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Autore: Kuchiki Chan    05/12/2011    5 recensioni
- Aspetti qualcuno? -
Sasuke apre gli occhi di scatto, infastidito da quella inaspettata interruzione. Si volta, per fulminare con lo sguardo un ragazzo che deve avere circa la sua età, alto e ben piazzato. I capelli biondi ricadono sul suo viso in ciocche ribelli e i suoi occhi azzurri lo guardano con curiosità. E’ vestito in modo semplice, con una felpa arancione decisamente troppo grande per lui e un paio di jeans consumati. Sasuke è certo di non averlo mai visto prima, e non può evitare di chiedersi cosa voglia da lui quello sconosciuto e perché l’abbia interrotto in un momento così importante. E’ quasi tentato di urlare e cacciarlo via ma c’è qualcosa nell’espressione di quel ragazzo che blocca le parole lungo la sua gola.
- Non aspetto nessuno. Solo un miracolo -
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Waiting for a miracle

 

E’ buio, e fa freddo. Un freddo intenso, che penetra sotto i costosi vestiti di Sasuke come un coltello affilato. E’ stato uno stupido, a correre fuori a quell’ora della notte con addosso solo la sua camicia leggera, ma non sarebbe riuscito a stare a casa un minuto di più. Può solo incrociare le braccia sul petto, sperando di scaldarsi un po’.

Il mare si estende davanti a lui, immenso e terribile. E’ nero, come il cielo senza luna che lo sovrasta, e inquietante, come qualsiasi cosa di cui non si riesce a vedere il fondo. Ma Sasuke non ha paura: sente che quella immensa distesa nera come il petrolio lo sta chiamando, e non sa fino a quando riuscirà a resistere a quel suadente richiamo. Una parte di lui vorrebbe farla finita. Gli basterebbe alzarsi in piedi e tuffarsi dalla punta dell’alto promontorio roccioso sul quale è seduto da almeno un’ora: il mare nero lo accoglierebbe tra le sue braccia e non lo lascerebbe più andare. La storia di Sasuke Uchiha finirebbe immediatamente, tra le spire di quel buio gelido.

Spinto da qualcosa che non riesce a identificare, stacca il braccio dal petto per lanciare un’occhiata all’orologio d’oro che gli circonda il polso. E’ tardi, questo lo sa, era già tardi quando era corso via di casa sbattendo la porta. Sua moglie Sakura doveva essere davvero molto preoccupata, ma lui non ha voglia di tornare indietro, non ha voglia di tornare a quella vita che sente stretta come una gabbia. In quel momento esiste solo lui, il promontorio e il mare, i suoi problemi non esistono, non sono mai esistiti. Ma Sasuke sa, sa benissimo che non può fuggire per sempre. Sa che gli basterà alzarsi in piedi e muovere un solo passo verso casa, per permettere alle sue preoccupazioni di assalirlo come belve inferocite. Lo sa benissimo, eppure si ostina a ritardare quel momento, come se ogni secondo strappato alla sua vita normale fosse una vittoria personale.

Il vento freddo della notte lo accarezza nuovamente, e nonostante i brividi di freddo che percorrono la sua schiena Sasuke lo accoglie con piacere, perché lo fa sentire vivo. Accetterebbe di tutto, anche il dolore e la disperazione, pur di riuscire a fuggire dalla monotonia delle sue giornate. Accetterebbe di tutto, pur di riuscire a colmare l’abisso che sente al centro del petto, quel senso di vuoto che non fa altro che ricordargli a ogni respiro l’inutilità della sua esistenza. La vita non ha alcun senso, Sasuke lo ha capito già da tempo: è solo un eterno e insensato girovagare, un continuo porsi degli obbiettivi per poi sentirsi immensamente vuoti quando li si raggiunge.

In passato ci aveva provato, aveva tentato di dare un senso alla sua esistenza. Si buttava a capofitto in tutto ciò che faceva: la continua competizione con suo fratello Itachi, sempre migliore di lui agli occhi della sua famiglia e del mondo intero, il suo lavoro da giovane direttore di imprese, l’amore. Ma nessuna di queste cose gli aveva regalato più di un attimo di felicità, naufragato quasi subito.
Non è più un ragazzino, ma suo fratello è ancora un modello perfetto e irraggiungibile. I soldi non gli mancano, ma il suo lavoro gli succhia pensieri ed energie, lasciandolo perennemente insoddisfatto e afflitto da responsabilità troppo pesanti per le sue fragili spalle. Ama Sakura, ma non può evitare di litigare con lei ogni volta che ne ha l’occasione. Persino negli abbracci di altre donne Sasuke non è riuscito a trovare la felicità. Sembra qualcosa di troppo astratto, nascosto in una parte della realtà che lui non riesce a raggiungere.

La sua vita lo disgusta, il mondo intero lo disgusta. Lui è diverso, diverso da tutto ciò che vede intorno a lui, non può restare lì. Si alza in piedi di scatto, folgorato da un’improvvisa rabbia. Sotto di lui, le onde nere si infrangono rumorosamente sugli scogli, continuando a chiamarlo. Ormai Sasuke non ha più la forza di resistere a quel richiamo, e nemmeno lo vuole. Potrebbe essere l’unico modo per fuggire da quella prigione che è diventata la sua esistenza, l’unico modo per beffare quel destino che lo condanna a una vita piatta e insignificante. Sente con chiarezza l’adrenalina scorrere lungo le sue vene e capisce di volerlo davvero.

Vuole farla finita.

Sasuke Uchiha sorride nel buio, finalmente in pace con se stesso.
Chiude gli occhi, e si prepara a saltare, mentre il vento della notte continua ad accarezzargli il volto e a scompigliargli i folti capelli neri.

- Aspetti qualcuno? -

Sasuke apre gli occhi di scatto, infastidito da quella inaspettata interruzione. Si volta, per fulminare con lo sguardo un ragazzo che deve avere circa la sua età, alto e ben piazzato. I capelli biondi ricadono sul suo viso in ciocche ribelli e i suoi occhi azzurri lo guardano con curiosità. E’ vestito in modo semplice, con una felpa arancione decisamente troppo grande per lui e un paio di jeans consumati. Sasuke è certo di non averlo mai visto prima, e non può evitare di chiedersi cosa voglia da lui quello sconosciuto e perché l’abbia interrotto in un momento così importante. E’ quasi tentato di urlare e cacciarlo via ma c’è qualcosa nell’espressione di quel ragazzo che blocca le parole lungo la sua gola. Gli occhi azzurri del giovane sono pieni di ingenuità e stupore nei confronti del mondo, ma anche temprati da una certa saggezza. Sasuke è sicuro di scorgere un lampo di comprensione nel suo sguardo, come se quello sconosciuto fosse capace di comprendere tutti i suoi sentimenti. 

Si siede nuovamente sul terreno, e si prende la testa tra le mani con un sospiro.

- Non aspetto nessuno. Solo un miracolo -

Non sa perché ha detto quelle parole. Non ha mai avuto nessun vero amico, ha sempre preferito tenere per sé tutti i propri pensieri e le proprie preoccupazioni, ma in quel momento sente una voglia immensa di confidarsi con qualcuno, anche con uno sconosciuto che ha assistito per caso a un suo momento di debolezza.

Sente con chiarezza rumore di passi, dietro le sue spalle, e un secondo dopo il ragazzo biondo è seduto per terra accanto a lui e gli sta porgendo un pacchetto di sigarette. Sasuke non fuma, non gli è mai piaciuto, eppure in quel momento sente di averne bisogno. Prende una sigaretta con la mano gelida, rigirandosela tra le dita senza sapere esattamente cosa fare. Non ha mai avuto tanta confusione in testa, eppure non si è mai sentito così calmo. L’arrivo di quel ragazzo ha ribaltato quello che poteva essere l’ultimo momento della sua vita, e non sa se essergliene grato.

Lo sconosciuto sorride, e Sasuke sente qualcosa muoversi dentro di lui. Non ha mai visto un sorriso così spensierato, così vero. Si chiede come faccia quel ragazzo biondo a suscitare in lui tutte queste reazioni. Non gli è mai piaciuto stare a contatto con le persone, la solitudine è sempre stata un balsamo per il suo animo tormentato. E allora perché proprio in quel momento, quando sta per buttare via la propria vita, riesce a stare bene in presenza di qualcun altro?

Il giovane fruga in una delle tasche dei pantaloni e gli porge un accendino, intuendo che Sasuke non deve averne nessuno con sé. Lui lo prende dalle sue mani e si accende la sigaretta, ispirando piano.

- Davvero credi nei miracoli? - gli chiede, osservando con i suoi enormi occhi azzurri il cielo nero sopra le loro teste.

Sasuke si lascia cadere di schiena sul terreno, incrociando le mani dietro la testa.
Si sente incredibilmente a suo agio, per la prima volta sente che è giusto che lui sia in quel posto, a quell’ora della notte e con quella persona.

- No, non ci ho mai creduto. E’ ridicolo aspettare disperatamente qualcosa in cui non si crede, vero? - risponde con sincerità, scostando la sigaretta dalle labbra ed espirando una lunga boccata di fumo.

Non può evitare di darsi dello stupido. Un attimo prima stava per mettere fine alla sua vita, e un attimo dopo è disteso sul terreno, a parlare con quello sconosciuto con una sincerità che non ha mai riservato a nessuno.
Deve essere davvero disperato.

- Io non credo sia così stupido. Però se dici di aspettare qualcosa significa che almeno un po’ ci credi, anche se cerchi di seppellire ogni speranza per evitare delusioni - disse il ragazzo, accendendosi anche lui una sigaretta.

Le sue parole colpiscono Sasuke come un pugno nello stomaco. Come può lui, la razionalità e il pessimismo fatta a persona, credere in qualcosa di astratto e indefinibile come i miracoli? Aveva sempre rifiutato qualsiasi tipo di religione, distrutto ogni illusione, fino a vivere solo di quello che vedeva con i propri occhi e toccava con le proprie mani.
Possibile che, nel profondo del suo cuore, la speranza di un futuro migliore aveva continuato a germogliare?

I suoi occhi neri osservano attentamente il ragazzo, soffermandosi sulla sua schiena dritta e sull’espressione tranquilla che colora il suo viso. Non può evitare di invidiargli tutta quella sicurezza, e in un certo senso sentirsene infastidito. Chi è lui per avere il diritto di dare un nome ai suoi sentimenti? Non si conoscono nemmeno!

- Mi dispiace, ma io non credo in nulla. Ho sempre disprezzato le persone che si illudono, che cercano di dare un senso alla propria vita circondandosi di convinzioni senza alcun fondamento - ribatte, con il preciso intento di spiazzare il ragazzo. Le parole che aveva pronunciato erano sempre state il credo su cui si poggiava la sua vita, l’unica convinzione che niente e nessuno era mai riuscito a togliergli.

- Potresti anche avere ragione, ma hai visto a cosa ti ha portato questo modo di pensare? Te ne stai qui, solo e infreddolito, cercando di trovare il coraggio per mettere fine alla tua vita buttandoti da questo dirupo. Davvero, non ti senti un po’ patetico? - risponde lo sconosciuto, voltando appena la testa per guardarlo in voto.

Gli occhi di ghiaccio di lui si  immergono in quelli neri di Sasuke, bloccandogli sulle labbra ogni tentativo di risposta. La durezza e la condanna di quello sguardo sono tali da far vacillare la mente del ragazzo dai capelli neri, che, spiazzato da quella risposta, non riesce a trovare un modo per ribattere.

E’ davvero una persona patetica, adesso lo sente con chiarezza. I suoi ragionamenti duri e spietati nei confronti della vita sono solo la conseguenza della sua infinita debolezza, e il fatto che poco prima abbia tentato di suicidarsi è la prova schiacciante della sua fragilità. Cosa credeva, di fuggire ai suoi problemi in quel modo?
Eppure, nonostante il biondo abbia ragione, lui è sempre Sasuke Uchiha, ed è stato umiliato. Nessuno aveva mai avuto il coraggio di sfidarlo così apertamente, nemmeno sua moglie era riuscita a capire con un’occhiata quello che provava. Che diritto ha quel ragazzo di arrivare lì e sbattergli in faccia tutte le sue debolezze?

- Tu non sei nessuno per giudicarmi - sibila a denti stretti, mettendosi a sedere e gettando con stizza la sigaretta accesa sul terriccio accanto a lui - Non puoi capire quello che provo, non mi conosci. Io sono diverso da te, io sono diverso da tutti -

Lo sguardo duro del ragazzo dagli occhi azzurri si distende, e il suo incredibile sorriso torno a delinearsi sulle sue labbra.

- Hai ragione, io sono diverso da te. Ma credo che gli esseri umani in un certo senso siano tutti uguali, quando si parla di sentimenti del genere, quindi riesco benissimo a comprendere quello che stai provando - esclama, con una risata spensierata  - Solo dicendo “io sono diverso da tutti” costruisci una barriera, una barriera tra te e le altre persone. E’ ovvio che così tu non riesca a trovare la felicità! Non è il mondo a rifiutare te, sei tu che non permetti a lui di cambiarti! -

Facendo leva sulle ginocchia, il ragazzo si alza in piedi. Sasuke riesce solo a guardarlo intontito, colpito nel profondo dalle sue parole. Vorrebbe ribattere, ma non riesce a trovare nessuna risposta plausibile.

- Tutti abbiamo bisogno di un motivo per vivere. Perché non provi a cercare il tuo? Deve essere qualcosa in cui credi veramente, qualcosa che ti faccia sentire vivo! E anche se è solo un’illusione, che cosa c’è di male? - continua il biondo, mentre il vento notturno gli scompiglia i capelli - Solo il fatto che tu abbia tentato di suicidarti poco fa, significa che in fondo ami la vita. Non vuoi cambiare la tua esistenza alla radice, vuoi solo cambiare il modo in cui sei capace di vederla! Non è il mondo che ti sta stretto, sono le tue granitiche convinzioni a stringerti il cappio al collo rendendoti difficile respirare -

Sasuke non parla, non riesce a parlare. Tutta l’irritazione, tutta la rabbia nei confronti del ragazzo sono svanite. Può solo incassare tutte le sue parole, ad una ad una, e accettare la verità. Ha ragione. Non è la vita ad essere insopportabile, ma il modo in cui lui si rapporta ad essa a renderla tale. Pensa a quello che ha tentato di fare solo qualche minuto prima, e non può evitare di darsi dello stupido. Avrebbe accettato con così tanta calma il fatto di lasciare questo mondo? Non avrebbe più sentito il vento tra i capelli, la terra sotto i piedi, le voci di chi amava. Nella foga del momento, non aveva davvero pensato a quello che si sarebbe lasciato dietro.

Il suo sguardo si fissa nuovamente sul ragazzo biondo. Il suo inaspettato compagno si erge sul promontorio con le gambe leggermente divaricate, gli occhi chiusi e le braccia aperte, godendo delle carezze del vento. A Sasuke sembra davvero bello, più bello di qualsiasi essere umano che lui abbia mai visto. E’ l’incarnazione della vita con la V maiuscola, e della voglia di vivere ed essere felice.

- Come…come ti chiami? - riesce solo a mormorare, temendo di spezzare la perfezione di quel momento con il suo tono di voce.

Lo sconosciuto non apre gli occhi, non si gira verso di lui. Si limita a schiudere lievemente le labbra, pronunciando la risposta alla sua domanda.

- Naruto. Naruto Uzumaki -

Naruto. Un nome esotico, strano, che Sasuke non ha mai sentito in vita sua. D’istinto, pensa che quella semplice parola rappresenti perfettamente il ragazzo biondo in piedi davanti a lui.
In un certo senso, come lui, è unica.

- Grazie, Naruto - mormora, abbassando lo sguardo per fissarlo sul terreno accanto ai suoi piedi. Quel ragazzo gli ha donato la vita, Sasuke lo sente con chiarezza. Se non fosse stato per lui, a quest’ora non sarebbe più capace di osservare, di ascoltare, di pensare. Un semplice “grazie” non può contenere quello che sta provando in quel momento, eppure è sicuro che i suoi sentimenti raggiungeranno lo stesso il ragazzo.

Sente il peso confortante di una mano sulla spalla, e un istante dopo i suoi occhi stanno affondando in quelli azzurri di Naruto. C’è davvero di tutto, in quello sguardo: comprensione, amicizia, intelligenza, saggezza ma anche ingenuità. Sasuke stringe la presa sul braccio del ragazzo, sentendo chiaramente che in quel momento c’è qualcosa che li unisce, al di là di tutte le differenze che esistono tra di loro, al di là del fatto che si siano conosciuti quel giorno stesso.

“Davvero credi nei miracoli?” gli aveva chiesto Naruto solo qualche minuto prima. Lui gli aveva risposto che no, non ci credeva, ma era in torto. Non aveva mai smesso di sperare in un qualcosa capace di rendergli più gradita la fatica che per lui era vivere.

E, alla fine, il suo miracolo era davvero arrivato.







Angolo dell'autrice: 
Ok. Va bene che sto tornando a scrivere dopo un mese di blocco totale, ma non saprei nemmeno come classificare questa...cosa.
Non posso credere che io, proprio io, abbia scritto qualcosa che accenna anche solo lievemente al SasuNaru. Dio, mi viene la pelle d'oca solo a pensarci, quindi meglio che mi sbrighi a pubblicare prima di pentirmene amaramente.
Questa fic è un miscuglio di tutto quello che sento dentro in questo periodo e l'ho scritta al solo scopo di sfogarmi un pochino, ma spero comunque che possiate apprezzarla, e, in qualche modo, anche comprenderla!
Come ritorno tra i meandri di EFP è davvero una storia misera, ma è tutto quello che sono stata capace di scrivere.
Non so perchè qualcuno dovrebbe apprezzare questa cosa, completamente priva di una trama e di un senso, ma apprezzerò comunque qualsiasi commento o recensione. 
Bye bye! ^^
  
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