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Autore: _Lou    03/12/2011    3 recensioni
"Prometti che se un giorno ti sveglierai ed io non ci sarò,
proprio non riuscirai a trovarmi,sembrerò morto tu mi cercherai,
cercami in eterno perché l'amore ti ricondurrà da me,te lo prometto"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non lasciarmi.'
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-Ma ciao belle ragazze!
Scusate se non posto da un pezzo ma sono stata a
TORINO
Con la classe per il campo scuola *O* bellissimo.

 Buona lettura e recensite u.u
Solo una cosa era chiara lui faceva impazzire me,i miei nervi,e il mio cuore.{Alyce

CERCAMI.

          Capitolo42;Scusami ma non è un per sempre.

Mi svegliai tra le braccia del gatto ormai completamente guarito,lui come al solito si era svegliato poco prima di me lo beccai a giocare con i miei  capelli;guardandolo di sottecchi con un solo occhio aperto incominciai a riflettere sulla settimana passata a fargli d'infermiera,alle parole dolci che mi dedicava e alle strane allusioni che brontolava qualche volta sopra pensiero come ora mentre guardava distante,incurante del mio sguardo posato su di lui,incurante di tutto e di tutti ora viveva solo il suo ricordo o era impegnato a costruire un pensiero sensato;ma tra me e lui non c'era niente di sensato,io ero una mutaforme lui un gatto nero,io ero la luce e lui il buio,io l'alba e lui la notte,eravamo incompatibili come i sogni e la realtà;purtroppo lui era la realtà che ti si schiaffava contro con tutta la sua cattiveria ed io i sogni che dolci ti illudevano facendoti credere di poter avere una vita migliore di quella merda che avevi.Continuavo a guardare Rio che guardava altrove,speravo che si girasse verso di me per coccolarmi,dicendomi qualcosa di dolce e magari anche sincero;non sapevo perché volevo quelle attenzioni proprio da lui,forse semplicemente mi ero abituata a lui,oppure,il mio cuore aveva bisogno di quegli occhi verdi quasi fluo per sopravvivere perché quegli occhi erano i miei battiti,e quelle orecchie nere i miei respiri;
"a cosa pensi?"Sussurrò avvicinando le sue labbra al mio orecchio,facendo letteralmente impazzire il mio cuore mentre le mie gambe diventavano di pasta frolla.
"Niente,ho fame!Che mi prepari oggi?"Chiesi ridendo,sapevo che amava cucinare ma sapevo che non era per niente bravo,
"dipende cosa vuole oggi signorina?"
"Penso che un cornetto farcito sia perfetto!"
"Farcito di.... cuscinate?!"Urlò infine afferrando il cuscino dietro di lui per colpirmi con esso,purtroppo però era di piume e non riusciva a farmi niente se non il solletico,cercai di ribaltare la situazione prendendo un altro cuscino dello stesso materiale per lanciaglielo contro,ma inciampai nello stesso lenzuolo e dopo una lunga lotta trascinai me e lui sul letto pieno zeppo di innocenti piume bianche,lui era sopra di me ed il mio cuore impazziva ad ogni singolo suo sguardo;sorridevo non potevo far altro finché lui per niente imbarazzato -al contrario mio- ma perfettamente a suo agio si alzò per poi scoppiare in una fragorosa risata,lo vidi con la coda dell'occhio andare nella doccia urlando a Josh che se non fosse uscito lo avrebbe ucciso;per un attimo pensai che lui ne sarebbe stato capace.
"Simone hai visto le mie mutande?"Urlò Rio correndo seminudo per casa,-seminudo-perché portava una piccola e striminzita asciugamano;non riuscii a non lanciargli continue occhiate al suo fisico statuario e quel culo,quel culo che secondo me aveva fatto scoppiare molteplici guerre e tutte fra ragazze,tante ragazze innamorate.
"Le ho viste io sono sul tavolo in cucina"urlai correndo nella mia stanza facendo finta di non aver visto nulla,anche perché non avevo visto nulla però lui era così,ed io così,ed eravamo incompatibili,troppo differenti seppur ormai il mio cuore era pazzo di lui,però di certo non si era dimenticato di Edward,come poteva dimenticarsi di Edward?!Non poteva,io non potevo dimenticarmi di lui,proprio lui che era stato il mio primo vero amore,e per qualche tempo pensai anche l'ultimo vero amore;ma ora che era vivo ma da qualche parte nel mondo non lo volevo,era strano e assurdo,io ero sicura di averlo amato,ma non ero poi più così sicura di provare ancora quello che provavo un anno fa quando pendevo dalle sue labbra ed ogni sua parola mi sembrava oro;ora quelle dolci parole si erano trasformate in risate di gioia e duri combattimenti,ora tutto era diverso ora tutto girava intorno me e Rio.Si,qualcosa mi diceva che tra me e quello stupido gattaccio c'era molto di più che una lieve simpatia o un grande odio,tra me e lui c'era un altro rapporto;io con lui mi sentivo protetta al sicuro seppur qualcuno mi volesse uccidere non mi sarei mai tirata indietro se sapevo che ad aspettarmi c'erano le sue braccia,le sue forti braccia,le stesse braccia che mi presero quando caddi da quel burrone le stesse braccia sempre pronte a sostenermi,però era anche vero che di lui non potevo fidarmi nonostante le giornate e i mesi insieme lui amava solo una cosa,ed era uccidere;covava rancore e sofferenza era instabile,lunatico e nessuno neanche io riusciva a capire cosa aveva in mente;solo una cosa era chiara lui faceva impazzire me,i miei nervi e il mio cuore.Ritornai in cucina trovandolo in costume,forse non riusciva a trovare i suoi soliti pantaloni neri con la maglia del medesimo colore,era assurdo di come ogni indumento e ogni oggetto di quel gatto era di colore nero con qualche riflesso di blu scuro,proprio come i suoi capelli.
"Bocconcino che si fa oggi?"
"Non ne ho idea,penso che mi metterò a lavare i panni,Simone mi dai una mano?"
"Ci pensa Josh"
"al posto mio c'è Haruka"
"ok oggi tocca a Rio"
"ma che vi siete fumati?!No."
"Rio"lo richiamai con sguardo e tono severo,
"ma solo per stavolta"si arrese infine andando a raccogliere per casa tutti i vestiti sporchi,"Aly carino 'sto reggiseno blu"urlò dalla mia camera,
"cretinoo!!Esci subito fuori"
"facevo il mio compito!"
Lui stendeva i panni ed io m'appendevo ai grossi fili che ogni volta rischiavano di cadere,le giornate erano strane,tranquille,erano stranamente tranquille perché ignoravamo molti discorsi,ma ora eravamo come in blak out,aspettavamo un qualcosa mentre vivevamo felici in quelle due roulotte,ignorando la nostra missione da compiere,ignorando Zeus ed Edward;ma non potevo stare zitta a lungo,non così lungo.
“Allora,come faremo ora che non abbiamo più i pendenti?”Chiesi imperterrita del pericolo che correvo,
“non lo so,tanto abbiamo già perso no?”Affermò mentre stendeva delle mutande gialle,
“non abbiamo perso,solo siamo in pausa,giusto?”
“Tu non hai quello che tanto bramavi?Il tuo ragazzo bene è vivo”
“ma è anche tuo fratello!Non sei felice di rivederlo?”
“No.”
“Perché?”
“Alyce devo dirti una cosa”
“cosa?”
“Prometti di non dirlo a nessuno”
“certo!Dimmi”urlai senza preoccuparmi di nascondere la mia curiosità;lui lasciò cadere dei calzoni bianchi e si diresse più in là verso un piccolo roseto che non avevo notato prima,volevo chiedergli cosa stesse facendo ma non avevo il coraggio,non ero mai stata una persona coraggiosa quando si parlava di –sentimenti- al contrario lo diventavo quando dovevo fare qualcosa di avventato e stupido non mi tiravo mai indietro,come ora.
“Non ne sono sicuro,ma sono quasi sicuro che”s’interruppe,strappo una rosa bianca facendola morire,non si curò delle spine che lasciarono lievi buchi nelle sue dita,
“forse c’è la possibilità”continuò strappando un petalo da quell’innocente rosa,era una delle più belle e bianche che io ebbi mai visto,
“c’è la possibilità che?”Lo incitai a parlare,ero troppo curiosa amavo i racconti tristi di Rio sulla sua famiglia.
“Che Joker sia mio padre.”
A quelle parole rimasi in silenzio,cercavo il suo sguardo forse avevo la bocca spalancata;cercavo di trovare un filo di connessione con i suoi racconti,con Joker,e con ciò che mi aveva appena rivelato,forse era solo uno stupido scherzo,forse era vero difatti nella battaglia con Joker io ero svenuta verso la fine,ma la battaglia era finita e passata da una decina di giorni,perché non me l’aveva detto prima?
Rimase a guardarmi con quella rosa in mano,aspettava che parlassi,che dessi qualche segno di vita,ma me ne restavo in silenzio a fissarlo,lo accusavo silenziosamente,non si fidava abbastanza da dirmelo prima?
“Non sei felice,tuo fratello è resuscitato,hai incontrato tuo padre.. Volevo dirmelo a capodanno?!”Urlai semi furiosa tirando con forza il filo che però non cadde,-maledetto- pensai tra me e me andandomene a passo veloce,mi ero fidata troppo di lui,ero stata troppo con lui da dimenticarmi la sua vera natura,
“Aspetta micetta”sussurrò prendendomi la mano,stringendomela,costringendomi a voltarmi verso di lui,abbassai lo sguardo avevo un groppo in gola che mi bruciava e gli occhi mi pizzicavano,ma non volevo se ne accorgesse,volevo solo capire perché nonostante lo conoscessi da abbastanza tempo,nonostante avevamo sconfitto numerose ninfe e chissà quanti nemici,non si era fidato abbastanza per dirmelo subito,non si era fidato abbastanza di me;molto probabilmente per lui ero solo una stupida che andava in cerca del ragazzo morto,e con per un suo capriccio lo ha anche fatto resuscitare.
“E dai non fare così,sei più sexy da arrabbiata sai?”Bisbigliò con il suo solito ghigno da pervertito,volevo tirargli uno schiaffo ma rimasi in silenzio continuando a guardare fissa le mie adidas mezze rotte,
“perché sei arrabbiata?”Continuò facendomi alzare il capo,facendo incontrare i suoi occhi con i miei,faticavo a parlare senza balbettare alla vista di quel viso tanto perfetto,
“perché me lo hai detto solo ora,segno che non ti sei fidato,segno che non ti fidi di me,che non credi in me,che”stavo per continuare aggiungendo sempre più accuse ma mi mise l’indice sulle labbra sorridendo,
“sei davvero divertente quando parli a sproposito sai?”
Era proprio questo che odiavo di lui,questo suo dannato comportamento insolente,menefreghista sembrava che qualsiasi cosa gli scivolasse addosso,qualsiasi cosa tranne quel suo fastidiosissimo ghigno;era odioso e irritante;sembrava che tutto purché lo divertisse era giusto,se la mia morte sarebbe stata divertente probabilmente mi avrebbe anche ucciso,lui era imprevedibile e odioso.
LASCIAMI”urlai cercando di liberare la mia mano dalla sua,ma era inutile,la sua stretta era forte come il suo sguardo intenso che penetrava ogni fibra della mia pelle,non faceva altro che ridere,una risata sfacciata una risata divertita,una risata insopportabile.
“Non ti lascerei mai micetta”sussurrò di nuovo stringendo la presa,
“non ti lascerò mai,almeno che non sarai tu a chiedermelo”continuò dopo allentando la presa sulla mia mano,mi voltai verso di lui decidendomi definitivamente a guardarlo in faccia sperando di non balbettare alla vista dei suoi lineamenti perfetti,continuai a guardarlo senza dare risposta,senza aprire bocca;
“allora lascio la presa?”
“Non provarci neanche;gattaccio idiotaccio”brontolai tra me e me fiondandomi fra le sue braccia,le sue dolci braccia sempre pronte a darmi asilo almeno che io non le deluda;per un attimo fra le sue braccia ebbi la paura di deluderlo,di perderlo,e non volevo perderlo per nulla al mondo .
Distrattamente guardai l’orologio sul polso del gattone e urlando mi accorsi che erano già le sei e mezza;ed io dovevo ancora preparare la cena,ma stavolta si sarebbero mangiati ciò che cucinavo senza fare stupide pretese pensai scappando dalla sua presa,incominciai a corrergli accanto ma
ma lui trasformandosi in gatto nero mi prese con molta facilità,bisbigliai un –non è giusto- e distraendolo iniziai a correre trasformandomi anch’io in una gatta solo d’uno strano nero sembrava quasi grigio;corremmo per quasi un ora senza fermarsi mai,infine verso le nove ed ero allo stremo mi rifugiai s’una quercia,forse la più alta in quella radura,ma anche lassù il mio gattone ci mise poco ad arrivare. Eravamo su un ramo,ansimanti,con le guancie arrossate e il fiatone,tutto sembrava perfetto tutto tranne il senso di sbagliato che inghiottiva il mio stomaco e forse anche il suo;si,non avevo dubbi io e lui eravamo qualcosa di sbagliato. Mi voltai verso di lui per ammirare ancora una volta i suoi meravigliosi movimenti ma non calcolando bene i movimenti grazie alla mia goffaggine caddi,ma mi prese quasi subito a dir la verità.
“Sai Alyce se c’è un pericolo nel raggio di venti km verrà verso di te correndo.”
Risi era dannatamente vero,ero troppo goffa e imbranata per correre normalmente e troppo sbadata per ricordarmi perfettamente una serie di pugni,
“forse,quel giorno che mi hai salvato da Josh,hai stuzzicato la morte ed ora devo per forza morire”dissi io con un tono solenne,ricordando i giorni –lontani- all’accademia.
Lui rise,un incantevole risata cristallina,certo menefreghista ma comunque incantevole;
"forse la tua ora è suonata da quando mi hai incontrato”commentò cupo scendendo con un salto dall’enorme albero,rimasi per qualche minuti a rimuginare su quelle parole per poi scendere anch’io da quell’albero;ma grazie alla mia maestria inciampai poco dopo aver toccato terra e mi ruppi un polso,almeno credevo fosse rotto era diventato d’uno strano viola scuro ma riuscivo ancora a muoverlo perfettamente.
“Io vado a letto”esclamò Rio uscendo dalla roulotte,guardai interrogativa Josh e Simone che però non diedero traccia di vita,poiché seppur erano solo le dieci di sera erano già sbragati sul divano a godersi un bel film –trenta giorni di buio- sarei voluta andar lì e gustarmelo con loro,ma avevo troppo sonno così mi diressi nel mio lettone,sola senza il mio gattaccio di fianco a me.
POV RIO
Uscendo dalla roulotte iniziai a passeggiare per il prato,scappai da tutto,avevo bisogno di riflettere.
Dovevo riflettere sul perché di tante cose,per esempio perché Zeus avesse costretto mio padre a farmi da –insegnante-,e del perché Zeus c’è l’aveva proprio con la mia famiglia. Dovevo riflettere anche su Alyce,non potevo stare con lei,era severamente proibito da Zeus e da chiunque;era illegale,stupido,proibito,tanto proibito e per di più era pericoloso,tanto pericoloso. Io potevo farle del male appena perdevo il controllo e lei era instabile con i suoi poteri,soprattutto io ero pericoloso per lei,non volevo soffrisse non volevo che stesse male;forse dovevo farmi odiare e allontanarmi da lei,aveva sempre funzionato con mia sorella,e tutti i quasi amici che avrei potuto avere. Mi stesi sull’erba ed mi soffermai ad ammirare il cielo,oggi non c’erano stelle;notai con riluttanza che il cielo senza stelle era proprio come me incompleto a vita;guardavo il cielo mentre attendevo,attendevo,attendevo,attendevo mio fratello;sarebbe sicuramente venuto.
“Dov’è Alyce?”Urlò una voce alle mie spalle facendomi alzare,
“dorme”
“svegliala”
“no”
“cosa vuoi?”
“Ho delle domande da farti”
“non voglio rispondere”
“risponderai”
Mi guardò storto inclinando la testa verso destra,avevamo lo stesso vizio.
“Joker era nostro padre?”
“Si”
“e nostra madre?”
“Morta”
“come?”
“Colpa tua”
Ovvio,persino la morte di mia madre era colpa mia.
“Perché?”
“I gatti neri non possono nascere Rio. Secondo te perché la tua specie di razza è quasi estinta perché se una qualsiasi donna persino una gatta nera ha dentro se un bimbo-gatto nero,non arriverà mai sana e salva alla fine del parto. Ricordo mamma era diventata pelle e ossa,gli occhi erano infossati e non poteva muoversi mai o sarebbe morta;tu ti divertivi a giocare con i suoi organi quante volte ha rischiato di morire,ma al parto sei uscito vivo;mentre quella cosa di nostra sorella uscì difettata e mamma morì.Riportava ancora ferite del tuo parto.”
“Ma se è nata tre anni dopo!”
“Appunto. Altro?”
“Perché se Joker era mio padre mi ha fatto tutto quel male?”
“Perché sei un gatto nero e non hai diritto alla felicità,poi lo aveva costretto Zeus”
“perché??”
“Perché odia i gatti neri,e odia te.”
Sbuffai,che cazzo mettetemi in croce fate prima no?!
“Dov’è Aly?”
“Non c’è”
“la porto con me”
Seguii Edward fino alla roulotte tanto per vedere la sua prossima mossa,tutto ciò mi divertita,e poi ero pronto nel combattere nel caso l’avesse portata via con la forza. Lo vidi andare dritto verso il lettone dove la mia micetta dormiva,ignorando completamente Josh,Simo e Haru che dormivano sul divano. Gli diete un lieve bacio sulla guancia scatenando l’ impulso di dargli un pugno in faccia,ma mi trattenni anche se a stento.
Lei aprii un solo occhio –solita dormigliona- e alla vista del suo ragazzo disse
“Rio finalmente!Vieni a letto ho freddo senza te”.
Vidi il viso di Edward contorcersi in una smorfia di rabbia,e poi di soddisfazione quando la svegliò del tutto.
Ora era in piedi davanti me ed Edward,aveva sonno non capiva neanche cosa stesse succedendo voleva solo che mi andassi ad infilare nel letto con lei per tenerla calda,ma non era possibile;
“Aly amore andiamo?”Chiese Edward prendendola per mano che lei tirò indietro,in qualche modo non voleva essere toccata proprio da lui.
“Alyce non devi andare per forza”le ricordai io sorridendole,sorrise anche lei;la scelta era ovvia.
“Ma amore allora io ho stipulato un patto con Zeus per senza niente?!”Urlò arrabbiato Edward
,spaventando Aly e svegliando Haruka che si riaddormentò poco dopo,guardai l’espressione di Alyce cambiare,si sentiva in colpa tremendamente in colpa;fece un passo verso di me bisbigliandomi “scusa ma non è un per sempre”.
  
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