Attenzione: Il raiting di questo capitolo si alza leggermente.
Come sempre consiglio la lettura in contemporanea
con l’ascolto delle canzoni che vi ho linkato^^
Enjoy.
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#32
In the Still of the Night.
Kurt sospirò, voltando il viso verso il suo ragazzo che stava guidando
tranquillamente, canticchiando sottovoce una vecchia canzone che passava alla
radio e osservando con attenzione la via.
Cercava di ricordare esattamente dove si trovasse quel ristorante,
c’era stato anche l’anno precedente, ma essendo situato in una zona di campagna
abbastanza lontana dal centro di Westerville, sembrava quasi d’obbligo per lui
perdersi tutte le volte.
“Siamo in ritardo” asserì Kurt, appoggiando una mano sul braccio di
Blaine.
Questi lo guardò eloquentemente “Se non ci avessi messo quasi due ore a
decidere come vestirti… E a litigare con tuo padre…”
Il più giovane roteò gli occhi azzurri, fissandoli sul tettuccio del Suv prima di sbuffare ritraendo la mano. Davvero non
riusciva a capire quale fosse il problema nel suo vestiario di quella sera.
Aveva scelto un outlift decisamente sobrio per i suoi
canoni, scegliendo un paio di pantaloni neri così aderenti che in un primo
momento il suo ragazzo li aveva scambiati per panta-calze. Sopra si era messo
una maglietta bianca leggera, nonostante avesse le maniche lunghe (perché
faceva caldo, certo, ma la sera l’aria fredda lo disturbava…
o almeno questa era la sua scusa) con sopra una stampa di Audrey Hepburn e, ai
piedi, degli eleganti mocassini color sabbia. Quello che rendeva il tutto molto
meno sobrio, almeno secondo il modesto parere di Blaine, era lo scollo a barca
che lasciava scoperta in modo dannatamente invitante una delle spalle lattee di
Kurt e la cintura che indossava in vita, che faceva passare quella maglia lunga
per un…. Vestito.
Inutile dire che si era beccato del ignorante.
Lui aveva optato invece per qualcosa che era sobrio sul serio, vestendosi alla John
Travolta di Grease con tanto di brillantina. Dubitava
che gli altri avrebbero notato la differenza dal solito….
Giacca di pelle nera, jeans aderenti, maglietta nera smanicata….
Si era messo d’accordo con gli altri Warblers per vestirsi così, un po’
sullo stile dei T-Birds.
Riconobbe una via e svoltò, sentendosi sobbalzare a causa del sentierino sterrato che aveva imboccato.
“Siamo ai limiti della civiltà” Decretò Kurt, osservando in lontananza
quello che sembrava un vigneto “Non mi ero mai avventurato in campagna…. Al massimo papà mi ha costretto a campeggi di
montagna.”
“Anche mio padre” rispose Blaine riconoscendo un cancello e capendo che
si, si trovavano nel posto giusto “Ma a me piaceva….
Mi ricordo che quando avevo circa dieci anni amavo andare ad Aspen d’estate…. Facevamo delle gita davvero belle. Poi crescendo
le cose sono cambiate e ora va a pescare una volta all’anno con Chad.”
Kurt lo guardò dispiaciuto, cercando di dire qualcosa di sensato. Ci
rinunciò quando Blaine parcheggiò davanti ad un bellissimo casolare di
campagna, di come non ne aveva mai visti prima.
Scese dall’auto avvicinandosi ad una ringhiera che dava su un campo in
discese piuttosto grande, appoggiandosi ad essa e osservando il gioco di luci
che il sole disegnava sulla vastità di quei campi di mais, non ancora maturo.
Blaine sorrise dolcemente, raggiungendolo e incantandosi a causa della
luce dorata che illuminava il viso da di per sé bellissimo del suo ragazzo. Lo
abbracciò da dietro, appoggiando il viso sulla sua spalla e lasciandogli un
bacio sulla guancia “Ti piace?” Kurt annuì, come incapace di parlare “Io adoro
questo posto…. Mi ricorda tanto quando, d’estate, vado
a trovare mia nonna in Toscana”
A quel punto Hummel ritrovò le parole. Eccome “Hai dei parenti in
Italia?” chiese meravigliato, ruotando su se stesso e appoggiandosi con i
fianchi alla ringhiera, fronteggiando Blaine.
Il ricciolo annuì “Si ma…. Si sono trasferiti
lì dopo la pensione….”
“Sembra un posto davvero bello e romantico…”
“Lo è ma…” Blaine sorrise di più “Non credo
che quest’estate lascerà l’Ohio…”
Kurt ricambiò il sorriso, prima di sporgersi in avanti e baciare
delicatamente il suo ragazzo. Quel momento, dolce al punto tale che solo un
romantico come lui poteva realmente apprezzarlo, gli sembrò semplicemente
perfetto.
Fino a che il suono di un clacson li fece sobbalzare.
A Blaine non serviva voltarsi per vedere chi fosse, il rumore delle
lamiere di quel vecchio catorcio che Nick si ostinava a guidare era più che
indicativo.
Attesero che la coppietta li raggiungesse, allontanandosi molto
lentamente uno dall’altro, ma tenendosi per mano. Erano tra i ragazzi della
Dalton, per una sera potevano prendersi la libertà di abbassare la guardia.
Nick era vestito circa come Blaine, aveva solo una maglietta bianca sotto
al chiodo di differente, mentre Kenzie era molto carina, con una gonna blu a
vita alta che le arrivava fino al ginocchio, rivelando sotto di essa delle
balze in tulle. Sopra indossava una
camicetta a maniche corte molto semplice, dentro alla gonna, e un piccolo
foulard annodato attorno al collo magro dello stesso colore della gonna. Il
fatto che avesse messo le ballerine la faceva quasi più bassa di quanto fosse
in realtà.
Quella era la classica ragazza che, accanto ad un ragazzo della statura
di Nick, Blaine o Thad, li rendeva quasi normali, parlando di altezza.
McKenzie si avvicinò sporgendosi verso Kurt per lasciargli un paio di
baci sulle guance mentre Nick salutava Blaine, pavoneggiandosi come non mai,
con tanto di sigaretta dietro all’orecchio.
“Sono contenta di rivedervi” disse allegramente la giovane, voltandosi
poi verso Blaine e dando una frustata a Nick sul naso con la coda di cavallo
alta e color cioccolato, le cui punte erano leggermente più chiare e tendenti
al biondo.
“Odio quando ti leghi i capelli” disse con un tono di voce strano che
fece intuire a Kurt che…
“Nick quanto hai bevuto prima di venire qui?”
Duvall ridacchiò come un ebete, appoggiandosi alle spalle della sua
ragazza “Sono brillo da stamattina alle undici…. Ma
non dirlo a Kenzie”
La morettina roteò gli occhi “Guarda che ci sento bene, e ci vedo anche
meglio…. Senza contare il fetore di vino che emani…”
Lui la guardò, apparentemente sconvolto “Chi te lo ha detto?? Sei stato
tu?!” disse rivoltò verso Blaine che non era ben certo se piangere o ridere
della cosa.
“Che dite, entriamo?” domandò Hummel con somma pazienza, iniziando già
ad avviarsi senza lasciare la mano del suo ragazzo. Entrarono nella sala e
subito adocchiarono Jeff che si stava sbracciando per attirare la loro
attenzione.
Mentre raggiungevano il tavolino da sei occupato dal biondo e da
Wilson, Kurt si guardò attorno. La sala era davvero enorme e da lì Kurt poteva
vedere il giardino nel quale, su una pavimentazione in mattonelle chiare, c’era
un piccolo palco con sopra una band e quella che doveva essere la pista da
ballo.
Presero posto insieme alla coppietta felice, iniziando a chiacchierare
del più e del meno mentre la sala si riempiva velocemente.
La cena fu abbastanza veloce, le pietanze accettabili e la compagnia
davvero buona. Jeff che assecondava Nick nei suoi folli deliri, poi, fu
impagabile.
Duvall aveva deciso di prendersela comoda, visto che non avrebbe
cantato. Così, visto che non aveva le
prove quel pomeriggio si era dilettato nella sottile arte del ‘bevi tutto
quello che incontri sul tuo cammino, senza riflettere sul perché o sulle
conseguenze’, ottenendo discreti risultati.
Thad, che invece avrebbe aperto la serata, seppure anche lui avesse
iniziato a bere quella mattina con Nick, sembrava sicuramente più in sé.
Kurt si accorse di lui quando, una volta terminata la cena, alzò gli
occhi dal bicchiere di vino incontrando la figura del capo consiglio in piedi,
chinato in avanti su un tavolo qualche metro più avanti.
Anche lui, come Blaine, Jeff e Nick esibiva una mise alla Fonzie di
Happy Days, ma non sembrava essersi ingellato i capelli. Almeno qualcuno che
non apprezzava la brillantina c’era.
Flint invece aveva optato, come Kurt, per qualcosa di più elaborato ma
comunque conforme con la moda del periodo: un paio di pantaloni bianchi a vita
alta, bretelle nere, camicia verde acqua con tanto di papillon color crema e un
maglioncino azzurro dal taglio datato, con lo stemma del suo vecchio liceo di
New York.
Harwood si avvicinò al tavolo lasciando una pacca sulle spalle a Jeff,
prima di chinarsi su Kurt e sussurrargli velocemente all’orecchio “Stasera
voglio un ballo da te…” e rialzarsi di
nuovo, defilandosi tra la folla.
Blaine, che non aveva percepito il messaggio, guardò attentamente il
suo ragazzo che però scosse il capo con non curanza “Il solito Thad” decretò
mentre una coppia sorridente si avvicinava a loro, tenendosi per mano.
“Ciao ragazzi, state passando una buona serata?” chiese Wes, portando
la mano libera nella tasca dei jeans.
Jeff sorrise “Oh si! Anche Nick, vero?”
Duvall guardò Wes sbadigliando, prima di fissare Lily per un istante,
appoggiando il braccio attorno alle spalle di Kenzie “Voi non vi conoscete credo…”
McKenzie porse la mano alla mora, che la strinse con un sorriso
pacifico in viso. Lily era davvero bellissima, come sempre. Il vestito rosso a
pois bianchi aveva la gonna gonfia a campana che le arrivava sotto il ginocchio,
e una cintura nera in vita che metteva in risalto la sua figura slanciata. I
capelli neri, lungi fino a metà schiena, erano racconti in una mezza coda sulla
quale era appuntata una rosa rossa. Nonostante fosse alta, con quei tacchi a
spillo da minimo dodici centimetri lo sembravano anche più di Wes, un altro dei
sette nani.
“Thad sta per cantare” disse con
voce melodiosa, passando i grandi occhi color topazio su tutti i presenti,
prima di ripuntarli in quelli allungati del suo ragazzo che le prese la mano.
“Venite sotto al palco anche voi?” domandò Montgomery.
Nick si alzò traballante “Devo aiutare Thad, o non troverà mai la
Scimmia di Giada!”scattò in avanti tra i tavoli, afferrando al volo una
bottiglia di vino abbandonata.
Kenzie sospirò, chiudendo un istante gli occhi “Io lo annego nel
laghetto qui dietro” concluse, levando il tovagliolo dalle gambe per poterlo
seguire, evitando magari che provvedesse da solo a buttarsi nell’acqua.
“Euforia da fine scuola?” domandò pensieroso Kurt, mentre si alzava a
sua volta imitato dal resto della tavolata.
“No, demenza dalla nascita” terminò Flint scuotendo amareggiato il
capo.
Uscirono in giardino, avvicinandosi alla calca di studenti che stavano
aspettando che iniziasse la serata, al centro della pista da ballo pronti come
non mai a scatenarsi. Molti dei ragazzi della Dalton avevano chiesto alle
giovani della Crawford di accompagnarli, visto che la serata era stata
organizzata da entrambi gli istituti.
Kurt lo capì solo quando, insieme a Karter, il rappresentante di
istituto, salì sul palco anche una ragazza con corti capelli rossi a caschetto.
Connor si schiarì la voce prendendo il microfono “Buonasera a tutti”
disse con un sorriso “Benvenuti a questo cinquantaseiesimo ballo annuale di
fine anno degli istituti Dalton e Crawford. Non mi dilungherò, voglio solo fare
un paio di ringraziamenti a coloro che hanno contribuito alla serata…”
Kurt si appoggiò mollemente a Blaine, che da dietro aveva portato un
braccio attorno ai fianchi del più alto per poterlo stringere a se “Quindi non
cantate tutti, stasera?”
Blaine scosse il capo “Solo chi aveva voglia di preparare seriamente un
pezzo. O chi era in grado di reggersi in piedi oggi pomeriggio alle tre…”
“…. Passo ora la parola al solista dei Warblers che ci intratterranno
stasera. Fate quindi un bell’applauso a Thad Harwood”
Dalla folla partirono molti applausi e esclamazioni di incitamento,
mentre il ragazzo saliva le scalette metalliche del palco, salutando la folla
con un sorriso pragmatico, come se fosse il Presidente degli USA.
“Buona sera da parte mia e dei Warblers” disse dopo aver afferrato il
microfono che Karter gli stava porgendo “Non ho intenzione di fare un discorso
perché non l’ho preparato e, soprattutto perché ho voglia di bere quindi mi
sbrigo anche a cantare” disse scatenando delle risate e altre esclamazioni.
Kurt sorrise scuotendo il capo “Voglio solo dire che io avevo proposto a
Connor, come tema per quest’anno, gli anni settanta. Lui però sosteneva che,
visti i precedenti, fare gli hippie sarebbe stato sconveniente. Poi come lo spiegavamo
il punch corretto con LSD alla narcotici?” domandò ironico, passandosi una mano
tra i capelli “Tutto può accadere, l’anno scorso eravamo tutti in toga come gli
antichi romani e siamo comunque riusciti ad ottenere otto richiami, me
compreso”
“Perché la cosa non mi stupisce?” domandò Flint, fissando con
espressione stranita il ragazzo sul palco “Ma dove sono i cecchini?”chiese
ancora, fingendo di guardarsi attorno.
Kurt sbottò una risata “Perché i cecchini?”
“Per abbatterlo…” concluse, ricevendo una spintarella dal suo ragazzo
per la boiata appena detta.
“Senza ulteriori indugi passiamo alla prima canzone della serata” disse
Thad, dando momentaneamente le spalle al pubblico per lanciare uno sguardo
all’orchestra, già pronta.
Il borbottare basso e ritmato di un basso diede il via alla canzone,
supportato subito dal coro.
Thad fece qualche passo verso il pubblico e schioccando le dita a tempo
di musica “Cantate con me se la conoscete…. E anche
se non la conoscete, va bene lo stesso”
Prese un respiro profondo, incanalando l’aria nei polmoni, prima di
iniziare a cantare.
In the still of the night, I held you….
Held you tight… 'Cause I love…
Love you so! Promise I'll never
Let you go… In the still of the night…
(In the Still of the Night –
Eddy Martin Cover)
Blaine iniziò ad ondeggiare, sempre tenendo stretto a se Kurt “Sai…. Non mi pesa molto che lui mi abbia battuto”
Hummel voltò il capo per guardarlo “Ah no?”
“No…. Alla fine è bravo, anche se non lo
sopporto. Riconosco che ha talento e se lo incanalasse in karma positivo magari
riuscirei a sopportarlo per più di dieci secondi senza volerlo prendere a
cazzotti sulla faccia…”
Kurt ridacchiò soavemente, prima di voltarsi di tre quarti per
guardarlo negli negli occhi, con dipinta sul viso
un’espressione furbetta “La tua è solo gelosia, anche se dici che ora non lo
sei più…. Smetti di far finta che sia solo
l’atteggiamento di Thad ad urtarti”
Blaine alzò un sopracciglio, cercando inutilmente di reprimere un
sorriso “Ok, lo ammetto, sono molto geloso. Contento?”
“Abbastanza” decretò soddisfatto Kurt, tornando a guardare il palco.
L’altro affondò il viso nell’incavo del suo collo, mozzandogli il
respiro in gola non appena prese a respirare il suo profumo direttamente dalla
pelle lasciata scoperta dallo scollo a barca “Però hai ragione, non dovrei. Tanto sei
solo mio….”
I remember that night in May The stars
were bright above!
I'll hope and I'll pray to keep your precious love…
Well before the light hold me again... With all of your might! In the still of
the night…
Sebastian teneva lo sguardo sul palco, facendo ondeggiare con eleganza
il bicchiere di vino rosso. Ne prese un assaggio, leccandosi poi le labbra.
Si sarebbe divertito davvero tanto, quella sera.
Se lo sentiva.
“Come pensi di agire?” domandò senza nemmeno troppo interesse Joey, troppo intendo ad adocchiare le ragazze single.
“Con tanto charme” fu la risposta pronta di Sebastian, che appoggiò il
bicchiere ormai vuoto su un tavolino, prima di sistemarsi il maglioncino sulle
spalle e il papillon “Ora, sono scopabile, decisamente scopabile, o
dannatamente scopabile stasera?” domandò con un sorrisetto malizioso.
Joey storse il
naso “Non sei il mio tipo Seba….. Lo sai bene”
Smythe rise senza
troppo colore “Mi avvicino alla preda…. A dopo e, se
ti senti troppo solo, vai a casa.”
L’altro gli fece il verso “Quello che si beccherà presto una malattia
venerea, comunque, non sarò io.” concluse, parlando più a se stesso che
all’amico, visto che Sebastian si era già incamminato verso il retro del palco,
smettendo di ascoltare qualsiasi cosa che non fosse la voce di Thad.
So before the light! Hold me again…
With all of your might ! Yeeeah!Oooh!
In the still, in the still of the night!
In the still of
the night…
Dopo essersi esibito in alcuni vocalizzi da pelle d’oca, Thad riaprì
gli occhi osservando attentamente la platea.
Adorava vederli tutti così presi, si sentiva davvero una rockstar.
Quando la canzone terminò, quasi a malincuore, mise il microfono sul
sostegno, scendendo dal palco sotto un’autentica standing ovation del pubblico.
Quando però finì di scendere le scalette trovò Wes infondo ad esse, e
non sembrava affatto contento “Che succede?” chiese subito Harwood.
“Richard.” Rispose l’asiatico “Sta a lui ma non si trova….
Che facciamo?”
“Si è imboscato con la tipa?” domandò divertito Harwood, e appena Wes
annuì sospirando esplose in una fragorosa risata “Ok ho la soluzione….
Quanto è ubriaco Duvall?”
“Tanto, perché?”
“Perché ubriachi si canta meglio”
Wes osservò la scena con scetticismo, mentre Thad passava un paio di
microfoni a Kenzie e Duvall “Secondo me non ce la faranno mai…”
La ragazza lo fulminò “Grazie per la fiducia!”
Wes arrossì lievemente, in imbarazzo “Ma no McKenzie, che hai capito…. è solo che Nick sembra davvero troppo ubriaco e…”
“Amico, io ho la musica nel sangue” disse il diretto interessato
guardando l’asiatico come se fosse scemo “Farò un autentico figurone….
Praticamente io…. io sono Danny Zucco!”
“Ah, pensavo l’amico brutto e stupido” rilanciò sarcasticamente
Harwood, spingendolo verso il palco, prima di rivolgersi alla ragazza “In bocca
al lupo, e spero che tu sia brava come dice Duvall. Di solito quando si
innamora non capisce niente e quindi mi aspetto che tu canti come una vecchia
rachitica racchia…. Successe la stessa cosa per una
bella bionda qualche tempo fa”
Kenzie lo guardò alzando le sopracciglia “Prego? Una bionda?”
“Si…. Una birra bionda” specificò poi
divertito Harwood, beccandosi un paio di paroline dolci della serie ‘coglione’
o ‘deficiente’ prima che la ragazza salisse sul palco, seguendo Nick.
Non ci furono grandi preamboli, salutarono il pubblico facendo segno
all’orchestra e subito la tastiera iniziò a suonare, seguita poi da tutti gli
altri strumenti.
Duvall si sfilò la giacca, lanciandola oltre il palco, in testa a Wes,
prima di iniziare a cantare, camminando lentamente fino a Kenzie….
Nick: I got chills, they're multiplyin', and I'm losin'
control
Cause the power you're supplyin',
it's electrify in'
Kenzie: You better shape up, cause I need a
man, and my heart is set on you.
You better shape up, you better
understand,
to my heart I must be true
Nick: Nothing left, nothing left for me
to do!
(You’re the
One That I Want – Grease)
Thad ridacchiò, guardando la ragazza che saltellava sul palco.
“Canta come cosa?” domandò sagace Wes, dandogli una gomitata sul
braccio, con nonchalance “Come una vecchia racchia rachitica?”
“Ok, ok, ho sbagliato” rispose Thad divertito mentre Lily lo
raggiungeva, muovendo il capo a tempo con la musica “Ora scusami ma ho un
appuntamento anche io con una bella birra bionda. Ci vediamo dopo, controlla
che Duvall non caschi dal palco”
“Potrei evitarlo? Credo di no” disse l’asiatico, portando un braccio
attorno ai fianchi della sua mora, che ridacchiò divertita dalle espressioni
che Nick stava facendo, mentre cantava.
Almeno ci credeva davvero.
Thad infilò le mani nelle tasche del chiodo di pelle, camminando
tranquillamente al margine della pista, dove un sacco di persone stavano già
iniziando a ballare e scatenarsi.
Intravide in lontananza Anderson che si muoveva in modo molto
scomposto, seguito da un Jeff decisamente più a tempo, ma comunque parecchio
ridicolo.
Lì vicino Flint parlava
praticamente nell’orecchio di Kurt, ed entrambi sembravano decisamente
impegnati a studiare i look degli studenti. E i loro rispettivi ragazzi.
Thad non pensava che Flint fosse quel tipo di gay. Un Kurt bastava e
avanzava.
Il ragazzo alzò gli occhi chiari proprio in quel momento, incontrando
gli occhi di Thad. Alzò la mano nella quale reggeva un grosso bicchiere rosso,
salutandolo, mentre Harwood ricambiò con un cenno del capo.
Stava quasi ponderando l’idea di andare a scambiare un paio di parole
con lui quando si sentì chiamare dal tocco delicato di una mano sulla spalla.
Voltandosi, non si sarebbe mai aspettato di trovarsi davanti proprio
quella persona.
Togheter: You're the one that I want
Your the one that I want
Your the one that I want
The one I need,oh
yes indeed!
Kurt osservò attentamente Trent avvicinarsi a Thad, chiedendosi se
fosse improvvisamente impazzito.
Flint notò questo dettaglio, così la smise di commentare come quei
jeans riuscivano a rendere il fondoschiena di Jeff ancora più sodo e sospirò
“Ci scapperà il morto?”
Kurt si mordicchiò il labbro “Forse dovrei intervenire, tieni” gli
passò il bicchiere, che in realtà conteneva solo Diet
Coke, prima di avviarsi attraverso la pista da ballo verso i due ragazzi che
sembravano coinvolti in una discussione accesa.
Blaine scelse quel momento per afferrare il suo ragazzo per la vita,
tirandolo a sé. “Kurt vieni a ballare!” gli urlò praticamente in faccia.
“Rischio di sbronzarmi solo con il tuo alito, sai?” disse lievemente
piccato Hummel, tentando di sfuggire alla sua presa, prima di desistere.
Blaine roteò gli occhi “Ho bevuto solo un drink, non ho intenzione di
rovinarci la sera…. Andiamo su!”
“Ok, va bene” rispose Kurt scostandosi e prendendogli la mano,
lasciandosi accompagnare verso il centro della pista da ballo dove Jeff stava
supplicando il suo ragazzo per un ballo.
Lanciò solo un’ultima occhiata oltre le sue spalle, ma di Thad e Trent
non c’era più traccia….
Kenzie: If you're filled with affection,'n you're
too shy to convey… Meditate my direction,
feel your way…
Nick: I better shape up, cause you need a
man
Kenzie: I need a man, who can keep me
satisfied!
Nick: I better shape up, if I'm gonna prove
Kenzie: You better prove, that my fate is
justified
Nick: Are you sure? Yes I'm sure down
deep inside!
“Cosa diavolo vuoi?!”
Trent deglutì rumorosamente, prima di prendere un respiro profondo per
farsi coraggio “Parlare con te…. E basta”
“E cosa ti fa pensare che non ti spaccherò la testa, per curiosità?!”
Domandò Harwood, facendo un passo verso di lui con fare minaccioso.
Nixon arretrò appena, tenendo però lo sguardo sicuro in quello
dell’altro “Perché anche se non sembra sei una persona civile.”
“Ah si?” chiese ironico l’altro “A me non sembra, visto che tutti
dicono che sono un pazzo, grazie a te…”
“Sai che non importa a nessuno” replicò Trent “Siamo alla Dalton,
nessuno giudica…. Nessuno eccetto te stesso” questo
sembrò zittire momentaneamente il più grande, permettendo all’altro di parlare
“Possiamo parlare un istante, per favore? Lontano dal casino se è possibile”
“Ok…” Thad lo guardò con diffidenza,
avviandosi verso un sentierino esterno.
La notte era scesa e Thad non vedeva nitidamente l’altro, a causa della
scarsa illuminazione “Se stai pensando di imbucarti con me, mi dispiace. Non mi
piaci per niente e un panda cinese sarebbe più sessualmente attraente di te”
Trent sbuffò “Non puoi essere un po’ più carino?”
“Con te no. Cosa ti aspetti scusa?! Un mazzo di rose?!” Harwood lo
guardò incredulo “Ora sbrigati, il mio fegato attende qualcosa di significativo
da poter filtrare…”
“In primo luogo io sono etero, e poi sono i reni a filtrare i liquidi”
puntualizzò Nixon, prima di sospirare “E io voglio solo chiederti scusa”
sciolse le braccia, prima incrociate sul petto, lungo i fianchi “Vorrei tornare
nei Warblers l’anno prossimo, ma non se tutti sono ancora incazzati con me….”
“Ma che ti importa, scusa? Io il prossimo anno nemmeno ci sono!”
“Penso sia un fatto di principio, Thad” Trent cercò di spiegarsi ,anche
se sapeva che stava parlando con un muro “Io voglio che tu mi perdoni…. Davvero…”
“Non credi sia pretenzioso?” Thad rimise le mani nelle tasche, tastando
per trovare il pacchetto di sigarette. Se ne mise una tra le labbra “Tu
pretendi di essere perdonato dopo quello che mi hai fatto, o non torni nei Warblers…. Credi davvero che cederò a questo ricatto? Non
mi importa niente se non ci torni, ma proprio niente” prese l’accendino
mettendo poi una mano a coppa per accendere la sigaretta.
“Ho parlato anche con Nick, Ethan…. Con Blaine e Flint. Manchi solo tu”
“E penso che mancherò all’appello ancora per molto…”
Harwood scosse il capo “Senti, io mi sto trattenendo dallo spaccarti la faccia,
penso sia sufficiente, che dici? Togliendo Duvall, che alla fine si sapeva che
era vergine, hai fatto davvero qualcosa di grave. Hai costretto un ragazzo ad
un coming out forzato, messo a nudo i problemi
personali dell’Hobbit, rovinato la relazione tra
Flint e Jeff e…. E detto cose di me che nessuno
sapeva eccetto…. Pochi eletti”
“Eccetto Kurt” incalzò Trent, beccandosi un’occhiata fiammeggiante che distinse
bene, nonostante l’oscurità “Non te ne sto facendo una colpa”
“Tu non sai niente. Ne come stavo ne altro” disse secco Thad, la voce
gli tremava per la rabbia “Ora vattene trascinando con te i rotoli di cellulite
prima che cambi idea, decidendo di ridurti ad un hamburger.”
“Non ho mai sentito un così varia purpurrì di
insulti creativi in tutta la mia vita, e detto da ma è davvero significativo…”
Thad si voltò, trovandosi alle spalle Sebastian e il suo solito ghigno
compiaciuto.
Trent osservò confuso l’intruso, chiedendosi chi diavolo fosse.
“Non avevamo un appuntamento, noi due?” domandò quindi lascivo Smythe, affiancandosi al capo consiglio “O preferisci
perdere tempo con…” lasciò che gli occhi di ghiaccio
percorressero tutta la figura di Trent “…. Coso”
“Non avevamo nessun appuntamento” specificò Thad “Ma improvvisamente mi
sento magnanimo, attenderesti solo un istante?”
“Tutto il tempo che vuoi, dolcezza”
Harwood tornò a voltarsi verso Trent guardandolo sprezzante “Le azioni
hanno un peso, convivici” decretò, prima di dargli le spalle e lasciarlo da
solo a sospirare al buio.
Sapeva che non avrebbe ottenuto niente, e sapeva anche che non poteva
prendersela per le parole dure e acide del ragazzo.
Aveva ragione su tutta la linea ad avercela con lui.
All I do is
lie, by the Oceanside…
Why do the clouds all turn grey just for you?
I've never bloomed such a beautiful blues..
Step outside your door, and go down to the shore…
Why do your eyes feel like shells in a dune?
What makes a crowd turn away from a tune?
I've never bloomed such a beautiful
blues..
(Dangerous Blues – The Young
Veins)
Kurt si mise a sedere sulle gambe di Blaine, ignorando i commenti di
David sul fatto che la penuria di sedie era alla base del deficit americano. Si
passò una mano sulla fronte imperlata di sudore prima di alzarsi le maniche
della maglietta fin sopra al gomito “Non ho mai ballato tanto in tutta la mia
vita” sottolineò, osservando deliziato Jeff che guardava ipnotizzato il suo
ragazzo cantare.
Blaine ridacchiò “E abbiamo appena iniziato” sottolineò, portando un
braccio dietro alla schiena di Kurt per stringerlo a se, prima di dedicare
anche lui la sua attenzione all’esibizione di Wilson “Non conosco questa
canzone, ma ha davvero un bel testo…”
Kurt annuì, appoggiando il capo al suo “Vero….
E Flint migliora sempre di più. Avete
un’idea su chi potrebbe prendere il posto di Thad come solista? Ci riprovi tu?”
Anderson scosse il capo “Se sarò davvero capo consiglio non credo ne
avrò il tempo…. Insomma, è un sacco di lavoro. Thad
ha deciso di sfidarmi a fine anno, ma onestamente non so se sarebbe riuscito a
tenere certi ritmi tutto il tempo…”
“Quindi resterai alla Dalton anche il prossimo anno?” domandò di getto
Kurt, pentendosi immediatamente di averlo fatto e mordendosi le labbra. Non era
certo di voler conoscere la risposta.
Blaine corrugò le sopracciglia, guardandolo stranito mentre il suo
ragazzo puntava lo sguardo a terra “Certo…. Dove
dovrei andare?” chiese senza capire, mentre David, accanto a loro, roteava gli
occhi.
La sua lentezza alle volte era esasperante.
Kurt stirò un sorriso, baciandogli la guancia “Da nessuna parte, ovviamente….”
Who knew that
love was a beautiful blues?
Who knew that love was a dangerous drug?
Now I know love is a beautiful drug…
I know that drug is a dangerous love…
I know now
love is a dangerous blues…
Lo scrosciare degli applausi deconcentrò Thad, facendogli voltare il
viso verso il palco, da cui Flint si stava spandendo in ringraziamenti prima di
scendere dal palco.
Non aveva seguito niente della sua esibizione, troppo impegnato a fare
altro.
A tal proposito, Sebastian portò una mano dietro alla sua nuca,
costringendolo a voltarsi nuovamente verso di lui per riuscire ad infilargli
tutta la lingua in gola.
Ok, quel passatempo era decisamente più piacevole di ogni canzone
possibile e immaginabile, nonostante stimasse Flint come artista.
Permise al ragazzo di schiacciarlo contro la parete, portando una mano
sul retro dei suoi pantaloni aderenti e tastando con mano quello che aveva apprezzando
anche in precedenza.
Sebastian sorrise maliziosamente sulle sue labbra, prima di morderle
piano.
Lasciò scivolare la mano lungo il fianco del più grande, sopra alla
canottiera bianca che indossava e poi davanti, sugli addominali del ragazzo.
“Qualcuno va in palestra…” sussurrò lascivo,
appoggiando la mano sulla fibbia della cintura nera che Thad indossava.
Col senno del poi, nessuno poteva vederli lì nascosti contro l’angolo
della casa, ma erano comunque circondati da studenti.
Thad sapeva che il discorso era coerente e sensato, ma sapeva che non
era quello il reale motivo per il quale fosse così riottoso nei confronti del
bel Sebastian. Forse perché non voleva le sue mani su di se….
Non era lui che voleva per la sua ‘prima volta da omosessuale o
bisessuale che fosse’, per questo aveva delle riserve.
Lo allontanò un po’ da sé, appoggiandogli le mani sui fianchi mentre
questi lo guardava con la solita strafottenza, mista ad una sorta di nebbia di
lussuria che gli oscurava gli occhi rendendoli blu come il mare in tempesta.
Lui spostò i suoi verso destra, notando Jeff e Blaine prepararsi per
cantare la loro canzone.
Sorrise furbescamente.
Nonostante la situazione non fosse delle migliori, doveva scroccare a
Kurt quel famoso ballo. Non ci sarebbe più riuscito poi e ci teneva visto che
era il suo ultimo ballo studentesco.
Valeva la pena rimandare con Sebastian, magari liberando anche un po’
la mente.
“Devo fare una cosa importante” disse sicuro, portando una mano sul
petto del ragazzo più alto e accarezzandolo lentamente, prima di scostarlo del
tutto da sé.
Sebastian ridacchiò “Sai che facendo così non fai che eccitarmi di più?
Mi piacciono le sfide difficili…” sussurrò
sporgendosi verso di lui per mormorarlo direttamente sul suo orecchio, prima di
leccarlo “Ma se vuoi fare questo gioco prego, non ti tratterrò”
“Mi serve anche qualcosa di forte” lo informò Thad, sistemandosi la
giacca di pelle e i jeans per nascondere – per quanto possibile- il
rigonfiamento che inevitabilmente era venuto a crearsi con tutto quello
sfregamento “Così magari sopporterò meglio la tua parlata lenta e cadenzata da
snob, Sebastian…”
“Magari avrai anche le palle per scoparmi o lasciarti scopare, dopo…” lo incalzò Smythe mentre
Harwood sbuffava una risata.
Almeno si divertiva, nessuno sapeva tenergli testa in quel modo.
Aveva trovato uno stronzo quanto lui, sembrava incredibile.
Peccato che lui fosse inevitabilmente il più stronzo del mondo.
Jeff: One, two, three o'clock, four
o'clock, rock,
Blaine: Five, six, seven o'clock, eight
o'clock, rock,
Jeff: Nine, ten, eleven o'clock, twelve
o'clock, rock,
Blaine: We're gonna
rock around the clock tonight.
(Rock Around the Clock – Bill
Hayle)
Thad gli lanciò un’ultima occhiatina prima di ammiccare e dirigersi
verso la pista da ballo. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che Sebastian
non avrebbe scollato gli occhi dal suo sedere per tutto il tempo, mentre
ballava con Kurt.
Perché sì, aveva già deciso che Hummel non avrebbe opposto resistenza
alla sua decisione.
Sgusciò con facilità tra tutti quei corpi danzati, accalcati e vicini,
riuscendo a raggiungere Kurt dalla sua postazione sotto al palco.
Meglio di così non poteva andare…
Si avvicinò da dietro, notando che Blaine si era già accorto della sua
presenza (dopotutto il palco non era così alto) e, dopo essersi appoggiato alla
schiena di Kurt col petto riuscendo nel suo intento di spaventarlo, sussurrò
“Ok adesso balliamo”
Kurt si voltò di scatto, occhi sgranati “No guarda Thad….
Apprezzo che tu abbia pensato a me ma…”
“Niente ma, muovi il culo Hummel!”
Lo afferrò per il polso, trascinandolo poco distante e prendendolo per
le mani, lanciando un’occhiatina divertita a Blaine che, nonostante stesse
cantando, non si perdeva un singolo movimento dei due.
Kurt se ne accorse, tanto che sbuffò sonoramente “E la tregua?”
“La tregua riguarda le parole crudeli verso il tuo gnomo da compagnia e
i suoi piccoli amici Gremlins, non le dimostrazioni
di pura stronzaggine, Pookie…”
Jeff: When it's eight, nine, ten, eleven
too,
I'll be goin'
strong and so will you.
We're gonna rock
around the clock tonight,
Blaine: We're gonna
rock, rock, rock, 'til broad daylight.
We're gonna
rock, gonna rock, around the clock tonight.
Ok, una cosa andava detta.
Thad ballava veramente bene.
Non se n’era mai accorto dai balletti dei Warblers, ma nel Rock’n’Roll ci sapeva davvero fare.
Dopo la quarta giravolta consecutiva si appoggiò alle sue spalle con
entrambe le mani, nonostante continuasse a muoversi a tempo di musica, solo
perché iniziava a girargli davvero tanto la testa.
“Dove hai imparato a ballare così?!” chiese, col fiatone.
Thad ridacchiò “Segreto Pookie…. E non mi hai
visto alle prese con i latino americani…”
“Eh certo” ribattè ironico Hummel “I
movimenti pelvici saranno quelli ti riescono che meglio”
“Vuoi provare per caso?”
Kurt arrossì di botto, staccandosi di nuovo.
Harwood lo riprese per le mani, continuando a ballare come se nulla
fosse “Quando ti accorgerai che Anderson è un Demotivotional
con le gambe corte verrai da me per ballare una baciata, fidati. Io ho sangue caliente nelle vene…. Mia nonna è
messicana.”
“Cosa centra??”
“Che i messicani sono più passionali dei nani di Moria. E meno
pelosi”
Jeff: When the clock strikes twelve,
we'll cool off then,
Start a rockin'
round the clock again.
We're gonna rock
around the clock tonight,
Blaine: We're gonna
rock, rock, rock, 'til broad daylight.
We're gonna
rock, gonna rock, around the clock tonight.
Kurt scosse piano il capo, esibendosi in altra giravolta “La tregua…. Ricordatela…”
“Oh quella vale solo quando mi sente”
A quel punto per il più giovane fu impossibile trattenersi e si lasciò
andare in una risata fragorosa “Non sto ridendo perché prendi in giro il mio
ragazzo, sia chiaro…” puntualizzò “Ma perché dici
cose che non stanno né in cielo né in terra. Le prendi le medicine?”
“Ovviamente! Non vedi come sono sano?”
“Parolone per te ma…. Hai fatto
miglioramenti” sorrise, togliendo le mani dalle sue non appena la musica cessò.
Applaudirono entrambi i due ragazzi e non appena Blaine indicò Thad con un
gesto secco, il capo consiglio Harwood ridacchiò, sporgendosi verso Kurt e
lasciandogli un bacio sulla guancia “A presto Pookie.
Ti saluto ora perché non credo che dopo sarò nelle condizioni di poterti riconoscere…. Buona serata!”
Hummel alzò gli occhi al cielo “Cosa devo fare con te?” chiese, ma
ormai Thad si era dileguato. Si voltò verso il retro del palco, vedendovi
emergere il suo ragazzo.
Decise di raggiungerlo mentre un gruppo di ragazzi si congratulava sia
con lui che con Jeff e gli gettò le braccia al collo, riempiendolo di
complimenti come sempre per l’eccellente performance.
In lontananza Sebastian studiava attentamente la scena, pensieroso.
Harwood lo affiancò, concentrandosi anche lui su Blaine e Kurt mentre
si rivolgeva a Smythe “Dove eravamo rimasti?”
“Se tu hai finito di perder tempo con i casi umani” decretò Sebastian
“Io propongo di prendere una bottiglia di vino invecchiato a testa e scolarcela…. Poi ci chiudiamo in bagno…”
“Idea allettante…. Ci sto”
Wes aiutò Nick a salire in auto, mentre Lily e Kenzie osservavano
quella scena pietosa, davanti al veicolo.
Duvall era così sbronzo che non riusciva nemmeno ad afferrare la
cintura di sicurezza, perdendosi in irritantissime risatine che snervarono
Montgomery al punto tale che fu lui ad allacciargliela.
“Sono le undici di sera” disse Kenzie sospirando “Sono solo le undici
di sera…”
“Beh è durato molto rispetto al solito” replicò sarcastico Wes,
chiudendo la portiera del passeggero “Se collassa come lo svegli a casa? Chiami
i suoi?”
“Oh no, andiamo da me” disse la ragazza, sciogliendo la coda alta e
sistemandosi i capelli sulle spalle “E comunque c’è un idrante molto vicino al
mio garage. Mal che vada lo butto in terra e lo annego così.”
Lily ridacchiò mentre Wes sospirava “Cosa faranno il prossimo anno
senza di me?”
“Me lo chiedo anche io” confermò Kenzie, aprendo la portiera dalla
parte del guidatore e sedendosi, lasciandola momentaneamente aperta e iniziando
a studiarsi bene l’Impala. Non sapeva se sarebbe stata in grado di farla andare
senza doverla spingere, ma valeva la pena provare dal momento che non aveva
altre alternative “Avrai comunque un lavoro a tempo pieno a New York con Thad…”
L’asiatico sbuffò una risata mal contenuta “Mi terrà impegnato…. Se hai problemi chiamami. Con il navigatore
trovo casa tua e vengo ad aiutarti col peso morto”
“Tra poco sarà davvero morto” costatò la ragazza, sorridendo a Wes “A
presto, ciao Lily”
La mora ricambiò il sorriso “Ciao Kenzie!”
La giovane mise in moto e grazie ad un piccolo miracolo l’auto riuscì a
partire e uscire velocemente dal cancello, dirigendosi di nuovo verso
Westerville.
Lily alzò gli occhi verso il cielo stellato, perdendosi a rimirarlo
mentre Wes, accorgendosi dell’interesse della sua ragazza, la stringeva in un
caldo abbraccio, lasciandole un bacio sulla tempia “A che pensi?” le chiese
dolcemente.
Lei per risposta appoggiò il capo alla sua spalla, abbracciandogli
fianchi con entrambe le braccia “Che il prossimo anno sarà triste stare tanto
tempo senza di te…”
Al ragazzo si strinse un po’ il cuore, mentre baciava con passione le
labbra di Lily.
Sarebbe stata dura, certo.
Stavano insieme da quattro anni e non si erano mai separati per più di
un paio di settimane.
Ma ce l’avrebbero fatta, ne era certo, e quella lontananza non li
avrebbe che rafforzati.
“Philadelphia non è poi così lontana” disse, una volta che il bacio si
interruppe, guardandola negli occhi azzurri “Verrò a trovarti spesso, e tu
verrai a trovare me a New York”
Lei annuì, sorridendo teneramente “Hai ragione….”
Lui appoggiò il capo al suo, alzando gli occhi verso il cielo.
La festa poteva anche aspettare….
Flint si prese un secondo, appoggiandosi alla parete del bagno e
chiudendo gli occhi. Aveva bevuto un Martini di troppo, a quanto pare, ma non
era ancora ubriaco. La testa però, nonostante questa consapevolezza, non la
smetteva di girare. Complice il fatto che non reggeva l’alcool e che,
nonostante odiasse ballare, non era riuscito a rimaner seduto per più di dieci
minuti quella sera, in quel momento si sentiva davvero scombussolato.
Controllò l’orologio, notando che ormai era mezzanotte e, dopo aver
preso un respiro profondo, uscì dal bagno andando al lavandino per darsi una
rinfrescata. Aprì l’acqua fredda bagnandosi le mani, prima di portarne una
dietro al collo e bearsi del sollievo che si stava procurando, chiudendo di
nuovo gli occhi. Faceva dannatamente caldo per essere solo inizio giugno.
Si lavò anche il viso, appoggiandosi con entrambe le mani al bordo del
lavandino mentre iniziava a sentirsi decisamente meglio.
Un gemito roco lo fece sussultare, e immediatamente afferrò una
salvietta di carta per asciugarsi gli occhi. Eppure pensava di essere solo….
Si raddrizzò, facendo qualche passo verso l’ultima cabina in fondo alla
stanza, dalla quale provenivano quelli che sembravano….
Ansiti?
Ok, Flint non era un ingenuo e, anzi, sessualmente parlando era uno dei
più informati in materia. Non ci voleva di certo un genio per capire cosa
stesse succedendo in quel bagno, e chiunque sarebbe arrossito per l’imbarazzo,
uscendo fuori il prima possibile.
Lui compreso, che infatti arricciò le labbra in un sorrisetto malizioso,
gettando nel cestino la salvietta usata e facendo per uscire.
Qualcosa però lo fermò.
Un gemito più alto, un vocalizzo decisamente conosciuto….
Si voltò di nuovo verso la cabina la cui porta, tra l’altro era chiusa
per metà.
Sarebbe bastato lanciare uno sguardo per levarsi ogni dubbio….
Si sentì Cameron per un istante, chiedendosi perché non poteva farsi
semplicemente i fatti suoi…. Peccato che stesse
camminando verso la fonte dei rumori, seppur consapevole che eticamente fosse
sbagliato.
Sana curiosità.
Sarabbe bastato
affacciarsi un istante….
Lanciare uno sguardo…
Si avvicinò fino a che non riuscì ad appoggiarsi con una mano alla
porta stessa senza gravarvi sopra e guardò.
Quello che vide, in parte, gli ghiacciò il sangue nelle vene.
E confermò i suoi dubbi.
Uscì velocemente dal bagno, senza curarsi dei suoi passi veloci che
rimbombavano per quell’ambiente piccolo, e si diresse sempre spedito verso il
giardino.
Thad.
E un tipo non bene identificato inginocchiato davanti a lui con la
bocca decisamente occupata in
qualcosa che non era considerabile come una conversazione.
La sola cosa che aveva notato del fantomatico sconosciuto era che
sembrava alto e che i capelli che Thad stringeva tra le dita con forza erano di
un castano chiaro.
Molto chiaro.
Un castano conosciuto….
Ma com’era possibile che….
Tornò nei pressi del palco e lì riprese un po’ di colore.
Kurt era seduto accanto al suo ragazzo e stavano parlando vicini,
insieme a Blaine, quindi non era lui che
stava facendo un servizietto orale a Thad nel bagno
dei ragazzi…. Ma…
Era davvero convinto che fosse Hummel, ma forse era stata solo una
malaugurata coincidenza e, pensandoci bene, quel ragazzo era decisamente molto
più magro di Kurt.
Si appoggiò una mano al petto, sospirando.
Non si rese conto che il suo ragazzo, notando la sua presenza, si era
alzato e si era avvicinato velocemente, abbracciandolo stretto e proponendogli
di ballare.
Non si era nemmeno reso conto che Kirk stava cantando una canzone molto
bella e struggente, pacata rispetto al suo attuale stato d’animo…
Wise men say only fools rush in
But I can’t help falling in love with you
Shall I say Would it be a sin?
If I can’t help falling in love with you
(I cant
help falling in love, with you – Elvis Presley.)
Kurt accavallò le gambe, dondolando il piede a tempo con la musica
lenta e romantica, mentre osservava attentamente Kirk.
Non sembrava nemmeno la stessa persona che aveva tentato in ogni modo
di mettere i piedi in testa a Blaine quando Kurt si era trasferito alla Dalton,
molti mesi prima.
Ricordò divertito il colorante rosa che Thad era riuscito a rimuovere
del tutto solo dopo molte docce, Wes costretto al bagno dal lassativo….
Lui ubriaco marcio la sera di Capodanno.
Tante piccole cose bastarde che nessuno sembrava ricordare più.
Certo, era successo anche di peggio, ma il bello della Dalton (e in
particolare dei Warblers) era che tutti sembravano quasi giustificati, come
bambini che facevano le marachelle e che, quindi non si potevano odiare.
Hummel era quasi del tutto certo che così sarebbe stato anche per
Trent, che stava seguendo l’esibizione con Ethan, a pochi passi dal palco.
Una mano apparve dal nulla, praticamente sotto al suo naso, facendolo
trasalire. Alzando gli occhi scontrò lo sguardo con quello caldo di Blaine, che
con un sorriso dolce lo invitò a prendere la sua mano, facendo poi un cenno
verso la pista da ballo.
Non ci furono bisogno di parole.
Kurt sorrise raggiante, afferrando quella mano ancora tesa e
stringendola forte. Camminarono per qualche metro, posizionandosi in mezzo alla
moltitudine di persone che ballavano vicine.
Blaine passò le braccia attorno ai fianchi dell’altro, stringendolo a sé,
e subito Kurt portò le braccia dietro al suo collo, appoggiando il capo al suo
e iniziando a muoversi piano, a tempo con la voce di Kirk.
Chiuse gli occhi, lasciandosi guidare da quel momento assolutamente
perfetto mentre si chiedeva se il suo cuore avrebbe mai smesso di avere seri
attacchi di tachicardia ogni qualvolta Blaine lo sfiorava, anche per sbaglio.
Sperò di no, perché il sentimento che provava per lui era così intenso
e entusiasmante da farlo sentire bene.
Innamorato come mai si era sentito e come pensava che non lo sarebbe
mai più stato…
Wise men say only fools rush in
But I can’t help falling in love with you
Shall I say Would it be a sin?
If I can’t help falling in love with you
Ethan si portò il bicchiere di vino alle labbra, senza mai staccare gli
occhi dalla figura del suo migliore amico (e, anche se non era ben chiaro,
qualcosa in più) che stava letteralmente facendo
l’amore col microfono.
Trent gli chiese qualcosa, ma lui si limitò semplicemente ad annuire
come in trans, avvertendo un brivido ogni singola volta che Kirk arrivava a
cantare quel pezzo, quello più romantico e smielato di tutti, riuscendo ad
abbassare la voce al punto tale da ridurla ad un roco sussurro.
Stava ammattendo, ne era certo.
Era successo tutto così in fretta che quasi non si stava accorgendo di
quello che stavano vivendo, e nonostante fossero tanti piccoli obbiettivi quelli
che Kirk voleva raggiungere con lentezza, Et non
aveva fretta.
Valeva assolutamente la pena aspettare un po’…
Like a river flows surely to the sea
Darling so it goes
Some things are meant to be
Take my hand, take my whole life too
For I can’t help falling in love with you
David sbuffò, mentre lui e Wes trasportavano un Thad collassatissimo alla sua auto “Ormai guido di più io la sua
BMW di quanto lo faccia lui” disse piccato il ragazzo di colore, prendendo le
chiavi dalla tasca dei jeans del ragazzo e aprendo l’auto.
Blaine e Kurt, che li seguivano, si scambiarono uno sguardo.
La serata si era conclusa verso mezzanotte e mezzo, orario in cui erano
stati praticamente cacciati a pedate dai camerieri che dovevano riordinare il
macello fatto.
“Tornate anche voi alla Dalton?” domandò Wes mentre David caricava alla
buona il ragazzo collassato sui sedili posteriori, sistemandogli il suo
maglione sotto alla testa.
Entrambi arrossirono e mentre Kurt distoglieva lo sguardo Blaine annuì
energicamente “Si…. Anzi, noi andremmo subito se voi
non avete bisogno di aiuto con lui”
“Io porto a casa Lily. Quell’ultimo daiquiri l’ha stesa” disse Wes
avviandosi alla sua auto dove, sui sedili davanti, stava tranquilla la sua
ragazza in una situazione di totale abbandono.
Al contrario di Thad che sfiorava il coma etilico, però, lei dormiva e
basta.
“Dormo con il mostro stanotte” disse Thompson a Blaine, alludendo a Thad, mentre il ragazzo
asiatico se ne andava via, accendendo gli abbaglianti e uccidendo le retine di
Kurt che mugugnò scocciato “Così Wes ha la stanza libera e non rischiamo di
vedere il somaro far la fine di Elvis…. Domani
mattina colazione alle nove e mezza?” chiese poi, chiudendo la portiera
posteriore e avviandosi verso quella anteriore.
Anche Blaine aprì l’auto e Kurt ci volò dentro, ancora un po’ a
disagio.
“Certo, per l’ultima volta” disse poi con un sorriso tirato.
David annuì comprensivo “Vi lascio andare, io tanto devo aspettare
Troy, il mio compagno di classe, che ha bisogno di uno strappo e sta salutando
una tipa che ha conosciuto stasera. A domani ragazzi.”
Blaine lo salutò con un cenno, mettendosi al volante e allontanandosi a
sua volta, verso la Dalton.
David si appoggiò al tettuccio della BMW bianca, sospirando.
In lontananza, sotto alle luci del ristorante che si stavano via a via
abbassando, notò un ragazzo alto e magro, che non pareva per nulla soddisfatto
dalla serata.
Si scambiarono uno sguardo non appena si accorse che guardava nella sua
direzione, ma venne bruscamente interrotto da Troy che montò in auto senza
troppe cerimonie, irritato dalla ragazza di prima.
Sebastian guardò i due scambiarsi due parole prima di salire in auto e
allontanarsi. Quando i fari si furono allontanati a sufficienza sbuffò
sonoramente, lanciando a terra il mozzicone e pestandolo.
Joey lo raggiunse
con un sorrisetto soddisfatto, segno che aveva rimorchiato alla fine “Andato in
bianco?” domandò con falsa innocenza, ricevendo un ‘vaffanculo’
sentito.
“Stasera si, ma non è ancora finita” disse con un sorrisetto molesto Smythe, leccandosi le labbra “Ho il suo numero, e penso che
lo userò…”
Quando Kurt entrò nella stanza di Blaine si sentì un po’ a disagio.
Non lo era stato per tutta la serata che, al contrario del Prom del McKinley, poteva considerarsi perfetta.
Eppure aveva un dubbio amletico sin da quando il suo ragazzo aveva
proposto di rimanere a dormire da lui, un tarlo che stava lentamente
consumandogli il cervello: che progetti aveva Anderson?
Lo guardò sfilarsi la giacca di pelle, appoggiandola ad una sedia, e
permise ai suoi occhi chiari di scorrere lungo la sua schiena tonica fino al
bordo dei jeans.
Prese un respiro, così non andava.
Blaine si voltò verso di lui, notando dove Kurt lo stava puntando.
Fu davvero molto veloce.
Si avvicinò in un paio di passi, prendendo il suo ragazzo per le spalle
e baciandolo con passione.
Kurt trattenne il respiro per un istante, scordandosi addirittura di
chiudere gli occhi, prima di riprendersi e stringere tra le mani la maglietta
nera del suo ragazzo, ricambiando il bacio e respirando contro la sua pelle,
bisognoso di ossigeno.
Il moro iniziò a spingerlo delicatamente verso il letto, facendolo
arretrare fino a che non lo urtò col le gambe.
Lo fece stendere, staccandosi dalle labbra per potersi incollare prima
al suo collo e poi alla spalla lasciata scoperta dalla maglietta.
Kurt lo sentì sedersi sul suo bacino e questa era probabilmente la cosa
più erotica che avessero mai fatto fino a quel momento. L’urgenza, la voglia,
per un istante aveva permesso a Kurt di scordarsi del suo essere impacciato e
inesperto ma ora si presentava come un cartello stradale davanti a lui.
Anzi un’insegna con i neon che si rincorrevano, stile vecchia Las
Vegas.
Tutto ciò si tramutò in paura quando avvertì le mani di Blaine che,
frenetiche, stavano slacciando la cintura che teneva sopra alla maglia.
“C-cosa fai?” domandò tentennante, incapace
però di fermarlo o semplicemente fare qualsiasi cosa che non fosse ansimare
piano, visto che quelle dannate labbra
lo stavano facendo morire lentamente.
Blaine non alzò il capo “La maglia” disse semplicemente, col fiato
corto, lasciando un piccolo morso sulla spalla del suo ragazzo “Solo la maglia.
Come l’altra volta…”
Kurt chiuse gli occhi, abbandonandosi ad un sospirò profondo mentre la
cintura cadeva a terra, tintinnando non appena la fibbia picchiò contro le
mattonelle. Blaine alzò la maglietta con ritrovata dolcezza, stando bene
attento ad accarezzargli tutto il petto con una mano mentre con l’altra lo
spogliava.
Una volta che si fu liberato dell’indumento, il ragazzo riccioluto
riprese possesso delle labbra morbide di Kurt, già gonfie per i baci
appassionati, mentre avvertiva le sue mani ancora insicure ma decisamente più
audaci che tentavano di levargli la maglietta dai pantaloni, per potergliela
togliere.
Lo aiutò, gettandola con non curanza in qualche angolo della stanza,
scendendo poi sul corpo caldo di Kurt per posizionarsi meglio.
Nello stesso istante, però, l’altro lo tirò a sé, tenendolo stretto e
facendolo praticamente stendere sul suo corpo.
Fu inaspettato, ma decisamente gradito quando le loro erezioni già
accennate entrarono in contatto, facendo partire una serie di brividi e piccoli
gemiti, annegati in un bacio più urgente.
E Kurt perse ufficialmente la testa.
Blaine si fermò, appuntellando i gomiti sul materasso e guardando negli
occhi il suo ragazzo, pronto a scostarsi, seppur contro voglia, non appena
avesse letto in quegli occhi chiarissimi anche il ben che minimo dubbio.
Non lo avrebbe mai forzato a fare nulla, nonostante lo desiderasse così
tanto che avvolte faceva addirittura male…
Quando però lo sentì muoversi in modo quasi istintivo contro di lui,
provocando un’altra frizione tra i loro bacini, rituffò il viso tra il suo
collo e la sua spalla, lambendolo di baci e ansimando contro di essa, mentre
riprendeva a muoversi in modo più o meno ritmico contro di lui, strusciando le
loro erezioni ormai evidenti una contro l’altra.
Kurt sentiva la testa così leggera e vuota da fargli paura.
Preoccupazioni, paure….
Non ne aveva più.
Portò entrambe le mani tra i suoi capelli, costringendolo a tornare
sulle sue labbra, bisognoso di altri baci sempre più veloci, così come gli
scatti del suo ragazzo su di sé.
Blaine gli prese una mano, intrecciandolo alla sua mentre sussurrò un “Sei
perfetto” col fiato corto sulle sue labbra, baciandole alternatamente con
quelle parole che uscivano come fiumi in piena dalla sua bocca “Ti amo….”
Kurt fece per ricambiare, ma non gli fu umanamente possibile.
Più le spinte del suo ragazzo si facevano veloci e irregolari, più un
piacevole e diffuso calore si univa ai brividi di piacere, riscaldandogli il
ventre sempre di più.
Tutto ciò che poteva esternare erano gridolini e gemiti acuti che,
francamente, a Blaine non dispiacevano per niente.
Kurt portò la mano libera sulla schiena del suo ragazzo, mentre,
inarcando la schiena con uno scatto, veniva forte dentro ai suoi stessi
pantaloni.
Blaine ci mise poco a raggiungerlo, rotolandosi poi su un fianco per
lasciarsi cadere di peso sul materasso, evitando di gravare sul corpo di Kurt
che sembrava ancora vivo per miracolo.
E non avevano nemmeno fatto sesso, si erano solo strusciati….
Kurt si rese conto che Blaine gli stava ancora tenendo la mano
nell’esatto momento in cui, una volta recuperata un minimo di lucidità, il suo
ragazzo lo attirò a sé, abbracciandolo stretto.
Lui si lasciò stringere, scambiando con lui un ultimo bacio dolcissimo,
prima di rendersi conto del casino che aveva nei pantaloni.
Un casino decisamente disgustoso che stava rovinando la magia del
momento.
Blaine sembrava dello stesso avviso, visto che di schiarì la voce e,
dopo averlo baciato sulla fronte, si mise a sedere sul letto “Vado un istante
in camera di Jeff e Nick a…. Sistemarmi. Tanto nessuno dei due è tornato….
Tu puoi usare il mio bagno.” Kurt annuì lentamente, non molto felice del fatto
che il suo ragazzo se ne stesse per andare in un’altra stanza. Stava quasi per
fare una proposta ambiziosa, ovvero chiedere a Blaine di fare la doccia con
lui, ma si sentiva ancora un po’ troppo imbarazzato per farlo, nonostante la
sua mente vagasse. Per l’ennesima volta, Anderson parve leggergli nel pensiero.
Sorrise dolcemente, chinandosi su di lui sussurrò, direttamente sul suo
orecchio “Ti prometto che faccio in fretta, così poi potremo coccolarci per bene…”
Hummel gli sorrise “Allora muoviti” disse deciso, alzandosi a sua volta
a sedere e osservando Blaine che si spostava per la stanza raccattando tutto
quello che gli serviva per darsi una ripulita e cambiarsi.
A giudicare dalla sua espressione, nemmeno lui aveva gradito molto
l’essere venuto nei pantaloni.
Lasciò la sua camera sorridendo ancora una volta a Kurt e subito il
ragazzo scattò in piedi, euforico.
Dentro di lui imperversava una vera battaglia: da una parte si sentiva
sfinito, dopotutto aveva ballato tutta la sera e quello sfregarsi non aveva di
certo contribuito, dall’altra invece si sentiva particolarmente sveglio.
Si morse le labbra, iniziando a ragionare, mentre prendeva il pigiama e
un cambio di intimo pulito. Significava che era pronto, quindi?
Il pensiero di Blaine che ansimava, la sua espressione di totale estasi…. Pensarci gli fece andare a fuoco le orecchie.
Entrò in bagno chiudendosi dentro e si spogliò velocemente, lasciando
le cose in terra. Buttarsi sotto il getto caldo dell’acqua lo fece rilassare un
po’ e, mentre si insaponava con il bagnoschiuma di Blaine prese a riflettere
sulla possibilità che sì, poteva fare sesso con il suo ragazzo se solo lo
voleva.
Anderson, certamente, non si sarebbe opposto.
La sola cosa che frenava Kurt, ovvero lo stato di totale e catatonico
imbarazzo nel quale cadeva ogni volta, sembrava qualcosa di superato dopo
quella sera.
Quindi si….
Era pronto.
E ne avrebbe parlato a Blaine.
Continua….
Nda.
Eccomi qui, a meno tre capitoli dalla fine!
Sarò davvero molto breve nelle mie note perché, come avrete notato,
questo capitolo è qualcosa di infinito D: solo mi sono rifiutata
categoricamente di tagliarlo così sono 24 pagine di dolce sarcasmo, porno e
cattiveria.
Spero che abbiate apprezzato comunque.
Amo gli anni 50, avevo centinaia di canzoni bellissime tra cui
scegliere e alla fine (fatta eccezione per il pezzo di Flint) sono andata sul
classico, che ne pensate?
Altra domanda: preferite il prom del Mckinley o questo ballo della Dalton? E che ne pensate di
Sebastian? E Trent? Per non parlare poi del risveglio sessuale di Kurt.
Come sempre grazie mille ad Alexa (DumbledoreFan) che mi ha betata as faste as possible
e a tutti voi che mi avete recensita e aggiunta ai preferiti**
Un paio di cosette veloci:
QUI
trovate una FanArt bellissima fatta dalla
dolcissima Sella_Ella_Lella sulla ThreeSix Maphia + Kenzie!
Se non lo avete ancora fatto, leggete la Flash Hummerwood
di Mr Adkins, ovvero I hate.
Lasciategli anche un commentino perché davvero
vale la pena, è un ragazzo davvero molto talentuoso!
A presto col terzultimo capitolo!
Un bacione,
Jessy