Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: aranchan    06/12/2011    0 recensioni
Storia fantasy pensata e ideata un bel po' di tempo fa. Flagg mago oscuro tiene in mano le redini di una guerra che è destinata a finire. il regno di Feria decide di mandare 4 dei suoi più forti guerrieri in un viaggio che sembra essere scritto nel loro destino: Daniel, Rachel, John e Simon dovranno affrontare un lungo viaggio che li farà crescere insieme verso un'unica meta
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avvisare il principe Daniel non era esattamente un lavoro facile, il suo gruppo infatti era sempre in prima linea per combattere le truppe dei marchiati. Ultimamente il regno era sotto attacco di creature che avevano un aspetto simile a quello degli esseri umani se non fosse per la carnagione piuttosto chiara, l’altezza sopra la norma e la strabiliante agilità di cui erano dotati sia per quanto riguarda i movimenti normali che per quelli che effettuavano durante il combattimento; per queste loro caratteristiche erano stati chiamati “elfi” per la somiglianza con le creature fantastiche inventate dall’uomo nei loro racconti del passato.
Le battaglie contro gli elfi avevano sempre un certo fascino e anche stando dalla parte degli esseri umani non si poteva non restare a bocca aperta osservandoli schivare colpi con una grazia che andava al di la di ogni capacità umana. Il gruppo era in piena guerriglia e dava spettacolo contro una decina di elfi; la squadra agiva seguendo uno schema ben preciso: Daniel e John stavano avanti al gruppo rispettivamente con spada e ascia, Rachel subito dietro di loro armata di lancia che, grazie alla lunghezza del bastone, poteva facilmente colpire i nemici anche dalla seconda linea, Simon era quello che si teneva a distanza dal gruppo, nascosto in genere da qualche parte entro una decina di metri che lanciava i suoi colpi magici in modo da ferire o addirittura uccidere i nemici prima che arrivassero sotto tiro dei suoi compagni.
Per quanto potessero essere forti gli avversari questo gruppo di giovani era sempre in grado di trovare una soluzione per uscire vincitori fuori dagli scontri; il loro ingresso nelle squadre regolari era sempre stato negato per la giovane età dei componenti, ma testardi com’erano loro avevano firmato il contratto per le truppe volontarie ed erano scesi in battaglia ugualmente distinguendosi tanto da diventare più famosi di alcune delle truppe riconosciute. Dalla loro avevano certamente un addestramento degno della famiglia reale, Daniel e Rachel erano stati addestrati dai migliori generali nell’utilizzo della spada e della lancia; Simon era considerato un genio della magia, sin da piccolo è sempre stato in grado di utilizzare tutti gli elementi magici senza troppi sforzi ed infine John era dotato di una buona stazza fisica per cui da sempre l’ascia era stata la sua arma preferita, aveva una quantità minore di colpi a disposizione, ma la potenza di quei pochi colpi sopperiva questa mancanza e la presenza di compagni altrettanto valorosi gli garantiva una certa copertura in fase di difesa.
Anche questa volta lo scontro fu portato a termine nel più breve lasso di tempo possibile; il  luogo della battaglia era una piccola radura poco distante dalle porte principali del regno, pochi alberi attualmente in fiore e qualche roccia a caratterizzare il paesaggio; gli elfi attaccavano sempre in queste zone per loro più congeniali a livello di possibili prestazioni. Simon aveva creato con la magia un muro di roccia che rallentava l’avanzata dei nemici che erano quindi costretti ad avanzare lungo uno stretto corridoio dove il loro vantaggio fisico era praticamente del tutto annullato. John si era rivelato piuttosto inutile in questa occasione perché la sua ascia non si muoveva bene in quelle condizioni, a meno che di rischiare di colpire anche un proprio compagno. Daniel e Rachel invece si divertivano a chi uccidesse più nemici dei due, una sorta di gara tra fratelli che rendeva più divertente la battaglia; una strana loro abitudine non condivisa da John, promesso sposo di Rachel, ne tanto da Simon che erano due tipi piuttosto seri in confronto ai loro giovanissimi compagni.
Quel giorno la gara fu vinta da Rachel per sette elfi a tre.
« Hai vinto per pura fortuna sorellina » disse Daniel mettendo il broncio.
« Si come no! Dici sempre così quando perdi, prima o poi dovrai ammettere che non puoi sempre vincere tu » ribatte Rachel facendo una linguaccia al fratello piegandosi con le braccia sulle ginocchia stanca per avere combattuto con più foga del principe.
« Dovreste festeggiare la vittoria invece di litigare sempre » li riprese Simon arrivando da poco distante con il suo solito passo lento e deciso, come al solito il ragazzo non aveva addosso una sola goccia di sudore e sembrava venire da una pennichella.
« Prima o poi mi dovrai spiegare a che ti serve quella spada  corta che tieni alla vita, da quando ci conosciamo non ti ho visto usarla mai » disse Daniel portando le mani dietro la nuca dando modo di far capire al suo compagno di avere recepito il suo messaggio.
« Sarei semplicemente un folle ad andare in battaglia disarmato » rispose il mago scuotendo le spalle « e poi è la mia spada porta fortuna » concluse con un sorriso.
Questa volta il gusto della vittoria non era destinato a durare poi così tanto; rientrati dentro le mura infatti i quattro giovani vennero subito intercettati dai generali dell’esercito ufficiale e questo non era mai un bene.
« Avevamo il permesso per stare li fuori » disse rapidamente John quasi a dovere giustificare ogni singola azione della squadra.
« Lo sappiamo John Kanti, per questa volta non siamo qui per rimproverarvi per qualche pazzia commessa » rispose il generale
« E questo non è una cosa buona allora » intervenne Simon
« Esattamente signorino Morgan » rispose il secondo soldato scuotendo leggermente la testa.
« Vediamo di fare presto allora, c’è stato per caso un altro attacco? » chiese Daniel che era solito mantenere la pazienza per poco tempo quando si trattava di cose serie.
« Niente del genere, gli elfi oggi ci stanno dando tregua esclusi piccoli gruppi come quello che avete appena decimato » spiegò il generale « Si tratta del responso che vostro padre e gli altri membri del consiglio hanno fatto avere dopo la riunione di oggi » concluse.
« E’ vero! Maledizione! Come ho fatto a scordare la riunione di oggi » si rimproverò Daniel « Dicci tutto, hanno già deciso chi partirà per la prossima missione? » chiese curioso.
« Si e il consiglio del re è quello di tenervi pronti per la fine della settimana, entro tre o quattro giorni partirete » disse il soldato con il rango inferiore senza battere ciglio.
Gli occhi dei quattro ragazzi si cercavano a vicenda, avevano capito bene, ma questa non è una notizia che si metabolizza troppo rapidamente. Fino a quando erano stati loro a fare richiesta era come un gioco, pericoloso, ma pur sempre un gioco. Il loro nome era diventato sempre più famoso e questo li aveva gasati non poco, ma quando ti viene affidata la missione più complessa e pericolosa di tutto il regno allora ti cade il mondo addosso, o almeno questa è la sensazione che provavano i giovani futuri eroi di Feria.
Le emozioni erano troppe e tutte presenti contemporaneamente: si andava dall’euforia per il viaggio che avrebbero dovuto fare, per arrivare alla paura reale del pericolo che avrebbero corso, c’erano grandi possibilità di non tornare e questo lo sapevano tutti e quattro, ma nessuno di loro si sarebbe mai tirato indietro in qualcosa che avrebbe potuto liberare per sempre il loro regno dagli attacchi di quelle creature.
 
* * *
 
I giorni passavano e i preparativi per la partenza andavano avanti più o meno in modo liscio; ognuno dei ragazzi aveva i suoi impegni a cui tenere fede prima di partire o proprio per garantire la possibile buona riuscita del viaggio.
Daniel aveva gli addestramenti con la spada con il suo insegnante privato che aveva deciso di dovere accelerare le lezioni per insegnare al principe un paio di tecniche e di possibili attacchi che sarebbero stati utili per dare del filo da torcere a qualsiasi razza di mostro gli si fosse parato davanti durante la missione.
« Dovrai impegnarti di più se vuoi sopravvivere più di un giorno fuori dalle mura di Feria » disse il maestro facendo seguire alla frase un fendente dal lato destro.
« Farò del mio meglio maestro » rispose Daniel rotolando sul lato sinistro per evitare il colpo e quindi cercando di trovare l’equilibrio per prendere la posizione di attacco che più era consona senza riuscirci troppo bene.
« I mostri di Flagg non ci andranno così leggeri e non saranno mai da soli » lo rimproverò l’uomo.
« Nemmeno io sarò solo maestro e nei combattimenti corpo a corpo sono il migliore allievo che abbiate mai avuto » rispose il ragazzo dandosi lo slancio necessario per incrociare nuovamente l’arma con quella del proprio insegnante producendo un acuto rumore metallico al momento dello scontro.
« Anche tuo cugino Bill era convinto di essere il migliore arciere del regno e probabilmente era vero, ma questo non lo ha salvato dalla morte durante la scorsa missione » disse il maestro con tono cupo, era triste dovere ricordare al giovane della morte del cugino, ma poteva essere doppiamente utile se oltre al ricordo Daniel avesse trovato nella morte del cugino un insegnamento da tenere caro per sempre.
« E’ vero maestro, allora voi dovrete rendermi imbattibile » disse con un sorriso smagliante, esattamente quello che aveva fatto si che il maestro lo scegliesse come suo allievo personale.
« Già e proprio per questo adesso dovrai imparare quel colpo…» concluse lui prima di puntare la punta della spada verso il giovane tenendo la lama con la mano destra mentre con la sinistra allungata verso di lui, con il dorso verso terra, lo invitava chiaramente a farsi avanti.
 
* * *
 
Rachel invece aveva ben altri problemi tra i quali quello della forgiatura di un’armatura fatta su misura per lei, gli altri avevano già trovato quello che cercavano facilmente, ma per lei era ogni volta un problema dato che di donne  soldato non se ne erano mai viste prima nel regno. La maggior parte dei suoi preparativi era quindi fare visita giornalmente al fabbro reale per sistemare i vari pezzi che avrebbero composto la sua armatura da viaggio e la sua lancia nuova.
Lei non aveva insegnanti privati, era difficile trovare dei maestri di lancia a Feria dove le tecniche di armi più sviluppate erano la spada e l’arco; del resto erano le tecniche di combattimento che si imparavano più facilmente e che portavano dei vantaggi nella lotta contro i mostri di Flagg non indifferente.
Per i suoi allenamenti quindi spesso si trovava da sola nel giardino del palazzo reale con l’arma in mano contro dei fantocci creati apposta per lei. Lei stessa aveva scelto quell’arma inusuale perché era l’unica che una donna potesse usare davvero al meglio senza dovere fare sforzi eccessivi come tendere una corda o sollevare un ammasso di ferro appuntito. La leggerezza del bastone infatti la rende un’arma facilmente trasportabile, rapida nel colpire e l’ottimo filo della punta la rende un’arma letale anche solo al primo colpo.
La lancia non era l’unica arma di Rachel infatti, dovendo combattere dalla lunga distanza, la giovane principessa si era specializzata anche in armi da lancio quali pugnali kunai e shuriken anche questi molto leggeri da trasportare, silenziosi nel loro utilizzo e letali se lanciati con la dovuta cura, precisione e forza. Diciamo che Rachel incarnava lo spirito dei vecchi ninja e samurai del vecchio mondo anche se ovviamente questo lei non poteva saperlo.
 
* * *
 
Tra i ragazzi quello che certamente aveva bisogno di più tempo per i preparativi era di certo Simon: lui non era solito usare armi o armature durante gli scontri ma era abbastanza intelligente da capire che affrontare un viaggio di questo genere con l’attrezzatura ordinaria sarebbe stata una semplice follia, e lui non ci teneva granché a finire nell’elenco dei morti a causa di Flagg.
Quello di cui aveva bisogno era un’armatura leggera che non compromettesse troppo i movimenti delle braccia ma che allo stesso tempo potesse dare una certa protezione; l’uso delle braccia era strettamente necessario perché ci sarebbe stata necessità di usare la magia più antica e potente e questa prevedeva prima di essere utilizzata di alcuni rituali. Alcune formule erano solo orali e quindi facili da applicare e rapide da lanciare, altre invece erano più complesse e Simon non aveva abbastanza potere magico per utilizzarle con il solo aiuto della voce per cui si serviva del potere magico della terra stessa disegnando alcuni simboli sul terreno o assumendo determinate posizioni.
Inoltre la magia nel regno di Feria era ancora in fase di scoperta, non si conoscevano tutte le formule e man mano che i maghi scoprivano e inventavano nuovi riti si andavano aggiornando anche i libri da cui studiare; per ogni evenienza Simon decise di portare con se dei libri sulla magia di tipo curativo, lui non aveva mai fatto questo tipo di incantesimi perché di livello alto rispetto a quelli che usavano i poteri naturali ma avrebbe avuto modo e tempo di imparare ad usarli per il bene del gruppo e della missione.
 
* * *
                                                       
John fu l’unico che non ebbe granché da fare durante i preparativi.
John Kanti era un orfano che veniva da una antica famiglia importante del regno, la famiglia che ai tempi della fondazione del regno si era divisa la possibilità di salire al trono con la famiglia di Daniel e Rachel. Un possibile re di Feria se si osservasse la faccenda dal punto di visto dei cittadini, un nome a cui dare poca importanza se invece si osservasse la situazione dal punto di vista del giovane. Le uniche cose che erano rimaste degli antichi fasti della famiglia erano un medaglione e un libro.
Il medaglione era molto particolare, non ve ne erano altri simili in tutto il regno di Feria; era formato da un cuore rotondo in cui era incastonato una pietra verde acqua visibile da entrambi i lati del medaglione; dal centro invece partivano tre punte di metallo argentato brillanti come poche sia che lo si mettesse sotto la luce che nell’ombra; sembrava infatti godere quasi di vita propria.
Il libro invece raccontava la storia di famiglia come se fosse un diario; era scritto di pugno da ogni membro della famiglia Kanti dall’arrivo sull’isola fino al padre di John; lui non aveva ancora scritto niente ma in fondo quel tomo era stato utilizzato dagli storici dell’isola per delineare alcune fasi della storia dell’isola che erano poco chiare dagli altri libri. L’unica cosa che John riteneva interessante di quel libro era la storia riguardo un certo potere magico che avevano i Kanti che nessun altro aveva capace di manipolare la muscolatura umana aumentandone così le prestazioni. Secondo quanto era scritto sul libro non era quella una capacità che prevedeva l’uso della voce o di qualche simbolo particolare ma solo della concentrazione del membro in questione della famiglia; altro particolare interessante era il fatto che non tutti i membri della famiglia avevano sviluppato questo potere e chi lo aveva fatto era spesso e volentieri allontanato per mancanza di controllo di queste capacità.
« In effetti, non controllare la propria forza o le proprie capacità motorie non permette di vivere in società come si dovrebbe » mormorò il giovane John tra se e se  rileggendo un passo del diario prima di riporlo dentro il suo bagaglio da viaggio.
« Non sarà utile, ma se proprio la famiglia Kanti dovrà scomparire in questo viaggio allora porterò con me tutto quello che la famiglia rappresenta » concluse prima di dirigersi verso il palazzo reale dove avrebbe dormito per i seguenti giorni prima della partenza.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: aranchan