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Autore: R Artemis    04/12/2011    0 recensioni
"L.A. non é solo la città degli angeli, ma anche dei sogni."
Jared Leto
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Try and stop me, try and save me. I want to fall.."
Ecco la sveglia. Le 7. Mi svegliai, mi feci una doccia, magiai qualcosa velocemente e uscii. Già a quest'ora i vicini urlavano. Loro erano così: o urlavano uno contro l'altro o si poteva sentire chiaramente come 'facevano pace'..comunque non c'era un attimo di pace e tranquillità.
Oggi mi toccava lavorare la mattina, quindi andai dritta al negozio. Passò in fretta la mattinata e uscii.
Mi diressi subito verso la spiaggia, magari Puff era ancora lì.
Ecco la panchina, la mia panchina ormai. Quello era il mio posto preferito,davanti alla spiaggia, ottimo per le foto e tranquillo per leggere.
Cercai ovunque, ma della mia piccola vita nessuna traccia. Lei conservava tutti i momenti felici passati in questa splendida città, gli unici bei ricordi che avevo. 
Mi distesi sulla panchia, presi il mio fedele iPod. Play -Time is running out- l'unica cosa che ci voleva adesso era la musica. Una lacrima mi rigò il viso. Strano come un semplice oggetto possa essere così importante.
Sentii un dito sfiorarmi la guancia e asciugarmi la lacrima.
Aprii gli occhi e.."Non ci posso credere. Sono davvero pazza" pensai, o meglio, dissi da sola.
"Ehi, guarda che non sei pazza, almeno non credo..Piacere,io sono.."iniziò lui.
"Tomo" finii io.
"Allora sai chi sono" disse con uno dei suoi sorrisi da farti sciogliere."Tu sei la stessa ragazza di ieri,giusto?"
"Allora era tutto vero..non erano le solite allucinazioni!e c'era anche Vicki! Comunque piacere io sono Frances!" risposi entusiasta. 
"Il piacere è tutto mio Frances! Ieri hai dimenticato questa"disse prendendo da una delle tasche la mia macchina fotografica.
Lo guardai. Non potevo crederci..la mia Puff!
"Oh tesoro, piccola Puff! Mi sei mancata tanto!"
"Aspetta un attimo..Puff?" disse lui scoppiando a ridere.
Lui, Tomislav Milicevic! "Aspetta un attimo..Tomo!" dissi. Solo allora realizzai chi era veramente l'uomo davanti a me: uno degli uomini da cui traevo energia per andare avanti nella mia vecchia vita, uno degli uomini da cui avevo imparato che bisogna lottare e andare avanti, sempre e comunque, prima o poi la felicità ti avrebbe trovato.
"Oh, emm, grazie, grazie infinite!" riuscii a balbettare.
"Per,come hai detto che si chiama?,Puff? Di niente!" disse sorridendo.
"E per un altro milione di cose" sussurrai buttandogli le braccia al collo. Poteva essere tutto vero?
"Ti va di fare un giro? Starbucks?Dai, voglio sapere perchè l'hai chiamata Puff!" disse indicando la Nikon "e poi ho proprio bisogno di un caffè!"
"Se..se non hai nient'altro da fare..ok!" risposi io, ancora incredula.
Camminammo poco, Starbucks era proprio lì vicino. Lui ordinò un caffè, mentre io un cappuccino. Gli raccontai di Puff, il nome che Kurt Cobain aveva dato al suo primo gatto a cui teneva molto, per questo decisi di chiamarla così. Lui scoppiò a ridere, attirando l'attenzione dei pochi clienti del cafè.
"Ieri cosa ti era successo? Io e Vicki ti abbiamo visto accasciarti all'improvviso così abbiamo pensato che fossi svenuta.."disse infine lui, tornando serio.
"Avete pensato bene. Mi capita spesso e..grazie davvero, senza di voi.."iniziai quando squillò il cellulare di Tomo.
Si scusò con me e rispose: "Pronto?Sisi. Sono da Starbuck, vicino alla spiaggia. Ok a dopo."
"Scusami, era Jared. Fra poco arriverà anche lui con Shannon." mi informò.
Ok questo era davvero troppo. Non poteva succedere tutto in un solo giorno. Ero..felice, come lo ero stata poche volte. Era tutto troppo perfetto. 
"Ehi, tutto bene?" mi chiese Tomo. 
Non feci in tempo a rispondere che la porta di aprì ed entrarono due figure familiari, due persone che da anni facevano parte, inconsapevolmente, della mia vita. Guardai Tomo. Lui mi sorrise in risposta.
I due fratelli Leto si avvicinarono al nostro tavolo.
"Ma lei è la fotografa!" disse il maggiore, indicandomi. 
Lo guardai perplessa. Come faceva a conoscermi? E, come mi aveva chiamata?
'I want suffer, be broken get tired,or wasted..' Presi il mio cellulare, mi alzai e risposi.
"Frances è successa una cosa. Devi venire assolutamente! El.." Balbettava Chris, un mio collega. 
"Ehi, ehi calmati! Respira, dimmi cos'è successo! Dove sei?" dissi.
"El, ha avuto un incidente! La stanno portando in ospedale!"
Ero nel panico. Sentivo la sensazione che mi pervadeva poco prima di svenire, ma questa volta non potevo permettermelo. Dovevo andare da El.
Chiusi immediatamente la chiamata.Dovevo avvisare Tomo che sarei andata via.
"Tomo io..devo andare..El..ospedale..aiutarla.."balbettai.
"Ehi tesoro calmati!Dove devi andare così di corsa?" disse Tomo.
Respirai, dovevo calmarmi. "Una mia amica ha avuto un incidente, devo andare in ospedale!" era inutile, non riuscivo a calmarmi.
"Ok aspetta ti accompagniamo noi!" rispose..Shannon.
Lo guardai sbalordita. No, adesso non avevo tempo di pensare, dovevo muovermi.
"Ok grazie, ora però vi prego, sbrighiamoci!"
I tre si alzarono e uscimmo dal cafè. Salimmo velocemente sulla macchina parcheggiata lì davanti, Shannon al volante.
In poco tempo raggiungemmo l'ospedale. Il batterista aveva superato parecche volte il limite di velocità, per non parlare di tutti i semafori rossi.
Corsi dentro e chiesi per la sala di El. Salii di corsa i piani e arrivai. Chris era seduto fuori dalla stanza. Appena mi vide, mi venne incontro e mi abbracciò. "I medici non hanno ancora detto nulla" mi informò.
Notai anche la sorella e la madre di El. Le conoscevo bene ormai. Le consolai, anche se io per prima avevo bisogno di supporto.
Aspettammo ancora qualche minuto e finalmente i medici uscirono.
"La ragazza è stabile. Ha avuto un brutto incidente, ma si riprenderà presto."
Non poteva esserci notizia migliore. Ora però avevo bisogno di aria fresca. 
Tornai nella sala di aspetto e trovai Tomo e i fratelli Leto. Erano ancora lì..
"Grazie" dissi solo. Non riuscivo a dire nient'altro.
"Ma figurati!Come sta la tua amica?" chiese Tomo.
"Sta bene. è stabile e si riprenderà presto secondo i medici." risposi con un sorriso "Grazie per avermi accompagnata e per essere restati. Non voglio trattenervi ancora, avrete sicuramente di meglio da fare."
"oh in realtà avremmo un'intervista" rispose Jared. Vidi gli sguardi che gli lanciarono Shannon e Tomo. "Che avete?è la verità!" si difese il frontman e uscì dall'ospedale salutando velocemente con un cenno della mano.
Abbracciai Tomo e anche lui uscì, rassicurandomi che sarebbe andato tutto bene e che se avevo bisogno, potevo contare su di lui.
Restò infine Shannon. Mi guardò con una strana espressione: curiosità? Non saprei dirlo. "A presto piccola fotografa!Se hai bisogno,fai un fischio! Ci rivedremo!" disse allontanandosi sorridendo.
Rimasi un po' ferma a guardare il vuoto, poi uscii a prendere una boccata d'aria. In Italia avevo passato molto tempo in ospedale: mia sorella aveva un costante bisogno di cure per la sua malattia. Ripensai a quei momenti e a quelli passati poco fa. Avevo incontrato le persone che mi avevano dato la forza di andare avanti per anni. Ancora non mi sembrava vero. 
Ma adesso il pensiero principale era El. Avevo temuto di perdere anche lei. Tutte le persone che amavo, mi abbandonavano. Ma lei no, sapevo che sarebbe restata.
Rientrai in ospedale, nella stanza di El. Stava davvero bene, l'avrebbero rimessa pochi giorni dopo, per gli ultimi accertamenti.
"Sono successe parecchie cose, sai? Ma ti racconterò tutto domani" le dissi.
"Nono così mi incuriosisci!Voglio sapero adesso!"
"Eh no! Adesso sei ancora debole, rischi di stare male davvero!" dissi ridendo.
Era tornata la solita El. Passammo insieme il resto del tempo poi, finito l'orario delle visite, tornai a casa.
"Ci rivedremo!" ripensai a quelle parole poco prima di addormentarmi..
  
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