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Autore: Celest93    04/12/2011    2 recensioni
Charlene e Tyron, due ragazzi esperti di una materia che nessuno dovrebbe conoscere: l'infelicità, mischiata a tanto dolore, rabbia e paura, paura di dover rivivere i drammi che hanno caratterizzato la loro vita, tragedie che non augurerebbero a nessuno e che sperano di non dover nuovamente affrontare.
Lei a 18 anni, per la prima volta conosce la parola felicità, nonostante quel piccolo raggio di sole che ora le illumina le giornate sia nato anch'esso dal suo tormentato passato; Lui a 27 anni ha un solo obiettivo: vendicare ciò che gli è stato tolto, tanto brutalmente quanto violentemente, che non pensa più a crearsi una vita e ignorando il suo futuro, pensando a quello delle persone che deve far soffrire. Perchè l'unica vendetta possibile, è far soffrire persone a lui sconosciute, o quasi.
Le loro strade si incroceranno, ma nessuno pensa che l'altro abbia un passato degno della cronaca nera...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per favore, qualcuno mi svegli...
"E' inutile scappare, sai? Tanto nessuno verrà ad aiutarti" tremo a sentire quelle parole dette con così tanta cattiveria, cerco di nascondermi ma non mi è possibile, sa dove sono, d'altronde mi nascondo sempre lì.
"Su, fa la brava e esci, non mi va di perdere altro tempo con te." ho troppa paura, l'unica cosa che riesco a fare è piangere senza farmi sentire, e quel tono di voce non mi aiuta per niente. 
Aiutatemi, per favore, se è un incubo svegliatemi, non ho intenzione di pensare oltre a quella tortura. Invece passa poco più di un minuto che mi sento tirare fuori da sotto il letto  con forza da delle mani che vorrei prendere volentieri a morsi, ma che per colpa dell'età e della paura non riesco a fare niente se non pregarlo, supplicarlo di lasciarmi andare, di non farmi niente. 
Lui continua a ridere deciso a non ascoltarmi, e non è l'unico...
 
 
 
 
 
 
Non mi era mai successo, nel corso dei miei 18 anni di vita, di aver lontanamente conosciuto, o anche solo vagamente provato la parola felicità, inesistente nel mio vocabolario. 
Se non per una cosa, per cui posso definirmi la ragazza più felice di questo mondo, per altri sarebbe stata l'ennesima tragedia nella vita di una donna. Però loro non potevano capire i miei sentimenti, nè io avrei perso tempo a spiegarlo, perchè potevo dire di tutto, loro non avrebbero capito. Mai. Era una cosa inaccettabile, probabilmente l'avrei pensato anch'io se fosse stata la vita di un'altra persona, avrei giudicato negativamente, come gli altri fanno con me adesso.
Forse avevo incrociato quella famosa parola un paio di volte, forse da quando ho conosciuto Seth, oppure quando ho trovato lavoro in quello strano negozio, dove faccio sia la commessa sia la modella. Forse.
Per altri la parola felicità è sinonimo di villette con giardino, auto lussuose, cellulari ultimo modello o vestiti firmati; per altri ancora è avere un compagno, un lavoro stabile, sposarsi e avere figli, costruirsi una famiglia e vivere felicemente vedendo i loro bambini crescere.
Anch'io sono felice, certo, ma solo ad occhi estranei e di una felicità diversa, perchè nessuno mi conosce per poter dire ciò che provo realmente. 
Nessuno sa cosa ho dovuto passare per ottenere quel piccolo raggio di sole che mi illumina le giornate, nessuno può pensare alle sofferenze, alle notti passate a piangere e disperarmi per ciò che mi stava succedendo, nessuno. 
Non ho avuto amici con cui confidarmi, sfogarmi, farmi consigliare sulla cosa giusta da fare, mai nessuno aveva provato ad avvicinarmi in senso confidenziale, se non quello fisico. Su quel lato non potevo lamentarmi, siccome lavoravo anche come modella. Quando un ragazzo si avvicinava potevo stare certa che non mi avrebbe chiesto qualcosa, mi avrebbe chiesto solo quella cosa. Superficiali, in cerca solo dell'avventura, non li toccava minimamente far soffrire, gli scivolava addosso come acqua. 
Esattamente il contrario, le ragazze mi odiavano perchè attiravo l'attenzione maschile di tutta la scuola, mi guardavano con astio appena arrivavo, quando ad un interrogazione o in un compito prendevo un voto decente - per loro cose dell'altro mondo - pensavano subito che ci fosse qualche strana relazione tra me e il professore di turno.
Meglio soli che male accompagnati, mi sono detta che la cosa migliore era ignorare, tutto e tutti, continuare a fare ciò che mi avrebbe portata un pò di fortuna per il futuro: studiare e impegnarmi. 
Per problemi di causa maggiore sono stata costretta a lasciare la scuola, pentendomene, però non avevo altre scelte. Nella mia vita ho sempre avuto poche scelte, o meglio... ero sempre stata costretta.
Esattamente due settimane fa ho conosciuto Seth, ragazzo allegro, simpatico e gentile all'inverosimile, la prima persona che - oserei dire - mi ha voluto realmente bene, sentimento ricambiato da parte mia. Bellissimo e dolcissimo, è stato lui a portarmi nel negozio dove lavoro, dopo un incontro un pò imbarazzante e non propriamente normale.
Quel giorno, come al solito ero uscita di buon ora per cercare un lavoro, mi ero vestita elegantemente per l'occasione, e decisi di fare vari giretti per aziende e uffici. Nessuno poteva assumermi, erano al completo. Per tutta la mattinata però, avevo avuto una brutta sensazione, come se qualcuno mi stesse seguendo o tenendo d'occhio, e non ero affatto tranquilla.
Decisi di ignorare questo fantomatico stalker, e cercai in altri posti. 
Mezzogiorno era arrivato ma quel senso di disagio non ne voleva sapere di andarsene, aumentava.
Presa da un attacco di panico, mi affrettai a tornare a casa; forse per la fretta, per la paura o perchè non stavo guardando la strada da me percorsa, mi trovai presto in un vicolo cieco. 
Non avevo il coraggio di voltarmi, ne di fare niente se non respirare faticosamente, avvolta dalla paura. Stavo sudando freddo, speravo solo di rendermi conto che era solo un sogno, anzi un incubo, invece niente. E intanto sentivo i suoi passi avvicinarsi, perchè non era affatto silenzioso il tipo.
Non seppi come o perchè, mi ritrovai in lacrime mentre sbracciavo per liberarmi dalla sua presa, improvvisamente forte, mentre con una mano mi teneva chiusa la bocca, perchè avrei urlato, e forse lo aveva immaginato. Continuai a dimenarmi nel tentativo di scappare, per quanto i tacchi me lo avessero permesso, finchè non allentò la presa, voltandomi lentamente il viso nella sua direzione.
Paura. Doveva aver letto questo nei miei occhi, perchè aveva sussultato, quasi non riuscisse a capire che era stato lui a farmela provare. Ed era sconvolto!
Mi guardò un ultima volta, per poi liberarmi definitivamente dalla sua stretta. Non urlai ne scappai via.
"Ti prego, dimmi che non piangi per colpa mia." Sembrava molto più che sconvolto, se arrivava a farmi quella strana quanto inutile domanda. Certo che piangevo per colpa sua, avevo temuto il peggio, d'altronde non sarebbe stata la prima volta.
"Non volevo spaventarti, io ho fatto solo un lavoretto che mi era stato affidato" Si grattò la nuca, imbarazzato, mentre si fissava le scarpe, incapace di guardare nella mia direzione. Non piangevo più, avevo capito che non mi sarebbe successo nulla. Ascoltavo, incapace di parlare, mentre il ragazzo mi spiegava in cosa consisteva il suo lavoretto. Cercare una possibile modella, giovane, che facesse anche la commessa nel negozio del suo amico, e doveva trovarla entro quel giorno lì, altrimenti sarebbero stati casini.
Lì capì che Seth non era cattivo, quel giorno ho rischiato di denunciarlo, quel giorno ho trovato un vero amico, quello che ti diceva le cose in faccia, anche se lo conoscevo solo da un paio di settimane, non potevo incontrare persona migliore.
Stiamo sempre insieme, a volte ci hanno scambiati per una coppia, altre- soprattutto ragazze - mi guardavo con invidia, essendo lui un bellissimo ragazzo: biondo, con degli azzurri talmente chiari da sembrare quasi grigi, un fisico che fa girare anche le donne non più giovanissime per strada, un sorriso che ti fa innamorare, soprattutto per le adorabili fossette che si creano.
Lui è stata, forse, parte della fortuna che mi è capitata...
 
 
 
 
 
 
 
Questa storia, se così posso definirla, l'avevo pubblicata un pò di tempo fa, ma che avevo erroneamente eliminato ora la rsposto, sperando che possa interessare a qualcuno XD
Avevo deciso di non farla più, ma non mi davano pace Charlene e Tyron, volevano essere scritti a tutti i costi, e così eccoli qua :)
 Non so com'è venuto fuori questo capitolo, spero possiate dirmelo voi, le critiche sono più che accettate, almeno spero di migliorare in futuro ;)
Essendo il primo capitolo non succede ancora niente, ma andando avanti con i capitoli verrà fuori il tormentatissimo passato dei protagonisti.
A presto, per chi lo leggerà. 
 
 
 
 
 
 
   
 
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