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Autore: ValeBelieber    06/12/2011    3 recensioni
Salve gente!
io sono Martina, ho 18 anni e vivo a Milano. sono una ragazza molto solare e vivace. sono sempre pimpante e allegra.
ho 18 anni, ma sono una Belieber sfegatata, anche se il nanetto è più piccolo di me.
sono qui per raccontarvi la mia storia, la NOSTRA storia.
buona lettura.
xx
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sento la cretina di turno, quella che abbocca ad ogni balla che raccontano. Mi sento fessa.
Justin: -evvai!- non ce la fa.
Io: -ma evvai che cosa?! Siamo bloccati, babbeo.-
Justin: -meno male.-
Io: -MA CHE COSA?!-
Justin: -guarda il lato positivo: almeno abbiamo cibo a sufficienza essendo bloccati in una cucina.- ma WHAT THE FUCK?!
Io: -ragionamento logico, ma stupido.-
Non solo sono chiusa in una stanza, lo sono con un idiota!
Justin: -nei film succede sempre.- si e poi quando escono la ragazza è incinta. No, grazie.
Io: -già, ora ti senti potente?-
Justin: -no, però è figo.- conosco un bravo psichiatra.
Chissà per quanto tempo dovrò stare ad ascoltare le sue cavolate. Non potevo non comprare il CD, no, dovevo farlo così avrei incontrato un bambino viziato.
Io: -adesso prendo il nastro adesivo e te lo attacco alla bocca.-
Justin: -la bocca serve ad altro.- i suoi interventi non sono per niente pertinenti.
Io: -si, a mangiare.- avevo capito la battuta, ma non volevo sembrare volgare.
Justin deluso: -non intendevo quello…-  ti prego, chiudi quella boccaccia.
Io: -sei un morto di…- mi contengo.
Mi sto deprimendo. Non me lo merito. Io che non sono mai triste ho pianto e sono depressa. È grave. Voglio tornare a casa mia, voglio cancellare questo giorno.
Io: -ti prego, stai un po’ zitto. Mi sta esplodendo la testa.-
Lentamente mi rannicchio in un angolino.
Justin si avvicina e viene vicino a me.
Justin: -a te sembrerà semplice, ma è dura essere me.-
Io: -ti conviene tacere. Darei tutto per essere te. Tutto.-
Justin: -è vero, sto vivendo il mio sogno, ma ci sono tanti lati negativi.-
Non rispondo, mi rifiuto. Ha i paparazzi che lo tartassano e quindi? Fa parte della sua vita, gli deve stare bene per forza.
Prendo il mio iPod e mi metto una cuffia, non voglio più ascoltarlo.
Justin mi guarda parlandomi con gli occhi e dicendomi: “pensavo mi chiedessi di ascoltare la musica con te”. No, non mi va.
Ero triste e quando sono triste non voglio ascoltare canzoni che mi rallegrino, ma canzoni che mi facciano piangere. Così da sfogarmi. Non c’è nulla di meglio di “That Should Be Me” di questo babbeo qui di fianco.
Le lacrime cominciano a scendermi. Dov’è il ragazzo di quella canzone. Io non lo trovo, non c’è più. Dobbiamo farlo venir fuori.
Justin: -…cosa ascolti?- aspettavo questa domanda.
Io: -una canzone che mi fa sempre venire da piangere, scritta col cuore da una ragazzo stupendo. O almeno che lo era.-
Justin: -…ho capito, non girarci intorno.-
Finalmente cominciamo a parlare pacificamente, senza litigi o altro. È questo che volevo. Pian piano ho capito che ragazzo è veramente. Stare con me gli ha fatto solo bene.
Sorrido.
Justin: -perché sorridi?- domanda curiosa.
Io: -sorrido quando sono felice.- sembrerà una frasi fatta, ma è la verità.
Justin: -…posso…posso abbracciarti?- in quel momento il mio cuore ha cominciato a battere all’impazzata e sentendo la parola “abbraccio” un brivido ha trapassato il mio corpo.
Io: -perché?- almeno una motivazione. La esigo.
Justin: -abbracciami e basta. Posso?-
Annuisco.
Justin si avvicina e mi abbraccia. Questo significa che non mi odia e solitamente si abbracciano solo le persona a cui si vuole bene.
Justin ride. Che te ridi?!
Abbasso la testa e sorrido. Justin, non farmene pentire.
Spero possa nascere una bella amicizia. È vero, lui mi ha deluso, ma io sono sempre disposta a perdonare. Sempre.
Justin comincia a parlare velocissimamente: -ora che facciamo? Io mi annoio, comincia a fare caldo, ho fame, ho sete…-
Io: -calmati. Stai tranquillo. Apri il frigorifero e serviti. Poi ora apro un po’ la finestra così passa l’aria.-
Justin fa un respiro profondo e dopo aver bevuto un sorso di birra si siede a gambe incrociate e fa yoga.
Lo guardo storto.
Io: -ehm… ma ce la fai?- senza mezze parole.
Justin: -shhh. Ommm.- ecco la risposta alla mia domanda: SI.
Dopo un quarto d’ora di “om” ininterrotti, Justin è tornato “normale”.
Justin: -dovrei essere io a tenerti la mano, dovrei essere io a farti ridere, dovrei essere io questo è così triste, dovrei essere io, dovrei essere io.-
Rido.
Ti colpo mi viene istintivo avvicinarmi a lui e prendere il suo viso tra le mie mani e guardarlo negli occhi.
Justin mi guarda fisso negli occhi: -che fai?-
Io ipnotizzata: -non lo so.-
Ok, l’attimo di pazzia è finito e mi stacco.
È stato stranissimo, non lo farò più.
Sono le 19 e nessuno viene ad aiutarci. Dove cavolo sono i miei genitori?


SPAZIO AUTRICE
buongiorno/pomeriggio/sera (?)
la storia sta prendendo piega. mi avete fatto molti complimenti e sono lusingata ma sta storiella non mi ispira. ora cerco di farmi venire delle belle ideuzza(?).
l'altra era scritta peggio, ma come contenuto era forse più interessante e lo era perchè tutte quelle "avventure" le avevo sognate. sono seria. le avevo sognate di notte.
con questo vi auguro una bella lettura e una bella giornata.
un bacio
xx
Valella

  
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