Ehilà, ragazzi! Lo so che volete uccidermi,
ma vedete, il fatto è che mi sono trasferita… a Londra!!! Ebbene sì, al momento
sono proprio in Inghilterra e mi sono successe parecchie cose negli ultimi
mesi. Mi sono trasferita per studiare in una scuola di musica, sto seguendo un
vero e proprio corso di Laurea in Canto!! Ho avuto ovviamente tutti i problemi
del mondo… mi è persino venuta l’appendicite il primo mese di scuola e sono
stata ricoverata in ospedale e operata!
Sono incredibilmente sorry per il ritardo, ma
l’importante è che sono qui, ora! Non abbandonerò questa storia, anche perché
mancano solo 3 – massimo 4 – capitoli.
Quindi eccovi qui il nuovo capitolo, e vi
avviso che sto già scrivendo il prossimo! Purtroppo non so quando avrò tempo di
rispondere a tutte le recensioni ma prima o poi ce la farò, non disperate!! Un
bacio!
Capitolo XXV – Ricordi: Valeriya Ivanov – Act Three
Se
prima mi sentivo un pochino geloso di Katrina, adesso lo sono del tutto:
Valeriya è stata messa in stanza con lei!!! Perché non poteva restare con me e
Yuri?? Lo so che ormai ha quasi undici anni e sta diventando una donna sempre
più in fretta, ma… non so come farò ad addormentarmi senza la sua presenza
rassicurante accanto. Uff, mi sento così… bambino, in confronto a lei e Yu.
Boris
è stato trasferito qui nella nostra stanza, sai che felicità. Mi sta davvero
antipatico, quello. Yuri dice che non è male, ma – ah! – Yuri riesce a dire che
non è male persino Vorkov, per cui la sua opinione non conta. Valeriya dice che
è troppo buono e troppo ingenuo, e quando lo dice lui ride, ammettendo che è
vero. Ma come si fa a non odiare Vorkov, dico io?? Uno che costringe dei
bambini ad allenarsi 14 ore su 24 per non si sa neanche quale scopo (Yuri dice
che vuole vincere a tutti i costi il Torneo Mondiale, ma allora perché cavolo
non si allena lui stesso??)… non lo so, a volte sono solo molto confuso.
Insomma, se non fossi venuto qui al Monastero non avrei mai conosciuto Valeriya
e Yuri, né il beyblade, ma a volte la vita qui mi sembra semplicemente
insopportabile. Ci sono dei momenti in cui sento tutte le forze abbandonarmi,
in cui sento di non potercela fare più… solitamente quelli sono i momenti in
cui mi becco una bella punizione, e il mio odio per Vorkov cresce ancora.
Purtroppo Valeriya non si allena più con noi spesso quanto prima; adesso il
Verme la fa allenare con i ragazzi più grandi e se la tiene bella stretta al
suo viscido corpo. A volte mi assale il terrore che lui possa arrivare a
chiuderla nella sua stanza e non farla uscire mai più, visto gli sguardi
bramosi che le lancia. Yuri dice che la vede semplicemente come la carta
vincente per i Mondiali. Secondo me Vorkov la vede come un bel mucchio d’oro,
la vede come una bestia da istruire e sfruttare per arricchirsi e diventare più
potente e famoso. Ma io non glielo permetterò mai.
I tre anni passati in quel modo furono un periodo davvero
difficile per me, perché iniziarono a venire alla luce tutte le debolezze del
mio corpo, che non riusciva a reggere gli allenamenti bene come Boris o Kai,
entrambi molto più portati per il lavoro fisico di quanto non fossi io. I loro
corpi poi crescevano più velocemente del mio, tanto che mi trovai
improvvisamente ad essere più basso di loro, più magro e sempre più pallido. A
dodici anni iniziarono gli svenimenti e per la prima volta Valeriya, che ne
aveva ancora dieci, sembrò terrorizzata da qualcosa. I dottori dissero che non
dovevo fare molti sforzi e Vorkov si infuriò come non mai, rinchiudendomi nelle
prigioni. Beh, senza dubbio lì non mi affaticai molto.
Quando mi venne a riprendere disse che aveva messo Boris
in camera con me e Kai al posto di Valeriya e che i miei due compagni erano
incaricati di darmi una mano se mi fossi sentito male di notte. Mi disse anche
che aveva deciso che mi avrebbe lasciato un giorno di riposo qualora fossero
avvenuti altri svenimenti, ma che si aspettava da me gli stessi risultati di
prima, se non anche migliori; in altre parole, fu un anno d’inferno, in cui
ogni giorno sentivo che il mio corpo stava per distruggersi in mille pezzetti,
ma al tempo stesso sapevo che dovevo
andare avanti e non arrendermi. Valeriya cercò di aiutarmi nell’unico modo in
cui poteva: diventò ancora più brava, tanto che Vorkov non aveva occhi che per
lei e spesso non si accorgeva se non ce la facevo a reggere il ritmo degli
altri. Boris divenne un mio buon amico; mi piaceva la sua presenza sempre calma
e forte, era come una roccia che nulla poteva spostare o infrangere. Kai invece
non andava molto d’accordo con lui a causa della gelosia, ma in qualche modo
riuscimmo a cavarcela senza troppi problemi da quel punto di vista. Finché un
giorno…
Siamo
tutti riuniti per i soliti incontri settimanali in cui Vorkov decide quali
ragazzi possono rimanere al Monastero e quali… beh, nessuno sa che fine fanno i
ragazzi che vengono decretati “non all’altezza”. Spero per loro che vengano
semplicemente rimandati dalle loro famiglie, ma sono abbastanza certo che non
sia così, purtroppo. Vedo Valeriya e Katrina venirci incontro e capisco subito
che c’è qualcosa che non va: Katrina è pallida come un morto e Valeriya la sta
praticamente sorreggendo con il suo corpo e le parla con voce ferma e calma. Mi
chiedo davvero come faccia ad avere solo undici anni.
Boris
va subito loro incontro e mi affretto anch’io, mentre Yuri sta attualmente
combattendo con un ragazzino che non ha alcuna speranza.
«Che
succede??» chiede Boris agitato, toccando la spalla della sorella, che gli si
accascia subito tra le braccia. Io guardo Valeriya interrogativamente ma lei
scuote impercettibilmente la testa.
«Ma
niente, la nostra amica qui vuole solo dimostrare a tutti che è talmente brava
con il beyblade che non può fermarla neanche la febbre!! Vero?» esclama Vale,
in un tono assolutamente noncurante. Katrina le offre un piccolo sorriso di
rimando. Secondo me sta morendo, ma non c’è verso che Vorkov le permetta di non
combattere. Boris poggia una mano sulla fronte della sorella e sgrana gli occhi
con orrore, ma Valeriya gli fa un veloce e nascosto cenno di stare zitto e
l’amico sembra aver bisogno di tutte le sue forze per poterlo fare.
«Già…
Vale ha proprio ragione…» commenta debolmente, e aiuta la sorella a sedersi da
qualche parte in attesa del suo turno. Io mi avvicino a Valeriya, e lei
finalmente smette di fingere e mi rivolge uno sguardo angosciato.
«Ha
41 di febbre» mi sussurra in un soffio, e io sento la nausea salire a
offuscarmi i sensi. Non ce la farà mai a battere il suo avversario, e Vorkov si
sbarazzerà di lei… anche perché si vede chiaramente che la considera debole e
non la reputa degna di andare avanti, e oltretutto ho paura che non gli piaccia
il fatto che sia amica di Valeriya. La guarda sempre come se volesse…
ucciderla. Ok, forse esagero, ma… non lo so. Guardo Vale senza sapere che
dirle, lo stomaco contratto in una morsa.
«A
te com’è andata?» mi chiede lei e io mi limito ad annuire. Rimaniamo in
silenzio per un po’, finché lei mi guarda con un’espressione di scuse. Per cosa
dovrebbe scusarsi?
«Perdonami,
Kai, ma devo farlo… ci ho pensato e ripensato, e non vedo altra soluzione»
Farlo?
Cosa deve fare?? Sento il panico assalirmi mentre lei, dopo avermi dato un
leggero bacio sulla guancia, si allontana verso la zona dov’è seduto Vorkov con
i suoi monaci. La seguo, angosciato più che mai, ma mi fermo a qualche passo di
distanza. Lei avanza con sicurezza verso Vorkov e si inchina.
«Maestro,
oggi vorrei combattere contro Katrina Lestavjosk. Mi concedete il vostro
permesso?»
Perché?
Vorkov
sembra pensare la stessa cosa, ma alla fine annuisce come se la questione non
fosse di grande importanza. Anzi, forse è anche un po’ compiaciuto. Sa bene che
Katrina verrà spazzata via, non ha una sola chance…
Seguo
Valeriya mentre torna indietro verso il punto dove abbiamo lasciato i nostri
amici e non dico niente, anche se vorrei. Lei ha un piano. Lo so. Lo vedo. Lo
sento.
Il
problema è che solitamente i suoi piani solo buoni per gli altri e pessimi per
se stessa.
Quel giorno Valeriya voleva salvare la vita di Katrina,
la vita dell’unica altra ragazza che aveva conosciuto nei suoi brevi undici
anni. E forse ci sarebbe riuscita, se Vorkov avesse avuto anche solo un
briciolo di cuore…
Non
posso credere a quello che i miei occhi stanno vedendo. Valeriya è entrata
nell’arena contro Katrina, che si regge a malapena in piedi, e ha… perso?!
Osservo
senza parole il suo beyblade, il suo Dranzer che nessuno è mai riuscito a far
uscire dallo stadio, giacere inerte sul terreno e sento come se qualcosa si
fosse spezzato. Come se Valeriya fosse diventata, in un certo senso…
vulnerabile. Lei sembra pensare la stessa cosa perché vedo una fitta di dolore
attraversarle il viso, ma si fa forza e si volta verso Vorkov. Il monaco sta
fumando, avendo capito il suo gioco.
«Mi
spiace, ho perso» dice lei, e io mi sento attraversare da terrificanti fitte di
paura. Ti prego fa che non si arrabbi, ti prego… fa che non le faccia del male…
non può farle del male!
Mi
sento piangere dentro, anche se è da ormai un anno che ho imparato a non
mostrare le mie emozioni. Boris sembra angosciato quanto me e Yuri è
semplicemente pietrificato. Vorkov si alza e si dirige verso le due ragazze;
Katrina sembra sul punto di svenire.
«Cosa
hai fatto?!?» urla irato verso Vale, la quale raccoglie il suo beyblade con nonchalance.
Ma io la conosco bene, perché ho passato anni ad osservarla, e posso notare il
leggerissimo tremito che scuote la sua mano mentre compie quel gesto. E so
anche che quel tremito non è paura per se stessa. E’ paura per la sua amica. E’
in questi momenti che capisco che non smetterò mai di amarla. Sarebbe come
chiedermi di smettere di respirare.
«Ho
perso» ripete lei, con voce dura. «Mi dispiace. Non ero concentrata e Katrina è
riuscita a cogliermi di sorpresa»
Vorkov
sbuffa, e la afferra per un braccio. Non ti azzardare a fare del male, brutto…
«Stai
davvero cercando di salvare la tua amica con questa patetica bugia??» le chiede
con tono… viscido, come altro si può descrivere quell’uomo? Valeriya sostiene
stoicamente il suo sguardo e non dice nulla, come a volerlo sfidare a dire che
non è una ragione sufficiente.
«Beh,
devo dire che allora non vedo altra soluzione» conclude Vorkov con lentezza. La
sua voce mi fa drizzare i peli sulle braccia. Katrina sta tremando come una
foglia; sembra così minuscola e indifesa, così piccola, così… giovane, che non
può essere sbagliato difenderla. Valeriya sta cercando di capire in tutti i
modi cosa vuole fare Vorkov, vedo il suo corpo teso nel tentativo di intuire,
di anticiparlo…
«Che
dici, Yuri, tu sei d’accordo con lei?» chiede l’uomo, prendendoci completamente
alla sprovvista. Yuri lo guarda spaesato e poi punta gli occhi su Valeriya,
alla ricerca della risposta. Ma stavolta nemmeno lei ce l’ha. Sembra così
spaventata… forse lei sa dove vanno a finire i bambini scartati. Forse lo so
anch’io, ma non riesco nemmeno a formulare il pensiero.
«Yuri,
combatti contro Katrina» ordina Vorkov, ghignando.
Guardo
il mio amico mentre entra nell’arena e si prepara a lanciare il beyblade.
Katrina sta per svenire da un momento all’altro, lo so, lo vedo. Sposto
nuovamente lo sguardo su Yuri. E in questo preciso istante so che lui non
perderà. So che non la aiuterà. So che ha troppa paura di perdere sua sorella
per poterlo fare. Lo leggo nei suoi occhi. Sento il cuore incastrarmisi in gola
mentre mi ripeto di non piangere. Andrà tutto bene, Vale non permetterà mai che
succeda niente di male, andrà tutto bene…
Fui un codardo, lo so, e non mi pentirò mai abbastanza
per quello che ho fatto. Ma so anche che se potessi tornare indietro, lo farei
di nuovo. La vita di Valeriya è sempre stata la cosa più importante al mondo
per me, fin da quando decisi di rinunciare ai miei sogni ed entrare nel
Monastero per permettere a lei di realizzare i suoi. E’ questo che deve fare un
fratello maggiore: proteggere sua sorella. Sempre. E ad ogni costo.
L’incontro
finisce in un attimo. Il bey di Yuri sbalza via quello di Katrina come fosse un
fuscello e di nuovo un silenzio orripilato cade sulla sala. Non so come faccia
Katrina ad essere ancora in piedi; quando questo incubo sarà finito, e finirà
bene, lo so,
devo ricordarmi di dirle che è davvero coraggiosa. Non gliel’ho mai detto
prima, e invece lo merita. Valeriya guarda Yuri con espressione schifata, ma
lui si limita a chinare il capo e tornare accanto a noi. Boris cerca di gelarlo
con un’occhiata, ma non gli riesce molto bene visto che è talmente bianco che
sembra avere la febbre anche lui. Per la prima volta da quando lo conosco, mi
sento vicino a lui, sento di soffrire per lui.
«Come
vedi, Yuri è d’accordo con me nel pensare che non si deve perdere un incontro
di beyblade di proposito per nessuna ragione al mondo» commenta Vorkov con
estrema soddisfazione. Yuri è sempre stato l’unico di noi a cercare di
compiacere Vorkov almeno un poco, ma sono sicuro che non c’entra niente in
questo caso. Non può.
Valeriya
incrocia le braccia al petto e alza la testa per affrontare il monaco, impavida
come sempre.
«Beh,
io rimango della mia idea. Io penso che la vita di una persona sia più
importante di un incontro d beyblade, e rifarei cento volte quello che ho fatto
oggi!»
Oddio,
quanto la amo.
L’espressione
di Vorkov si incattivisce in un istante e sento i ragazzi attorno a noi
tremare. L’uomo estrae una pistola da sotto la veste e io mi sento morire. Non
può succedere, non può… se le spara giuro che mi lancerò contro di lui e mi
farò uccidere anch’io. Non posso pensare di vivere senza di lei.
Valeriya
è terrorizzata, ma sta cercando in tutti i modi di calmarsi. Se esiste un Dio,
questo è il suo momento per mostrarsi. Intervieni adesso, non far accadere
nulla ai miei amici…
Vorkov
si avvicina al volto di Vale, gli occhi ridotti a due fessure. La mano con la
pistola è abbandonata lungo il suo fianco. Ti prego, non farle del male.
«Se
per te questa ragazzina è più importante del beyblade…»
Un
rumore fortissimo esplode nella stanza, facendo sobbalzare tutti. C’è un solo
istante di confusione, e poi il piccolo corpo di Katrina cade a terra,
lentamente, quasi al rallentatore… i miei sensi registrano l’urlo straziante di
Boris, l’espressione sconvolta di Yuri, lo sguardo pieno d’orrore di Valeriya,
il ghigno di Vorkov, le grida di terrore attorno a me… ma nulla riesce a
toccarmi davvero. Mi sento completamente svuotato e incapace di muovermi, di
agire, di pensare. Boris si lancia sul corpo della sorella ed è presto
imbrattato di sangue, mentre continua a gridare il suo nome. Il corpicino giace
immobile fra le sue braccia, il petto non si muove più a mostrare il respiro
della bambina, e il pallore è sconvolgente, quel pallore dovuto dalla febbre,
quel pallore che adesso non se ne andrà mai più. Bianca come un cadavere.
Perché ormai lei è un cadavere.
L’ho
sempre saputo in fondo, dentro di me, che Dio non esiste.
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Waaaaa, è tutto troppo triste!!! ç___ç lo so, lo so che sono cattiva, ma purtroppo
le cose dovevano andare così… in questi ultimi capitoli verranno svelati tutti
i misteri, per cui siate pronti a tutto!!
Grazie in anticipo
se qualcuno vorrà ancora recensire, lo so che i miei ritardi sono
imperdonabili!! T__T