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Autore: SailorDisney    06/12/2011    1 recensioni
Anno cosmico 4072.
Quadrante gamma. Settore 4.
Quartier generale protezione universo.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buzz Lightyear, Jessie, Woody
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5.


GIORNO 2

 
“Yawn…”

Buzz avvertì la presenza di Jessie che entrò nella sala comandi sbadigliando rumorosamente.

Jessie si avvicinò ai comandi con la faccia assonnata e i capelli disordinatamente perfetti.

“Buongiorno… allora, che si dice?” domandò mentre un altro sbadiglio stava per uscire dalla sua bocca.

“Alla buon ora…” commentò Woody non distogliendo lo sguardo dalle coordinate.

“Sei in ritardo, space ranger. Indossa la tua tuta spaziale e raggiungici.” Aggiunse Buzz.

“Se il buongiorno si vede dal mattino…” sbuffò Jessie allontanandosi.

Buzz e Woody si scambiarono un’occhiata d’intesa.

Poco dopo Jessie rientrò nella stanza.

Buzz stava appuntando dei dati sul suo diario di bordo quando sentì i suoi passi: “Allora… hai messo la tuta come ti ho det…” si interruppe di colpo.

Jessie gli porse una tazza di caffè fumante, sorridendo dolcemente.

Il suo cuore smise per un attimo di battere, sembrava un angelo.. dalle fattezze femminili incredibilmente attraenti.

Buzz guardò la tazza con un’espressione interrogativa.

“Che significa..?” chiese lui sorpreso.

“Ehm… buona giornata?!” azzardò lei a rispondere. “E’ caffè! Su, prendila! Devo andare a cambiarmi, muoio dal freddo!” disse lei mettendo un piede sopra l’altro.

Buzz abbassò lo sguardo, notando la pelle d’oca sulle sue magre e chiare gambe. Prese subito la tazza, sfiorando le sue mani. Per un attimo si guardarono, un brivido percorse la schiena di entrambi.

“Ehm..” disse Buzz voltandosi. “Grazie..”

“Non c’è di che, capitano!” disse lei servizievole, prendendolo chiaramente in giro. Poi volto le spalle e saltellò fino alla sua cabina.
“Non sapevo nemmeno che mia sorella fosse capace di fare un caffè..” commentò Woody.

“E questo che significa?” domandò Buzz sorseggiandolo.

“No, niente… mi sbaglierò.” Rispose Woody fingendosi disinteressato. “Pensavo solo che forse….”

BEEEP! BEEEP! BEEEP!

Un allarme cominciò a suonare ininterrottamente e una spia luminosa sul quadrante diventava rossa a intermittenza.

“Che succede, Woody?!” Buzz si alzò di scatto appoggiando la tazza sui comandi.

“Oh no! Questa non ci voleva! E’ una pioggia di meteoriti, sta per arrivarci addosso!” gridò Woody cercando di cambiare le coordinate.
Improvvisamente si avvertì un forte scossone e l’astronave si capovolse da un lato, i due quasi persero l’equilibrio, mentre la tazza di caffè finì rovinosamente a terra, rompendosi in mille pezzi.

“Troppo tardi..” disse Woody preoccupato. “Siamo dentro la tormenta.”

Un altro forte scossone, fece tremare l’astronave che stavolta si voltò dalla parte opposta.

Entrambi si tennero stretti ai sedili, per non schiantarsi contro la parete.

“L’unica soluzione è aspettare, e sperare che la nave resista e non si danneggi!” gridò Woody cercando di farsi sentire, in mezzo a quel frastuono.

“Ma continuando così ci ammazzeremo noi!” gridò Buzz mentre la nave barcollava.

“Dobbiamo stare seduti ai nostri posti di comando e tenere allacciate le cinture di sicurezza! E’ l’unico modo!” rispose Woody cercando di trovare l’equilibrio per rialzarsi.

“Oh no! Jessie! E’ ancora nella sua cabina!” disse Buzz preoccupato.

Woody lo guardò con l’espressione in viso tipica di un fratello spaventato.

Buzz senza pensarci due volte, si rimise in piedi e corse in fretta verso le cabine. Il pavimento sotto di lui tremava e lo faceva sbandare da un lato all’altro. Era tremendamente difficile riuscire a stare in piedi.

“Jessie!!!” gridò Buzz per farsi sentire. Nessuna risposta. “Ma dove sarà?! Jessie!!!”

Cercando di tenersi dalle pareti, mentre veniva trascinato da sinistra a destra, entrò nella sua stanza.

“Buzz!! Sono qui!!” gridò lei agitando la mano, seduta a terra in un angolo.

“Che ci fai qui?! Dobbiamo andare subito ai posti di comando, su alzati!” disse lui. Improvvisamente un altro colpo alla navicella, lo fece cadere su di un lato.

“Non riesco ad alzarmi! Ho la gamba bloccata sotto questo mobile!” disse lei cercando di spingerlo con tutte le sue forze.

Buzz si alzò da terra e spinse via il mobile, poi tese la mano a Jessie, per aiutarla a rialzarsi.

“Ahi!” si lamentò lei appoggiando il piede a terra.

“Cosa c’è adesso?!” chiese Buzz ancora più preoccupato.

“Mi fa male la caviglia! Sono finita a terra, dopo il primo scossone! Mio fratello non sa nemmeno guidare un’astronave!” sbuffò lei.

La nave sbandò nuovamente, Jessie finì su Buzz che l’afferrò prontamente.

La guardò per un attimo, ma non c’era il tempo. “Ascoltami…” disse. “Adesso mi devi dare la mano e non devi lasciarla per nessun motivo. Mi devi seguire, appoggiati a me se non riesci a stare in piedi. Va bene?”

Il suo tono era così rassicurante, protettivo. Jessie afferrò prontamente la sua mano e fece un cenno di assenso.

Entrambi si gettarono a capofitto nel corridoio, sbandando da un lato all’altro cercando un equilibrio che non riuscivano a mantenere.

Jessie ogni tanto mugugnava per il dolore.

 “Se avessi avuto la tuta spaziale, non ti saresti fatta male!” gridò lui cercando di uscire dal corridoio.

“Stavo per metterla, non ne ho avuto il tempo!” rispose lei subito.

Improvvisamente uno scossone forte li buttò entrambi a terra. Persero la presa delle loro mani.

Buzz si massaggiò il collo. “Ohi… che botta…Jessie…dove..?”

Jessie era in un angolo, senza conoscenza.

Immediatamente Buzz si fiondò su di lei e la scosse. “Jessie! Mi senti?!” Lei non rispondeva.

“Non c’è tempo..” disse Buzz.

Detto questo, la prese di peso, se la mise in spalla e uscì dalla stanza barcollando mentre l’equilibrio lo abbandonava passo dopo passo.

Finalmente arrivò ai comandi, dove Woody trafficava con i pulsanti.

Buzz strinse le cinture di sicurezza attorno al corpo di Jessie, Woody si voltò preoccupato.

“Che cosa è successo?!” gridò.

“Una botta in testa.. è solo svenuta.” Cercò di tranquillizzarlo Buzz. “Com’è la situazione?”

“Stiamo per uscirne.. ci vorrà ancora un po’ di pazienza.” Rispose Woody.

Buzz si sedette al suo posto, allungò il braccio, prese la mano di Jessie e la strinse. “Scusa se ho mollato la presa… è tutta colpa mia.” Sussurrò.

Intanto la pioggia di meteoriti continuava imperterrita.
 


….




Jessie aprì pian piano gli occhi.

“…Uh? Ma…cosa è successo? Ohi…la mia testa…” disse toccandosi il cranio. Era distesa sul suo letto. Tutto era calmo.

Woody entrò nella stanza. “Jess! Ti sei svegliata!” esclamò abbracciandola.

“Woody!” ricambiò lei l’abbraccio. “Cosa…?”

“E’ tutto finito, Jess. La pioggia di meteoriti è finita, ha fatto solo qualche danno superficiale.”

Jessie si tastò il bernoccolo sulla testa. “Questo tu lo chiami, superficiale?!” si sedette sul letto. “Ma.. io non mi ricordo nulla.” Si guardò intorno. “E.. come sta Buzz?!”

“Credo che tu abbia battuto la testa, quando siete caduti a terra durante lo scossone più forte. Lui sta riposando nella sua cabina, è stato sveglio finora qui per accertarsi che stessi bene. Non ha lasciato un secondo la tua mano!” disse Woody con una sorta di soddisfazione.

Jessie diventò leggermente rossa in viso.

Woody sorrise. “Adesso riposati.. io torno ai comandi. Cerca di tornare al pieno delle tue forze, sorellina.” Strizzò l’occhio e uscì dalla stanza.

Jessie rimase ferma nel letto, aspettando che il fratello si allontanasse. Poi sgattaiolò fuori dalla stanza, fino al corridoio. Appoggiò il palmo della mano sull’apertura elettronica della porta dell’altra cabina che si aprì orizzontalmente.

La stanza di Buzz era nella penombra, lui dormiva accovacciato sul letto.

-Sembra un bambino.. - pensò Jessie nella sua mente, sorridendo.

Non sapeva perché si trovava lì. Voleva ringraziarlo ma.. lui dormiva. Così si sedette sulla sedia accanto a lui, tirò su le gambe al petto e si addormentò con la testa sulle ginocchia.

Dopo un po’ Buzz aprì gli occhi. –Forse sto ancora dormendo – si disse.

Vide i raggi di qualche pianeta vicino, penetrare dalla finestra e illuminare il viso di Jessie che dormiva serena nella sua stanza.

Indossava ancora la camicia da notte striminzita della notte prima.

Buzz la guardò intenerito. Non capiva cosa ci facesse lì, ma la cosa gli fece incredibilmente piacere.

-Che mi succede? – sentiva il cuore esplodergli in petto. – E’ mai possibile che qualsiasi cosa faccia questa ragazza, mi emozioni così tanto?- si chiese.

Lentamente si alzò, attento a non fare rumore. La prese in braccio delicatamente e l’appoggiò sul letto, per farla dormire comodamente.
E senza rendersene conto, con la mano le scostò i capelli dal viso portandogli dietro l’orecchio. Si sentiva soddisfatto, appagato. Era come se non avesse altra missione che quella di fare stare bene Jessie, nella vita.

Poi, dopo averla guardata un ultima volta dormire tra le sue lenzuola, uscì dalla stanza e tornò alle sue occupazioni.
 
 
   
 
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