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Autore: Angelofire    26/07/2006    0 recensioni
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Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno cominciava a farsi sempre più cupo. I raggi del sole si allungavano su tutta la distesa verdeggiante dell’immenso prato, ormai circondato da erbacce che proliferavano anche sui logori muri della casa, che cercava, in vano, di emergere da quella fitta foresta. Probabilmente solo i serpenti riuscivano a definire quel groviglio verde: giardino. Ma questo, poco importa. Io non ero lì, in quel momento e nemmeno desideravo esserci. Sono riuscito a raccogliere queste informazioni andando a visitare la casa di persona, aggiungendo poi qualche frammento della mia immaginazione. Mi sto dilungando troppo. In ogni caso, la storia è breve, e voglio raccontartela in modo corretto per questo ci tengo a precisare alcune cose, in modo tale che tu non puoi fraintendere nulla di ciò che accadde, in quella dimora. Come stavo dicendo, i raggi color porpora invadevano sì il “giardino”, ma anche le finestre erano parte di quel luccichio che non si sarebbe mai più rivisto. I vetri faceva la loro parte cercando di deviare la luce solare, respingendola a dovere verso il mittente che continuava imperterrito a scaraventare quel raggio rosso verso le lastre. Come una dura lotta tra bene e male: sole e comodità si confrontavano, ma come si sa, la legge della vita afferma chiaramente che è il più forte a vincere, così anche i mobili interni dovevano rassegnarsi a quella fastidiosa luce che evidenziava la spessa coltre di polvere che li ricopriva. Fatta eccezione per una lunga striscia più scura simile a un fiumiciattolo, ma questo non centra. L’importante è scoprire chi è stato a passare un dito su quel mobile antico. Io non posso dirlo con certezza, ma proverò a proporti quello che molte persone cocciute, cercano di non capire o sentire. L’erba era stata calpestata da poco, quando una mano infreddolita si arricciava per poi scontrare, con le nocche, il duro legno del portone d’entrata della casa. Nessuno rispose. Un altro colpo. Nessuno rispose. Un altro colpo ancora. I cardini cigolarono e la porta si aprì lentamente. L’uomo avanzò attraversando l’uscio con molta cautela e sottolineo, molta. Non c’era nessuno ad attenderlo, e questo era inquietante. La porta non poteva essersi aperta di sua volontà. Ma questa domanda fu subito colmata da una risposta, infatti, una debole luce, brillò dietro le spalle dell’individuo che come se avesse avvertito un pericolo imminente si voltò di scatto. Un bagliore verde, accecò l’uomo appena entrato, che sfoderò in tempo la propria bacchetta e pronunciò l’incantesimo di protezione, più forte che poté. Ovviamente, come sai la mente in quei momenti viaggia alla velocità della luce e per quanto uno rimproveri lo scrittore (in questo caso io) per quanto sono stati assurdi i riflessi dei personaggi che descrive, beh questa volta è andata proprio così. Tornando a noi. L’uomo riuscì a schivare l’attacco di cui non seppi esattamente il nome, poiché l’inquilino formulò l’incanto nella mente, come solo pochi maghi riuscivano a fare. L’uomo che aveva invocato lo scudo, dopo l’attacco rimase fermo con la bacchetta rivolta verso l’angolo buio della porta. << Chi-chi sei? >> chiese ansioso. Un raggio di luce rosso tenue gli illuminò il viso e la folta capigliatura, inconfondibile. << Chi vuoi che sia!? >> rispose l’uomo nascosto avanzando di qualche passo verso la luce. << Harry! Sei tu! Ma sei scemo?! Mi hai quasi colpito! >> << Scusa Ron, ma non si è mai troppo prudenti … >>. << Al costo di uccidere un amico, vero? >> << Oh! Non esagerare! >> Harry fece cenno all’amico di seguirlo su per le scale. Giunti in una camera da letto, logora e colma di polvere, Ron si avvicinò ad un mobile antico di un’immessa magnificenza: era intagliato in ogni singolo spazio. Ma non ha alcuna importanza il suo aspetto sotto la polvere. Come stavo scrivendo, Ron si avvicinò al mobile e passò un dito sulla sua superficie e fece una smorfia. << Se verrai ad abitare qui, ti conviene pulirlo questo posto >>. << Già >> disse Harry che si era affacciato alla finestra. << Sei sicuro di venire qua? A casa c’è posto, potremmo poi prenderci un appartamento a Londra >>. << No, voglio liberarmi di Voldemord! >> Ron non rabbrividì a quel nome. << Hermione, in ogni caso ti saluta, oggi non è potuta venire … >>. << Capisco … avrà avuto sicuramente qualcos’altro da fare …. >> << No, ma non se la sentiva. Sapeva che questa volta sarebbe stata l’ultima …. >> Harry si voltò di scatto verso il ragazzo e abbozzò un sorriso: << e … da quando Hermione è diventata brava in Divinazione? >> Ron gli rivolse un sorriso a sua volta. << Non credo da molto. Probabilmente dall’ultima volta che vi siete visti >>. << Io all’ora non ero in me …. >> << Questo non ti giustifica, lo sai vero? >> << Oh! Ron! Non mi interessa … più tosto, come sta Ginny? Nemmeno lei ha voluto venire…immagino >>. Il ragazzo dai capelli rossi sospirò sonoramente e si appoggiò al medesimo mobile con le mani poste dietro la schiena, ed iniziò ad osservare l’amico tristemente. << Allora, non hai saputo … >> << Saputo cosa? >> chiese Harry all’improvviso agitato, come se una scarica elettrica lo avesse invaso. << Ginny non è più a casa con noi … dopo la tua ultima avventura … se né andata. È andata ad abitare in un piccolo alloggio accanto alla casa di Bill e Fleur >> Il ragazzo alla finestra si voltò nuovamente verso questa ultima ed osservò il giardino invaso dall’erbacce. Non riusciva a parlare. Ron dal canto suo, invece, non poteva non smettere di osservare l’amico. Aveva preparato quel discorso da quando ricevette quella maledetta lettera, che lo avrebbe portato … beh si sa. Io non conoscevo bene Ronald Weasley, conoscevo bene la sua famiglia. Sono stati molto importanti per me. Ma visto che tu sei … beh lo sai. Fatto sta che passarono alcuni minuti prima che Ron riprendesse a parlare. << Harry, io ed Hermione ti siamo stati sempre accanto e ci saremo sempre, e vorremmo ancora esserci … >> Ma l’altro lo interruppe prima che potesse terminare la frase. << No… >> rispose Harry rapido; aveva previsto che i suoi amici non avessero capito che intendeva affrontare da solo quell’ultima pericolosa avventura. Poi continuò: << Ormai ho rintracciato tutti gli Horcrux. È quello che voleva da me Silente, è per questo che mi disse della loro esistenza. Lui aveva ragione c’e n’erano ancora quattro, ma m ne manca uno … il settimo frammento dell’anima di Voldemort, quello che si trova ancora nel suo corpo. Sarò io a ucciderlo >> << Noi ci saremo, Harry >> << No… >> << L’hai già detto una volta >> sussurrò Ron << che c’era tutto il tempo per tornare inditro, se avessimo voluto. Il tempo l’abbiamo avuto, no? >> propferì << Siamo con te qualunque cosa accada >> Harry rimase basito da quelle parole e disse << Sai , questa frase lo già sentita >> Ron sorrise. << Devo averla letta su qualche libro di fantascienza che mi ha imprestato Hermione >> Ambi due si guardarono e si misero a ridere. Il giorno si era fatto sempre più cupo. I raggi del sole smisero di allungarsi su tutta la distesa verdeggiante dell’immenso prato. La notte era calata. Un lampo di luce verde illuminò l’abitazione proprio come poco fa, quando ancora la luce riusciva a nascondere il buio. I giovani, all’interno si mossero in fretta verso l’entrata, entrambi leggermente spaventati, ma decisi ad affrontare ogni cosa che si fosse parata davanti a loro appena sarebbero giunti al piano inferiore. Probabilmente Harry in quel momento stava pensando a tutto il suo passato, a ciò cheterebbe successo se avrebbe incontrato proprio lì colui che non deve essere nominato, proprio in quel luogo dove tutto era iniziato sarebbe finito. Ron ,invece … lui beh forse pensava a te. Il suo segreto. Comunque, entrambi raggiunsero l’uscio e ciò che videro fu … lo sai. E non voglio ricordarti ciò che accadde. Credo che questo basti per spiegarti molte cose che non riuscivi a comprendere su di lui. Questo racconto, credo che sia molto simile alla realtà di quella notte, ma non voglio importi un dogma simile, voglio solo aiutarti a ricordare il passato che in questo presente viene dimenticato pensando al futuro. Un saluto. R.A.B.
   
 
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