1. Magia

Un silenzio quieto si stendeva su Konoha innevata. Un silenzio così profondo che ti veniva istintivo parlare piano per non disturbarlo. Dall'ufficio di Tsunade, Naruto guardava fuori dalla finestra i fiocchi bianchi posarsi lentamente.

- Naruto, mi stai ascoltando?

Il ragazzo sbatté le palpebre e Tsunade sospirò. Chiaramente era con la mente altrove.

- Va bene - gli disse con un cenno sbrigativo - ne parliamo domani. Vai ora.

Per strada non c'era nessuno. I passi di Naruto lasciavano piccole orme ovali scricchiolando nella neve fresca. Sentì un cane che abbaiava in lontananza e gli parve un rumore assurdamente forte.

Quando erano bambini ogni volta che nevicava si precipitavano fuori a giocare. Nessun adulto sarebbe riuscito a tenerli dentro, dovunque fossero e qualunque cosa stessero facendo. La neve era magica. Era qualcosa che illuminava il freddo grigiore dell'inverno con un mantello di gioia e di speranza. Se anche in quel momento fosse stato così facile crederci…

2. Non è più tempo di giochi

Sasuke guardava i fiocchi che scendevano piano e avevano già ricoperto completamente il boschetto di pini dove si erano rifugiati. Il riparo improvvisato non li copriva gran che; il modesto fuoco sfrigolava per l'umidità dell'aria e piccoli aghi di ghiaccio pungevano ogni millimetro della sua faccia, ma non gli importava.

Gli era salito improvviso il ricordo di una corsa nei boschi, in un giorno come quello. Una corsa di bambini con le guance accese e gli occhi che brillavano, finita in una cascata di spruzzi gelati e di risate. Le sgridate dei grandi , dopo, e qualcuno che gli asciugava i capelli mormorando piano.

Ricordava, ma lui non doveva ricordare.

Il tempo dei giochi era passato, per sempre. Gli sembrava fosse finito da un'era geologica anziché da quei pochi anni che erano. Ora la neve era solo un fastidio, un ostacolo in più, era solo una distesa bianca attraversata dagli sfregi del sangue versato. Era solo acqua ghiacciata, nient'altro.

Continuava a ripeterselo, mentre l'eco lontana di quelle risate andava ad aggiungere altre pietre al muro già alto della sua disperazione.