Torneranno. È sempre difficile resistere alla
tentazione di tornare.
#051. Honest mistake
Nel
silenzio della carrozza, il ritmico clop-clop degli zoccoli dei cavalli
è quasi rilassante.
Charles
probabilmente dormirebbe, se solo non si sentisse così distrutto.
Attraverso
il finestrino, vede uno spiraglio di Netherfield Park allontanarsi. È buffo,
come un solo, minuscolo spiraglio si stia portando via la sua intera,
immensa, ineguagliabile felicità.
Caroline
sta cercando di fare conversazione, ma né lui né Darcy sono in vena di parlare.
Se ne
pentiranno entrambi, di questo Charles ne è certo.
Se ne
pentiranno, ed entrambi correranno indietro, sperando di trovare ancora ciò che
stanno lasciando.
Addio,
dolce Jane. Sto commettendo il più stupido errore della mia vita, ma credetemi,
lo faccio per noi.
Troverebbe
di certo difficile spiegarlo, se si trovasse di fronte i grandi occhi innocenti
di Jane, ma Darcy sostiene che non sia d’obbligo alcuna spiegazione. In fondo, “Tra
le signorine Bennet e voi non esiste che un rapporto di buon vicinato. Non
avete mai fatto promesse in questo senso, né avete mai espresso sentimenti di
qualsivoglia natura nei confronti di una qualunque delle signorine. Credetemi,
non avete alcun obbligo di spiegare la natura della vostra partenza. Dite che
si tratta di affari, se vi sentite in dovere di giustificarvi. Ma per l’amor
del Cielo, allontanatevi da Netherfield. Allontanatevi dal pericolo che
rappresenta per voi.” Con queste parole Darcy l’ha convinto a partire. Con
queste parole Darcy ha rafforzato in lui la convinzione che qualcuno, in quella
famiglia, stia cercando di raggirarlo.
Charles
si rifiuta di credere che possa essere Jane, che la dolce Jane possa mirare
soltanto alle sue ricchezze e al suo prestigio – ma Darcy è il suo migliore
amico, è già passato per una situazione simile, e inoltre Darcy sa come
comportarsi in tutte le situazioni. Charles ne è convinto, non potrà mai
sbagliare – almeno non completamente –, finché saranno i consigli di Darcy a
guidarlo.
E in
fondo, anche se sbagliassi, mia cara Jane, sarebbe pur sempre un errore onesto,
uno sbaglio fatto credendo di essere nel giusto.
Per un
istante, i suoi occhi incrociano quelli dell’amico.
Ne sono
certo, Jane, sono in errore. Sono in errore lasciandovi, e probabilmente anche
Darcy, con i suoi pregiudizi, lo è. Ne sono certo, sono in errore, ma sono
certo anche del fatto che tornerò. Con un lieve sorriso, Charles
scosta la tendina, e offre il viso e gli occhi al sole, lo sguardo e il cuore
rivolti al futuro. Tornerò da voi, Jane. Vi chiederò in moglie e un istante
più tardi vi strapperò un bacio – e così, la mia anima sarà vostra, per sempre.
[426
parole.]
Note dell’Autrice
“Orgoglio e Pregiudizio”
ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, così come Jane Austen.
Trovatemi un’altra donna
capace di mettere nero su bianco i sentimenti a quel mondo. Ok, forse le
sorelle Brontë. Forse.
Ma lasciamo perdere, noi
siamo qui per Jane. E no, adesso non sto parlando di Jane Austen, ma di Jane
Bennet.
Già, lei, la sorella
maggiore di Lizzie, quella nelle ff nessuno si fila mai (ehi, il mio contributo
l’ho già dato una volta).
Comunque sia. Ho voluto
provare a dare spazio, per una volta, al povero signor Bingley, che nel libro
non ha mai occasione di dire la sua.
Ho voluto provare ad
immaginare che cosa abbia pensato nel lasciare Netherfield, e soprattutto in
che modo Darcy potesse essere riuscito a farlo partire.
Il titolo è rappresentato
da una frase del romanzo “Seta”, di Alessandro Baricco.
Ok, in arrivo un altro
lancio di verze ammuffite.