Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: LoryGreyRobsten    05/12/2011    10 recensioni
"forse la paura di una nuova delusione può far sì che tu non ti affezioni alle persone...
non lasciare che rabbia e qualche vecchio rancore non facciano uscire ciò che di buono hai nel cuore.."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap 2
Yep! Eccomi qui con un altro capitolo! :)
Non so che dire, pensavo che la storia non sarebbe piaciuta, ma vedo che mi volete tutte così bene da appoggiarmela (sisi lo so, è tutto affetto il vostro, ma prometto che farò del mio meglio per renderla bella)
Grazie alle persone che hanno recensito e ai commenti vari su facebook, mi avete motivata :)
Ho cercato di allungare questo capitolo per non lasciare due parole messe in croce come col primo xD A me la storia sembra banale, scontata, noiosa, però vedo che qualcuno apprezza ... e poi mi sento di scrivere....ergo continuo xD
Ok fine del poema personale, la parola a..... leggete sotto!
Lory


Pov Kris

Il volume della TV era alto, il presentatore faceva delle domande velocissime e anzichè le risposte esatte per continuare il gioco bisognava dare quelle sbagliate...il gioco naturalmente era a tempo. Che ansia.
Cercai di non dar ascolto a ciò che veniva detto in TV e a concentrarmi sulla cena, mamma sarebbe arrivata di lì a poco. In effetti non riuscivo a concentrarmi nemmeno su quello, la mia testa era altrove: stavo pensando a cosa mettere più tardi, Jack con mia grande sorpresa mi aveva chiamata e mi aveva chiesto di uscire....non mi fidavo di lui, era una persona ancora più fredda di me, asociale, scontroso e sembrava non avere un briciolo di, non dico sentimenti, ma emozioni; sapevo cosa voleva,me lo chiedeva da una vita, ma tanto la cosa non mi toccava più. Perciò alla fine avevo accettato, in fondo un pò di sano sesso mi avrebbe solo fatto bene.
Il tempo passò in fretta tra le chiacchiere di mamma che raccontava la sua giornata lavorativa, il casino dei miei fratelli che sghignazzavano e si insultavano litigando per ottenere il telecomando (manco fossero bambini di 4 anni!!!) e mi ritrovai presto nella cabina armadio della mia camera, al piano di sopra, che mi fissava come per voler dire "ti muovi a vestirti? o rimani  direttamente in reggiseno e mutande? non che i vestiti ti serviranno" risi da sola a quel pensiero. Alla fine optai per i miei skinny, una canotta piuttosto scollata e una camicia sbottonata sopra. Infilai le mie Converse grigie e uscii di casa, accendendomi una Lucky mentre lo aspettavo.
Mi diede giusto il tempo della sigaretta e arrivò, salii in macchina e mi salutò con un freddissimo "ciao", cazzo un minimo di entusiasmo no? In fondo stavo per dargli ciò che voleva da mesi.
Mi portò appena fuori Londra in un motel aperto da poco, menomale che c'era la musica in macchina, non spiccicava una parola e metteva in soggezione.
Entrammo e lui si tolse subito la maglietta.
"Ho caldo, sai, fai quest'effetto" apperò, che culo.
"Beh, io accendo la tv senò mi annoio" mi lasciò fare e appena mi sistemai sul letto si avvicinò e iniziò a spogliarmi....non usò solo le mani per togliermi i vestiti di dosso, si aiutava stringendoli tra i denti come per volerli strappare, ma era normale? Lo lascia fare anche se non mi era mai successo, non che avessi chissà quali esperienze, tutte le altre volte erano state solo con.....
"Ahi!" Dolore! Mi stava mordendo, in modo forte, al seno. Lo guardai in faccia ma lui fu più veloce di me, spense la luce e senza aspettare che io fossi pronta per riceverlo, entrò prepotente dentro di me facendomi male come mai ne avevo sentito. Gli graffiai la schiena con le unghie, gliele infilzai direttamente nella pelle, dicendogli di fare piano, ma lui sembrava divertito e, nonostante il buio, vedevo ferocia nei suoi occhi.
"Mi fai paura sai?"
"Beh, di certo il piacere devo farlo a me, mica a te" e sorrise, un sorriso bastardo, a cui seguì una spinta così forte che mi fece quasi fare un balzo. Cercai di scivolar di fianco a lui, mi stava facendo male, ma il suo fisico così scolpito, perfetto e forte non mi fece muovere di un millimetro.
"Dove cazzo vai? tu resti qui, appena finisco di divertirmi puoi andare" e il tono che usò non era dei più rassicuranti, suonava quasi minaccioso.
"Si ma almeno sii più delicato, sai com'è, sotto di te c'è una persona non una bambola gonfiabile"
Non rispose nemmeno. Iniziò a mordermi, in modo fortissimo, e a graffiarmi ovunque, anche il viso...iniziò a tirarmi i capelli e a quel gesto osai un piccolo gridolino, mi stava facendo male e mi stava spaventando.
"Ok smettila Jack, adesso mi stai spaventando sul serio"
"Ho quasi finito, tu stai ferma e non rompere i coglioni"
Le spinte si fecero più forti e dolorose, si muoveva in modo famelico e animalesco dentro di me,  i graffi più profondi, osò anche tirarmi qualche schiaffo quando vide le mie lacrime silenziose rigarmi le guance, dicendo che ero solo una cagasotto che non sapeva provare vero piacere. Ci mise ancora qualche minuto, dopodichè si spostò di fianco dicendomi soltanto "vestiti, ti riporto a casa che ho cose più importanti da fare" mentre io tremavo ancora, non so se per la paura o per il dolore.
Durante il tragitto restammo in silenzio, io guardavo fuori dal finestrino assente, da un lato mi sentivo sporca perchè, nonostante per me ormai contasse solo il sesso, non credevo che un episodio del genere potesse mai capitarmi, la cosa 'buffa' era che ero stata io a concedermi; dall'altro lato ero sollevata, questione di pochi minuti e sarebbe tutto finito.
"Comunque tranquilla, eri solo uno sfizio e ora sei già un ricordo fra tanti" per fortuna eravamo già davanti al giardino di casa mia.
"Tranquillo, lo stesso vale per me......grazie per....vabbè, 'notte".
Sgommò via senza degnarmi di uno sguardo e ne fui sollevata; non entrai subito in casa, una bella sigaretta, forse anche due, mi avrebbe aiutata a non trasformarmi in una pazza ventunenne che avrebbe di certo dato nell'occhio. Mi sedetti sui gradini in veranda e iniziai a piangere, mentre le parole vennero fuori da sole:
"Dove cazzo sei, eh? Sei felice adesso che la mia vita non ha più un senso? sei felice di avermi abbandonata, sola come una cogliona, senza più uno scopo nella vita? Perchè io in otto anni ormai avevo fatto mille progetti, non pensavo che tu non ne avresti fatto parte, pezzo di merda!" Quanto lo odiavo. Cercavo di non pensarci ma più mi sforzavo più andavo in fiamme.
Non potevo rimanere ferma lì, raggiunsi la mia 500 parcheggiata nella strada che faceva ad angolo con quella dell'entrata principale di casa mia (la macchina era un regalo di papà, un altro capriccio messo a tacere, amavo l'Italia, amavo il cibo italiano, le macchine italiane i monumenti etc...ma parlo di una vita fa, ormai anche questo non mi interessava più), misi in moto e sfrecciai per le vie di Londra, piangendo, urlando, e maledicendomi per aver amato così tanto uno schifo d'uomo per ben otto anni, quelli che dovevano essere i più belli della mia vita. Lo speaker della radio annunciava una canzone che conoscevo a malapena, provai a concentrarmi sulle parole, ma fui fermata da altre lacrime appena la canzone partì:
"Young girl, don't cry, I'll be right here when you world starts to fall...young girl, it's all right, your tears will dry, you'll soon be free to fly..."
"Bimba, non piangere, sarò qui quando il tuo mondo cadrà a pezzi...piccola è tutto ok, le tue lacrime si asciugheranno e presto  sarai libera di volare...."
Ma chi cazzo c'era con me? CHI? ero circondata di gente nella mia vita, ma mi sentivo come se gridassi e nessuno mi riuscisse a sentire, non potevo uscirne, non volevo uscirne, non avrei mai più aperto il mio cuore a qualcuno, che si trattasse di una confidenza da fare, un pensiero da condividere....o addirittura di am....no, non poteva più succedere, anche perchè avevo esaurito le dosi di amore a disposizione. Ero sola. Mi accesi un'altra sigaretta mentre la canzone continuava e io mi tranquillizzavo nel buio della città...la notte è complice, tutti i particolari che non si notano durante il giorno escono a galla di notte, mentre vaghi sola per la città, ti schiarisci le idee, provi a riordinare i tuoi pensieri, sicura che nessuno ti stia osservando.... e persa in queste riflessioni mi ritrovai davanti al solito bar dove facevo tappa la mattina con papà; la luce era ancora accesa, il bar era aperto...le dieci e sette minuti, massì, ancora è presto per tornare a casa, una birretta magari mi avrebbe rilassata un pò.
"Hey Ted!"
"Kris, che ci fai in giro sola?"
"Ma niente, un giretto....me la offri una birra?"
"Solo una però eh..."
"Tranqullo, non sono mica un'alcolizzata" quando volevo sapevo mentire veramente bene.
Mi porse un piccolo boccale bello fresco, uscii e mi sedetti in uno dei tavolini vuoti lì fuori, la mia sigaretta non poteva mancare, ultimamente fumavo più del solito, chissenefrega.
I miei occhi erano meno rossi, o forse il buio camuffava di più lo stato pietoso in cui erano, fatto sta che anche io mi sentivo più tranquilla mentre tornavo a casa, ignara di cosa sarebbe successo di lì a poco.
Parcheggiai la mia 500 dov'era prima e stavo raggiungendo il vialetto principale quando notai qualcuno seduto sui gradini, proprio dove mi trovavo un'ora prima.
"Scusa, hai bisogno?"
"Finalmente cazzo, dov'eri finita? Sarà quasi un'ora che ti aspetto!" Non ci potevo credere. Mi ero pure dimenticata della sua esistenza. Volutamente.
"Tu!"
"Eh già, io! Contenta?" Ancora quel sorriso sfacciato e sicuro di sè, non immaginava nemmeno quanto potesse darmi sui nervi.
"Senti, è stata una serata lunghissima e anche snervante, gradirei andarmene a letto di corsa e te lo chiedo con le buone"
"Ma sentila, te lo chiedo con le buone bla bla bla gne gne gne" e scoppiò a ridere.
"Ascolta, non ho neanche le forze per tirarti uno schiaffo anche se lo farei volentieri, te ne vai fuori dal cazzo prima che scarichi su di te tutto il nervoso che ho addosso?"
"Come se tu fossi capace di fare anche solo il solletico a uno come me"
"Ma vaffanculo!"
"Non mi chiedi che ci faccio qui?" era la pace fatta persona, ma come faceva?
" Onesta? Non me ne frega un cazzo" gli davo già le spalle, anche se non mi mossi per entrare in casa.
"Adesso ti riconosco, beh, è passato un mese da quando ci siamo baciati e non mi hai nemmeno chiamato!"
"Scusa, chi 'si è baciato'?? Se ben ricordo uno stronzo mi ha preso con la forza e mi ha stampato un bacio senza chiedere se io fossi d'accordo o no e credimi, non lo ero."
"Fatto sta che non mi hai chiamato, io richiamo sempre almeno una volta le ragazze che bacio, anche se non ci esco più"
"Forse non mi sono spiegata, tu hai baciato me, SENZA IL MIO CONSENSO!" Iniziavo davvero a innervosirmi nuovamente, ma che voleva questo da me?
"Comunque son passato, dato che non ti sei più fatta sentire, per sapere se eri viva, e per portarti a fare colazione"
"E dovrei sentirmi lusingata? Aspetta un secondo, fammici pensare.......ma fottiti!"
Lo guardai con occhi trionfanti, lo avevo lasciato senza parole e rimasi a guardarlo sempre più soddisfatta di me stessa.
"Senti, smettila di fare la difficile, gira le chiappe e vieni con me" No. la sua insistenza non me l'aspettavo.
"Eh?"
"Non hai sentito? Sei proprio sorda allora! Ho detto che andiamo a fare colazione"
"Alle undici e venti di notte"
"Perchè, qualcuno ha imposto una legge sull'orario della colazione? Aprofitta baby, sono affamato e di buon umore, succede di rado sai?" Ci pensai un attimo. Avrebbe pareggiato i conti per quel 'piccolo' incidente al bar il mese scorso e sarebbe sparito. Non ero ancora entrata in casa, nessuno aveva visto...Robert (si chiamava così il prepotente?)  seduto in veranda, potevo filarmerla e inventare una qualsiasi scusa per il mio rientro in ritardo.
"Ok, andiamo, poi però mi prometti che ti levi dalle palle, ok?"
La sua risposta fu solo una risata divertita. Sempre più simpatico.
Passeggiammo a piedi per qualche isolato, entrammo in un Mc Donald lì vicino -che galantuomo- e ordinò due muffin, un latte tiepido per me e un thè freddo per lui.
"Ti starai chiedendo perchè proprio in un Mc Donald, sai com'è, a quest'ora a meno che tu non voglia ubriacarti in qualche pub, non vedo alternative" in effetti aveva ragione; sorrisi per quella sua giusta affermazione.
"Beh, Stewart, allora che mi dici di te, immagino che studi, sei fidanzata, quanti fratelli hai? Dimmi qualcosa"
"Come fai a sapere il mio cognome tu?"
"Non è difficile arrivarci, ho letto il cognome sulla cassetta della posta, era l'unico scritto, perciò..."
"Certo, certo...beh, sai già troppo di me, tra l'altro senza averlo saputo da me quindi accontentati. Piuttosto, come sei arrivato a casa mia senza sapere nemmeno il mio nome?"
"Un paio di amici in comune"
"Sarebbero?"
"Non credo tu li conosca, sanno chi sei di vista, ti hanno vista qualche volta alla St. Hilda tempo fa, e ti ricordano con piacere, il tuo culo parla da solo" e scoppiò di nuovo a ridere, ignorando il mio viso paonazzo.
"Ma sarai porco, eh?!?" Mi alzai dal tavolo decisa a tornare a casa da sola a piedi, tanto distava solo di un paio di isolati...con piacere notai che non mi fermò come la prima volta sulla soglia della porta.
Continuai e passai il primo isolato, per poi ritrovarmelo davanti, all'angolo che mi aspettava, feci un passo indietro, mi aveva spaventata.
"Secondo te ti lascio andare a casa da sola? Naah, sarai anche una stronzetta ma sei pur sempre una bimba"
"Bello, io ho 21 anni, non 12!" 
"L'età non si conta su quanto tempo abbiamo già trascorso sulla terra, e comunque io non ho un cazzo da fare quindi..."
"arrivammo  davanti al mio vialetto in silenzio, ero stufa e stanca per poter aprir bocca, specialmente con quell'essere irritante, anche se, devo ammetterlo, era di una bellezza sconvolgente.
"Bene, io sono arrivata....grazie per l'ennesima 'colazione' rovinata, a mai più rivederci, ti sei sdebitato quindi smammare ora"
Non disse nulla. Mi sorrise e basta. Non ricevevo un sorriso così...dolce da....da quanto? Aveva un'espressione felice, calda, tenera...dovetti abbassare lo sguardo perchè mi stava mettendo in imbarazzo...sentii le sue dita sollevarmi piano il mento mentre mi salutava, la voce bassa, ma decisa:
"Ci vediamo, ok Stew?" Ci conto" Interruppi quel momento con i miei soliti modi:
"Sogna pure, addio."
E corsi verso casa, lasciandolo di sasso un attimo prima di vederlo incamminarsi verso la stazione della metro...
"Robert!"
Corsi più veloce che potevo, gli tirai la manica del giubbotto di jeans per farlo girare, gli sorrisi e chiudendo gli occhi appoggiai le mie labbra sulle sue, morbide, levigate.
"Tu......"
"Sta zitto e baciami!"
Restò ancora immobile per qualche secondo, ma lo sentii rilassarsi quando infilai la mia mano destra tra i suoi capelli e con l'altra gli sfioravo il mento, la guancia, l'orecchio... mi strinse i fianchi con le sue mani grandi, forti, mentre le nostre lingue si incontravano, giocavano nella mia e nella sua bocca, era un bacio carico di passione ma non aggressivo come l'unico bacio che riuscii a strappare poche ore fa a quell'essere spregevole...
"Oddio, lasciami andare!"
"Che ti prende?"
"Vattene!Sparisci! Verme schifoso!"
"Mi dici che cazzo hai ora? Prima mi baci poi mi cacci?"
Non risposi, scappai subito dentro casa, senza dargli il tempo di seguirmi; sbattendo la porta della mia camera mi lasciai andare a un pianto isterico le cui urla furono per mia fortuna soffocate dai cuscini; gli occhi bruciavano così tanto che fui costretta a chiuderli e così, seppure avvolta dal mal di testa e da mille domande, poco dopo crollai in un sonno che, come già sapevo, non sarebbe affatto stato tranquillo.

Pov Rob

Rimasi a guardare quella casa per quasi due ore..non riuscivo a capire, ma che le avevo fatto? Eppure questa volta non mi ero azzardato neanche di sfiorarla, avevo aspettato nascosto nel giardino della casa di fronte per vederla uscire, molte ore prima, con quel cazzone di Jack. Ma chi aveva il coraggio di uscire con uno così?
Ero convinto che mi avrebbe chiamato nei giorni successivi a quel bacio, ma con mia profonda sorpresa e delusione non lo fece; non potevo perdere la ragazza che già sentivo di volere solo per me, e seguirla dopo una settimana mi era sembrata una buona idea; bar, uffici, uffici e uffici durante tutta la mattinata, mentre il pomeriggio se ne stava in casa, usciva poco e le poche sere che l'avevo vista uscire tornava sempre ubriaca fradicia a orari improponibili (per un genitore, per me erano orari normalissimi); le amiche quasi sempre la lasciavano in giardino mezza collassata, ma lei trovava la forza di trascinarsi a fatica in camera sua fino a due sere fa, quando vidi che non faceva il minimo movimento e mi decisi, rischiando non so cosa, che non potevo lasciarla lì così; l'avevo sollevata da terra stringendola tra le mie braccia, senza sensi e con l'espressione distrutta sul volto, l'avevo portata su in camera sua, attento a non fare il minimo rumore e, dopo averle tolto le scarpe, le avevo rimboccato le coperte per poi sgattaiolare fuori sentendomi un perfetto ladro o chissà quale delinquente.
"Non la vedrò mai più conciata così". Me lo ero promesso. Non ero uno stinco di santo, anzi, forse ero la persona sbagliata per lei proprio perchè io stesso conducevo quello stile di vita, ma non avrei permesso che quegli occhi verdi così profondi, sarebbero rimasti spenti e tristi ancora per molto. Lo avrei fatto per me, lo avrei fatto per lei. Questo mi spinse a cercarla, non da clandestino, ma aspettandola per poterle parlare, niente di più, cercando di avvicinarmi pian piano a lei....ma quel bacio mi aveva spiazzato, completamente, e la sua corsa impaurita l'attimo dopo ancora di più. Ma che le era preso? Cosa le passava per la testa? C'entrava forse qualcosa quel Ryan che aveva nominato incosciente quando la misi a letto due notti fa?


   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: LoryGreyRobsten