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Autore: Sociopath_    03/12/2011    4 recensioni
Joey Armstrong ha la leucemia, e nessuno ci può fare niente.
Billie Joe e Adrienne sono distrutti dall'idea che loro figlio morirà.
La famiglia Armstrong attraversa una crisi, mentre Joey conosce qualcuno che gli ridarà la voglia di vivere.
Ma cosa fai quando non hai più nessun motivo per restare in vita?
E quando la tua famiglia sta morendo per colpa tua?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUATTRO.
 




"Cosa vuoi fare?!"

Trè Cool non si arrabbiava spesso. Ma quando lo faceva non c'era divino che lo potesse calmare.

"Lascio i Green Day." Rispose Billie, con tranquillità. Sembrava che stesse parlando del tempo.

Mike lasciò cadere il basso e si avvicinò al cantante, sedendosi in piedi di fronte a lui.

"Scherzi vero?"

"Ti sembra che stia scherzando?" Chiese Billie, mentre si alzava nervoso dal divano di casa di Mike e si appoggiava alla parete più vicina.

"Oh, ma guarda!" Esclamò Trè, lanciando per terra le bacchette della batteria. "Il signorino non è più contento di stare nella band? O cosa? illuminami Billie Joe, perchè io davvero non risco a capire!"

"E' ovvio che non capisci." Sussurrò Billie, più a se stesso che agli altri.

"Cosa? Billie, parla ad alta voce!" Urlò Mike, questa volta in preda alla collera.

Anche se più che collera, era una disperazione.

Billie si girò piano, lentamente, come per prendere tempo. si avvicinò pian piano ai due compagni, trascinando i piedi che si erano fatti d'improvviso così pesanti, che ogni passo era un agonia.

"Joey ha il cancro." Sussurrò, gli occhi verdi persi nel vuoto e una sola lacrima che gli rigava la guancia.

Mike dopo qualche istante di silenzio aprì la bocca per parlare, ma non gli usciva alcuna voce. Bloccato, inerme, ad aspettare.

"Una leucemia cronica mieloide" Continuò Billie guardando per la prima volta Mike negli occhi. "Gliel'hanno diagnosticata una settimana fa, è incurabile. Sapete cosa vuol dire?"

Trè deglutì a fatica quando lo sguardo del cantante incontrò il suo. "Billie io..."

"SAPETE COSA VUOL DIRE?!" Urlò di nuovo, ribaltando un tavolino che si era trovato sotto mano e gridando, guardando una volta uno e una volta l'altro. "Vuol dire che lo perderò, ed è inevitabile. Trovatevi un altro cantante."

Prese il chiodo e uscì senza dire una parola, mentre Mike e Trè si fissavano increduli, e ancora sconvolti.

 

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"Aspetta. Vuoi dire che non hai mai mangiato l'uva fragola?"

"Non so nemmeno cosa sia!"

"Oh mio dio, ma dove sei vissuta finora?"

"Fai poco lo spiritoso, tu non sei mai stato alle giostre di Rosemary Park!"

Ridevano come se si conoscessero da anni. Erano solo cinque giorni che erano in compagnia l'uno dell'altra, e ridevano, ridevano.

La malattia era solo un brutto ricordo che a volte faceva loro scherzi e riaffiorava nelle loro menti, lasciando che sul loro volto comparisse per qualche secondo della malinconia.

Solo per qualche secondo, perchè era automatico. Appena uno dei due notava quell'espressione sul viso dell'altra, ecco che scattava un meccanismo di difesa, e cambiava argomento, cercando di far dimenticare.

Erano seduti sul muretto del cortile interno dell'ospedale. Si vedeva la costa, da lì. Il mare e le spiagge di berkeley, e se allungavi l'occhio, riuscivi a scorgere uno dei grattacieli di Santa Barbara, minuscolo sullo sfondo.

"Joan?" Chiese Joey ad un certo punto.

La ragazza si girò verso di lui, e lo guardò negli occhi per fargli capire che lo scoltava.

"Come hai scoperto che sei malata?"

Joan spostò lo sguardo dal volto di Joey alla costa, gli occhi azzurri persi nei ricordi.

"Era l'anno scorso. Ero al controllo annuale, e il giorno dopo avevo una gara di equitazione." Incominciò Joan, dondolando i piedi avanti e indietro come una bambina. "Mi fecero i soliti controlli e rilevarono qualcosa di strano nel mio sangue. Il giorno dopo non potei gareggiare, e ricordo che ho pianto tutte le mie lacrime. Poi ricordo bene che c'è stata una specie di discussione tra mia madre e un medico, all'ospedale. Lei non voleva credere che io fossi malata, ed è per questo che poi se n'è andata."

"Come?" Fece Joey, impaurito dalla risposta. " Come se n'è andata?"

"E' scappata, con mio padre. Probabilmente sapevano che se fossero rimasti qui avrebbero sofferto di più la mia morte. Mi hanno lasciato con mia zia, con solo un biglietto che diceva che sarebbero tornati presto. Per quanto ne so ora sono in spagna. O qualcosa del genere, non ne sono sicura. "

La voce di Joan si era incrinata, era diventata più spenta, e l'allegria che la avvolegeva sempre si era volatilizzata.

"Mi dispiace davvero." Sussurrò Joey, evitando di guardadla negli occhi.

Joan annuì, e riacquisì il suo sorriso.

"Ti va se ci vediamo qualche volta?" Chiese Joey, scendendo dal muretto e piazzandosi di fronte a Joan. "Cioè, fuori dal reparto malati terminali, intendo."

Joan rise, e poi annuì. "Si, ottima idea, direi."

"Perfetto!" Esclamò il ragazzo. "Allora domani finita la chemio ti porto a mangiare confettura di uva fragola giù alla baia."

"Ne mangeremo finchè non vomiteremo?" Chiese Joan, ridendo.

"Finchè non vomiteremo Joanie."


 

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Questo faceva davvero penissssssssssssima. Scusate, perdonatemi,
so che fa schifo come capitolo è che ho un sacco di cose da fare e non ci ho dedicato tanto tempo.
Ho anche postato di tipo un sacco di tempo in ritardo, wow D:

Vabbeh, fatemi sapere cosa ne pensate. Recensioni superbenaccete :DDD

Baci <33

Sociopath_







  
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