Allora... a me
è piaciuta, una cavolatina per passare il
tempo dopo aver visto le supernove dopo due anni...tra Drake che
sembra aver
infilato le dita nella 220 e Hawkins che ha cambiato
parrucchiere mi è subito
saltato all'occhio Kidd che sembra uscito da un film
horror…Odacchi me lo ha
semidistrutto…secondo me ce l’ha con i rossi, gli fa sempre
succedere qualcosa
di brutto!
Secondo i miei calcoli, Rocìo è stata concepita
nel Nuovo Mondo, e dato che sono passati due anni, lei ha due
anni (Capitan Ovvio^^).
I personaggi sono maggiorenni ed appartengono ad Eiichiro Oda (tranne Eos e Rocìo).
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno!
Eos sedeva su una sedia scricchiolante nel corridoio.
La testa tra le mani, le dita sottili immerse tra i capelli
bruni.
Ha paura, perché Kidd era andato troppo oltre, aveva
superato i suoi limiti e
ne era uscito sconfitto.
Tremò leggermente al pensiero del sangue zampillante
che aveva visto solo poche
ore prima sulla nivea pelle di lui.
Due solchi lucidi di lacrime già versate sul viso
sconvolto.
"...mamma..." .
La vocina di Rocìo la fece voltare, la bambina rimaneva
in piedi pensosa,
confusa, i suoi grandi occhi neri fissavano Eos come a farle
mille e più
domande a cui la ragazza non sapeva le risposte.
Eos la guardò con lo sguardo velato di lacrime.
Somigliava sempre più a Kidd: i capelli rossi
scompigliati che le arrivavano a
metà collo, il nasino sottile, le orecchie attaccate
alla testa in quel modo
così strano...
La bimba camminò incerta verso la madre, che la prese
tra le braccia e la
strinse forte.
Rocìo non disse più nulla con la sua vocetta
argentina che sovente cicalecciava
in giro per la nave, si limitò a poggiare la testolina
rossa sulla spalla di
Eos, che cominciò a carezzarle i capelli e a ravviarli
dietro le piccole
orecchie.
Dei passi risuonarono nel corridoio.
Una chioma bionda brillò per un istante nella penombra.
"Law ancora è dentro?" chiese Killer sommessamente.
Eos annuì, continuando ad accarezzare la testa di
Rocìo, cercando di trattenere
ulteriori lacrime.
"Ho paura, Killer" mormorò la ragazza fissando la porta
ancora
chiusa.
"Tutti abbiamo paura" rispose il massacratore avvicinandosi
"Non
avevo mai visto Kidd in quello stato".
Il labbro superiore della bruna tremò per un istante.
"Pensi che ce la farà?" chiese, con voce rotta.
Killer sospirò, il viso di Eos era sconvolto, avrebbe
tanto voluto
rassicurarla, dirle che sarebbe andato tutto bene, ma non
poteva nasconderle il
suo timore.
"Non lo so".
A quelle parole, la ragazza strinse ancora più a
sé Rocìo, che rimaneva in
silenzio, il visino confuso e triste; non sapeva cosa era
successo, ma lo
poteva intuire, dall'espressione materna.
La porta si aprì lentamente.
Gli occhi di Eos si spalancarono, appena vide Law uscire
sospirando amaramente.
"Law..." sussurrò la bruna.
"E'vivo" rispose semplicemente il chirurgo "e adesso è
cosciente, puoi vederlo...ma è meglio che Rocìo
non entri".
La giovane posò la bimba a terra.
"Tesoro" disse dolcemente carezzandole il viso con un dito
"Adesso mamma deve parlare con Law, vai a giocare con zio
Dudù".
Il biondo prese Rocìo per la manina, la bambina si
voltò a guardare Trafalgar
con occhi tristi.
"Perché mamma si...e io no?".
Il moro si chinò per guardare negli occhi la bambina.
"Sai come è fatto il tuo papà...non vuole che tu
lo veda ferito e
debole".
"Papà non è debole" rispose secca la bambina
cambiando
improvvisamente espressione prima di andare via.
Law sorrise debolmente.
"E'proprio la figlia di Kidd" commentò "Forte e
volitiva come
lui".
Eos abbassò lo sguardo.
"Cosa hai dovuto fare per salvarlo?"
Il moro non rispose, si limitò a scostarsi dalla porta
per permetterle di
passare.
"Meglio che tu lo veda da sola".
La giovane respirò profondamente, prima di entrare.
L'aria era satura dell’odore di sangue e disinfettante, nella
penombra Eos
sentiva i respiri spezzati del suo uomo.
"Kidd...".
"Costina..." la sua voce roca e sofferente fece trasalire la
bruna,
non l'aveva mai sentito in quello stato.
La ragazza allungò una mano per poterlo toccare,
sentiva i capelli scompigliati,
la pelle fredda.
Poi sentì la trama liscia di alcune bende che
avvolgevano metà viso di lui.
"Voglio vedere" disse, ferma.
"No" rispose lui "Non voglio".
"Perché?"
"Perché non ti piacerà quello che vedrai".
Eos sospirò, avvicinandosi verso la finestra.
"Non ci provare, Costa di Sedano, ti assicuro che non
sarà un bello
spettacolo" ringhiò improvvisamente il rosso.
"Non me ne frega un cazzo, perché quello che
vedrò sarà sempre l'uomo che
amo".
Il frusciare delle tende impregnò il silenzio di quella
stanza madida di
dolore.
Gli occhi di Eos si abituarono velocemente alla luce, e videro
Kidd semidisteso
sul lettino bianco, il volto patito semicoperto dalle bende,
il corpo
completamente coperto dal lenzuolo.
"Non prendermi in giro, Kidd, so quello che ti è
successo...non ha senso
nascondersi".
Abbassando lo sguardo, il rosso alzò il braccio
sinistro per scoprirsi.
Il braccio sinistro non c'era più.
Kidd guardò la sua donna per un istante.
"Guardami, Costina" sussurrò "Sei sicura di voler
continuare ad
amare un uomo ridotto così?".
La bruna non batté ciglio, aveva già visto il
braccio del suo uomo
completamente maciullato, sapeva che l'unico modo per salvarlo
era
l'amputazione.
"Perché hai detto una simile cazzata? Io vedo solo il
mio uomo vivo, in
questo momento".
Si avvicinò per abbracciarlo forte.
"Pensi che sarei stata più felice con te sotto due
metri di terra,
idiota?" sussurrò.
Il rosso posò la mano sulla schiena di lei.
"Non voglio che Rocìo mi veda così, si
spaventerebbe".
"Non puoi nasconderti in eterno, lei ti deve vedere, prima o
poi".
"Pa..pà?" la vocina di Rocìo fece sobbalzare
Kidd, che
istantaneamente si coprì con il lenzuolo.
La bimba si avvicinò lentamente al padre.
"Rocìo! Non ti avevo detto di andare con lo zio?" la
rimproverò
ansiosa Eos.
La bambina non rispose, cercò senza successo di
arrampicarsi sul lettino dove
giaceva il padre.
Kidd istintivamente fece per prenderla in braccio, il lenzuolo
scivolò sul suo
corpo rivelando la sua menomazione.
Il suo sguardo si fece amaro, non poteva neanche prendere in
braccio sua
figlia, in quel momento.
Rocìo cercava di tirarsi su sul letto puntando le
piccole manine sul materasso,
ignorando il moncherino del padre; il rosso la prese per la
magliettina gialla
con la mano destra, tirandola su di peso per farla salire.
Eos sorrise dolcemente, mentre la bambina guardava felice il
padre.
"Papà non è debole!" esclamò con voce
cristallina, poi allungò le
manine fino a toccare le bende che gli coprivano metà
volto.
Kidd la strinse a sé.
"Nemmeno tu lo sei, ranocchietta".