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Autore: Luli87    05/12/2011    7 recensioni
“Per favore, per favore non farlo. Ti restituisco i soldi, eccoli, ma non farlo, ti prego.”
Parole inutili, estreme, che una vittima inginocchiata a terra, disperata, grida a pieni polmoni prima dell’ultimo respiro. Una pistola, un colpo secco, un proiettile in pieno cuore.
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Capitolo 2
“No bro, non è ovvio.”
 
New York, quartiere deserto. L’alba era sorta da poco e il sole iniziava appena a scaldare la città.
“La vittima è morta per un colpo d’arma da fuoco.” Lanie salutò l’amica con un sorriso appena accennato, iniziando subito a descrivere i pochi dettagli che era riuscita ad ipotizzare esaminando il cadavere. Era stata svegliata all’alba nel suo giorno libero, non era per niente dell’umore giusto per chiacchierare: aveva due occhiaie molto scure, segno che aveva dormito davvero poco. Beckett lo capì dal suo sguardo, così non le chiese nulla e le lasciò proseguire il discorso. “Ad un primo esame  posso dirti che l’ora del delitto è tra le due e le cinque di questa mattina, ma avrai più dettagli dopo l’autopsia, come sempre.”
“Da poco quindi.” Osservò la detective, guardando l’orologio.
Lanie sbadigliò profondamente, annuendo. “Sì, fin troppo presto per i miei gusti. Ma gli omicidi avvengono il 99% di notte. E la prima che chiamano sono sempre io, anche nel mio giorno libero.”
Beckett chiese un paio di guanti per poter esaminare il cadavere, controllare se avesse il portafoglio e ricercarne l’identità. Nel porre la mano vicino a quella di Lanie, l’amica notò l’importante anello.
“Oh mio Dio!” esclamò quella nel vederlo, afferrando la mano di Kate per portarsela a pochi centimetri dagli occhi. “Oh mio Dio! Oh mio Dio! Oh mio Dio! Tesoro, e questo?”
Kate sorrise felice e lasciò intuire all’amica cosa fosse accaduto la sera precedente, al party in onore di Naked Heat, dopo che lasciarono la festa.
“Vuoi dirmi che dopo che io sono andata via con quel fantastico macho latino, di cui più tardi ti racconterò particolari piccanti, tu e Castle… Oh mio Dio! Oh mio Dio! Ti ha fatto la proposta?”
“Sssh!” la zittì Beckett: le stavano guardando tutti gli agenti. “Abbassa la voce Lanie! Sono felice tanto quanto te ma per favore, dopo!”   
 
Nel frattempo, a pochi metri da loro, Richard Castle era stato bloccato da due mani pesanti, una di Esposito e una di Ryan, che gli avevano impedito, non appena era sceso dall’auto, di seguire Kate e di raggiungere anch’egli il luogo del delitto, il cadavere e Lanie.
“Che c’è?” chiese curioso e allo stesso tempo agitato, esaminando le loro espressioni minacciose.
Esposito fece un cenno al collega che, osservando Beckett impegnata con l’anatomopatologa, aprì la giacca e ne estrasse un giornale, lo aprì mettendo bene in evidenza l’articolo che riguardava lo scrittore e tossì con sdegno.
“Questo sai cosa vuol dire, vero?” lo intimò Esposito.
“Ragazzi, questo discorso me l’avete già fatto trecento volte se non di più! Lo so, Kate è come vostra sorella e se dovessi ferirla in qualche modo avrò non uno ma due proiettili conficcati da qualche parte del mio corpo. Lo so, lo so!” si lamentò Castle come un bambino, alzando le mani in segno di innocenza.
“No bro, questo vuol dire molto, molto di più!” ribadì Esposito.
Castle lo fissò nervoso.
“Non siete ancora sposati e la sua vita privata è già sulle prime pagine dei giornali! Lo sai che ti ucciderà, vero?” spiegò Ryan. “Lei odia queste cose!”
“Sentite” disse lo scrittore, afferrando il giornale dalle mani dell’irlandese e rimettendoglielo nella giacca, riallacciandogliela fino al collo, sempre controllando che la sua musa non li sentisse “Mi ucciderà quando lo scoprirà, ma di certo non sarete voi a spiattellarglielo sotto agli occhi,  non adesso almeno! D’accordo?” li pregò Castle.
“Succederà a breve e non avrai modo di scappare” puntualizzò Esposito.
“State tranquilli ragazzi, Kate capirà. Insomma, ha deciso di sposare uno scrittore di fama mondiale, è una cosa ovvia che avremo i paparazzi spesso tra i piedi! Lo sa anche lei!”
“No bro, non è una cosa ovvia. Lei non appartiene al tuo mondo di flash e giornalisti. Certe cose deve ancora accettarle. Noi lo sappiamo, ma tu non ce l’hai ancora ben chiaro questo concetto!”
Esposito sembrava davvero adirato per quell’articolo. Forse perché, conoscendo bene la sua collega e amica, immaginava già le sue reazioni riguardanti a quel maledetto servizio. Kate aveva faticato tanto per nascondere la sua relazione con Castle, sia al distretto che davanti al mondo intero. E adesso, di punto in bianco, tutti sapevano che da lì a poco si sarebbero sposati. Per una che considera la sua vita molto, molto privata, non sarebbe stato facile accettare di vedersi sempre in copertina.
 
“Ehi, avete dormito poco anche voi stanotte? Avete certe facce!” commentò Beckett, interrompendoli. Lanie le era accanto, con un sacchetto di plastica in mano contenente il portafogli della vittima, vuoto.
“Sì, il party di ieri ci ha distrutti, saranno stati i troppi brindisi in onore di Castle.” Disse Esposito, fulminando lo scrittore con lo sguardo.
“O saranno state le due modelle con cui avete parlato tutta la sera?” osservò Lanie.
“Ehi, tu non puoi parlare! Hai visto che occhiaie che hai stamattina?” notò Ryan.
Lanie fece spallucce e sorrise: “Mi sono goduta una splendida nottata, devo ammetterlo.”
“Vista l’ora a cui sei andata via e visto che sono passate da poco le 7… direi che non hai dormito minimamente, eh Lanie?” scherzò Castle.
“Ragazzi, per favore, smettiamola. La festa è finita ormai. E abbiamo un omicidio da risolvere.” Li rimproverò Kate. “Non conosciamo l’identità della vittima, dobbiamo andare al distretto e cercare nel database le impronte digitali. Voi due” disse rivolgendosi a Ryan ed Esposito, “chiedete in giro se qualcuno ha visto o sentito qualsiasi cosa, controllate se ci sono telecamere, interrogate il ragazzo che ha scoperto il cadavere, è laggiù. Castle, tu vieni con me?”
“Certo che sì!” rispose convinto lo scrittore, dando una pacca sulla spalla ai due detective.
 
Nel mentre tornavano alla macchina, un agente sorrise alla detective: “Beckett, congratulazioni! Prossima alle nozze allora, come ci si sente?” disse.
Kate sorrise, alzando la mano ed indicando l’anello: “Eh sì, hai sentito bene!”
L’uomo scosse la testa e rispose: “No, sono arrivato un secondo fa. L’ho letto stamattina.”
Prima che Kate potesse anche solo ripetere incredula la parola “letto”, Castle la prese sottobraccio e la tirò verso l’auto. “Amore, ti va un caffè strada facendo?”
  
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