04/12/2011
4 recensioniCalamita
<< Siamo a casa! >>
La voce di Sana arriva squillante alle mie orecchie. Poco dopo sento bussare alla porta dello studio e vedo entrare quel piccolo mostriciattolo di mia figlia – Kami, quanto ancora strano mi sembra pensare Mia figlia, nonostante siano passati sei anni ormai - con un visetto triste e le mani che strofinano gli occhi.
Mi fa tenerezza. E’ raro vederla piangere. Di solito, vuole sempre dimostrarsi forte quasi a farci voler pensare che lei si sente più grande di quello che è. In realtà è solo una bambina di sei anni. Ma d’altronde, non potevamo aspettarci che questo, da una discendenza mia e di Sana, che diciamocelo,bambini non ci siamo sentiti mai. La vedo sedersi sulla sedia di fronte la scrivania, dietro il quale, io, sto sistemando delle cartelle cliniche. Punta i suoi occhietti dorati nei miei e non posso fare a meno di pensare a quanto quegli occhi siano paurosamente identici ai miei. In effetti, fisicamente Sari è uguale a me: capelli biondi, occhi miele, sguardo tenebroso. Ma, per fortuna, ha il carattere di Sana. Così, quello sguardo tenebroso contrasta in maniera quasi buffa con il sorriso a trentadue denti che di solito ha stampato in faccia.
<< Problemi a scuola? >>
Fa un cenno di assenso con la testa. C’è sempre stata una strana alchimia fra me e lei. Pochi gesti e ci capiamo. Delle volte quando i battibecchi con Sana prendono una brutta piega ed io mi ritrovo a dire delle cose quando invece volevo intenderne altre, Sana si offende e non mi parla; Sari invece, che inspiegabilmente capisce la situazione, rimette a posto le cose, chiamandoci a raccolta in cucina e puntando il suo ditino contro la mamma dicendole che non capisce niente, e spiegandole ciò che io non sono riuscito a dire.
Ogni volta che questo succede, io e Sana rimaniamo di sasso. Così piccola eppure così intelligente. E questa è un’altra qualità che ha preso da me.
<< La maestra oggi ci ha fatto fare un giochino nuovo: lei ci dava delle informazioni e noi dovevamo capire di cosa stava parlando e poi disegnare l’oggetto. Io stavo vincendo ma poi, ha detto una cosa strana. >>
<< Quale? >>
<< Ha detto che erano due oggetti che erano opposti. Come il più e il meno. O come le cose belle e brutte, o positive e negative. E ha detto che questi opposti si attraggono sempre. >>
<< e tu cosa hai disegnato? >>
<< Io ho disegnato te e la mamma. >>
<< Ma Sari.. io e la mamma non siamo oggetti e non siamo nemmeno positivo e negativo. >>
<< Ma lo so papà. Però tu e la mamma siete due opposti che si attraggono , no? >> Dice con fare saccente. Ma da dove impara certe parole?
<< Dove l’hai sentita questa cosa? >>
<< L’ho sentito dire da zia Fuka, lo scorso Natale, a zio Tsuyoshi. Diceva che tu e la mamma siete come le calamite. Opposti eppure così vicini da attrarvi. Mi sembra così. >>
<< Non avrai raccontato questa cosa alla maestra, vero? >>
<< Certo che si papà! Voleva mettermi un brutto voto! >>
<< E lei cosa ha fatto? >>
<< Mi ha messo un brutto voto lo stesso. Mi ha detto di dirvi che domani vi vuole incontrare. Ora vado a giocare con la mamma. Ciao ciao papà! >>
Mi saluta con la manina e la vedo sgattaiolare fuori dalla stanza. Sono rimasto inebetito. Non so neanche se devo rimproverarla. Dovrei comunque dirle che la risposta giusta a quella definizione non è “ papà Akito e mamma Sana” ma Calamita.
Maledetta Fuka.
Ohayo!
So che ho una storia in corso (Sole e Luna- andate a leggerla! XD ) ma mi è venuta un’improvvisa ispirazione mentre facevo la doccia(?) e non ho potuto non pubblicare questa one shot. Spero che vi sia piaciuta l’idea e che non abbia fatto grossi errori. So che Sari ha un linguaggio troppo scurrile per la sua età, ma se avesse parlato come una qualsiasi bambina di sei anni, non si sarebbe capito niente. Comunque è la figlia di Sana e Akito ( per chi non lo sapesse. Andate a vedere il manga crossover della sensei Obana Deep Clear) quindi va bene anche così, credo. Spero che mi lascerete un commentino che sia positivo o negativo.
Kiss