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Autore: Shileny Kimiko    04/12/2011    4 recensioni
Una piccola raccolta di storielle con tema Dicembre, in cui i protagonisti saranno impegnati in varie situazioni, da tristi a comiche.
Tempo: Quel calendario era il segno più ovvio del passare del tempo.
Orgoglio: L’ultima cosa che desiderava era essere battuto dal rivale di tutta una vita.
Semplicità: Senza tecnologia in generale. Erano immersi nella semplicità più totale.
Brividi: Sai meglio di me che odio i brividi e il freddo in generale.
{Pairing: Ikarishipping, Palletshipping, Chosenshipping, Dragonshipping.}
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ash, Gary, Lucinda, Paul
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
- Questa storia fa parte della serie 'One love, more loves '
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December
Cuori nel mese più freddo dell’anno

 

Tempo
Ikarishipping

“Si. Si. Certo. D’accordo. Si. Ciao.” Tic.
La ragazza spense il telefono. Dopo una conversazione, o meglio, un rimprovero, la madre le disse che se quando tornava non avesse finito i compiti, sarebbe stata in un mare di guai. Lucinda era disperata. Perché la madre sarebbe dovuta arrivare a casa dopo due ore e lei doveva solo finire di fare una cinquantina di esercizi di matematica, dati dal nuovo professore. Infatti Lucinda e la madre avevano traslocato a Hoenn. Ormai scoraggiata e con poca voglia di mettersi a lavoro, Lucinda iniziò a guardarsi intorno, nonostante conoscesse nei minimi particolari quella stanza dalle pareti rosa confetto e perennemente in disordine. Tentava di distrarsi, per non pensare all’imminente scontro con la madre. Ruotando la testa qua e là, lo sguardo cadde sul calendario. Era l’esclusivo calendario firmato da ogni capocoordinatore e il mese rappresentato, novembre, era firmato dal grande Adriano.
Novembre. Passato così velocemente. La giovane si avvicinò a quel calendario. Ormai si era fatto dicembre, avrebbe dovuto girare pagina. Avrebbe dovuto andare avanti. Ma non aveva il coraggio. Due lacrime caddero dai suoi splendidi occhi. Quel calendario era il segno più ovvio del passare del tempo. Dell’allontanarsi da quei giorni trascorsi tra amiche, chiacchere e amori. Le mancava Paul, il ragazzo che aveva conosciuto durante il viaggio con Ash. Il ragazzo che era stato in grado di farle girare la testa. Quel ragazzo burbero e scontroso ma con un suo fascino particolare. Avevano trascorso insieme momenti duri e momenti tristi, ma anche momenti belli e speciali. Tutto era iniziato con un litigio e finito con una confessione. Anzi, apparentemente finito, perché Lucinda continuava a sentire Paul anche dopo il viaggio. Ma, una volta arrivata l’imminente partenza per Hoenn, i due si erano dovuti separare. Anche se era stato breve, la loro storia era stata comunque molto dolce ed intensa. La giovane prese in mano quel calendario, che intanto si bagnava di lacrime amare, e lo fissò intensamente. Poi sospirò, asciugò il suo splendido viso e girò la pagina di quel calendario.
Il mese del Natale era arrivato.

 

Orgoglio
Palletshipping  

Un giovane ragazzo stava percorrendo la strada per andare a scuola.
Essendo nel mese più freddo dell’anno, la madre di Ash si era dovutamente preoccupata. E aveva provveduto a coprire il proprio figlio per bene: pantaloni caldi, tre felpe, giubbotto da montagna, guanti caldi e stivali da neve. Anche se a Pallet non c’era mai stata la minima traccia della bella sostanza bianca, che di per sé era acqua congelata, ma era lo stesso splendida da vedere.
In quel viottolo pieno di sassi, Ash tutto imbacuccato dava molto nell’occhio. Continuò a camminare, incurante di ciò che succedeva intorno a lui. Un ottimo esercizio psicologico, mandato in frantumi da uno dei suoi più cari amici, nonché vicino di casa. Gary Oak stava camminando accanto a lui, e lo fissava con fare stranito. Chi poteva dargli torto, Ash era uno “spettacolo”. Gary gli avrebbe anche fatto una foto, se solo si fosse ricordato di portare la macchina fotografica. Ash, già infuriato per l’abbigliamento, iniziò a velocizzare il passo. L’ultima cosa che desiderava era essere battuto dal rivale di tutta una vita. Gary se ne accorse e, dal canto suo, iniziò ad inseguire quell’insolito vicino di casa. Intanto si svolgeva una battaglia di sguardi.
“Piccolo batuffolo vagante, vincerò io”
“Non ci pensare neanche, mister vanità!”
Si leggevano negli occhi, anche se non lo volevano ammettere, il loro affiatamento era decisamente cresciuto. E, sotto sotto, a i due non dispiaceva, sebbene erano presi dalla piccola e quotidiana battaglia.
Nessuno dei due cedeva un millimetro all’altro. I due giovani andarono velocizzando il passo, fino a ritrovarsi a correre. Ma, per colpa del ghiaccio che si era formato nelle strade, i due scivolarono, facendo anche un bel voletto, trovandosi l’uno sopra l’altro. Una posizione apparentemente scomoda, nella quale Ash copriva Gary. Almeno il castano non si ammalava, nell‘ultimo mese dell‘anno.
“Menomale che c’è lui a riscaldarmi…”.
Gli occhi del castano tradirono il suo pensiero privato, causando un sorriso sincero da parte del corvino.
“Di niente”

 

Semplicità
Chosenshipping  

Quel giorno era molto speciale. Blue si era preparata al meglio. Lei e Silver vivevano in una modesta e piccola casetta, in periferia. Certo, non era una villa extralusso, ma per quella giovane coppia bastava. I due giovani si conoscevano da una vita. Si erano sempre considerati fratelli, nonostante la scoperta delle proprie origini da parte di Silver e il successivo rifiuto da parte del rosso. Avendo fatto parte del Masked Children, avevano un passato da ladri. E la loro travagliata infanzia gli era tornata utile. Infatti, non avendo ancora un lavoro fisso, i due sopravvivevano rubando. Una specie di hobby, che movimentava la loro giornata. Altri modi per trascorrere il dì erano accendere un fuoco all’esterno del loro appartamento, mettere la musica a palla fregandosene dei coinquilini e ballando, oppure trascorrere le serate a letto abbracciati tra coccole e carezze. Il tutto senza né computer né televisione. Senza tecnologia in generale. Erano immersi nella semplicità più totale.
Dopo aver procurato la cena dal supermercato più vicino, Silver rincasò, trovando la sua fidanzata in ghingheri per la sua festa di compleanno.
“Tanti auguri”
Lui sorrise come un bambino, anche se non era per niente sorpreso.
“L’hai rubata?”
Silver parlò ed indicò quella splendida torta posizionata ordinatamente sul tavolo.
“No. Oggi doveva essere un giorno speciale. Ho venduto un po’ di cose inutili che abbiamo precedentemente rubato per permettermi questa torta.”
“Sai che con quei soldi dovrebbero servici per pagare bolletta della luce e gas?”
“Si, ma per un mese potremmo vivere anche senza luce. In fondo ne abbiamo passate di peggiori. E poi era per una giusta causa.”
Detto ciò, la ragazza tirò fuori il suo regalo. Un orologio finemente decorato e abilmente rubato era tra le mani della ragazza e, successivamente, sul polso del ragazzo.
“Grazie. È stato un dolcissimo pensiero.”
“Buon Compleanno”
I due si scambiarono un bacetto affettuoso, per poi buttarsi sul divano vicino e iniziarsi a coccolare.

  

Brividi
Dragonshipping  

“Domadraghi, a rapporto!”
Una schiera di allenatori ornati da mantelli era sull’attenti davanti a Sandra. La ragazza adorava avere quel potere. Ma tendeva a non farlo trasparire troppo, anche se in quella palestra tutti lo sapevano. Il motivo di quella posizione da parte di tutti i Domadraghi di Ebanopoli era molto chiaro: l’impianto di riscaldamento. Sandra detestava il freddo. Più volte aveva tentato di far chiudere la Via Gelata, nonostante le lamentele del nonno e di Lance. Forse era proprio per loro che ogni volta se ne era tornata in palestra con il muso lungo e il fallimento della sua opera di chiusura. Ma faceva il possibile per tenere lontano dalla sua candida pelle quel brivido. A partire dai riscaldamenti.
“Signori, avete acceso tutti i termosifoni?”
In palestra si sollevò un coro di “si”. Sandra sorrise soddisfatta. I 316 impianti di riscaldamento erano pronti. Un ruggito di Dragonite la distrasse dalla riuscita dell’operato da parte dei suoi collaboratori. La porta si spalancò, lasciando entrare un’ondata di freddo nella palestra, per poi richiudersi violentemente, terminando bruscamente quel vento “artificiale” con la stessa velocità con cui si era fatto strada tra le stanze della palestra.
“Chi ha osato spalancare le porte di questa palestra senza il mio permesso scritto?” Sandra urlò minacciosa, poi pentendosi dell’urlo fatto.
“Ehi San, io posso fare quello che voglio senza il tuo permesso” una figura slanciata dai capelli rossi si avvicinò alla ragazza.
“Lance… Non ti aspettavo. Sai meglio di me che odio i brividi e il freddo in generale. La cosa peggiore è che siamo a Dicembre, il mese che odio”
“Non ti piacciono i brividi?”
Detto ciò il Campione si avvicinò alla Capopalestra, strappandole un intenso e passionale bacio, che provocò nel corpo di Sandra tanti brividi di piacere.
“Ancora non ti piacciono i brividi?”
“Non vale, questi erano brividi diversi” Sandra e la sua permalosità erano appena entrati in scena, quando la ragazza si rese conto si essersi scambiata quelle dolci effusioni con l’uomo della sua vita in mezzo a tutti i Domadraghi della palestra, causando l’uscita di un enorme urlo dalla bocca della giovane.
“Allora? Muoversi! Questa non è mica una palestra per Snorlax! Scattare, voglio che aumentiate di un grado e mezzo spaccato tutti i termosifoni!”
Lance sorrise, pensando che solo Sandra era capace di coprire l’imbarazzo con la maschera da dittatrice.

 

 

Tempo: Questa piccola Ikari ha come tema centrale il tempo passato dalla separazione di Lucinda da Paul. È un po’ autobiografica, ma solo perché anche io, pur di non studiare, mi perdo tra le mie fantasie senza né capo né coda.
Orgoglio: Una Pallet non guasta mai. Anche questa è autobiografica, nonostante la gara per andare a scuola non sia finita con una caduta (a proposito, ho vinto io!). Devo ammettere che gli accenni sono veramente piccoli, ma a me sono sembrati abbastanza visibili.
Semplicità: Parte molto difficile, essendo la mia prima Chosen. Si, chiamiamolo una specie di “esperimento” per migliorarmi. Non ho voluto evidenziare la povertà dei due, ma, come dice il titolo, la semplicità in cui vivono, dimostrando che non serve più di tanta tecnologia per essere felici. Poi ringrazio Cheche per le informazioni datemi sulla coppia.
Brividi: Se devo essere sincera, questa è quella che, secondo me, è venuta meglio. Mi è uscita spontanea. Ed è anche la più lunga. Mi sa che Amy ha fatto un grande lavoro di “persuasione involontaria”. Adesso stravedo per quei due. Ma non mi scordo dell’Ikari. Mai.

Questa piccola storia ambientata proprio in questo mese è dedicata a tutta la mia famiglia.
Vi voglio bene <3
Spero tanto vi sia piaciuta, anche se ci ho messo poco tempo, il mio cuoricino si è messo a scrivere insieme a me.
Per ora non mi metto a contare parole, perché provo a migliorarmi “lasciandomi andare”. Però mi baso più o meno sulle righe, anche se non è proprio la stessa cosa. Chissà, magari presto mi metterò anche io alla prova concedendomi un tot di parole…
Beh, adesso lascio stare i miei discorsi senza senso.
Bacioni
La vostra piccola Kimie

   
 
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