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Autore: fabiano pattinson    05/12/2011    5 recensioni
La storia parla di un Ragazzo di nome Stefan che va in America dai Suoi nonni per la perdita dei genitori ,
Solo che nel viaggio l’areo subisce un guasto al motore, cadendo su un isola sperduta. Gli unici superstiti
Dell’aereo sono : Stefan, una ragazza di nome Adrian e, una Donna incinta di nome Kris. Loro tre cercheranno di sopravvivere restando sull’isola per 3 mesi. solo che però quando Stefan ritornerà in America scoprirà che i suoi nonni sono morti per un ictus e un tumore al cervello quindi il ragazzo verrà rinchiuso in un collegio. Adesso vi lascio leggere con calma la mia storia “Buona lettura”.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1° capito: Imbarco

Mi trovavo in aeroporto, in attesa per fare il check-in.
La mia destinazione:  America. Si, dovevo proprio lasciare la mia adorata terra, la mia adorata Australia, Sidney. Tutto questo solo per un brutto incidente: la morte dei miei genitori. Loro erano morti in un incidente stradale, quindi non potevo rimanere da solo.
Venni affidato dagli assistenti sociali ai miei unici parenti: i miei nonni materni, residenti in California.Odiavo gli aerei! Mi sentivo come chiuso in una gabbia maledetta, senza poter respirare.
Ma, purtroppo, ero costretto a prenderlo.
Appena misi piede dentro l'aereo, una Hostess mi diede il benvenuto. Le sorrisi e presi posto nel mio sedile, già stabilito. Posai la valigia e mi sedetti, abbandonandomi sulla poltrona.
Mi voltai alla mia destra e vidi una donna che mi stava fissando sorridente. Ricambiai il sorriso e la fissai, da capo a piedi.Subito notai una sporgenza nel suo corpo: era incinta. Accennai ancor di più il sorriso e tornai a fissare davanti a me, chiudendo gli occhi.
Ad un certo punto, una voce, che doveva essere quella del comandate, annunciò la partenza. Scoppiai in lacrime, senza un motivo valido.La donna accanto a me si voltò preoccupata, poggiando una mano sulla mia spalla.
"Cos'hai ?", chiese la donna.
Gli rivolsi il mio sguardo, triste, e le risposi, "Non voglio partire!", esclamai, continuando a piangere.
"E allora perché sei qui?", continuò, accarezzandomi la spalla.
"Sono stato costretto. Dagli assistenti sociali", e li sentii il bisogno di dovermi confidare con qualcuno.
"Spiegati. Sempre se vuoi", mi disse la donna dolcemente ed io cominciai a raccontare.
Dopo aver spiegato la mia storia alla signora io gli dissi:
“Lei come si chiama ?” la signora non attese neanche un secondo e mi rispose:
“Io mi chiamo Kris, mentre tu come ti chiami ?” io risposi
“Mi chiamo Stefan” la signora appena udito il mio nome mi disse:
“Allora Stefan mi puoi dare del tu a me come degli amici visto che ormai siamo diventati amici”.
Io chinai il capo e risposi:
“Va bene Signora Kris: amici”.
Si era fatta notte su quello aereo, la signora Kris dormiva felicemente su quello scomodo sedile, in pratica tutti dormivano.
Ma io no, avevo solo un fisso pensiero che mi turbava nella mente: “Arriveremo mai in America”. Si mi turbava la mente …
Ero ancora con gli occhi aperti non riuscivo proprio dormire, erano circa le 3 di notte faceva molto freddo,
allora mi alzai un secondo per andare a prendere il pail dall’hostess, e tutto ad un tratto l’areo comincio a tremare, faceva su e giù, allora io capii subito che c’era
qualcosa che non andava e allora inizia ad urlare, per primo chiamai subito Kris dicendogli che l’aereo stava precipitando.
Dopo due secondi l’hostess si avvicinò dicendo, che si doveva mantenere la calma, e respirare…
Il mio pensiero era per kris era incinta e avevo paura per la sua vita, allora io subito l’abbracciai e gli dissi:
 “Non ti lascerò mai… riusciremo a farcela” nel frattempo gocce di lacrime scorrevamo sia il mio viso e sia il suo, poi lei mi rispose:
“Stai tranquillo non sta succedendo niente è solo una turbolenza” annuii senza dire una parola.
Erano passati ormai 10 minuti e quel tremore continuava, e la mia paura saliva, tutto ad un tratto sentimmo al microfono la voce del comandante che diceva che per guasto al motore l’aereo era andato in tilt.
Io e Kris ci alzammo per prendere le nostre cose, nel frattempo la gente urlava, correva, piangeva, non c’era più nulla da fare, allora io urlai dicendo “Cosa succederà?? Aiuto”…
 

  
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