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Autore: MissyHarry    05/12/2011    0 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DIE WITH YOUR BOOTS ON

 

 

Le due ragazze aggrappate alla ringhiera attendevano impazientemente l'arrivo in porto della nave delle sette e un quarto. Non un minuto di ritardo; stava virando, ancora poco e sarebbe approdata. Gli anfibi di Revy, bagnati dagli spruzzi delle onde, la ancoravano alla prima sbarra della ringhiera, mentre ciondolava avanti e indietro. Eda la fissava mordicchiarsi il labbro, in attesa. "Non sei abituata a stare ferma, uh…? Si può sapere chi è che stai aspettando…?" 

La rossa era stata molto vaga la sera prima, quando allo Yellow Flag le aveva chiesto un favore.

"Senti, stronza, hai presente di quella volta che con Liso Flitto ti ho platealmente parato il culo…?" Le aveva ricordato, tra uno shot e l'altro di whiskey. L'americana l'aveva squadrata dall'alto dei suoi occhiali, accavallando le gambe. "Embè? Hai bisogno di qualcosa, scroccona…?" Revy aveva sorriso (o meglio, aveva accennato a una smorfia amichevole) e l'aveva rassicurata: "Nessun lavoro, non preoccuparti… Solo, sai, voi della Chiesa della Violenza siete sempre così aggiornati sull'arrivo delle navi in porto…" Eda aveva alzato un sopracciglio, sospettosa, e le aveva chiesto se le servissero armi o simili, ma la pistolera, no, aveva solo bisogno di sapere quando arrivava la nave dall'India. Perché proprio dall'India l'avrebbe scoperto quella mattina, dopo averla convinta a farsi accompagnare; la sua curiosità, da brava spia, non si esauriva mai, e la faccenda era troppo strana. Solitamente gli ordini di Balalaika per la Lagoon passavano prima dalla Chiesa, o comunque dalle sue orecchie; ma che lei ne sapesse, non c'era nessuna missione da compiere in quei giorni.

"Revy? Ti ho fatto una domanda". Eda le sventolò una mano davanti al naso, richiamando la sua attenzione. "Mh. Te l'ho detto, aspetto qualcuno" le rispose lei, un sorrisetto stampato sulla faccia. "Ancora un minuto e lo vedi pure tu".

 

Dalla nave in arrivo, un paio di indiani armati pattugliavano il ponte. Sembravano non prestare la minima attenzione all'uomo che, con un cenno del capo, aveva cercato un tacito assenso per uscire dalla stiva e accendersi una sigaretta. Gettavano ogni tanto vaghi sguardi di disprezzo a quell'inglese che sorrideva beffardo. L'uomo, lo zippo in mano, si benedisse mentalmente per aver optato per un abbigliamento leggero, e accese con un colpo secco la sigaretta stretta fra le labbra. Si sporse in direzione del porto, i corti capelli biondi spettinati dal vento e gli occhi scuri rivolti verso le poche persone in attesa. Si focalizzò su una in particolare, e sorrise, agitando una mano.

 

"…Quello là! Lo vedi?" Indicò Revy alla compagna. Eda aguzzò lo sguardo. "Uh, l'indiano?" "Ma no, cretina!" La rossa le prese il mento fra le dita, indirizzandola verso l'obiettivo "… Quello che sta fumando. Quello sul ponte che… Oh! Quello che saluta!" La bionda sorrise ebete, aggiustandosi gli occhiali. "Oh, ma quindi…. Aspettavi un uomo, eh? Uh, carino!" La risposta fu un prevedibile pugno, che la suora schivò prontamente. "Ah, povero Rock… Questo significa che qualcuno dovrà consol…" Venne interrotta dallo sguardo omicida dell'amica. "Se non la smetti, ti apro un secondo buco del culo!" le sbraitò dietro. Erano tanto impegnate a scannarsi, che quasi non si accorsero dell'attracco della nave. Revy si voltò di scatto, abbandonando la lite e correndo verso i pochi passeggeri che stavano scendendo. Era una nave mercantile, e di sicuro non il mezzo per un viaggio di piacere. L'uomo che scese per primo, sorridendo, si diresse verso la rossa, spalancando le braccia e gettando a terra il borsone. "Revy…!" La ragazza gli lanciò le chiavi dell'auto, avanzando verso di lui. "Mark! Cazzo, quanto tempo è che non ci vediamo??" Fu spintonata da parte prima di raggiungerlo dall'amica, che tese ammiccando la mano. "Piacere, Eda! Oh, e non farti ingannare dall'abito…" "…Nonostante sia vestita da suora rimane una cogliona!" La rossa la spintonò con una gomitata, cercando di riottenere l'attenzione dell'uomo che le stava stringendo la mano con sguardo divertito. "Lasciala perdere", tagliò corto. "Oh, non preoccuparti…" Mark le passò un braccio intorno alle spalle, inspirando a pieni polmoni. "Aaah, Roanapur! Quanto tempo è che non sentivo questo profumo di marcio…" Ridacchiò, fiero del suo pessimo umorismo inglese, e si fece accompagnare dalle due ragazze alla macchina.

 

 

Le pagine del quotidiano scrocchiavano svogliate sotto le mani di Rock che gettava sguardi persi alle varie notizie. "Novità?" chiese Dutch, sporgendo la testa dalla spalla del ragazzo. "Nah… Niente di niente" sbuffò, scuotendo la testa "Senza Revy questo posto è un mortorio". Benny ridacchiò. "Detto così, sembra quasi che ti manchi!" Uno sguardo eloquente del moro bastò a rispondergli. "Non che mi dispiaccia, un po' di tranquillità…" Sospirò, accendendosi una sigaretta... pochi secondi prima che Revy aprisse la porta dell'appartamento con un calcio. L'informatico gli lanciò un'occhiata. "Come non detto!" sorrise, alzando le spalle. Rock roteò gli occhi e focalizzò l'attenzione sulla new entry che stava varcando la soglia insieme alle due ragazze. "Ciao Eda… Uhm, piacere…" Si alzò, tendendo la mano verso l'uomo che, gettata la borsa, si stava accomodando in cucina, appoggiando i piedi sul bordo del tavolo.

"Benny! Dutch! Che piacere vedervi!" Salutò, ignorando completamente la mano tesa del giapponese. "È passato tanto di quel tempo, ma questo posto rimane sempre lo stesso!" Dutch alzò una mano sorridendo, mentre Benny gli diede una pacca sulla spalla, spingendo verso di lui il portatile appena acquistato. "Beh, non tutto!" Rock sorrise imbarazzato, pronto per essere presentato. "…Ho cambiato il portatile, questo è quello nuovo! Bello, eh?" "Wow!" Esclamò Mark, l'attenzione catturata dal computer "che macchina è?" Rock distolse lo sguardo sospirando, sentendosi deliberatamente escluso. Quasi a leggerlo nel pensiero, lo raggiunse Eda, l'unica che sembrava esclusa da quella strana 'riunione di famiglia'. "Allora, tesoro? Come ti sembra il nuovo amichetto di Revy…?" Chiese, sedendosi sul tavolo di fronte al ragazzo. "Uhm…" Rock lo squadrò da capo a piedi: i corti capelli biondo cenere e la carnagione pallida tradivano le sue origini inglesi, oltre all'accento; la strana t-shirt di un gruppo musicale (non riusciva proprio a ricordare chi fossero) gli toglieva almeno tre o quattro anni, e i jeans chiari erano infilati a casaccio in un paio di consunti stivali da motociclista. 'Ah, va pure in moto, sto qui… Sarà contenta Revy… ' pensò fra sé e sé.

Quest'ultima si stava giusto appoggiando alla schiena del nuovo arrivato, cercando di distoglierlo dal nuovo giocattolo di Benny. "Ehy, invece che guardare ste stronzate, senti un po'! Oggi ti porto da un tizio che noleggia moto… Ti va di fare un giretto?" Rock alzò un sopracciglio, mentre lo squillo improvviso del telefono soffocò la risposta eccitata dell'uomo. "Vado io!" Esclamò Eda, alzando la cornetta. "Pronto? …Oh… Sì, sono in casa… Te lo passo subito" rispose, tendendo la cornetta a Rock. "È Balalaika, ti vuole" annunciò, con uno sguardo pieno d'aspettativa. Il ragazzo tentò di ignorare la curiosità trasudante dai suoi occhi e prese il telefono con una mano, tentando con l'altra di schermare il vociare della stanza. "Pronto, Balalaika? Sono…"

 

"Japonski!" il freddo accento della donna riempiva lo studio dell' Hotel Moskow. Uno scatto dell' accendino offertole da Boris diede la fiamma al sigaro che teneva stretto fra le labbra. "Che piacere sentirti. Va tutto bene, lì alla Lagoon? Cos'è quel casino?" Non ascoltò nemmeno la risposta di Rock, che già aveva ricominciato a parlare. "Ascoltami bene. Abbiamo un piccolo problema, qui. Oh, niente di importante" gettò uno sguardo divertito all'impaurito informatore che cercava di farsi sempre più piccolo sotto gli occhi della russa "Solo, abbiamo qui una persona che muore dalla voglia di parlarci, ma sa solo il giapponese. Potresti darci una mano tu, hmm?" L'uomo, che di tutta la frase aveva capito solo la parola 'muore', aveva cominciato a tremare e a gemere. Balalaika sbuffò. "E fai in fretta" fece una smorfia "la faccenda sta diventando disgustosa".


~

Mi prendo un piccolo spazio - autrice...
Ho pubblicato due capitoli con poca distanza l'uno dall'altro, è che ne ho già scritti un po' e se la storia ce l'ho già in testa li sforno velocemente :)
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, e sarebbe gradito un commento, anche critico (anzi!) per sapere se vale la pena continuare o se è meglio che mi dia all'ippica... Al prossimo capitolo!
Harry

  
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