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Autore: ilovehim95    03/12/2011    1 recensioni
Allie era una normale quindicenne londinese, e come ogni quindicenne aveva un ragazzo.. non posso dirvi altro, senno rovinerei la storia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo camminando per il corridoio quando lo vidi. Vidi quella scena che nessuna ragazza vorrebbe mai vedere, ma che alla fine capita a tutte.
Sono Allie, Allie Davis. Una semplicissima ragazza londinese. Fisico e altezza nella norma. Lunghi capelli biondi, occhi verdi. Ciò che ogni ragazza desidera essere, ciò che ogni ragazzo vorrebbe avere. Ho quindici anni e un ragazzo bellissimo, dolcissimo e che mi ama, o almeno così credevo. Sono sempre stata una ragazza che si affeziona semplicemente alla gente, che si lascia trasportare dalle emozioni, e per questo soffro molto spesso.  Con lui però pensavo fosse diverso, credevo mi amasse veramente come io amo, ehm cioè, amavo lui.
Era suonata la campanella delle dieci, questo significava intervallo, divertimento. Lo stavo raggiungendo dall’altra parte della scuola, quando vidi lui, il ragazzo che mi aveva regalato mille emozioni, baciare un’altra. Non aveva baciato una qualsiasi, ma la mia peggior nemica: Maddy, la mia ex migliore amica.
Ci eravamo separate due anni fa, un paio di mesi dopo l’inizio della scuola. Senza motivo: frequentavamo la stessa scuola, ed eravamo nella stessa classe, ma lei non mi sopportava, e il sentimento era reciproco.
Quando vidi quella scena, scappai via piangendo, corsi in bagno, mi buttai sulle ginocchia e continuai a piangere, fino a quando vidi Amelia, la mia migliore amica:
- Allie tesoro... -
- Lui l’ha baciata... - dissi ancora singhiozzando.
- Lo so, ho visto tutto. Ha anche avuto il coraggio di chiedermi perché tu fossi corsa via piangendo, ti sta cercando. -
- Amy, ora è qui fuori vero?-
- Si ma... -
- Niente ma, non lo voglio più vedere!- presi la borsa e me ne andai, uscii da scuola: non avrei resistito altre due ore.
A casa non c’era nessuno, quindi decisi di farmi una doccia per calmarmi, intanto avevo messo James Morrison a massimo volume nel mio stereo. Una volta uscita dalla doccia stetti ore davanti allo specchio, volevo capire cosa non andasse in me, la mia autostima stava calando sotto terra. Sentivo la necessità di cambiare, non volevo più essere la Allie acqua e sapone che tutti conoscevano. Non volevo essere la ragazza perfetta in ogni cosa.
Indossai un mini vestitino di pelle rossa, legato in vita con una cintura nera e rubai un paio di tacchi neri dall’armadio di mia madre. Misi dell’eyeliner nero sul contorno degli occhi, mascara abbondante, rossetto e uscii da casa, volevo dare una svolta alla mia vita, e il modo migliore per farlo era cambiare look, quindi andai dalla parrucchiera e le chiesi di accorciarmi i capelli e tingerli di rosa. Uscita da lì non ero più la Allie di prima, ero una ragazza nuova.
Il giorno seguente andai a scuola col sorriso stampato in faccia e le cuffie alle orecchie, con il volume così alto che non sentì Amy quando mi chiamò.
- Allie! Allie! - mi tolse le cuffie, con un’espressione preoccupata.
- Oh, ciao Amy, come va? - le risposi con estrema tranquillità, ora non mi interessava più cosa pensavano gli altri di me.
- Tu chiedi a me come va? Ti sei guardata allo specchio stamattina? - Indossavo dei leggins viola scuro in pelle, una maglia bianca con un generoso scollo a V  su cui era stampato il disegno di una catena, molto realistico. Avevo i capelli rosa, ero truccata, cosa che prima non avevo mai fatto, se non alle feste, e indossavo dei tacchi alti rosa. È vero, ero cambiata, ma in meglio. Mi piacevo.
- Certo. Prima o poi sarei scoppiata, tutti continuavano a farmi soffrire, ora sto bene con me stessa e niente o nessuno mi farà cambiare idea - ero davvero convinta di quello che dicevo.
- Ok, andiamo - entrammo a scuola e c’era lui, Harry. In teoria stavamo ancora insieme, dopo il bacio non gli avevo ancora parlato. Ora l’avrei scaricato. Ero nervosa, perché? Non lo so, ma avevo paura.
- Allie, dobbiamo parlare - mi disse lui, senza aver ancora notato il mio nuovo look. Poi spalancò gli occhi.  - Allie, ma cosa ti è successo?- Anche lui era preoccupato per me; tutti si preoccupavano per il mio aspetto, ma non mi interessava, io volevo essere così.
- Io vi lascio soli... – come al solito Amy, è sempre di grande aiuto, e la mia ironia al massimo,
- Allie... - ricominciò Harry.
- Non c’è nulla di cui parlare, tu hai baciato la mia peggior nemica, mi hai fatto soffrire, ora non voglio più star male per un ragazzo. -
-Ma Allie… - Quant’era bello mentre faceva il mio nome, aveva degli occhi verdi stupendi, in cui era semplice perdersi...
- Ma Allie niente. Non voglio più soffrire. - Dissi riprendendomi.
- Sei bellissima... - Mi tremavano le gambe, dopo quello che mi aveva fatto lo amavo ancora, ma non potevo stare con lui, ero confusa.
- Harry, hai capito che ti sto lasciando, vero?- nessuna reazione. Evidentemente non gli importava molto di perdermi. Provai a sventolargli la mano davanti agli occhi.
- Oh scusa. Mi dispiace Allie, ma io non centro niente, lei mi è saltata addosso e non riuscivo a spostarla... -cercava di giustificarsi, ma questa volta ero troppo arrabbiata per perdonarlo. Anche se era il miglior ragazzo che avessi incontrato finora, lui mi capiva, o almeno così credevo.
- è troppo tardi per le scuse... - me ne andai, lo lasciai lì: immobile, ma allontanandomi mi accorsi che gli stava scendendo una lacrima.
Io lo amavo, mi fidavo di lui, ma baciando Maddy aveva superato ogni limite, non sarei mai riuscita a perdonarlo. In fondo lo amavo ancora, lo amavo tantissimo.
- Allie, allora? L’hai lasciato? - eccola la mia migliore amica, sapeva sempre cosa dire per tirarmi su di morale. La adoravo, anche se a volte interveniva nei momenti meno opportuni.
- Sì - risposi con estrema tranquillità.
- Sì, rispondi con un semplice sì. Come ha reagito lui? Come sta?- Chiese agitata e angosciata allo stesso tempo, proprio non la capivo. Ero io quella che soffriva.
- Non lo so, Amy. Non lo so! So solo che ogni volta che lo vedo mi perdo nei suoi bellissimi occhi verdi, vorrei solo stare abbracciata a lui tutto il tempo e accarezzargli quei ricci che mi fanno perdere la testa… lo amo ancora, ma non riuscirò mai a perdonarlo. -
- Aspetta, senti anche tu l’ambulanza?- improvvisamente si fece pallida. Ora la sentivo anch’io, udivo la sirena avvicinarsi. Quel rumore assordante non prometteva nulla di buono. Entrambe ci facemmo sempre più pallide, e corremmo fuori in cortile per vedere cosa stesse succedendo. Vicino all’ambulanza c’era Maddy, e intorno altri ragazzi della scuola. Avevo una paura tremenda che potesse essere accaduto qualcosa a Harry. No, non poteva essere vero. Sul lettino di quell’ambulanza c’era proprio lui. Svegliati Allie, è tutto un brutto sogno. Feci per salire sull’ambulanza con lui, quando l’infermiera mi chiese: - Chi sei tu? -
- Sono la sua ragazza. - tra la fretta, la rabbia, l’amore e la preoccupazione, tra tutte queste mille emozioni non seppi dire altro. Fortunatamente mi lasciò salire. Durante il tragitto piansi, forse più dell’altro giorno, quando l’avevo visto baciare Maddy. Non dava segni di vita, non respirava, teneva gli occhi serrati, ma sanguinava. Un’automobile l’aveva investito, ma perché? Perché proprio lui? Perché proprio oggi? Poi provai una strana sensazione allo stomaco, ma non una di quelle piacevoli. Mi sentivo colpevole.
Quando arrivammo in ospedale, mi fecero accomodare in sala d’attesa, mentre gli facevano delle analisi. Sentii il mio cellulare squillare, era Amy.
- Hey tesoro, tutto ok? -
- Come potrebbe essere tutto ok? Sto aspettando da due ore e non si sa ancora niente! - dissi io, ancora piangendo. Ero davvero preoccupata, e se non si risvegliasse più?
- Senti, ho parlato con Maddy, e mi ha raccontato cos’è successo. Ti interessa? -
- Sì, dimmi tutto, perché se quella vipera centra qualcosa, le vado a staccare la testa! - stavo ancora piangendo ero nel panico. Perché dopotutto ero io che l’avevo lasciato, non lei. Entrò in sala un’infermiera che fece il mio nome.
- Scusa tesoro, ci sentiamo dopo, hanno i risultati delle analisi.-
- Ok, sii forte. -
Ancora piangendo, mi diressi accanto alla stanza di Harry, accompagnata dall’infermiera.
- Mi dispiace ma è in coma, può sentire quello che gli dite, ma crediamo che non si risvegli prima di sei settimane. - Scoppiai a piangere di nuovo. Piangevo sempre più forte, ero sempre più triste, sempre più arrabbiata con me stessa, e sempre più innamorata di lui.
- Posso vederlo? - chiesi finalmente, tra un singhiozzo e l’altro.
- Certo, entri pure. -
Dopo essere stata un po’ nella stanza e avere parlato con lui, tornai a casa, e ad aspettarmi c’era Amelia.
- Allora?- chiese lei preoccupata, notando i miei occhi rossi.
- è in coma, può sentire, ma dicono che non si risveglierà prima di sei settimane. -
-Mi dispiace – Aveva un’aria triste, tanto da farmi tenerezza, e scoppiai di nuovo a piangere tra le sue braccia, e quando finalmente mi calmai, mi raccontò cos’era successo prima che fosse investito dalla macchina.
-Dopo che l’hai lasciato - inizio Amy – lui è subito andato da Maddy per chiederle perché l’avesse baciato, e per dirle che per colpa sua tu l’avevi scaricato. Maddy l’ha fatto di nuovo, e lui, arrabbiato, è corso via piangendo. Mentre attraversava la strada aveva la vista offuscata dalle lacrime, e non si era accorto della macchina... - Non potevo credere alle mie orecchie: Harry aveva pianto per me. Allora gliene importava qualcosa di me dopotutto.
- E perché quella strega l’ha baciato? Ora assaggerà la mia ira! - dissi arrabbiata come non mai, cercando di scappare dalle braccia della mia migliore amica, che mi tratteneva. I sensi di colpa erano svaniti e la rabbia nei confronti di Maddy aveva occupato il loro posto.
- Perché è gelosa. Dice che tu sapevi benissimo che a lei Harry piaceva da quattro anni, e tu ti sei fidanzata con lui. -
-Ma me l’ha chiesto lui - cercavo di giustificarmi, e di fermare quella brutta sensazione allo stomaco e ormai stava tornando.
-Colpevole o no, Harry è in coma e non possiamo farci niente.- Dopo questa frase corsi in bagno e mi sciaquai la faccia, cercando di placare le lacrime, ma inutilmente.
Nelle due settimane successive andai a fargli visita ogni giorno, parlavo con lui, gli dicevo che mi dispiaceva, che lo amavo ancora, e che se si fosse risvegliato, l’avrei perdonato. Non potevo più vivere senza di lui.
Il mio look non era cambiato, ero fragile in quel periodo, e i vestiti di pelle e i tacchi alti erano il mio scudo protettivo.
Dopo cinque settimane dall’incidente non sopportavo più niente, ero diventata uno straccio, così decisi di rinunciare alla trasgressività, ma non volevo tornare la vecchia me. Volevo essere una ragazza normale, né troppo suscettibile, né menefreghista. Sette giorni prima dello scadere delle sei settimane, ero davvero distrutta, così presi le prime cose che trovai nell’armadio e le indossai: una felpona grigia, dei leggins e delle scarpe da ginnastica. Semplice e comodo.
Harry mi mancava davvero tanto, non so come avrei fatto ancora una settimana senza di lui.
Quando arrivai all’ospedale, non mi fecero entrare nella stanza.
- Signorina Davis... lui è... è. Come dire lui è... - stavo sudando. No! Non potevo pensare una cosa del genere, lui non poteva avermi abbandonata!
-Mi dica cosa ha! È morto? Lui è morto?- chiesi gridando e piangendo come una disperata.
-Mi dispiace ma credo che non ce la farà. -
-Posso salutarlo per l’ultima volta?- chiesi, dopo che mi fui tranquillizzata. Mi aprì la porta della stanza, quella stanza di ospedale che avrei odiato per sempre.
-Harry, io non so come farei senza di te, se tu non ti risvegliassi. So che tu vorresti che io andassi avanti con la mia vita, ma non ce la posso fare. Addio Harry.- Dissi, ancora piangendo. Lo baciai per l’ultima volta, poi presi carta e penna e scrissi due lettere: una per lui, e una per Amy, in cui dicevo che non potevo più sopportare questo dolore, e che me ne sarei andata da questo mondo crudele, per sempre.
Lasciai le lettere all’infermiera spiegando di darne una a Harry, se si fosse svegliato, e una ad Amy.
Fatto questo, corsi al ponte, dove Harry ed io avevamo trascorso momenti bellissimi. Fu lì che ci demmo il nostro primo bacio.
Senza pensarci due volte, mi buttai, durante il volo sentii una fantastica carica di adrenalina, poi non capii più niente. So solo che vidi sangue ovunque, poi una luce bianca, e il mio cuore aveva smesso di battere.
Io da lassù lo vedevo, e dopo sette giorni, sei settimane precise dopo l’incidente, Harry si risvegliò. La prima cosa che fece fu leggere la mia lettera. Scoppiò a piangere e corse al ponte per mettere fine alla sua vita come io avevo fatto con la mia.


--> My Space <--
Scusate se la fine è un po' deprimente, ma l'avevo scritto come compito di scuola, quindi l'avevo fatto leggere ai miei.
Vi starete chidendo cosa centra, ebbene si.
Tutto questo è un piano per andare a londra a un concerto dei One Direction.
Infatti la fan fiction è ambientata a LONDRA, protagonista è 1/5 of One Direction, e ovviamente è deprimente,
perchè faccio credere ai miei di essere depressa siccome non sono potuta andare il 3 ottobre allo shu e non mi vogliono portare a un loro concerto a gennaio.
Si, funziona.
Lunedi o Martedi mettero un altra One-Shoot su Niall, sempre deprimente. Sarebbe sempre un compito di scuola, ma funziona anche come fan fiction.. u.u
  
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