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Autore: Emily Kingston    05/12/2011    4 recensioni
Ron Weasley, Ginny Weasley
“Andrà tutto bene,” le sussurrò Ron, accarezzandole i capelli.
In realtà non lo sapeva se sarebbe andato tutto bene, se tutto si sarebbe risolto, se ogni cosa sarebbe tornata al suo posto o meno. Ma, com’era successo quel giorno di tanti anni prima, si era sentito in dovere di rassicurarla, si era sentito in dovere di essere il suo fratellone.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I set fire to the rain

 

    I set fire to the rain
And I threw us into the flames
Well, it felt something died
‘Cause I knew that that was the last time
The last time
Adele – Set fire to the Rain
     

 
 

Ginny mosse qualche passo incerto sul tappeto di foglie, reggendo il grande ombrello rosso che Hermione aveva regalato a suo padre qualche Natale prima.
La gonna stretta ed i tacchi le rendevano più difficile camminare, facendola oscillare di tanto in tanto. In fine, stufa di tutto quel traballare, si appoggiò al tronco di un albero e sfilò le scarpe, lasciandole lì in un angolo.
Appena i suoi piedi, coperti solamente da un paio di fine calze di nylon, toccarono il terreno l’acqua penetrò oltre la stoffa, sfiorandole la pelle.
Nonostante il freddo iniziale, presto divenne una sensazione piacevole.
Sospirando, Ginny riprese la sua marcia silenziosa verso la cima della collina.
Quando i suoi passi sciaguattarono alle spalle di suo fratello, Ron si voltò.
“Che ci fai quassù? Piove,” disse Ginny, avvicinandosi a lui e mettendo l’ombrello anche sopra alla sua testa, ormai bagnata.
Ron lì per lì non disse nulla, si limitò ad abbassare il mento e a scrollarsi un po’ d’acqua dai capelli con un movimento della testa.
“Sei scalza,” osservò, guardando i suoi piedi.
Ginny arrossì e qualche ciocca rossa le ricadde sul viso, sfiorandole le guance. Subito, si affrettò a riportare ogni cosa al suo posto.
“Le scarpe erano fastidiose.”
Ron abbozzò un sorriso, immaginando le bellissime scarpe nere che Fleur aveva tanto insistito per dare a lei ed Hermione, volare giù dalla collina, per i campi.
Scosse appena il capo e tornò a guardare verso la lapide bianca che si ergeva ai suoi piedi.
“Dovresti scendere, Hermione ti stava cercando,” disse Ginny, dopo un po’, allontanando lo sguardo dalla foto di suo fratello.
Ron annuì, ma non mosse un passo.
Nonostante fosse appena settembre, quel giorno la pioggia faceva venire più freddo del solito; faceva venire freddo dentro.
E anche se Ginny faceva finta che andasse tutto bene perché non voleva mostrarsi debole agli occhi degli altri, Ron lo sapeva, sapeva che sentiva freddo anche lei.
“Mamma?” domandò.
Ginny rilasciò un profondo sospiro e, arrendendosi al fatto che suo fratello non si sarebbe mosso da quella collina fin quando non ne avesse avuto voglia, sistemò meglio l’ombrello sulle loro teste.
“A letto, papà le ha preparato una camomilla e le ha consigliato di riposare.”
Ron annuì.
“E George come sta?”
“Lo sai come sta.”
Di nuovo, Ron fece un cenno d’assenso.
“E tu? Tu come stai?”
Ginny si sentì presa in contro piede e sgranò gli occhi, boccheggiando.
“Bene,” rispose dopo un po’, scrollando le spalle e sbattendo ripetutamente le palpebre, per nascondere la lucidità dei suoi occhi.
Ron non le disse nulla, semplicemente si avvicinò a lei e le cinse le spalle con un braccio, premendola contro il suo fianco mentre con l’altro braccio le avvolgeva la vita. La sentì aggrapparsi alla sua camicia, stringendola forte dentro ai pugni chiusi.
Neanche Ginny disse nulla, si raggomitolò sul petto del fratello e, silenziosamente, iniziò a piangere.
In quel momento a Ron tornò in mente un ricordo della loro infanzia.
Capitava raramente che Ginny si facesse vedere mentre piangeva, di solito quando qualcosa le faceva venire voglia di piangere si andava a rintanare in un angolo del giardino.
Una volta, però, i gemelli le avevano fatto uno scherzo particolarmente pesante e lei, terrorizzata, era corsa nella loro stanza e si era buttata addosso a lui, iniziando a singhiozzare contro la sua spalla.
“Andrà tutto bene,” le sussurrò Ron, accarezzandole i capelli.
In realtà non lo sapeva se sarebbe andato tutto bene, se tutto si sarebbe risolto, se ogni cosa sarebbe tornata al suo posto o meno. Ma, com’era successo quel giorno di tanti anni prima, si era sentito in dovere di rassicurarla, si era sentito in dovere di essere il suo fratellone.
“Te lo prometto, Ginny, andrà tutto bene.”
La strinse un po’ più forte, comprimendo il suo viso contro il proprio petto.
Ginny continuò a piangere per un po’, strofinando il volto contro la camicia di Ron, ormai umida di lacrime.
Ron le accarezzò i capelli, appoggiando il mento sul suo capo.
Non gli era concesso sapere se le cose sarebbero migliorate, se tutto quel dolore, un giorno, avrebbe smesso di fare così male; non sapeva se si sarebbe attenuato.
Quel giorno però, su quella collina, con sua sorella che singhiozzava sul suo petto com’era successo una volta quand’erano bambini, fece una promessa.
Promise che avrebbe fatto il possibile per sistemare le cose, per farle andare meglio, per farle girare per il verso giusto.
Promise che non ci sarebbe più stato il freddo di quel pomeriggio d’autunno.
Promise che avrebbe dato fuoco alla pioggia, pur di ottenere un po’ di calore.




Note: Penso di essere un pochetto fissata con il funerale di Fred, non so perché. Ho scritto a nome dei minori dei fratelli Weasley perché, a mio parere, dopo George sono quelli che hanno sofferto di più la morte di Fred.
Nonostante Ron fosse continuamente cavia dei loro scherzi e Ginny vittima delle loro frecciatine, sono profondamente convinta che per entrambi sia stato un colpo durissimo.
Be', che dire, quest'affare non so neanche da dove sia venuto fuori. Ascoltavo Set Fire to the Rain e bam! ispirazione. 
Insomma, spero che vi sia piaciuta questa storiella. 
Un bacio a tutti,
Emily.


 

   
 
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