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Autore: Krizia    05/12/2011    5 recensioni
Salve a tutti...di nuovo ^^ a causa di un mio errore la redazione mi ha fatto gentilmente notare che effettivamente la mia storia presentava qualche piccolo problemuccio....ad ogni modo...eccomi qui,di nuovo,con la mia prima fanfic dove osserveremo una Lucy indipendente che si scoprirà poi innamorata a tal punto da sacrificare se stessa...cosa accadrà infine? beh,leggetelo e lo scoprirete, ;) un bacio a tutti i lettori ^^
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lucy richiuse alle sue spalle la porta di una camera a caso, non era la sua, ma era poco importante, tutto ciò che la preoccupava in quel momento era restare da sola, lontana da Natsu, lontana da Lisanna…semplicemente lontana. Non era da lei esternare tutta la sofferenza che provava a causa di quei sentimenti così marcatamente contrastanti, a causa dell’amore e dell’odio. Tuttavia anche lei aveva bisogno di sfogarsi a volte, ma tutte le volte che capitava sembrava non esserci proprio nessuno con cui poterlo fare. E allora ogni cosa, ogni dolore, ogni preoccupazione, ogni sofferenza, veniva affrontata in maniera così naturale da sembrar banale. Semplicemente veniva affrontata. Anche se da sola. E’ così che era cresciuta dopotutto, si disse mentre iniziò a piangere silenziosamente con la testa appoggiata alla porta, seduta sul pavimento; si era rannicchiata su se stessa, da piccola la faceva stare meglio quando si sentiva turbata, ma in quell’occasione non serviva a granché, aveva ormai realizzato che la scena di poco prima aveva gettato ulteriore benzina sull’incendio che da sola aveva appiccato al suo cuore, facendolo ardere nel suo silenzioso inferno personale.
Cercò se non altro di trattenere tutti i singhiozzi che da soli si facevano sentire di tanto in tanto, ricordandole che nonostante i suoi sforzi, aveva un gran bisogno di piangere e sfogarsi. E alla fine cedette, decise di non opporre più resistenza, lasciò che le lacrime scorressero sul suo viso come un eterno diluvio che si abbatte su di un piccolo pianeta senz’acqua.
Perse del tutto la cognizione del tempo durante il suo sfogo, ma si ripromise che quella sarebbe stata la sua ultima notte di sofferenze, ne aveva vissute fin troppe nello stesso modo ultimamente e se le cose non erano ancora cambiate, evidentemente era destino che non cambiassero. Aveva deciso Lucy di non versare più una lacrima per questo motivo, per questa sua pena che l’aveva segnata fin troppo e sull’onda di questi pensieri la ragazza, oltre alla cognizione del tempo, perse anche i sensi, vittima sacrificale della stanchezza di un giorno troppo pieno di eventi diversi tra loro.
“Lucy-chan! Lucy-chan svegliati!”
Lucy sentì una voce chiamarla ma non ne voleva sapere di riaprire gli occhi. Non ancora. Aveva bisogno di altro tempo, riusciva ancora ad avvertire la pesantezza delle palpebre che….già, le palpebre. Solo in quel momento Lucy ricordò che doveva aver pianto per gran parte della nottata e che quindi aveva di sicuro un’espressione distrutta stampata sulla faccia.
“Lucy se non ti svegli ti faccio riportare alla gilda, mi inizio a preoccupare…”
A tali parole Lucy riaprì gli occhi constatando che a differenza di quanto si ricordava, era distesa su un letto e non si trovava per terra come credeva di essersi addormentata. Girò lo sguardo verso la direzione dalla quale proveniva la voce e vide Sirio davanti a lei.
“Sirio…ma dove eri finito?? Ieri…non ti ho trovato…ti ho cercato…” disse Lucy con una voce più roca di quanto si aspettasse.
“Ho già parlato con il tuo amico prima e mi ha spiegato cosa è successo; in realtà ero certo che tutti voi steste dormendo per questo motivo avevo deciso di passare la notte a casa mia anziché nella villa…quando sono tornato e ho visto che molte cose erano sottosopra ho chiesto delucidazioni ai tuoi amici…ho spiegato loro che in fondo anche io ho una casa a cui pensare ma, detto tra noi, credo che il tuo amico dai capelli rosa non mi creda granché. Forse gli sono antipatico” disse Sirio facendo un occhiolino a Lucy per canzonarla e farla tornare sorridente ma tutto quello che ottenne fu uno sguardo inespressivo e indifferente.
“Non lo so. Chissà. Magari hai ragione, forse non gli sei simpatico. Ad ogni modo non mi interessa, non sono qui per questo”, fu la secca risposta della biondina che si alzò di scatto dal letto uscendo dalla stanza alla ricerca di un bagno.
Lucy ritornò nella sua stanza frugando tra le sue cose dopodiché si diresse nel bagno più vicino per poter affogare ogni suo pensiero in una doccia rilassante. Sembrò un vero e proprio toccasana il suo, ne uscì molto più rilassata anche se ovviamente tutti i suoi pensieri erano sempre lì, fissi a tormentarla.
Ora basta, devo solo limitarmi a portare a termine l’incarico” si disse  mentre finiva di vestirsi. Scese di fretta le scale per dirigersi nella cucina del pian terreno, evitando di proposito quella del primo piano. Trovò Happy nel salone che stava svegliandosi proprio in quel momento
“Buongiorno Lucy…”
“Buongiorno a te gattaccio” fu la risposta della ragazza che gli sorrise per farsi perdonare della battuta. “Vado a far colazione Happy, se vuoi vieni con me” “Aye!”
La giovane maga non poté fare a meno di notare che nel tragitto che aveva percorso per arrivare nella stanza non aveva incontrato il Dragon Slayer. Continuò a guardarsi attorno incuriosita ma alla fine cedette alla curiosità di sapere e si rivolse all’exceed.
“Happy, ma…Natsu e Lisanna? Non li ho ancora visti stamattina…” disse Lucy mostrandosi il più indifferente possibile constatando che mancavano entrambi.
“Ho visto Lisanna dormire sul divano prima ma Natsu non l’ho visto, aye”
“Capisco…beh se è così…lascia riposare Lisanna, andrò a fare un giro fuori la villa. Perlustrerò un po’ l’esterno della dimora” detto questo, la maga degli spiriti stellari andò via dalla cucina dirigendosi verso l’uscita dell’abitazione. Iniziò a girovagare per il giardino fermandosi ad osservare ogni più piccolo particolare, a partire dallo strano colore di alcuni fiori fino a soffermarsi sulle forme delle statue lì presenti, si illuse che anche questa distrazione la aiutasse a non pensare al giorno precedente. Dopo aver camminato per un po’ di tempo decise di rientrare, dato che non solo non aveva notato nulla di strano, ma non aveva nemmeno visto Natsu in giro.
 Ritornata all’interno dell’abitazione fece di tutto per evitare lunghi discorsi con Happy e Lisanna e raggiunse quanto più in fretta possibile la sua camera. Dopo essersi chiusa a chiave si distese sul letto, stanca. Si sentiva davvero stanca. Riusciva quasi a percepire l’inespressività che molto probabilmente doveva potersi leggere sul suo volto ma sapeva anche che questa era stata causata da troppe notti insonni, passate proprio come la precedente. Chiuse gli occhi sospirando piano, come se temesse di far troppo rumore, cercò di svuotare la sua mente, lasciando che il sonno la facesse preda del suo potere.
Quando si risvegliò avvertì attorno a lei un piacevolissimo calore che la avvolgeva, non avrebbe voluto muoversi nemmeno, come se potesse restare al caldo per sempre; poi notò un altro particolare, aveva al collo la sciarpa di Igneel. Di nuovo. E lei non ricordava di averla indossata, sapeva di non aver nemmeno incontrato il Dragon Slayer. Si voltò di scatto dal lato opposto cui era solita addormentarsi e notò che c’era Natsu sul letto, che si era addormentato con un braccio attorno alla sua vita. Doveva essersi mossa troppo bruscamente, di fatti anche il ragazzo accanto a lei cominciò ad aprire gli occhi.
“Sc-scusami..n-non..non volevo svegliarti” disse lei notevolmente imbarazzata.
“Che dici Lucy…mi sono svegliato da solo” rispose Natsu mostrandole un sorriso così radioso da farle quasi dimenticare che si era ripromessa di restare una sua semplice amica del tutto indifferente a quel suo splendido sorriso. Non potè evitare di sorridergli a sua volta, ignara di quanto quel suo piccolo gesto potesse far felice il ragazzo.
 Natsu le bloccò all’istante le mani nelle sue, puntando i suoi occhi in quelli di Lucy
“Spiegami perché ieri sei fuggita via a quel modo” le disse con una punta di tristezza visibile nei suoi occhi.
“N-non capisco a cosa ti riferisci” rispose lei distogliendo la sguardo, ma Natsu la obbligò a fissarlo negli occhi. “Sei…sparita così…mi hai anche cacciato” spiegò infine Natsu rivelando cosa lo aveva realmente infastidito.
A tali parole Lucy non sapeva come rispondere. Il cuore le batteva più forte di quanto doveva, sapeva che stava per cedere di nuovo, sapeva che non avrebbe potuto resistere a lui. Quel suo sguardo così tormentato in attesa di una sua risposta stava per mandare all’aria nuovamente il suo proposito. Non era ancora riuscita a trovare le parole adatte per rispondergli ma fu Natsu stesso a spronarla a rispondere, la stese di nuovo sul letto mantenendo lo sguardo fisso nel suo, lasciando Lucy senza fiato per una manciata di secondi. Quel contatto era troppo vicino, semplicemente troppo per lei per poterci rinunciare così facilmente e proprio in quell’istante realizzò di aver ceduto nuovamente. Di aver ceduto a lui, al suo sguardo, alle sue mani che stringevano le sue. Aveva rinunciato al suo proposito per l’ennesima volta ma era stranamente felice. Il solo vedere Natsu in camera sua le riempiva il cuore di gioia, ma il ritrovarselo così vicino a lei, sul suo letto, le faceva perdere del tutto la razionalità.
“Natsu, io…non sono scappata ieri” cominciò a spiegargli sorridendogli, facendo tranquillizzare il Dragon Slayer che le sorrise di rimando.
“E’ solo che…beh…” Lucy si rese conto solo allora che non sapeva come giustificare il suo atteggiamento ma proprio mentre pensava a cosa dire udirono entrambi un urlo proveniente dal piano di sotto. In meno di una frazione di secondo i loro occhi parlarono tra loro mettendosi silenziosamente d’accordo e scappando verso il luogo della villa dal quale avevano sentito provenire l’urlo.
Quando arrivarono nel salone videro di nuovo il fenomeno del giorno precedente. Nella stanza vi erano Happy, Sirio e Lisanna che questa volta non si limitavano ad assistere alla scena ma ne erano vittime, cercavano di scansare gli oggetti che si muovevano per colpirli.
“Attenzione ragazzi!” urlò Lucy quando si rese conto di ciò che stava succedendo. Ebbe a malapena il tempo di finire di parlare che un enorme vaso di ceramica stava per scagliarsi sulla testa di Lisanna, urlare di nuovo non sarebbe servito a niente così si lanciò di scatto sulla ragazza spingendola per terra, riuscì a evitare che il vaso si scagliasse sulla ragazza ma non riuscì a fare in modo che lo evitasse anche lei; accadde tutto in pochi secondi, tutti che guardavano la scena impotenti, Lucy che lasciò cadere Lisanna per terra e il vaso, che sembrava volerla colpire, andò a colpire Lucy violentemente sulla testa che cadde all’istante, riuscendo a percepire le voci degli amici preoccupati che la chiamavano prima di perdere del tutto i sensi.  
  
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