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Autore: lilyblack90    26/07/2006    4 recensioni
Hermione ha passato un'estate maginifica con il suo primo vero ragazzo. ma purtroppo, finita l'estate, lui è dovuto partire. hanno continuato la loro storia per tre mesi, ma l'arrivo dell'inverno ha congelato anche il loro amore. ora siamo all'estate dopo. i due si r'incontrano nel loro parco. ma qualcosa dice a hermione che niente sarà più come prima. e ha ragione. leggete e, se volete, recensite!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze importanti

Avvertenze importanti: allora, questa mini fic la scrissi con altri nomi. in realtà, a dirla tutto, racconterebbe ciò che è successo a me l'altra estate. visto che non sapevo come impostarla per Hermione, noterete che il nome del ragazzo non viene mai scritto. io m'immagino che sia un babbano che ha conosciuto durante la vacane estive. ma voi potete immaginarvi chiunque, anche draco e ron, che per un anno scolastico sono partiti. buona lettura.

 

Dopo quasi un anno si sono ritrovati. eccoli lì, nel parco dove la loro storia ha avuto inizio. hanno vissuto momenti felici lì. momenti pieni d'amore e di passione. ma la fine arriva per tutti. ed ora è il loro momento. era notte. il cielo si preparava a un temporale. ma a Hermione non importava. Chi osservava il suo sguardo non avrebbe compreso la moltitudine di pensieri che facevano breccia nella sua mente. Teneva la testa china leggermente in avanti. Gli occhi bassi, freddi, quasi rassegnati. “mi dispiace molto per come è finita…mi sento in colpa…sono stato uno stupido, lo so” parole scontate,  solo parole uscite dalle labbra di Lui. Quelle stesse labbra che un anno fa erano state capaci di dire frasi tenere incoraggianti e che ora esprimevano solo banalità. Hermione mosse piano il piede sul muretto grigio. Le sue mani stringevano la ringhiera del laghetto. Il metallo freddo sotto la pelle le dava una sensazione di un gelido abbandono. Non voleva più sentire niente. Non voleva più vedere il viso di colui che più amava e odiava. – ascolta, quest’estate possiamo essere semplici buoni amici!-

Quelle parole stonavano in quel contesto quanto una chitarra elettrica mal sincronizzata in un concerto di flauti. Amici? Voleva che diventassero amici? Come poteva chiederle una cosa simile?

Aprì la bocca, cercando di rispondere qualcosa, ma nessun suono ne uscì. – io tengo ancora molto a te…ma quest’estate sono legato a un’altra ragazza…e tu lo sai!- che cos’era quel tono di accusa nella sua voce? Gli occhi di Hermione sfrecciarono per un momento alle mani intrecciate di lui, posandosi sull’anello che abbracciava il suo medio destro. Era per quel cerchio di ferro che lui rinunciava alla rinascita della loro storia? La tensione nel suo stomaco si fece sentire più forte che mai. Gli occhi le pizzicavano. Distolse lo sguardo da quelle mani che avevano accarezzato le sue un anno fa e tornò a guardare l’acqua torpida. Lentamente alzò lo sguardo verso il cielo nero, coperto di nuvole. Sentì un brivido lungo la schiena. Tremò. Lui se ne accorse – hai freddo? Vuoi tornare dagli altri?- lei scosse la testa – è l’umidità…estiva…- ma cosa stava dicendo? Non riusciva a razionalizzare. Il suo cervello adesso era vuoto. Tutto ciò che aveva avuto in mente di dire era scomparso. Voleva essere sincera con lui, come lo era sempre stata. Ma cosa suggeriva la sua sincerità? “io ti amo, ti prego torna da me” ? le sembrava estremamente banale.  Fece due passi indietro e si sedette in una panchina. Lui la seguì con lo sguardo, prima di imitarla. Hermione teneva le mani sulle ginocchia, per metà coperte dalla maglietta nera senza spalle. Si era vestita elegante per lui…tutto inutile! – vuoi…- cominciò lui, ma  Hermione si portò le mani sulle orecchie e scosse la testa ancor prima che terminasse la frase: non voleva ascoltarlo, non voleva sopportare le sue scuse. Non voleva niente…anzi, forse qualcosa la voleva…voleva dimenticare per un attimo quel momento e tornare indietro nel tempo, nell’estate di un anno fa. Eccoli, seduti nella panchina vicina a quella dove si trovavano ora. Lei lo abbracciava, mentre lui giocherellava con i suoi capelli. Le diede un bacio sulla fronte, poi la guardò – lo sai che tra pochi giorni partirò?-  Hermione annuì – però ascoltami…voglio che tu ti ricordi che potrai sempre contare su di me…se ti sentirai sola, chiamami. Se avrai bisogno di me, io verrò! Capito?- - sì…- si baciarono.  Hermione aveva riposto tutte le sue speranza in quelle parole, prima di scoprire quanto si rivelarono false. – NO!- Hermione urlò a mezza voce. Lui la guardò spaventato. La ragazza si alzò, tornata di colpo alla dura realtà. Le lacrime che fino a ora aveva trattenuto, cominciarono a scenderle lungo il viso contratto dalla rabbia : - avevi promesso! Dicevi che potevo contare su di te! Invece guarda come è finita!- lui si alzò in piedi – ti ho detto che mi dispiace! Non so perché mi sono comportato così! Ti chiedo solo di non odiarmi! Diventiamo amici! Perdona i miei sbagli! Ti prego!- allungò un braccio. Hermione abbassò lo sguardo: la propria mano veniva stretta dalla sua….dalla sua mano maledetta…quella che portava l’anello di un’altra. Sorrise senza gioia. Con calma portò la mano di lui all’altezza dei loro visi. Guardò l’anello – come puoi chiedermi di perdonarti…con quest’anello?- lasciò cadere il suo braccio. Un lampo illuminò i loro visi per un secondo. Hermione vide gli occhi di lui: era a disagio! Lei lo stava innervosendo. Qualche goccia cominciò a scendere, prima che cominciasse a piovere a dirotto. Loro non si mossero. Il loro gruppo stava ridendo e gridando, pronto ad andare a cercare un riparo. Le lacrime di Hermione si mischiarono con la pioggia; le scacciò via con una mano. Da qualche punto imprecisato sentì gli undici rintocchi del campanile: - devo andare a casa…- mormorò. Lui annuì – ti accompagno.- s ‘i incamminarono sotto la pioggia. Hermione era bagnata fradicia, ma non ci faceva caso. Non sentiva freddo. Pensò a quanto strano fosse ripercorrere quella strada al suo fianco, come l’altr’anno. Lui parve pensare la stessa cosa. “ma,come tutte le cose che stanno accadendo, anche questa è diversa” pensò lei. L’altr’anno percorrendo quella strada si tenevano per mano. Ora erano l’una distante dall’altro. L’anno scorso lui era la persona di cui Hermione si fidava di più. Adesso non ne era più sicura. Un anno fa lei viveva in un sogno stupendo, con lui. Proprio lui, che le aveva fatto conoscere il Paradiso. Ora stava vivendo un incubo sempre con lui, che adesso le aveva fatto conoscere l’Inferno. L’altra estate era una benedizione camminare verso casa accompagnata da lui. Adesso era una maledizione che la stava facendo morire. Arrivarono sotto casa. Lei lo fermò – non andare avanti…almeno lì lascialo come l’altr’anno…- entrambi guardarono lo spazio davanti alla porta dove l’altra estate si salutavano con un bacio e una frase tenera. Lui annuì – io vado…ciao…- lei ricambiò il saluto con un gesto della mano. Lo guardò allontanarsi. Come l’anno scorso. Ma se l’altra estate lasciava dietro di sé felicità e speranza, ora abbandonava solo tristezza e tanta delusione. Mentre la pioggia cessava e il cielo cominciava a schiarirsi, Hermione si asciugò per l’ultima volta le lacrime, prima di entrare in casa e chiudere la porta, lasciando fuori tutti i ricordi e le illusioni di un’estate migliore. Le stesse illusioni divenute realtà l’estate prima e rimaste solo e semplici illusioni quest’estate. Ormai erano semplici illusioni d’estate.

 

se siete arrivati fin cui, potete anche fermarvi altri 2 secondi e commentare,vero? vi plego!!! grazie!

  
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