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Autore: Invader_from_Hell    26/03/2004    7 recensioni
Padre, adesso guardami. Se non sono quello che hai sempre desiderato, ne sono almeno una pallida imitazione?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Padre

Padre

 

Padre, mi rifiuto di riconoscere la tua autorità. Nelle tue parole scaraventate contro la mia faccia vedo solo l’intento di sentirti ancora uomo e ancora giovane, il tuo estremo tentativo di cogliere nella tua voce oltremodo orgogliosa un seppur lontano bagliore del tuo vigore. Nelle frasi sconnesse e lanciate a tutta velocità sulla tangenziale dei tuoni, tracciando un sentiero buio e sconnesso, solo la speranza di vedere un uomo energico e vitale, che dalla vita si aspetta ancora figli perfetti e una collocazione prestigiosa. Nelle tue espressioni contrite nella rabbia, è proprio quest’ultima che manca. Dove s’è cacciata la spaventosa iracondia dell’uomo che picchiava il suo bambino finché non era sicuro che sanguinasse abbastanza nel cuore? Dove sono quelle mani assassine che mi devastavano ad ogni colpo? Dove si è nascosta quell’insuperabile follia del possesso, quella meravigliosa possanza che ti definivano mio padre? Adesso nel tuo abbaiare solo tanta distanza, solo un’impressione lontana di quello che puoi essere stato. Nelle tue conclusioni così poca convinzione; si disperdono in archi dall’origine segreta e incatenati al cielo tramite il sottile filo dell’impotenza. Tanto astio per la vita, non per la mia voce. Quella stessa vita che hai abbracciato, e che adesso inizia a privarti dei capelli, dipingendoli uno ad uno con quel pennello intinto di grigio. Sei il suo quadro più bello, padre.

 

Padre, adesso guardami. Se non sono quello che hai sempre desiderato, ne sono almeno una pallida imitazione? Non sono forse colorato degli stessi colori che un tempo ti rendevano così unico e splendente agli occhi di due increduli genitori? Non sono deliziosamente pericoloso? Non vedi in me lo stesso sguardo che un tempo ti sospingeva in strade che adesso neppure ricordi di aver percorso? Quanto, quanto ancora vuoi controllare il flusso di rabbia che mi percorre? Per quanto tempo credi che sarai capace di segarmi le ali in un bagno di sangue? Impedirmi di volare non serve più, le ali che tranci da qualche mese appartengono ad un ombra, capisci adesso perché non hai più visto una goccia del mio sangue? Volo alto nel cielo padre, passo sotto tutti i tuoi archi, ne osservo la pregevole fattura. Hai costruito la tua fine solo con i materiali più preziosi, scegliendoli accuratamente e disponendoli secondo l’ordine che il caso più sublime ti detta.

Volo più alto di quanto tu non abbia mai volato, con più uccelli di quanti tu non ne abbia mai visto in vita tua, spruzzando nell’aria colori che neppure avresti immaginato nei tuoi sogni più perversi; mi vedi padre, lassù oltre il tuo orgoglio? Sopra la tua fine vedrai me, a renderti tutto l’onore che meriti, l’omaggio alla tua magnificenza, l’elegia più trionfale che tu abbia mai udito.

 

Padre, la senti mai? Odi mai la Morte avvicinarsi? La senti sussurrarti nell’orecchio le sue parole più dolci, i suoi ricatti e le sue promesse? Come ti appare? È la stessa donna sulla quarantina che appare nelle mie giornate più nere? Anche la tua è vestita con colori fastidiosamente sgargianti? Una borsa nera di pelle è forse il suo corredo? Il suo rossetto è sangue incrostato? Profuma a tratti come una foresta di abeti grigi? Cosa ti promette padre? Ti fa vedere tutto quello che hai saputo fare? Io credo che si avvicini ai tuoi occhi con più avidità del normale. Ne vede i contorni scolpiti nel sacrificio e nella fatica, in quelle stesse attività che ti hanno assicurato un posto d’onore nel pantheon dei miei dei. Ti vedo carico di quella realizzazione semplice ma totale nella quale hai creato un nucleo perfetto da accudire e nutrire con i meravigliosi frutti della tua fatica di uomo. Siamo uomini padre, siamo tutti uomini, la fatica ci nutre e ci abbrutisce dopo una vita passata a dialogare con il dolore e la difficoltà dell’esistenza. Padre, ti senti finalmente mio padre? Ti senti finalmente tutt’uno con ciò che lascerai? Senti di possedere inequivocabilmente tutto quello che compri o che vedi nella tua casa? Anche se sono volato via, padre, io non ti lascerò. Volo basso, per osservarti ed imparare la tua fine e maestosa arte del vivere. Sono tuo figlio.

 

  
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