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Autore: Like_Never_Before    06/12/2011    4 recensioni
La storia si incentra sull'arrivo di Brittany alla scuola " McKinley High" e al suo incontro con i futuri compagni di scuola.
Un flashback rispetto alla storia originale prodotta .
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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angolo dell'autrice :
Ciao a tutti ! Finalmente ecco il capitolo 22 xD
Premetto : su open office erano 7 pagine solo di questa parte quindi , diversamente da come avevo pensato, dividerò la vicenda in due parti....
Qui di seguito avrete il primo assaggio :) ditemi cosa ne pensate eh! =)
Mi scuso terribilmente per il ritardo ma è stato veramente difficile stendere la trama.
Gli impegni scolastici non mi hanno dato neanche un attimo di tregua ç____ç
Ringrazio particolarmente _CodA_ per le splendide idee che ha avuto!
Detto questo a voi la parola!
See Ya! :D
D.x


*******************************

Il sole che arrivava dall'enorme finestra illuminava giocosamente il banco scuro posandosi in a fasce, coperto dai libri e da numerose penne che erano scappate dall'astuccio quasi a voler recuperare la propria libertà persa.

Stretta nella sua nuova uniforme, Brittany teneva lo sguardo fisso verso alla cattedra senza emettere una sola sillaba, gli occhi assenti ne traducevano il suo totale disinteressamento.

Accavallò di nuovo le gambe nervosamente sotto a quel tavolo scomodo, sbuffando per l'enorme sconsolazione che le tamburellava nel petto rendendola incapace di ogni cosa mentre girava lo sguardo come per cercare qualcosa nel banco accanto a lei, vuoto.

Quel ricordo del giorno prima la costrinse ad abbandonare lo sguardo in quella direzione e a costringersi di fissare il professore che continuava la sua lenta spiegazione alquanto noiosa su argomenti del tutto difficili da focalizzare.

 

La sera prima

 

 

Uno scalpiccio di passi sulla scala interruppe quel momento magico mentre le due ragazze sussultavano, separandosi all'istante da quel contatto a lungo desiderato.

Si svolse tutto in una frazione di secondo, più veloce di quanto potessero immaginare.

Rimasero ferme a qualche metro di distanza l'una dall'altra, cercando di riprendere i respiri che avevano perso , ancora del tutto immerse in un respiro affannato.

Sembrava che tra di loro fosse stato scavato un confine invalicabile che nessuna delle due poteva attraversare, il calore di poco prima si spense in quella stanza piena di segreti così come le loro parole di prima senza trovare niente da aggiungere alla totale confusione che ora regnava.

Gli occhi azzurri ancora scossi di Brittany si scontrarono con quelli di Santana.

La latina aveva ancora il respiro affannato e cercava di recuperare il contegno perduto ma inutilmente, non riusciva a pensare a niente tranne che a quello che aveva provato poco prima.

Abbassò distrattamente lo sguardo, cercando di riprendersi quel poco orgoglio che aveva perso, ben sapendo di avere quegli occhi che a qualche metro la guardavano, aspettando una risposta che in quel momento non poteva darle.

Quella mano piccola e chiara le si posò sul braccio generandole un brivido inaspettato, di nuovo quell'espressione sincera a cui non poteva nascondere niente.

Di nuovo quel tuffo al cuore che la rendeva debole, facendole crollare tutta la pesante armatura di dosso.

Brittany si era avvicinata distruggendo in mille pezzi la barriera invisibile che le divideva, cercando timidamente l'attenzione di Santana che in quel momento aveva del tutto perso l'uso della sua materia grigia cercando di resistere a quel torrente di emozioni che la travolgeva.

 

TOC TOC TOC

 

Quel bussare sulla porta fece sobbalzare le due, che intanto si erano totalmente dimenticate del primo rumore che originariamente le aveva messe sulla difensiva che ora irrompeva prepotentemente nell'intimità di quella stanza.

Brittany fissò ancora per qualche istante la latina che evitava il suo sguardo, prima di sorvolare la sua figura guardando preoccupata la porta dall'altra parte della stanza.

-Brittany, ho sentito un tonfo prima, tutto bene?- chiese da dietro allo spessore del legno la madre, che sembrava un poco allarmata.

Santana tirò un sospiro di sollievo , ringraziando di cuore quella visita mentre la biondina le lanciava una occhiata interrogatoria e si scostava per andare ad aprire la porta.

La situazione era simile a quando sei a scuola e stanno per estrarre il tuo nome per l'interrogazione ma suona la campanella prima della fine della lezione e sei salvo, almeno per quel giorno.

Il tempo per riordinare le idee sul da farsi e chiedersi se sia stata una buona idea presentarsi prima di correre via a razzo dall'area di azione pericolosa,

Ed è proprio ciò che passa nella testa di Santana nel momento in cui vede Brittany allontanarsi dal suo raggio di azione, voltando quello sguardo che per lei è pura criptonite.

La biondina fece un respiro profondo senza poter nascondere la tensione, passandosi nervosamente una mano sui capelli prima di girare il pomello della porta da dove fece capolino il viso della madre che sorrise apprensiva.

Brittany tacque un secondo prima di abbozzare un sorriso su quelle labbra rosee, cercando di rispondere a quella occhiata interrogativa della madre che guardava all'interno della camera, apparentemente incuriosita dal caos che vi regnava.

-Tutto a posto mamma , stavamo- cercò di spiegare la biondina in evidente difficoltà alla madre, fermata quasi subito dalla voce di Santana che interruppe quella scena sconveniente.

Gli occhi di Brittany si voltarono rapidi verso la sua figura che nel frattempo si era girata.

Lo sguardo concentrato e fiero, l'espressione sicura di chi sa di essere superiore a tutto e a tutti.

-Studiando ed è caduto un libro dal letto – proseguì tranquillamente la latina, avvicinandosi di qualche passo alle due per poi indicare con un rapido gesto il pesante volume di geometria che troneggiava accanto al letto sopra a un mucchio di altra roba, le pagine schiacciate sotto al peso della copertina rilegata.

Ovviamente era una bugia, ma era a fin di bene.

Se c'era una cosa che Santana sapeva bene era che Brittany non era di certo la persona più adatta a dire una bugia, anzi, non ne era per niente capace e avrebbe sicuramente finito per smascherare entrambe.

Non aveva per niente voglia di finire nei guai perciò , appena aveva sentito quelle parole della madre, in un secondo aveva dato come al solito una occhiata veloce alla stanza in cerca di spunti per cavarsela in quel trambusto, cercando una scappatoia convincente.

Almeno guardare quei film polizieschi e leggere tanti libri differenti le aveva dato quel pizzico di inventiva in più, e anche stavolta ne sarebbe uscita illesa.

Prima regola? Mantenere il controllo della situazione.

Santana lo aveva imparato alla perfezione.

Brittany rivolse uno sguardo pieno di gratitudine alla latina, che si limitò a guardarla senza dire niente, prima di rivolgersi alla madre e annuire imbarazzata alla smorfia ben poco contenta della madre.

La donna corrucciò un sopracciglio fissando gli occhi azzurri tremolanti e dispiaciuti della figlia, prima di portare una mano su uno dei suoi fianchi snelli, imitando senza volerlo una versione bionda del gesto alla “Lopez”.

-Britt, quante volte ti ho detto di avere cura dei tuoi libri di scuola?-la rimproverò la madre, aggiungendo a quel tono anche un gesto della mano che tagliò più e più volte l'aria.

A quella scena di aggiunsero alcuni secondi di silenzio in cui Brittany e la madre si fissarono per poi lanciarsi un sorriso.

-Si sta facendo tardi, penso che sia ora che vada- le interruppe Santana, che nel frattempo aveva recuperato il giubbino sistemato sopra al letto dell'altra e lo indossava velocemente, dando una rapida occhiata all'orologio, giusto per fingere di essere in ritardo.

-Oh, non ti vuoi fermare per cena?- chiese cortese la donna quasi in procinto di andarsene, sorridendo gentilmente alla ragazza che si sistemava meglio la giacca, attirando l'attenzione della biondina a cui brillarono gli occhi per la proposta davvero interessante.

Santana arricciò un sorriso poco convinto, abbassando lo sguardo qualche secondo che le servì per pensare, prima di tornare a fissare sicura l'interlocutrice.

Non poteva restare in quel luogo, aveva bisogno di fare luce su quello che era successo.

-Non credo sia una buona idea – disse scuotendo il capo, rendendosi subito conto del comportamento ben poco gentile nei confronti di tanta premura di quella donna.

Infondo lei non centrava niente, era solo capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Per una volta avrebbe potuto cercare di dimostrare la sua gratitudine.

- magari la prossima volta – aggiunse, provando ad essere cortese, passando oltre una Brittany immobile che la osservava, cercando di non incrociare il suo sguardo, ben sapendo quello che avrebbe potuto leggere nei suoi occhi dopo quella risposta così schietta.

Brittany strabuzzò gli occhi un paio di volte nel tentativo di capire la situazione, vedendo camminare oltre la porta la latina, sentendo il suono di quei passi già su per le scale.

-Aspetta San- mugolò la ragazza, cercando di raggiungerla ma invano perché la latina fece subito perdere le sue tracce , correndo svelta verso l'ingresso di casa Pierce.

L'unica cosa che poté sentire era quel rumore di porta chiusa malamente e con foga, prima del totale silenzio, appoggiandosi stanca allo stipite della porta mantenendo il contatto fisso verso quelle scale.

-Certo che è sempre di corsa, appare e scompare come le tue fatine- rise la madre, dandole un buffetto, evidentemente ignara della situazione e della confusione che regnavano sia nella stanza che nella testolina bionda di sua figlia.

-Assicurati di sistemare la stanza, tra poco si cena- le raccomandò la madre senza aspettare una risposta immediata di sua figlia, prima di scendere le stesse scale che aveva corso Santana poco prima.

Cosa diavolo stava succedendo?

Neanche il folletto personale che abitava nel suo orecchio riusciva ad aiutarla,non che l'avesse mai aiutata più di tanto, la maggior parte del tempo dormiva.

Brittany sbuffò prima di trascinarsi all'interno della stanza, alcuni passi incerti che trasparivano la sua stessa idea di sistemare ogni cosa, osservando il caos che regnava trionfante prima di inciampare in qualcosa e sbilanciarsi.

La biondina si tirò su a fatica prima di abbassare lo sguardo verso quel qualcosa che l'aveva fatta capitombolare, stupendosi nel capire che era stato quello stesso pacco che le aveva donato la latina.

Abbassandosi per osservare meglio, notò un qualcosa di rosso uscire dal pacco per luccicare alla luce della stanza, sparire sotto a quella carta marroncina che avvolgeva il tutto, tutto legato ben saldo dal filo più chiaro.

Possibile che durante la caduta si fosse veramente rovinato?

La curiosità fremeva nelle mani della ragazza che preso il pacco, si portò seduta sul letto per portarlo al grembo e immagini e sensazioni di qualche minuto prima la avvolsero mentre cercava di tornare con i piedi per terra.

-Okai, basta, io lo apro - pensò, mentre si guardava intorno con discrezione per poi stracciare veloce l'involucro esteriore, cercando di concentrarsi per focalizzare il suo scopo.

Quando anche l'ultimo pezzo di carta fu rimosso poté capire con immensa sorpresa quello che conteneva.

Pochi attimi dopo la divisa delle Cheerios splendeva seppur senza glitter o altro, volteggiando per la stanza assieme alla proprietaria che la stringeva ben stretta tra le mani senza smettere di sorridere entusiasta.

Quello era un regalo fatto da Santana, avrebbe dovuto ringraziarla.

Magari le avrebbe parlato il giorno seguente, ancora non riusciva a capire perché fosse scappata via in quel modo e sentiva una sensazione strana avvolgerle lo stomaco se tornava a pensare a quello che era successo in quella stessa stanza.

Decise di non preoccuparsi in quel momento, avrebbe chiarito le cose il giorno seguente.

 

****************************

 

DRIIIIIIINNNN

 

La campanella suonò improvvisamente rianimando quel corpo che ormai da una buona mezz'ora era rimasto privo di movimenti.

La bionda testolina si riscosse da quel torpore fisico, girandosi per osservare con sguardo imperscrutabile la folla di compagni che scostava sedie e banchi, ritirava la roba e proseguiva oltre la porta immergendosi nel traffico.

Era scoccata la pausa pranzo e pure lo stomaco di Brittany si lamentò rabbioso, ruggendo per la fame accumulata durante le ore di scuola mentre la ragazza stiracchiava le braccia indolenzite e si alzava sconsolata, posando per qualche secondo gli occhi su quel banco vuoto accanto a lei.

Per tutta la mattina non aveva fatto altro che cercarla, correndo in qua e in la per capire dove fosse andata a ficcarsi, inutilmente perché della latina non vi era traccia.

Brittany non capiva cosa poteva essere successo, era forse stata colpa sua? Aveva fatto qualcosa di sbagliato?

Scosse la testa , per lei era totalmente impossibile capirci qualcosa.

Inutile continuare le ricerche, di sicuro prima o poi avrebbe chiesto una spiegazione valida alla diretta interessata.

-Ciao, tu sei mica Brittany? La nuova Cheerios?-

Un ragazzo appoggiato scompostamente alla parete osservava la biondina, il sorriso gentile e smagliante rivelò le sue attuali buone intenzioni, almeno doveva essere così.

Brittany strabuzzò gli occhi un paio di volte scrutando quella figura che sembrava essere spuntata dal nulla, come un folletto, per poi convincersi che era solo un ragazzo come tanti altri , mentre mentre lui le si avvicinava con passo disinvolto percorrendo quell'aula polverosa.

La cosa che la bionda notò subito erano i suoi caratteristici lineamenti orientali, i tipici occhi a mandorla contornati da corti capelli scuri scompigliati, quel particolare sorriso che lo rendeva buffo ai suoi occhi.

All'inizio Brittany rimase un poco perplessa.

Tacque per un istante con espressione del tutto pensierosa, spostando lo sguardo ceruleo su quella figura che ora le sorrideva , proprio di fronte al suo banco , aspettando una evidente risposta.

-Hey, ciao.- rispose di slancio con la solita allegria, prima di iniziare a ritirare ordinatamente i libri all'interno del nuovo zaino ricevuto proprio il giorno prima.- Ma come conosci il mio nome?- continuò, questa volta alzando gli occhi verso l'interlocutore che la osservava mantenendo l'iniziale atteggiamento cordiale.

Un'espressione sincera brillò silenziosa quel viso nuovo mentre le labbra si arricciavano soddisfatte, annuendo in modo compiaciuto.

-Ormai in giro parlano molto di te, sei sempre in compagnia di Santana- rispose lui allegramente, contento di far parte del giro di chi sa sempre tutto pur non facendo parte di un mondo particolare.

Subito dopo l'orientale corrucciò un sopracciglio, guardandosi in torno come per cercare qualcosa.

Strano, non è insieme a te? - chiese sorpreso, evidentemente aspettandosi la compagnia della seconda ragazza, generando un sospiro da parte di Brittany che strinse le braccia al petto, cingendo quell'ennesimo libro che sembrava stare per riporre nella borsa.

Alzò lo sguardo tremolante, evidentemente molto preoccupato dall'intensità dello sguardo e dal tono di voce che non lasciava spazio a dubbi o incertezze,

-Non riesco a trovarla da ieri sera, sembra sparita nel nulla. Che i troll che abitano la scuola l'abbiano rapita?- chiese con un velo di disappunto, preoccupandosi al solo pensiero che Santana si fosse messa nei guai.

Si, ci teneva molto a quella amica e il fatto che quel giorno non fosse riuscita a trovarla la mandava in confusione più che mai.

Ora riusciva davvero a capire il senso dell'espressione “essere in pensiero”.

La sua espressione limpida non riuscì a nascondersi nemmeno agli occhi di quel ragazzo appena conosciuto, che non riuscì a reprimere una risata nel sentire quella buffa frase, capendo che quella ragazza aveva tutto un suo stile nell'esprimersi..

-Mah, sono sicuro che prima o poi si farà vedere. Magari ha solo marinato per qualche oretta la scuola.- fece un occhiolino cercando di risollevarle il morale, ridacchiando per quella frase azzardata che aveva appena detto, ricevendo una occhiata storta da una Brittany ora perplessa.

I due rimasero immobili ognuno con la propria espressione, attimi di silenzio quasi irreali in cui mantenevano il contatto fisso l'uno verso l'altra, poi un grande ruggito spettrale ruppe quella situazione grottesca..

Gli occhi azzurri si abbassarono all'altezza della vita mentre la mano si spostava improvvisamente sullo stomaco nel tentativo di placare quella voce rabbiosa che cercava di esplodere, sembrava quasi un mostro preistorico tanto grottesco era il rumore.

-Scommetto che muori di fame, anche il tuo stomaco reclama cibo!- ridacchiò il ragazzo, puntando un dito verso il gesto della ragazza, che distolse lo sguardo dal ventre borbottante.

La piccola mano lasciò la presa sul ventre, scostandosi sino al collo per arricciare istintivamente una lunga ciocca di capelli biondi.

-Già, non metto qualcosa sotto i denti da stamattina.- borbottò pensierosa, sorridendo nel vedere l'espressione divertita dell'orientale che fece un veloce cenno con la testa in direzione della porta mezza spalancata che dava su un corridoio affollato.

-Allora avanti, la mensa ci aspetta.- esclamò cercando quasi di convincere pure se stesso, mentre Brittany storceva il naso, corrucciando un sopracciglio in sua direzione.

Non era per niente convinta che andare a mangiare quel cibo , che sembrava sempre più vomito di coccodrillo , fosse una buona idea, soprattutto per quelle inservienti scorbutiche che assomigliavano ad orchesse verdastre e urlanti.

Strinse le spalle nella sua divisa nuova di zecca sollevando lo zaino per portarlo saldamente sulla schiena mentre l'orientale la guardava speranzoso.

Un sorriso tirato fece capolino sulle labbra del ragazzo, capendo esattamente a cosa si riferiva la biondina, scuotendo impercettibilmente la testa dai capelli scuri.

In effetti a molti altri, compreso lui, non era mai piaciuto mangiare a scuola, ma era questione di abitudine, prima o poi tutti passavano quella fase di riluttanza.

Bastava semplicemente non farci caso e ingurgitare quel cibo forzato senza farsi troppe domande, sarebbe stato molto meglio per la salute fisica e mentale di ognuno di loro.

-Non è che sia il massimo, sempre meglio che morire di fame però- aggiunse, riprendendo il filo del discorso , catturando uno sbuffo di una Brittany rassegnata, che decise di seguirlo fino all'esterno della classe.

Camminarono in silenzio, parlando del più e del meno, niente di realmente importante.

Giusto per smorzare la tensione che si era accumulata durante quelle ore di lezione in cui l'unico suono era quello della cantilenante spiegazione continua di ogni singolo insegnante.

Le porte della mensa si stagliarono a qualche metro da loro, enormi e metalliche, perennemente affollate dalla presenza di studenti rumorosi e indaffarati.

-Possiamo unirci alla banda?-

La figura di Artie spuntò appena dietro le colonnine laterali poco prima dell'entrata , gesticolando allegramente mentre una sorridente Tina spingeva la sua carrozzella verso i due , che rispondevano alle parole del ragazzo con evidente sorpresa.

-Hei ragazzi!?!- sbottò Brittany scrutando prima l'occhialuto e poi l'orientale con sorpresa, il solito entusiasmo buffo che rallegrava sempre chi stava con lei.

Tina sorrise, scostandosi da dietro al ragazzo per portarsi di lato, proprio di fronte alla figura di quei due che si lanciarono una occhiata divertita, tornando alla discussione appena iniziata.

-Wow Britt, cosa abbiamo qui? Sei passata al lato oscuro?- scherzò la ragazza, indicando con un rapido gesto della mano il completo che sfoggiava Brittany, percorrendone le curve essenziali per dare più tono all'intervento, annuendo disinvolta.

Non voleva essere brusca né invadente, però l'entrata nelle Cheerios l'aveva stupita abbastanza.

Anche se riteneva che le Cheerleader fossero un tantino troppo diverse dal carattere infantile della sua amica tutta unicorni e arcobaleni, doveva ammettere che l'abbigliamento le calzava a pennello.

-Stai benissimo con quella uniforme - borbottò velocemente Artie, scrutando la biondina che lo guardò sorridendo, evidentemente senza notare quel rossore sulle sue guance mentre cercava di sistemarsi nervosamente gli spessi occhiali sul naso.

Brittany allargò un sorriso compiaciuto mentre esibiva con una piroetta la sua divisa nuova di zecca. - Grazie, mi piace tanto il colore - rispose lei con semplicità, gongolando la testa con evidente felicità, tornando a guardare il gruppo che si era riunito.

I quattro sorrisero reciprocamente finchè o sguardo di Tina sembrò posarsi con più insistenza su quello di Mike, che rispose con la stessa intensità mentre Artie e Brittany osservavano incuriositi.

Gli occhi a mandorla si scostarono dal viso del ragazzo per rivolgersi su quelli azzurri della biondina, facendo un rapido cenno sorridente.

-Vedo che hai conosciuto Mike –

-Sì, ci siamo incrociati a lezione e l'ho scortata fin qui.- rispose tranquillamente lui, senza lasciare il tempo a Brittany di elaborare una risposta, girando il viso verso la biondina che annuì vigorosamente spostando l'attenzione verso l'interlocutrice.

Gli occhi azzurri scrutarono nuovamente la coppia che tornava a guardarsi, senza capire il vero senso di quegli sguardi d'intesa, mentre Arti scuoteva la testa ridacchiando.

Probabilmente non si sarebbe mai accorta che erano fidanzati se nessuno glie l'avesse detto chiaramente e anche così ci sarebbe stato qualche problema a spiegare cosa significasse.

-E' simpatico, abbiamo chiaccherato un poco – disse, rompendo quel silenzio di sguardi, imitando una delle sue solite espressioni buffe, catturando così l'attenzione di entrambi.

Tina scoccò un sorriso malizioso al suo ragazzo che era fermo, imbambolato davanti a lei.

-Già, è anche un ballerino fantastico oltre a far parte della squadra di football-

-Oh dai, così esageri. Non è niente di speciale – rispose, portando nervosamente una mano sulla nuca dai capelli scuri, prima di assumere una espressione un poco imbarazzata per la frase della dalla sua ragazza che lo fissava divertita.

-Non si esagera mai, tu sei un grande nel ballo amico- fece coro Artie, avvicinando la carrozzella per stampargli un rapido pugno scherzoso sulla spalla, spingendosi subito dopo indietro con un movimento fluido.

I due erano amici da molto tempo e sebbene fossero di gruppi completamente diversi , Mike non era il tipico giocatore di Football alle prese con discriminazioni o granitate.

Un ragazzo semplice , contrario a quel comportamento rude che invece molti della squadra, la maggior parte , aveva nei confronti dei considerati “diversi”.

Quel suo animo cortese l'aveva spinto a legare con il gruppo di cui faceva parte la sua ragazza, superando i pregiudizi che molti avevano sedimentato negli anni.

Il Glee Club , gruppo di canto coreografato, era davvero pieno di talenti nascosti , persone con abilità uniche che volevano emergere dalla massa cercando di brillare.

Anche Mike Chang voleva esprimersi, così si era segretamente unito a quella combriccola allegra, meravigliando lo stesso William Shuester , il direttore del gruppo, che aveva amato fin dal principio quel particolare talento del ragazzo nel ballo.

-Ballerino?Danzi anche tu?-

Gli occhi di Brittany si sgranarono per la sorpresa, pervasi da una nuova luce che li faceva vibrare senza sosta come se fosse stata risvegliata qualche strana forza dormiente in lei.

L'espressione stupefatta si fece spazio su quel viso angelico, era bastato sentir nominare la parola “Ballo”, l'unica che realmente importasse qualcosa nella sua vita.

Questa volta fu la pancia di Mike a brontolare per la fame, interrompendo quei discorsi nel corridoio affollato che avevano attirato per un attimo gli sguardi di molti studenti di passaggio.

-Ragazzi, vi va se continuiamo il discorso dietro ad un grosso piattone di cibo? Sto morendo di fame-

In realtà per quella volta ringraziò il suo stomaco di averlo salvato in corner.

Per carità, non è che si vergognasse ma c'erano ancora tanti pregiudizi da abbattere in quell'edificio.

Preferiva tenere con segretezza le informazioni che custodiva, evitando così di finire nei guai in futuro. Sapeva che neanche suo padre amava più di tanto la sua passione sfrenata per il ballo.

Il ragazzo sulla sedia a rotelle sbuffò esibendo una smorfia divertita, sfregandosi le mani dai guanti sportivi, che usava soprattutto per spostarsi sulla carrozzella.

-A chi lo dici- ridacchiò Artie come risposta a quel tentativo di evasione, notando quella sua titubanza, capendo perfettamente la situazione.

-Su, allora. Prima che Mercedes finisca tutte le crocchette- sentenziò Tina , scherzando a sua volta, incitando il gruppo a muoversi celermente verso il pasto che li aspettava.

L'unica persona che forse non riusciva a comprendere a pieno ogni cosa era Brittany, che si limitava a sorridere e a fantasticare per la maggior parte del tempo.

Mike fece un cenno sorridente alla combriccola mentre avanzava per primo di qualche passo verso l'ingresso alla mensa poco più in la, punto strategico dove molte persone amavano sostare indisturbate, prendendo con disinvoltura la mano di Tina che gli lanciò uno sguardo tenero, seguendolo nel cammino.

-Andiamo anche noi- disse Artie rivolgendosi a Brittany che si riscosse da quei pensieri per poi trotterellare dietro a quei due che continuavano ad avanzare, seguita dal ragazzo occhialuto.

Ringraziò mentalmente l'orientale avendogli dato l'opportunità di stare almeno per 5 secondi con quella biondina da paura.

Certo che da fuori doveva sembrare proprio un gruppo strambo, due pezzi grossi assieme a due sfigati del gruppo di canto coreografato, chi l'avrebbe mai detto?

Artie scosse la testa impercettibilmente, iniziando a sentire quell'odore di cibo unto scendergli per la gola, desiderando più di ogni altra cosa di non aver fame.

  
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