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Autore: Eliessa    04/12/2011    1 recensioni
Questa storia è presa da una telenovelas argentina che narra di fatti che accadono realmente. Parla della vita che a volte ti mette davanti a fatti che li lasciano scombussolata; ma il brutto è che a tradirti sono proprio le persone a cui tieni di più al mondo. Nonostante tutto, ci sono persone innocenti che devi difendere per non fargli scoprire in quale realtà vivono, anche a costo della vita.
[Personaggi: Astor Monserrat, Ana Monserrat, Nicolas Duarte, Joaquin Duarte, Dante Mansilla, Nacha Nouguez, Bautiasta Amaya, Octavio Amaya, Augustina Amaya, Martin Rinaldi, Eduardo Pascale, Rosario Soler, Juliana Miguez, Pablo “El Tano” Scigliotti, Fabio Pontevedra.]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vita per Ana Monserrat era facile.
Facile perché poteva fare quello che voleva e levarsi tutti le voglie che aveva. Solo una volta aveva sofferto nella vita, a 12 anni, quando perse la madre.
Ma Ana, nonostante tutto era una ragazza forte e riuscì a superare il lutto, il più grande lutto della sua vita.
Crescendo solo una cosa le mancava. Un uomo da amare con cui formare una famiglia.
Questo fino a quando non iniziò a vedere il braccio destro del padre, Nicoals, con occhi diversi.
Non era più uno “zio”, se così vogliamo definirlo per Ana, ma iniziò a vederlo come un uomo.
Era bello, affascinante ed intrigante, con un’ottima condizione economica.
Ana era circondata dal lusso e dalla ricchezza.
Però non si era mai chiesta da dove provenivano tutte le entrate finanziare del padre, ma d’altronde era solo un imprenditore…
Ana con il tempo era sempre più ossessionata da Nicolas, iniziava a desiderarlo veramente, non per passatempo, ma tutta la vita.
E così questo sentimento che entrambi provavano finì con il matrimonio dei due, ed un anno dopo la nascita del loro figlio Joaquin.
Ora ad Ana non mancava davvero niente, se non sapere la verità sulla sua vita. […]
A distanza di poco più di tre mesi, anche il padre convolò a nozze con Nacha. Ormai erano 7 anni che vivevano insieme ed erano pronti per fare questo passo.
Ana e Nicolas dopo le nozze andarono a vivere in un appartamento molto lussuoso che avevano ricevuto come regalo di matrimonio da Astor.
Sembravano il ritratto della famiglia felice, peccato che in quella casa viveva un criminale.
Gli anni passavano, ed esattamente ne trascorsero ben 7 e mezzo.
Astor andava spesso a trovare la figlia, le era molto legato, ma ultimamente ci stava andando un po’ troppo. Questo rendeva felice Joaquin che aveva stretto un legame fortissimo con il nonno e la sua seconda moglie, ma rendeva sospettosa Ana. […]
In quei giorni, per l’ennesima volta al telegiornale si era sentito parlare della sparizione di una ragazza ventenne. Juliana Miguez.
Un’altra vita che era in pericolo, un’altra vita da salvare, un’altra famiglia disperata per la ricerca della ragazza.
La madre, quando intuì che alla figlia potesse essere successo qualcosa, avvertì subito il suo amico ed avvocato Fabio, ed insieme andarono a fare la denuncia per sparizione.
Ma i tempi sono molto lunghi, e quello che si deve fare in questi case è avere pazienza.
Ma se c’era una cosa che Rosario non aveva era la pazienza. Così partì da sola alla ricerca della figlia.
Non sapeva dove andare, cosa fare, ma aveva un obbiettivo, quello di ritrovare la figlia.
Decide di partire facendo una cosa al quanto banale; ma utile.
Decise di far stampare centinaia di fogli con la foto della figlia.
Chissà, forse qualcuno l’avrebbe vista, o forse no, ma era un tentativo da fare.
Fabio cercava di consolare la donna, e poi decise di parlare di quello che era accaduto con un suo amico, Bautista, sempre disponibile per gli altri.
Lui capì che era impossibile che un’altra donna era sparita nel nulla, soprattutto una ragazza come Juliana, una ragazza che non si sarebbe mai messa nei guai, perché odiava il crimine.
Bautista, insieme al suo inseparabile amico, Tano, decise di andare a parlare con il procuratore Eduardo. Era impossibile che in quel Paese sparissero donne così. È vero che ancora le organizzazioni di persone sono ancora presenti lì e lui ne era consapevole, ma voleva capire perché un’organizzazione del genere non era stata ancora smantellata.
In procura però non ebbe molte informazioni, sennonché aveva ragione sul fatto che l’organizzazione era molto grande e difficile da distruggere perché i colpevoli erano fin troppo, ma come nei miglior criminali la loro fedina penale era pulita, e non avevano alcun appiglio a cui aggrapparsi per poterli inchiodare.
Quello di cui si stava occupando Pascale erano dei nomi. Insieme al collega, il giovane Martin stavano indagando a fondo per poter risalire a qualche persona importante e cercare di avere un punto da cui partire e poter insistere. […]
Intanto i giorni passavano e notizie di Juliana niente.
Tutti gli amici di Rosario le stavano vicini, cercavano di confortarla.
Ma a cosa servono le parole di conforto, quando la sola cosa che vuoi al mondo è che tua figlia torni a casa?
Rosario però non si dava per vinta, e se qualche volta si abbatteva e pensava di non avere più le forze per andare avanti, guardava la foto della figlia e cercava di prendere lì la forza per cercarla. […]
Un giorno, uno come tanti altri, Ana aveva accompagnato suo figlio a scuola, con Andrea, la sua migliore amica.
Dopo aver lasciato il figlio nel giardino di scuola, lo salutò e poi andò via.
Dopo qualche isolato si scontò per caso con una persona. Questa persona era Bautista, insieme a Tano.
 
-Mi scusi, le ho fatto male?- disse subito Bautista.
-No, non si preoccupi.- Intanto, Tanto, che stava per scendere dall’auto, non aveva visto l’incontro-scontro tra l’amico ed Ana, e quando arrivò lì, fu sorpreso.
-Ah, allora vi conoscete, perchè mi hai mentito?- domandò Tano.
-Tano!- esclamò Andrea.
-Oh Andrea, ti stavo per chiamare. Allora Bautisa?-
-Tano, non fare il solito cretino. Ho solo urtato la signorina e non mi sono neanche accorto che era in compagnia di Andrea.-
-Visto che ci siamo facciamo le presentazioni.- disse Tano. .-Bautista, lei è Ana, l’amica di Andrea di cui ti ho parlato, Ana lui è Bautista il mio amico.-
-Piacere mio.- disse Ana.
-Piacere, e mi scusi ancora se le ho fatto male.-
-No, non è niente. E non mi dia del lei, per favore, non ho l’età per esser definita signora.-
-Va bene.-
-Avete portato Joaquin a scuola?- chiese Tano.
-Si, e voi dove state andando?- domandò Andrea
-Stiamo andando da Fabio.- rispose Bautista.
-Ci sono novità?- chiese subito Andrea
-No, ancora niente, stiamo passando solo per un saluto.- le rispose il fidanzato.
-Capito.- continuò Andrea. –Salutalo anche da parte mia, ci vediamo dopo.-
-Ok. Ciao amore. Ana.-
-Ciao Tano.- rispose Ana.
-Allora ciao Ana.- disse Bautista. -Andrea.-
-Ciao Bautista.- disse Ana, per poi continuare a camminare insieme all’amica.
-Però Andrea, non mi avevi detto che Tano avesse un amico così!-
-Ehi, guarda che sei sposata ed hai anche un figlio.-
-Ma non c’è nulla di male se dico che è un bel uomo.-
-Andiamo al centro commerciale, è meglio.-
 
[…] Nello stesso momento Bautista commentò con Tano l’incontro che aveva appena avuto.
 
-Tano, tu conosci bene Ana?-
-Si, perché?-
-No dico, non è niente male.-
-E se ti dicessi che è sposata da nove anni ed ha un figlio di otto?-
-Ma io non sono per niente geloso del marito.-
-Sei sempre il solito Bautista!-
 
I giorni passavano e la situazione non era cambiata per niente era tutto fermo come prima.
Juliana era sparita nel nulla.
I telegiornali non facevano altro che parlare di Juliana.
I giornali parlavano di Juliana.
Tutto parlava di Juliana.
Era sabato mattina quando Ana era a casa sua con il marito, il figlio, Astor e Dante.
Il figlio stava giocando in camera sua, mentre gli uomini chiacchieravano come sempre nel salone.
Ma Ana tornando in sala sentì una cosa che non voleva aver sentito.
In quel momento preferiva essere sorda per non ascoltare le parole e cieca per non vedere chi le pronunciava.
 
-Dobbiamo fare fuori quella Miguez. Juliana Miguez. Ci sta causando troppi problemi.- disse Dante.
 
Ad Ana cadde il mondo addosso, non poteva crederci che proprio loro avessero a che fare con la sparizione della ragazza. Non poteva crederci, era impossibile.
Com’è che le persone che le avevano dato più amore al mondo erano così cattive e meschine?
Come potevano aver rapito una ragazza? Come potevano essere così freddi per uccidere una ragazza?
No, quelle per Ana non erano le persone che l’avevano cresciuta.
Cercò di non farsi né vedere, né sentire da dietro la porta ed ascoltò un po’ la conversazione.
 
-Non possiamo ucciderla adesso; è la ragazza più richiesta. Grazie a lei il mercato sta andando molto bene.- disse Nicolas a bassa voce.
-Nicolas ha ragione, Dante.- disse Astor. –Aspettiamo ancora un po’. In fondo non abbiamo problemi e nessuno sospetta di noi. Se e quando avremo problemi decideremo cosa farne di lei.-
-Va bene.- disse Dante, ed in quel momento rientrò Ana.
-Eccomi qui, scusate.-
-Cosa fa Joaquin?- disse Nicolas.
-Sta giocando con il camion che gli ha portato tuo padre. È come impazzito.- disse la ragazza.
-Ana, amore, sicura che vada tutto bene?-
-Si, certo, perché?-
-Non so, sembri sconvolta.-
-Si, è vero. Ogni volta che vedo Joaquin felice, fa felice anche me.-
-Ora scusatemi, vado a chiamare un attimo Andrea.-
-Tranquilla.- disse Nicolas, mentre Ana si allontanò con il telefono per chiamare l’amica.
-Pronto Andrea, devo parlare con te urgentemente. No, ti prego, vieni tu, per favore. Ciao.-
 
Ana era sconvolta e ancora non si convinceva di quello che aveva appena sentito.
Il padre, l’uomo che non ti dovrebbe mai tradire, le aveva nascosto la sua personalità, il suo sporco e disonesto lavoro.
Il marito, l’uomo che un giorno le aveva promesso amore e fedeltà l’aveva tradita.
L’amico, Dante, li ha sempre coperti.
Chissà con quale coraggio si guardavano ancora davanti lo specchio, soddisfatti per il lavoro che facevano, contenti per non essere stati ancora scoperti ed arrestati, e poi la sera dormivano nei loro letti come se niente fosse, come se loro fossero le persone più oneste del mondo.
Ana iniziava ad avere paura. Paura per lei per Joaquin, per Andrea, per tutti.
Chi rapisce le persone non ha scrupoli.
La stessa Ana poteva essere vittima di quelle persone.
Ora aveva capito chi è che gestiva l’organizzazione più pericolosa del paese: il padre.
Voleva che tutto questo fosse solo un incubo, invece era la realtà.
Perché le è dovuto accadere questo? Continuava a chiedersi.
Si sentiva una loro complice, anche se in realtà era innocente.
Non aveva nulla da nascondere, o forse si?
In fondo ora sapeva il segreto che nascondevano gli uomini che stavano seduti nel salone di casa sua.
Ana, con grande paura tornò dal marito. Ma l’Ana che tornò in quella stanza era molto diversa.
Era diventata insicura, forse cattiva, ma quel che era certo è che la paura la possedeva.
Dopo mezz’ora si sentì suonare il campanello. La ragazza andò ad aprire. Era l’amica con il fidanzato.
 
-Ana, bella, che succede? Mi sto preoccupando.- Ana le fece segno di stare zitta.
-Non ora. Entrate.-
-Andrea, Tano, accomodatevi.- disse Nicolas accogliente, mentre Ana pensava a come poteva essere così gentile un uomo che rapiva le donne, le usava per scopi proibiti e poi le uccideva.
-Ana, tesoro, io torno alla tenuta. Questa sera ho degli ospiti importarti a cena con cui fare affari, e magari potresti venire.-
-No papà, ti ringrazio, ma non sono dell’umore di conoscere nessuno e vorrei evitare di farti fare pessime figure. Però può sempre venire Nicolas.-
-No, non ti lascio a casa da sola, o andiamo insieme o niente, come sempre.-
-Nicolas tranquillo, se vuoi andare puoi farlo.- Andrea capì subito qualcosa che non andava nella voce dell’amica.
-Nicolas, se vuoi Tano ed io possiamo rimanere con lei e Joaquin, così non resteranno soli.- disse Andrea.
-Visto, non sono sola. Vai, veramente. E poi Joaquin deve andare a dormire presto, domani ha scuola.-
-Hai ragione.- disse Nicolas, dandole un bacio sulle labbra e per la prima volta la ragazza disgustò il bacio. Disgustò quelle labbra, disgustò l’uomo di cui si era innamorata e con cui aveva fatto un figlio.
-Joaquin!- gridò Ana.
-Cosa c’è mamma?-
-Nonno, papà e zio Dante stanno andando via, non vuoi salutarli?-
-Si. Ciao Nonno.- disse il bambino abbracciandolo. –Zio Dante.- disse dandogli un bacio. – E tu papà perché vai via?-
-Perché devo lavorare con il nonno.- gli rispose -Però prometto che domani ti porto a scuola e ti vengo anche a prendere.-
-Va bene.- disse abbracciandolo.
-Ciao Ana.- disse Nicolas.-
-Ciao.- rispose lei. I tre uomini uscirono da quella casa, il piccolo salutò Andrea e Tano e poi tornò in camera sua per continuare a giocare.
-Allora, cos’hai?- disse subito Andrea.
-So chi gestiste l’organizzazione delle ragazze rapite. So chi ha rapito Juliana, la ragazza che state cercando.-
-Che stai dicendo?- disse Tano sconvolto.-
-Li ho sentiti parlare prima.-
-Che vuoi dire li ho sentiti parlare? Qui c’erano solo Astor, Nicolas e Dante.- disse Andrea, mentre capì cosa intendeva dichiarare l’amica.
-E’ mio padre il capo. Astor Monserrat.-
   
 
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