CAPITOLO 20
Nonostante il consiglio del
Professore e le proteste di Kaori, Ryo si rifiutò categoricamente di rimanere
alla clinica almeno per una notte. Salutarono perciò il medico e Kazue e
lasciarono la casa del Doc. Il sole era ormai basso all’orizzonte e la sua
sferica forma si intravedeva appena tra gli alti grattacieli.
-Devo andare a riprendere la mia
moto- le disse lui salendo in macchina
-Non se ne parla nemmeno- rispose
lei categorica –È fuori discussione che io ti lasci salire su una moto nelle tue
condizioni. Andiamo a casa mia. E non voglio sentire proteste,
capito?-
-Agli ordini, signora- replicò Ryo
divertito facendole il saluto militare –E poi, alla prospettiva di essere
accudito da una bella infermiera come te, chi avrebbe mai il coraggio di
lamentarsi?-
Kaori sospirò di fronte al suo
sguardo luccicante di malizia.
-Non ci pensare neanche, caro mio.
Il Professore ha detto che devi stare a riposo, perciò arrivati a casa cena e
poi a dormire-
-Stai scherzando, vero?-
-Assolutamente, sono serissima. Il
medico ha detto niente attività fisica per almeno un paio di giorni e quello che
tu hai in mente si può classificare sotto questa categoria-
-Crudele!- le disse lui con
espressione offesa e delusa
-Posso farti una domanda?- gli
chiese Kaori ad un certo punto della cena
-Certo. Cosa vuoi sapere?- rispose
Ryo
-È stato grazie a tuo zio Rei che
sei diventato un agente governativo?-
-Non esattamente. Vedi, mio zio non
si è mai sposato, né ha mai avuto figli, però, essendo l’unico parente
rimastomi, alla morte dei miei genitori si è ritrovato dall’oggi al domani a
doversi occupare di un sedicenne. Un sedicenne pieno di dolore e di rabbia
oltretutto, perciò capisci che non era un compito facile. Così, per aiutarmi a
superare la morte dei miei e liberarmi di tutta la sofferenza e il rancore che
mi portavo dentro, Rei mi ha insegnato quello che sapeva fare meglio: combattere
e sparare. Quello che non si aspettava è che io mi rivelassi così bravo e che mi
piacesse così tanto-
Kaori ascoltava il racconto con
attenzione, riuscendo quasi a vedere il ragazzino che Ryo era stato crescere e diventare l’uomo che ora aveva
davanti.
-Quindi non l’ha fatto perchè
voleva che tu seguissi le sue orme...-
-No, anzi, quando gli ho detto che
volevo diventare un agente governativo gli è quasi venuto un infarto- le disse
lui con un mezzo sorriso –Lo zio Rei voleva che continuassi a studiare e che
portassi avanti l’azienda di mio padre perchè sapeva che era questo che il
fratello avrebbe voluto. E così, per convincerlo, gli ho promesso che avrei
fatto entrambe le cose-
-Ma perchè hai deciso di fare
l’agente governativo?-
-Non so bene come spiegartelo,
ma...sentivo che quella era la mia strada. Fin da piccolo, ho sempre sentito
parlare del lavoro di mio zio, di quanto lui fosse bravo in quello che
faceva...Lui stesso qualche volta mi raccontava delle sue missioni...Ovviamente,
io ne ero affascinato e, quando sono andato a vivere con lui e Rei mi ha
insegnato tutto quello che sapeva, ho capito che non era solo un’ammirazione
infantile, ma molto di più-
-E non ti bastava semplicemente
fare il poliziotto? Ti ci vedrei con la divisa- fece Kaori con un sorriso
-Per fare il poliziotto devi
sottostare a molte regole, devi seguire delle procedure...Tutte cose che non
fanno per me. Come agente ho molta più libertà d’azione-
-E come hai conosciuto il
Professore?-
-Diciamo che lavora per il
governo...Lui e mio zio sono grandi amici e quando abbiamo bisogno di lui, il
Doc è sempre pronto a darci una mano. Sai com’è, l’ospedale non è proprio il
posto più adatto per mantenere l’anonimità-
-Accidenti...Mi sembra la trama di
un film!- esclamò Kaori, poi, tornando seria, fece:-Senti, so che magari non
puoi parlarne, ma come mai questa organizzazione, la Union Teope, ce l’ha con
te?-
-No, è meglio se ne parliamo,
invece. Riguarda anche te- replicò Ryo scuro in volto
-Che vuoi
dire?-
-Come ti ho già detto, la Union
Teope si è da poco riformata qui in Giappone e a capo di tutto sta Alejandro
Ramirez, fratello di Hector Ramirez, che controllava l’organizzazione negli
Stati Uniti...e che io ho ucciso. Senza contare il fatto che mi sono infiltrato
per mandarli tutti in galera-
-Oh, allora capisco perchè ce
l’hanno con te. Ma ancora non vedo come centro io tutto
questo...-
-Alejandro Ramirez non vuole solo
vedermi morto, la sua vendetta sarà molto più subdola. L’attentato dell’altro
giorno al Cat’s Eyes non era rivolto solo a me, era rivolto a tutti i miei
amici...e in particolare a te-
-Vuoi dire che se la prenderanno
con me e con gli altri per arrivare a te?-
-Proprio così. Perciò da questo
momento in poi voglio che non ti allontani da me neanche per un secondo,
capito?-
-Perché non ti rivolgi alla
polizia?-
-Per il momento è meglio di no.
Meno persone sanno di me e meglio è-
-Neanche
Hideyuki?-
-Maki è tuo fratello, perciò
ovviamente puoi parlarne con lui se vuoi-
-Mmh...No, non voglio rovinargli la
luna di miele facendolo preoccupare. Gliene parlerò quando tornerà...- Kaori si
alzò da tavola e cominciò a sparecchiare -Senti, io comincio ad essere stanca,
che ne dici di andare a dormire?-
Una luce calda si accese nello
sguardo di Ryo.
-C’è qualche speranza che tu abbia
cambiato idea riguardo a...ehm...l’attività fisica?-
-Ma sei proprio incorreggibile!-
sospirò Kaori –Possibile che tu non sia in grado di resistere per una
notte?-
-Sono un uomo, piccola- replicò lui
con un sorriso sensuale
-Beh, mi dispiace, ma dovrai
frenare i tuoi impulsi perchè io intendo dormire!-
-E va bene...Posso almeno sperare
di dormire nello stesso letto con te?-
-Sì, questo posso concedertelo- gli
sorrise lei
Un’ora dopo, dopo essersi cambiata
in bagno, Kaori raggiunse Ryo, che si era già coricato, vestita con la sua
abituale tenuta da notte estiva: una vecchia maglietta dell’accademia di polizia
di suo fratello. Nonostante l’indumento le fosse largo e sformato, non era molto
lungo e le arrivava appena a metà coscia.
-Eh no, questo è giocare sporco-
esclamò Ryo vedendola
-Cosa vuoi dire? Che ho fatto?- gli
chiese Kaori non capendo il perchè della sua agitazione
-Non puoi venire a letto con solo
quella addosso!-
-Stai parlando di questa maglietta?
Ma se è di tre taglie più grande!-
-A parte il fatto che questo
scatena ancora di più la mia fantasia, visto che immagino benissimo quello che è
nascosto, quella maglietta è troppo corta-
-Vuoi farmi credere che basta la
vista delle mie gambe a...ehm...farti perdere la testa?- gli chiese Kaori
stupita
-Mi chiedi se la vista delle tue
affusolate, conturbanti e lunghissime gambe basta a farmi eccitare? Vuoi
veramente che ti risponda?- replicò Ryo malizioso
Lei rise infilandosi sotto le
lenzuola accanto a lui.
-E io che ho sempre creduto di
essere troppo alta...-
-No, tu sei perfetta così. E poi, se fossi più bassa, sai che
fatica chinarsi ogni volta per baciarti? Mi verrebbe il mal di schiena- scherzò
lui sfiorandole le labbra con le proprie
Kaori si accoccolò contro di lui,
circondandogli la vita con le braccia, attenta però a non schiacciargli la
ferita.
-Ti amo- gli disse con un sospiro
di soddisfazione mentre chiudeva gli occhi
-Anch’io ti amo, piccola- fece Ryo
stringendola contro di se
Pochi minuti dopo, sentì che il suo
respiro si era fatto regolare. La guardò dormire tra le sue braccia illuminata
dai raggi della luna. Sembrava un angelo...il suo angelo...Era incredibile come
il semplice fatto di averla accanto a lui, stretta contro il suo corpo, bastasse
ad appagarlo e a donargli un senso di serenità mai provato. E ora che Kaori era
a conoscenza di tutta la verità, niente avrebbe più potuto dividerli...Nemmeno
la Union Teope. L’avrebbe protetta anche a costo della vita, quei bastardi non
sarebbero riusciti a toccarla. E con questa promessa nel cuore, anche Ryo si
lasciò accogliere tra le braccia di Morfeo.
La mattina dopo, furono svegliati
dallo squillo del campanello. Doveva essere molto presto perchè il sole non era
ancora caldo.
-Mmh...Ma chi può essere a
quest’ora?- borbottò Kaori lanciando un’occhiata alla sveglia –Sono solo le
sette. Uffa, proprio oggi che mi sono presa un giorno di
ferie!-
-Resta qui. Vado io- le disse Ryo
alzandosi
Afferrò i suoi pantaloni e li
infilò in fretta, poi si diresse verso la porta scalzo e a petto nudo. Guardando
attraverso lo spioncino, vide che si trattava di Eriko. Questa fu alquanto
sorpresa di trovarselo davanti.
-Saeba? Cosa ci fai tu qui?-
esclamò la stilista
Poi, però, vedendo che era mezzo
nudo e con la faccia assonnata, aggiunse con un sorriso
malizioso:
-Lascia perdere, non c’è bisogno
che mi rispondi. Che hai fatto al fianco?-
-Eriko, si può sapere cosa ci fai
qui a quest’ora?- le chiese lui burbero
-Sono passata a vedere come stava
Kaori. Dopo che ve ne siete andati dallo studio fotografico ieri, non sono più
riuscita a mettermi in contatto con lei-
-Come vedi sto bene, Eri-
intervenne la voce di Kaori, che era comparsa in quel momento
-Sì, lo vedo- le rispose l’amica
ammiccando in direzione di Ryo –A proposito, sono passata anche per consegnarti
queste- aggiunse poi estraendo una voluminosa busta dalla sua
borsa
-Cosa sono?- le chiese Kaori
prendendola
-Le foto che hai fatto ieri. Un mio
amico è riuscito a stamparmele in tempo record, quelle sono le tue
copie-
-Grazie, ma non potevi passare ad
un’ora più decente?-
-No, sto correndo alla boutique
perchè oggi ho un sacco di cose da fare. E poi ero curiosa di sapere se tu e Ryo
vi eravate chiariti, ma ora non ho più alcun dubbio al riguardo-
Kaori, imbarazzata, accompagnò
Eriko alla porta.
-Ti chiamo uno di questi giorni,
Eri-
Eriko rivolse un’ultima occhiata a
Ryo.
-Sbaglierò, ma ho come
l’impressione che lui voglia tenerti tutta per se-
-Non lasciarti ingannare da Ryo. Fa
il duro, ma in realtà è più tenero di un orsacchiotto di
peluche-
Ryo si accigliò. Un orsacchiotto di
peluche? Lui?
-Arrivederci, Saeba. E mi
raccomando, non strapazzarmela troppo!- esclamò la stilista prima di chiudere la
porta dietro di se
Lui borbottò qualcosa in risposta,
poi si voltò verso Kaori.
-Cos’è che sarei io? Un
orsacchiotto di peluche?- le chiese minaccioso
-Perchè? Non ti piace il paragone?-
replicò lei maliziosa –Guarda che io adoro gli orsacchiotti di peluche, sono
così teneri e carini...-
A quelle parole, l’espressione di
Ryo si oscurò ancora di più. Con uno scatto felino, l’afferrò e se la caricò su
una spalla. Kaori lanciò un grido di sorpresa.
-Ryo! Che stai facendo?- esclamò
-Adesso ti faccio vedere io se sono
tenero e carino- fece lui avviandosi verso la camera da
letto
-Ryo! La tua
ferita!-
-La mia ferita sta benissimo- la
lasciò cadere sul letto –Ora posso riprendere con l’attività fisica- aggiunse
con un sorriso malizioso prima di sovrastarla con il proprio
corpo
Due ore dopo, Ryo e Kaori erano
stesi a letto, guardando le foto di lei e sgranocchiando i biscotti al
cioccolato che Eriko le aveva portato il giorno prima. Lei indossava la camicia
di Ryo, mentre lui aveva addosso solo i boxer e insieme commentavano le varie
foto.
-Questa è quella che preferisco!-
esclamò Kaori mostrandogli una fotografia che la ritraeva seduta su uno sgabello
con indosso un completo di pelle e un’espressione inequivocabilmente
provocante
Ryo si sentì trafiggere da una
fitta di gelosia.
-Com’è riuscito il fotografo a
farti assumere un’espressione del genere?-
-Mi ha detto di pensare all’uomo
più sexy che conoscevo- Kaori prese un biscotto e ne staccò un morso,
continuando a guardare le fotografie –Anche questa non è male- dichiarò
porgendogli una fotografia nella quale indossava un lungo soprabito bianco, con
un collo di morbida pelliccia che le sfiorava le guance
-Quale delle due
prefe...-
-E chi sarebbe?- le domandò Ryo,
completamente dimentico delle fotografie
-Chi sarebbe chi?- domandò lei
-L’uomo più sexy che conosci-
replicò lui togliendole di mano le foto
Lei cercò di
riprendersele.
-Non abbiamo ancora finito di
guardarle!-
Ryo lasciò cadere a terra le
fotografie, prede Kaori per le spalle e la spinse sul
materasso.
-Chi sarebbe l’uomo più sexy che
conosci?-
Lei rise e cercò di
ribellarsi.
-Orlando
Bloom-
-Davvero? E per quale
motivo?-
-Evidentemente non hai mai visto
“Le Crociate”, altrimenti non me lo chiederesti- rispose lei con un sorriso
malizioso, mettendosi in bocca l’ultimo pezzetto di
biscotto
-Vedo che hai qualche problema nel
distinguere la differenza tra fantasia e realtà- insistette lui, spostandosi in
modo da aderire meglio al suo corpo invitante –L’uomo più sexy che conosci non è
Orlando Bloom-
-Ti dico di
sì-
Lui le baciò le labbra sorridenti.
Sapevano di biscotti. Poi alzò il capo.
-Non conosci Orlando Bloom. Per te
è solo una fantasia-
-Beh, una fantasia molto sexy,
però-
-Kaori...- fece lui
minaccioso
-Non dirmi che sei geloso anche di
Orlando Bloom?!- lo prese in giro lei
-Ti ho già detto che non lo conosci
e non è lui l’uomo più sexy che conosci. Ammettilo, lo so che hai pensato a me
mentre ti scattavano quella fotografia-
-Vorresti metterti in competizione
con Orlando Bloom? Guarda che rischi di uscirne perdente-
-Ah sì? Beh, io non mi tiro mai
indietro di fronte a una sfida- disse Ryo con un sorriso malizioso prima di
chinarsi, aprirle la camicia e prenderle un capezzolo tra le labbra, leccandolo,
stuzzicandolo e mordicchiandolo
-Allora? Chi è in vantaggio
adesso?- le chiese quando la sentì gemere di piacere
-Mmh...Direi che siete ancora pari-
rispose Kaori con un sorriso birichino non volendo dargliela
vinta
Come risposta, la sua mano scese ad
accarezzarle il ventre, fino a raggiungere il centro della sua femminilità.
-E ora?-
-Credo che lo superi di qualche
punto- mormorò lei a fatica
Non ancora soddisfatto, Ryo fece
scivolare un dito dentro di lei. Kaori gemette di piacere, chiudendo gli occhi.
-E ora?- ripeté
lui
-D’accordo, sei l’uomo più sexy che
conosco, hai vinto-
Soddisfatto, Ryo prese possesso
della sua bocca, mentre scivolava dentro di lei.