma


“Cos’è Tesoro?” mi chiese mio papà, avevo riconosciuto la sua calligrafia e mi stava per scendere una lacrima mi voltai verso papà e zio Rama avvicinandomi a loro mostrando il foglietto
“Un messaggio di mamma” tutti e tre fissammo il biglietto sorpresi, poi le lettere d’oro scomparvero, io iniziai a piangere.
“Bruno, vieni un attimo con me?” mi disse zio Rama prima di prendermi in braccio “andiamo a far vedere a tutti la tua chitarra nuova e il pallone da rugby lo andiamo a provare” appena varcammo la soglia diedi un ultimo sguardo verso papà e lo vidi per la prima volta piangere guardando quel foglietto rosa ormai senza più lettere, mancava anche a lui anche se non lo voleva dare a vedere.


Continuavo a fissare il biglietto che aveva trovato Bruno poco prima sullo specchio, mi alzai e raggiunsi quella superficie riflettente e guardai il mio riflesso
“Dove sei amore mio?” chiesi alla mia stessa immagine poi sentii un tocco, una mano calda e vellutata sfiorarmi il viso.
“Qui vicino a te” disse una voce nella mia testa, fissai il riflesso e vidi piano piano accanto a me apparire la sua figura, mi voltai per vederla ma accanto a me non c’era nessuno.
“Qui dove?” chiesi al mio riflesso
“Qui ovunque e da nessuna parte, senti il mio tocco?”
“Si lo sento ma. . . “
“Nessun ma amore mio, non c’è tempo”
“Non iniziare con questa storia” dissi ricordando la solfa di Tic Tac sul non c’è tempo, non c’è tempo.
“No amore è la verità non c’è tempo, io sarò sempre qui, ti amo e lo sai vero? Ti prego non scordarlo mai, anche se non sono lì con voi vi amo e siete la cosa più importante che ho, siete le due cose che amo di più al mondo”
“Anche io ti amo, e tranquilla non ho mai dubitato che tu non ci amassi, lo ricorderò sempre” dissi con un sorriso al riflesso suo mi rivoltai verso di lei provai a passarle una mano sul suo ipotetico profilo e sentii il calore delle sue guance, provai ad avvicinarmi alle sue labbra, le sentii per un attimo contro le mie e poi svanirono come tutta la magia che c’era stata fino a quel momento nella stanza.


“Non avevi alcun diritto” mi girai infuriata verso quell’ometto bassetto che fra una quarantina di anni sarebbe stato uguale a mio figlio
“Tu andavi contro le regole. . . ah mio cielo, tu e Cielo siete due testarde!”
“Non parlarmi così, sono pur sempre tua mamma”
“Si ma io sono più vecchio” fu la risposta gongolante dell’omino bianco con la treccina
“TIC TAC!!”
“Allora vediamo di ricapitolare” mi disse facendomi vestire da scolaretta
“Ora capisco perché Cielo odiava questo look”
“Si ti fa ancora più bassetta” mi disse sempre gongolante e io lo guardai malissimo per poi sbottare
“Basta ne ho abbastanza, di te, degli insegnamenti, dei piani diversi, del dimenticare, NON VOGLIO FARLO!!!!” urlai sbattendomi una porta alle spalle e ritrovandomi nella stessa stanza che volevo lasciare.
“Non puoi scappare, ora se abbiamo finito, te l’ho già detto non abbiamo tempo”
Mi sedetti non ancora però rassegnata al banco guardandolo, odiavo quella situazione, e per di più oggi era il compleanno di Bruno e io ero bloccata lì, era il compleanno che organizzava da tutta una vita e io non potevo esserci.



note dell'autrice: Allora questo capitolo è diviso in tre parti segnate dalla riga vuota, come avrete capito la prima è dal punto di vista di Bruno, la seconda di Thiago e la terza ed ultima di Mar beh anche qui aspetto i vostri commenti critiche basta che non mi uccidete a sangue freddo e niente spero vi piaccia e continuate a seguirmi #
   
 
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