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Autore: _Shadow_96    06/12/2011    3 recensioni
È facile fingere di non vedere quello che in realtà sai.
E lei lo sapeva che quell’uomo le avrebbe fatto del male, che ne avrebbe fatto anche a sua madre, che non sempre le apparenze ingannavano.
Non si era mai sentita così fragile: solo una bambola di ceramica tra le mani di qualcuno che non aveva dato importanza al cartello “Attenzione, maneggiare con cura”.
Doveva fidarsi però dello spiraglio di luce che era riuscito a penetrare nell’oscurità e sperare di riuscire a risalirne.
Dal capitolo 3
“Oh si hai ragione, per me va bene sempre tu quando puoi?”
“In realtà io…perché non ce la studiamo ognuno per i fatti propri, no?? Non voglio farmi vedere in giro con te e rovinarmi la reputazione, non so se capisci” Eliana sentì il sangue ribollirgli nelle vene ma cercò di mantenere il controllo.
“Dovremmo vederci invece perché altrimenti non avremo sintonia”
“Oh piccola se vuoi un po’ di “Sintonia” io sono sempre disponibile”mormorò lui con voce roca.
“Vaffanculo, Russo Fai quello che ti pare”
Accidenti alla prof!!!Accidenti a Russo!! Accidenti a mamma e soprattutto, accidenti a Davide!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aiutami a non avere paura del buio..


Buon pomeriggio a tutti!! 
Mancano pochi giorni alle vacanze di Natale e io non vedo l'ora, yuppi!! Sono in ritardo di un solo giorno ma questo capitolo per me è stato peggio di un parto tra mio padre che occupava sempre il pc, le interrogazioni e la febbre :( non ho proprio avuto tempo per dedicarmi alla ff. Oggi, dopo aver terminato il libro che sto leggendo :), ho cominciato a scrivere questo capitolo; non mi sembra nulla di eccezionale, come tutto ciò che scrivo infondo, ma spero di non deludervi.

Grazie anche ai 10 che hanno inserito la ff nelle preferite, i 3 che l'hanno inserita nelle ricordate e i 22 che l'hanno inserita nelle seguite.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto in particolare Reiko, Erratic Element e _Raven_ , grazie mille per tutto.
Un bacione, spero vi piaccia almeno un pò.
Maddalena <3

 

 

          Capitolo 8

I don't really care about if you hate me, if you love me....
 

Quella mattina Eliana non sentì la sveglia così quando aprì gli occhi i raggi del sole facevano già capolino dalle nuvole grigie e cariche di pioggia; per la prima volta l’aria cupa che precede i temporali non rispecchiava l’animo della ragazza e si sorprese a desiderare un bella giornata primaverile. Lavò il viso con abbondante acqua calda, legò i capelli in una coda alta e passò un filo di matita. Indossò in fretta una felpa viola, larga ed estremamente comoda, i suoi adorati jeans e un paio di stivaletti. Dopo una corsa di qualche minuto, col il cuore in fibrillazione, le gambe deboli e il respiro pesante raggiunse la fermata dell’autobus proprio mentre questo arrivava. Per fortuna trovò un posto a sedere sospirando di sollievo e rilassandosi contro lo schienale per riprendere fiato; non aveva mai corso così veloce ed era sicura che il giorno dopo l’acido lattico le avrebbe impedito persino di camminare. Quando riuscì a scorgere dal finestrino il suo liceo si rese conto di essere…elettrica: le mani le pizzicavano, il cuore aveva accelerato il battito e una fastidiosa fitta di speranza  le stringeva lo stomaco: speranza in cosa?
L’autobus si fermò dando la possibilità ai ragazzi di scendere. Anche Eliana si alzò velocemente pronta a catapultarsi fuori ma non aveva fatto i conti con il tremolio delle sue ginocchia, dovuto alla corsa,che cedettero. Sarebbe sicuramente volata sul marciapiede se qualcuno non l’avesse sorretta abbracciandole la vita e rimettendola in piedi. Il suo primo pensiero fu quello di scostarsi velocemente ma infondo l’aveva salvata da una figuraccia e che quel gesto sarebbe sembrato scortese.  Era sicuramente un ragazzo visto la statura e il profumo speziato e Eliana si sentì avvampare per l’imbarazzo.

 “Tutto bene?” le chiese allontanandola leggermente e quando si voltò la lingua le restò incollata al palato: un ragazzo dai capelli castani, gli occhi azzurri e il sorriso dolce le stava davanti tenendole una mano su un fianco, che sembrava bruciare per quel leggero contatto.

 “S-si grazie mille”

 “Figurati” le sorrise di nuovo e allontanò la mano dal fianco di lei per presentarsi “Io sono Antonio, mi sono trasferito oggi”

“Eliana, piacere” strinse la mano di lui maledicendosi per il brivido che le aveva attraversato la schiena.

 “Eliana...”mormorò come se stesse assaporando il suo nome e le sorrise di nuovo “Ti dispiacerebbe aiutarmi? Sono completamente spaesato” rise, passandosi una mano nei capelli che però restarono perfettamente ordinati. Eliana lo osservò,incredula che un ragazzo così si fosse rivolto a lei; nonostante l’altezza e il fisico asciutto infatti sembrava passasse molto tempo ad allenarsi.
 
“D’accordo” rispose facendo spallucce e iniziò a camminare con lui che la seguiva “Da dove vieni?”

“Sono di Napoli. Si sente dall’accento vero?” lei lo osservò ridacchiando e gli sorrise “È  come un marchio di fabbrica”
 
“Non è così male” borbottò sistemando lo zaino “Infondo è una caratteristica che ti rende unico, almeno qui”
 
“Non avevo mai visto la cosa sotto questo punto di vista. Comunque la mia classe è la 4E” Eliana si fermò di colpo andando a sbattere contro un’altra ragazza che sorrise al ragazzo di fianco a lei e si infilò in classe “Ehi tutto…”

“Eliana dov’eri? Ti ho cercata dappertutto!!” la riprese Daniela piombandole davanti “Oh...piacere io sono Daniela”

“Antonio” lui le sorrise e Eliana notò le guance della sua migliore amica imporporarsi, cosa che la sorprese “La tua amica mi stava aiutando a trovare la mia classe, mi sono trasferito pochi giorni fa”

“Oh..” rispose semplicemente lanciando un’occhiata supplice ad Eliana.

“I-io non mi sento molto bene ti dispiace se ti accompagna Daniela?”

“Oh no figurati, mi spiace che tu stia male” le sorrise accarezzandole un braccio mentre lei boccheggiante si scostava leggermente, pronta alla fuga.
 
“A dopo” disse sparendo lungo le scale. Non riusciva più a capirsi: si  ripeteva che era insensato e che non aveva fatto nulla di male ma continuava a sentirsi in colpa come se avesse fatto un torto a Federico. Sedette al suo posto e appoggiò la testa sul banco cercando di dare un senso ai suoi pensieri e al senso di solitudine che sentiva al centro del petto: le mancava Federico. Dopo quel giorno a casa sua non si erano né visti né sentiti tranne per il giovedì pomeriggio in cui lui la chiamò per dirle che era malato e non si sarebbero potuti vedere per provare. Eliana sentiva un magone all’altezza del cuore e sapeva che quel senso di bisogno che iniziava a provare per Federico era qualcosa di assurdamente sbagliato. Si riprese dalle sue riflessioni quando Daniela la raggiunse raggiante e si sedette accanto a lei sospirando estasiata.

“Mi piace Antonio, cioè lo so che non ci conosciamo per nulla ma..a pelle mi piace”
 
“Bene” borbottò Eliana aprendo il quaderno di matematica “È simpatico, sembra a posto”
 
“Ed è davvero fighissimo. Pensi che potrei piacergli?”
 
“Si perché non dovresti?”

“Mi sembrava tanto preso da te”mormorò delusa Daniela giocherellando con una ciocca di capelli; Eliana avvampò e iniziò a tossire sorpresa dalle parole dell’amica.

“Ma che dici? Non ci conosciamo neanche!”
 
“Sono troppo grassa, devo dimagrire”

“Daniela” la ragazza le prese le mani tra le sue e le strinse forte “Tu sei bellissima così come sei e sono sicura che Antonio se ne accorgerà, altrimenti peggio per lui” le sorrise e la abbracciò “Non cambiare ciò che sei per una persona, non c’è nulla di peggio” l’arrivo della professoressa mise fine alla questione e Eliana si sentì più leggera nel rivedere il sorriso sul viso dell’amica. All’intervallo uscirono dalla classe e si diressero al distributore dove Antonio chiacchierava con una sua nuova compagna di classe Martina, una splendida inglese dai capelli biondo cenere e gli occhi azzurri bassa e mingherlina. Il ragazzo appena le vide parlottò con la bionda che si allontanò sculettando e le raggiunse.

“Ciao ragazze!!” le salutò sorridendo “Ti senti meglio?”
 
“Si grazie” borbottò Eliana ordinando una cioccolata calda “Ti piace la nuova classe?”
 
“Abbastanza, i ragazzi sono simpatici e alcune ragazze sono molto carine” Daniela si rabbuiò e sospirò “Anche se non sono il mio tipo” le due annuirono e dopo aver bevuto le loro cioccolate si sedettero all’ingresso “Voi conoscete un certo Russo? Oggi era assente”
Eliana avvampò improvvisamente e deglutì stringendo tra le mani la zip del giubbotto.

“I-io lo conosco” rispose infine sospirando.

“Oh deve essere molto popolare visto che tutti quanti nella mia classe han detto che non vedono l’ora di farmelo conoscere”al suono della campanella il trio sobbalzò e si affrettò a rientrare nelle proprie classi. Eliana sapeva che Federico aveva molti amici ma fino a quel momento non aveva mai pensato a tutte le belle ragazze della sua classe e si sorprese a provare gelosia. Il cellulare vibrò nella sua tasca e lei si affrettò a prenderlo con il cuore in gola.

“Ehi” bisbigliò l’amica avvicinandosi a lei “che succede?”
 
“N-niente, un sms” illuminò lo schermo e il cuore le balzò in gola quando lesse il mittente del messaggio.
 
Ehi stellina come va?
È una vita che non ci sentiamo :( Se  ti va domani possiamo provare insieme? Fammi sapere l’ora tanto sono relegato in casa.
Un bacione
F.

 Ciao!! Finalmente stai meglio, sono contenta :)
Per me va bene, alle 17.00?
Un bacione
Eliana

Eliana si affrettò a rispondergli attenta a non farsi scoprire dalla professoressa e appoggiò la fronte sul banco.

*****

Continuava a darsi dell’imbecille mentre osservava il suo riflesso nello specchio. Prima di tornare a casa era andata in giro per negozi con Daniela che l’aveva convinta a comprare creme esfolianti e ogni altro genere di prodotto per la cura del corpo. Eliana aveva lisciato i capelli e indossato un semplice vestito di maglia con strisce orizzontali nere, grigie e bianche, un pantacollant grigio e un paio di stivaletti. Il risultato finale era quello che più la spaventava: con i capelli lisci, il trucco e l’abbigliamento sembrava pronta per un appuntamento più che per studiare e la cosa la straniva. Più di una volta aveva pensato di cambiarsi e indossare i suoi jeans comodi e la felpa larga ma alla fine desisteva e ora era troppo tardi per ripensarci. Chiuse i bottoni della giacca e prese la sua tracolla, si guardò per l’ultima volta allo specchio e sospirò pesantemente. L’aria all’esterno era particolarmente fredda e Eliana si strinse le braccia al petto saltellando leggermente; Federico sarebbe passato a prenderla fra poco. Sbuffò e osservò un cagnolino che zampettava nella sua direzione e che poi si accucciò ai suoi piedi.

“Ciao cucciolo” si piegò sulle ginocchia attenta a non cadere e passò una mano nel folto pelo del cagnolino “Ce l’hai un nome?”

“Non credo che possa risponderti” una voce risuonò alle sue spalle spaventandola, perse l’equilibrio e sprofondò col sedere nella neve gelida.

"Oddio, oddio, oddio!!” lui scese velocemente dalla macchina rischiando di inciampare nel marciapiede e la aiutò a rialzarsi scrollandole poi la neve dal cappellino di lana “Quando ci sei tu mi succedono sempre cose spiacevoli” sbottò allontanandosi con le lacrime agli occhi; aveva impiegato tanto a prepararsi e lui aveva distrutto tutto.

“Cosa diamine vai blaterando? Sei tu che sei caduta come un salame nella neve non ti ci ho mica spinto!!”

 “Devi sempre fare lo sbruffone e prendermi in giro. Non sei nessuno, solo un pallone gonfiato, un fallito che si crede chissà chi solo perché qualche puttana vuole portarselo a letto. Io…io…io ti odio!!” Federico sbarrò gli occhi e gli angoli della sua bocca si incurvarono verso il basso in un sorriso triste.

“Mi dispiace, non era mia intenzione” si voltò con un’ espressione delusa e salì in macchina allontanandosi da lei. Appena la sua auto svoltò Eliana si lasciò cadere in ginocchio sulla neve e si passò le mani guantate sul viso per asciugarsi le lacrime. Non pensava neanche la metà delle cose che aveva detto e infondo non lo conosceva neanche così bene da poterlo giudicare. Si alzò da terra, ormai completamente bagnate e rientrò in casa. Sua madre era uscita a far spesa e Davide era al lavoro, forse per tutta la notte. Salì in camera sua e si sedette sul letto, sfilò gli stivali e tolse i vestiti poi si chiuse in bagno per una doccia calda. Appena l’acqua la sfiorò sentì le lacrime scivolare sul suo viso e si abbandonò contro le piastrelle fredde insaponandosi con lentezza. Ripensò all’espressione di Federico e alle parole che gli aveva detto; si lui si comportava da stronzo ma non l’aveva mai offesa, anzi. Uscì in fretta dalla doccia e si asciugò velocemente; aveva deciso che sarebbe andata a casa sua a scusarsi. Indossò un pantalone nero, gli stivali e un maglioncino e legò i capelli umidi in una coda; sperava solo di non beccarsi una polmonite. Era appena arrivata alla fermata quando l’autobus delle 18.15 passò. Batteva velocemente il piede e si passava nervosamente le mani sul viso pensando al modo migliore per chiedergli scusa. Aveva sbagliato tutto, lei sapeva del padre di Federico e poteva immaginare solo lontanamente quanto fosse difficile per lui convivere con l’assenza di una persona cara. Era vero che Romina non era più la persona solare di prima ma Eliana continuava a sperare che prima o poi anche lei sarebbe riuscita a liberarsi del suo guscio. Raggiunse la destinazione e si affrettò a scendere dall’autobus ; non sapeva cosa gli avrebbe detto ma era conscia che un semplice scusa non sarebbe bastato. Il cuore le si fermò quando vide accanto all’auto di Federico una Fiat 500 e sperò che Antonella non fosse lì con lui.
Oltrepassò il cancelletto rimasto aperto e si fermò davanti alla finestra. Federico faceva avanti e indietro tenendosi le mani nei capelli e parlava animatamente. Antonella sbucò improvvisamente e corse a stringerlo tra le braccia accarezzandogli i capelli.

“Non pensarci è una stupida, non sa neanche di cosa parla”

“Sono stanco di lei. Questa scommessa non porterà a nulla di buono” il respiro le si mozzò appena il suo cervello registrò quelle parole.

 Una scommessa, è solo una scommessa!!

 Si girò con le lacrime agli occhi e corse via: lei ci stava mettendo il cuore e lui si prendeva gioco di lei. Quegli sguardi, i sorrisi, i punzecchiamenti e quella premura che le aveva riservato quando si era sentita male, quei baci sul pavimento di casa sua…Una fottutissima scommessa. E mentre l’autobus del ritorno si fermava davanti casa capì che lei la sua scommessa l’aveva già persa in partenza e la posta in palio era il suo cuore.


 

  
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