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Autore: EvilQueen90    04/12/2011    7 recensioni
Bunny è un'attrice emergente che sta diventando sempre più famosa. In questo periodo sta girando un film e ancora non sa che intorno a lei tante cose cambieranno e alcune persone si riveleranno diverse da quello che crede. La sua vita subirà dei cambiamenti che, a volte, saranno duri per lei da sopportare.
Dal capitolo 7:
I singhiozzi si fecero insistenti e più forti, ingenuamente sperava che con il tocco della sua mano Seiya potesse svegliarsi, ma questo non accadde. Doveva essere forte, voleva trovare chi lo aveva ridotto in quello stato, ma non ce la faceva. Avrebbe voluto abbandonarsi alle lacrime e tornare indietro di alcune settimane, quando la sua vita non aveva subito nessun cambiamento. Ma la realtà era diversa, era quella che stava vivendo in quel momento in quella stanza di ospedale e non era la realtà che si sarebbe mai aspettata.

Storia temporaneamente sospesa.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Mamoru/Marzio, Seiya, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Con lo sguardo perso nel vuoto e una sensazione d’ansia che invadeva tutto il suo corpo, Bunny provò a rispondere. «Ecco… Ho trovato chiamate e messaggi tutti della stessa persona.» Sollevò lo sguardo che incrociò con quello interrogativo del commissario.
Marzio rimase in silenzio, mentre lei, oramai, era entrata nel panico.
Le mani tremavano e a stento riuscivano a non far cadere il cellulare.
La bocca, diventata asciutta, aveva perso il buon sapore donatole dai toast mangiati poco prima, e il suo corpo era invaso da una sgradevole sensazione di nausea e spossatezza.
«Bunny, calmati.» Il suo stato di malessere era palese, e anche Marzio stava iniziando a preoccuparsi per lei. «Ti porto un bicchiere d’acqua. Tu intanto sdraiati.»
La ragazza seguì il consiglio, deglutì e sistemò il telefono a fianco a lei. Non aveva ancora aperto i messaggi e, soprattutto, non aveva alcuna intenzione di richiamare Moran.
«Ecco, bevila piano.» Le porse il bicchiere e lei riuscì a berne solo un piccolo sorso.
Si sentì un po’ meglio e, in parte, più calma. Il cattivo sapore si era affievolito, e lei era pronta per raccontare a Marzio cosa l’aveva indotta in quello stato; non prima, però, di invitarlo a sedersi vicino a lei. Non se lo fece ripetere un’altra volta, si accomodò al suo fianco e le afferrò entrambe le mani. Quell’uomo era in grado di donarle soltanto sensazioni piacevoli; anche uno stupido, ma mai banale, contatto tra i loro corpi le trasmetteva pace, tranquillità e, soprattutto, sicurezza.
Lo guardò in viso e, anche se lui non proferì parola, si accorse che i suoi occhi la intimavano a parlare. Non sopportava più il suo silenzio, doveva sapere, anche perché, sicuramente, aveva intuito il motivo del suo malessere.
«Marzio per favore afferra il mio telefono.» Non se la sentiva, non aveva abbastanza coraggio. Non voleva leggere lei quei messaggi, voleva che fosse lui a farlo al suo posto.
Obbedì, prese il telefono in mano, e fu allora che ricominciò a suonare. Bunny sgranò gli occhi e iniziò a tremare, mentre la suoneria, rimessa poco prima, rimbombava nella stanza silenziosa.
«Rispondi tu, ti prego.» Marzio le fece segno di no con la testa e le porse il telefono, invitandola a rispondere.
«Non ti preoccupare, ci sono io con te.» Incerta e tremolante, Bunny afferrò il cellulare dalla sua mano, e premette con decisione, in un impeto di coraggio, il tasto verde.
«Pronto.» Dall’altro lato udì uno strano silenzio, che la inquietò.
«Ciao Bunny, ma dove sei? È da un pezzo che cerco di contattarti.» La sua voce le parve tranquilla, solo un po’ preoccupata.
«Emh…» Non voleva dirgli la verità. «Ero in giro con alcune amiche, perché? È successo qualcosa?» Ancora non riusciva a capire il motivo di tanta insistenza; la paura le era in parte passata e, dal tono di voce, non pareva assolutamente che Moran avesse cattive intenzioni con lei.
Doveva ammetterlo a se stessa, era troppo suggestionabile e, se avesse continuato in quel modo, da tutta quella storia ne sarebbe uscita innamorata, ma anche fuori di testa.
«Mi sono preoccupato, non ti ho vista rientrare per pranzo e ho pensato che anche Luna magari aveva fame.» Bunny tirò un sospiro di sollievo, la gatta era un suo regalo era normale, quindi, che lui se ne preoccupasse.
«Luna è in buone mani.» Lo rassicurò. «Ha tutto a disposizione, sapevo che non sarei rientrata presto oggi e le avevo preparato tutto.» Mentì. Aveva davvero lasciato da mangiare a Luna, ma il suo mancato rientro per pranzo non era affatto in programma.
«Capisco. Bene allora ti lascio. Ciao Bunny.»
«Sei stato carino a preoccuparti per lei, ciao Moran.» Riattaccò, e si accorse che la sua mano sinistra aveva stretto per tutto il tempo quella del commissario.
Si sforzò di tirare fuori un sorriso, e non ebbe bisogno di raccontare il contenuto della chiamata a Marzio, lui le era talmente vicino da aver sentito tutto.
«Non era niente di grave. Sono io che sto iniziando ad avere paura di chiunque.» Spostò la sua mano, ma solo per posarla sulla coscia del commissario.
«È normale. Non preoccuparti.» Afferrò la mano di lei e la strinse forte.
«Grazie… Per tutto.» Si avvicinarono per potersi abbandonare all’ennesimo bacio della serata, che, questa volta, sapeva ancora un po’ di paura e timore.
«È meglio che vada. Tra poco arriverà anche tua figlia.» Marzio abbandonò la stretta, permettendole di sistemare il telefono nella borsa e di alzarsi in piedi.
Stava riflettendo su una cosa, e lei lo notò subito. «A che pensi?» Gli rivolse quella domanda incuriosita, e anche leggermente preoccupata.
«Ecco…» Si alzò anche lui in piedi. «Questo venerdì ci sarà una recita nella scuola di mia figlia, ti andrebbe di venirci insieme a me?»
Forse non era il momento più adatto, visto quello che era appena successo, ma lui non resisteva più, voleva invitarla e voleva farlo di persona, non con una chiamata. Voleva vedere i suoi occhi e il suo viso nel momento in cui le avrebbe fatto quella domanda, quelli non mentono mai. Soprattutto in lei, erano capaci di rivelare tutto quello che pensava.
Notò un accenno di sorpresa e stupore, per un attimo s’impaurì, non voleva sentire la risposta.
Bunny iniziò a giocherellare con la borsa, aprendo e chiudendo lo zip, avrebbe finito col romperlo, ne era certa, ma l’agitazione le faceva sempre quell’effetto. Cui si aggiunse la sudorazione alle mani e la bocca impastata. Sul set era brava a recitare, ma nella vita reale era tutto diverso, e le sue emozioni non riusciva a trattenerle.
«S- sì… Verrò volentieri con te.» Non riuscì a controllare il tono della sua voce e, quelle parole, più che una risposta sembravano un ordine. Ordine che stava dando a se stessa, infatti, non doveva in nessun modo farsi scappare l’uomo che amava. Non che lui avesse intenzione di fuggire da lei. Non ora che, dopo tanto tempo, l’aveva finalmente trovata.
«Allora passo da te venerdì pomeriggio alle 16.» Le sorrise, felice nella risposta che lei gli aveva appena dato.
«Certo, spero di fare una buona impressione in tua figlia.» Questo era un altro problema, cosa avrebbe pensato quella bambina nel vedere il padre accompagnato alla sua recita da una donna? E se non la volesse accettare, come si sarebbe sentita? Ci sarebbe rimasta male, ne era sicura, magari avrebbe anche versato qualche lacrima, ma avrebbe fatto del suo meglio per stare vicino e per conoscere Ottavia.
Marzio pareva leggerla nei pensieri e comprendeva la sua preoccupazione, si avvicinò e tentò di rassicurarla. «Non metterti tante paure, Ottavia sa di te, e non vede l’ora di conoscerti!» Gli occhi di Bunny s’illuminarono, come era possibile che Marzio era sempre in grado di dire le parole giuste per farla sentire tranquilla? Ci riusciva quando si parlava del “pazzo”, ce l’aveva fatta anche quella mattina all’uscita dalla stanza di Seiya e ci stava riuscendo anche il quel momento. Aveva intuito le sue paure e l’aveva calmata come nessuno era riuscito mai a fare in lei.
Controllò l’orologio e si rese conto che si era fatto davvero tardi. In realtà aveva anche paura che la bambina rientrasse e la trovasse in casa. Non voleva anticipare il momento del loro incontro, nemmeno dopo le rassicurazioni di Marzio.
Nel frattempo il telefono di Marzio suonò. «È una chiamata dalla centrale, scusami!» Si allontanò di qualche passo e rispose.
«Hanno bisogno di me.» Si rivolse a Bunny con quelle parole e lei capì la situazione, aveva anche voglia di fare due passi. La villa di Marzio non era poi tanto lontana dalla zona dove viveva lei, poteva fare la strada a piedi, o comunque avrebbe sempre potuto prendere un autobus.
«Non c’è problema, vai a lavoro! Io mi farò due passi.» Marzio esitò un attimo.
«Sei sicura? Non mi costa nulla accompagnarti.» Le facevano sempre piacere le sue preoccupazioni e il suo senso di protezione nei suoi confronti, ma non voleva disturbarlo nel lavoro, voleva entrare nella sua vita un passo alla volta.
«Sì, non c’è problema. Mi va proprio di fare due passi!» Rassicurato dalle sue parole, Marzio decise di non insistere, Bunny doveva vivere la sua vita come sempre. Lui doveva non solo proteggerla, ma soprattutto farla stare tranquilla. E renderla felice.
«Bene, allora ci vediamo venerdì.» L’accompagnò fino alla porta e la salutò con un morbido bacio.
 
 
Non appena ebbe chiuso la porta alle sue spalle il suo cellulare squillò. «Sì, sto arrivando!» Leggendo il nome sul display si accorse, però, di essersi sbagliato, non lo stavano chiamando dalla centrale, ma si trattava di sua figlia.
«Papà… Allora le hai detto tutto?» Chiese in tono curioso.
«Ma… Queste non sono domande da fare, signorina!» Le rispose, cercando, invano, di assumere un tono il più autorevole possibile.
«Ma papà…» Lo stava implorando, e lui non riusciva proprio a dirle no.
«Ho fatto tutto quello che dovevo fare, e ti dirò di più… Venerdì alla tua recita saremo in due a vederti!»
«Cosa?! L’hai invitata? Grande papà!» Sentendola sorridere dall’altro lato della cornetta, non poté fare a meno di imitarla.
«Ti racconterò tutto stanotte, ora devo andare in centrale, avviso Marta di venire da noi stasera.»
«No, uffa! Non puoi tenermi così!»
Guardò l’orologio e si accorse che si era fatto già troppo tardi, quindi uscì di casa e si diresse verso la sua auto.
«Non si discute! A stasera tesoro.»
«Va bene! Ciao papà… Ti voglio bene!»
«Anch…» Non riuscì a terminare la frase, sua figlia aveva già chiuso. Sapeva già che quella notte, al suo ritorno, qualunque ora fosse, lei l’avrebbe aspettato sul divano, mezza addormentata, per sapere tutto. E lui voleva renderla partecipe più che mai della nuova vita che li attendeva.
 
 
Bunny, sulla strada di casa, non riusciva fare a meno di ripensare a ogni attimo vissuto quel giorno insieme a Marzio. Al suo Marzio.
Il tragitto in macchina fino all’ospedale, il suo modo di scherzare, che la faceva sorridere ancora lì da sola, i gesti d’amore che le aveva rivolto, i toast, i suoi baci e quell’odore di lui che ormai aveva impresso addosso e che difficilmente si sarebbe levato via. Che mai avrebbe voluto perdere.
Sorrideva a chiunque incrociava lungo il suo cammino, anche la sua camminata era diversa, le sembrava di volare, di stare sopra una nuvola.
Era riuscita a dimenticare tutti i brutti pensieri. Aveva capito che doveva stare tranquilla, era inutile preoccuparsi, e inoltre poteva sentirsi sicura con Marzio al suo fianco. Protetta e amata. Come, ne era sicura, non era stata mai.
La suoneria del suo telefono la riportò alla realtà. La sentiva attraverso la stoffa della borsa e, per un attimo, fu incerta sul prendere o no il telefono in mano. Provava un forte disagio al pensiero che la persona che la stava cercando fosse ancora Moran
Si auto convinse che non poteva essere, gli aveva spiegato, poco più di mezz’ora prima, il motivo per cui non era rientrata per pranzo e l’aveva anche rassicurato su Luna. Si decise, quindi, a prendere in mano il telefono, fermandosi da un lato del marciapiede, vicino a un lampione. Con sua immensa sorpresa capì che le sue paure erano infondate, sullo schermo infatti appariva il nome della sua amica Morea. Non esitò e rispose subito.
«Pronto Morea!»
«Ciao amica mia, come stai? E soprattutto, hai qualcosa di nuovo da raccontarmi?» Bunny sorrise ripensando all’ultima chiacchierata faccia a faccia con l’amica, e alla sua promessa di farsi avanti con il commissario.
«Sto bene Morea, mi fa piacere sentirti, stavo proprio pensando che avrei dovuto chiamarti!»
«E per dirmi cosa?» Bunny prese una ciocca di capelli tra le mani e iniziò a giocherellarci.
«Con Marzio… È tutto… Bellissimo.»
«Cosa?! Marzio è il commissario?» Dovette staccare il telefono di qualche centimetro dall’orecchio per le urla dell’amica.
«Sì… Lui! É…»
«Oh Bunny sono felicissima per te, perdonami ma ho poco tempo per stare al telefono, e Seiya come sta?» Lasciò la ciocca bionda e riprese a camminare, la tensione nel sentire quel nome, si faceva sempre sentire.
«Sta bene, ma non ricorda nulla.»
«Come nulla?» I passi di Bunny divennero più veloci, era scesa dalla nuvola.
«Niente. Non ricorda cosa gli è successo, dov’era… E soprattutto non ricorda chi l’ha ridotto in quello stato!» Nel pronunciare quelle parole s’isolò completamente dal mondo e dalla strada che stava percorrendo, andò a sbattere contro un uomo. «Mi scusi…» Decise di fermarsi.
«Mi dispiace Bunny. Spero che tutto questo si risolva il prima possibile, mi ha fatto piacere sentirti. Un bacio.»
«Anche a me, ciao Morea.» Con la manica si asciugò due piccole, insistenti lacrime e riprese a camminare verso casa sua.
 
 
 
 
 

Oh bene, eccoci qua :D Scusate per la brevità di questo capitolo, ma non volevo spezzare la parte della recita di Ottavia, che inserirò nell’altro capitolo, dove accadrà anche qualcos’altro… Credo! :P Sinceramente l’idea iniziale era diversa, non doveva esserci la recita, ma si arrivava direttamente a un altro punto… Leggendo la recensione di Silvia (Marziolina86), al precedente capitolo, però, mi è venuto in mente di inserire qualche altro momento tra i due, per farli conoscere meglio e anche perché altrimenti sarebbe stato tutto troppo affrettato. Spero che questa mia idea possa piacervi, fatemi sapere i vostri pareri, sono sempre ben accetti :D Ah poi volevo ringraziarvi davvero… Volevo ringraziare chi legge e chi recensisce e spero che la storia continui a piacervi :D Allora ci si vede al prossimo capitolo, un bacione…
 
Fede
 
P.s.: questo è il link per un mio contest,
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10023954, se vi va di partecipare… Vi aspetto :)
  
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