“Muoviti,
Draco” bisbigliò Douglas, voltandosi impazientemente verso Malfoy “siamo qui da
più di un’ ora e non abbiamo ancora visto nessun
Centauro…non abbiamo tutta la notte, sai.”
Malfoy,
che era incespicato in una radice per la settima volta di fila, gli lanciò
un’occhiata al vetriolo. “Arrivo, arrivo” borbottò, scrollandosi di dosso
alcune foglie secche e un paio di ramoscelli “è che
qui non ci si vede nulla!”
“Considerato che sono le tre del mattino, la cosa non mi
sorprende.”
“Ma non potremmo fare almeno un po’ di luce?”
Douglas
sbuffò, esasperato. “Ma certo, perché non ci ho
pensato prima…una bella luce nel bel mezzo della Foresta Proibita nel cuore
della notte, perché no? E poi magari facciamo partire
un paio di fuochi d’artificio, tanto per festeggiare Capodanno in anticipo…anzi,
no, perché non facciamo apparire un bel cartellone pubblicitario? Alla cortese attenzione del Preside Albus
Silente: Salazar Riddle e Draco Malfoy sarebbero lieti di invitarla ad una
battuta di caccia al Centauro, il cui sangue non verrà
assolutamente usato per scopi di Magia Oscura…”
Malfoy
lo guardò storto. “Era solo un idea” bofonchiò,
guardandosi nervosamente intorno “è che non mi piace la Foresta Proibita al
buio. L’ultima volta che sono stato qui di notte non è
stata una bella esperienza.”
“Perché, cosa è successo?” domandò Douglas, riprendendo ad
inoltrarsi nella boscaglia.
“Oh,
nulla di che…ho solo incontrato Lord Voldemort che beveva del sangue di unicorno, tutto qui.”
Douglas
sollevò un sopracciglio. “Una visione da incubo, eh?”
“Puoi
dirlo forte. Cioè, non era proprio lui…era un tizio
che era posseduto da lui. Non ho
visto molto, aveva un cappuccio…ma era comunque una
visione terrificante.”
Rimasero
in silenzio qualche istante, continuando
ad inoltrarsi nella Foresta Proibita, poi: “Draco?”
“Cosa?”
“A
parte quella volta…tu lo hai mai visto di persona?”
Malfoy
annuì, rabbrividendo leggermente al ricordo. “Solo una volta, prima dell’inizio
dell’anno scolastico. Mi ha voluto parlare personalmente per ordinarmi di assisterti
qui ad Hogwarts, e…bè, non è un’esperienza che
ripeterei tanto presto.”
“Capisco”
disse Douglas in tono del tutto privo di emozioni.
Malfoy
guardò il suo amico, sforzandosi di distinguerne i lineamenti nell’oscurità. Un
pensiero improvviso gli attraversò la mente.
“Salazar…tu
non hai mai visto Lord Voldemort, vero?”
“Sì
e no.”
“Che accidenti significa ‘sì e no’? O
lo hai visto o non lo hai visto!”
“Ho
visto un Molliccio che aveva preso le sue sembianze” tagliò
corto Douglas, poi abbassò la voce ad un sussurro “non lo avevo mai immaginato
così. A dire il vero non me lo ero mai veramente immaginato.”
“Quindi non lo hai mai visto di persona?”
“Lo
avrò sicuramente visto quando ero molto piccolo, ma non ho
alcun ricordo di allora. Bè, quasi nessuno.”
“Ti
ricordi qualcosa di quando vivevi nel suo rifugio, allora?” domandò Malfoy,
incuriosito.
“Solo
delle sensazioni, e nessuna piacevole” disse seccamente
Douglas “ora vogliamo concentrarci su questo benedetto Centauro? Abbiamo
solo poche prima dell’alba.”
Rendendosi
conto che l’altro era chiaramente desideroso di cambiare
argomento Malfoy annuì.
“Hai
ragione, meglio non perdere tempo. Stupide foglie…!” bofonchiò, passandosi una
mano fra i capelli biondo chiaro per eliminare le foglie che vi erano rimaste
impigliate.
Douglas
sogghignò. “Tranquillo, Parrucchino, i tuoi preziosi capelli stanno che è una
favola.”
La
mano di Malfoy si fermò a mezz’aria. “Com’è che mi hai chiamato?”
“Parrucchino.
Raksha ti chiama così.”
“Chi?”
“Il
mio cobra. Sostiene che i tuoi capelli sono troppo biondi per essere veri.”
“Davvero
simpatico. Dimenticavo che i cobra sono degli esperti mondiali di capel…”
Malfoy si bloccò, corrugando la fronte “aspetta un
attimo…hai parlato di me a questo Raksha?”
“Veramente
è una femmina. Comunque sì, le ho parlato di te.”
“E le hai parlato anche di…di quello che facciamo?”
Douglas
aggrottò la fronte. “Mi sembri preoccupato.”
“Puoi
giurarci, accidenti!” esclamò Malfoy “ti ricordo che
Potter è un rettilofono, Salazar! E se il tuo
animaletto decidesse di spifferargli tutto? Puoi davvero fidarti di…”
Douglas
si voltò di scatto, e Malfoy sentì le parole morirgli in gola nel vedere
l’espressione di collera gelida sul viso dell’amico.
“So
quello che faccio, Draco” sibilò il ragazzo “e non ne devo
rendere conto a nessuno, tantomeno a te. O stai forse
mettendo in dubbio le mie decisioni?”
Malfoy
deglutì a fatica, distogliendo lo sguardo da quegli occhi di fuoco. La tenebra
che aveva visto in quello sguardo lo spaventava: era
quasi peggio di quando si era trovato di fronte a Lord Voldemort.
“Non
ho detto questo” disse alla fine “è solo che…”
“Non
devi preoccuparti di nulla” lo interruppe Douglas, mentre la sua espressione si
ammorbidiva “non c’è alcun pericolo che Raksha mi tradisca.
Per la cronaca, Draco, lei è molto più di un semplice animaletto. E’ stata la
mia alleata e confidente negli ultimi dieci anni, e mi fido ciecamente di lei.”
Ed era
vero: se c’era una creatura verso la quale Douglas nutriva piena fiducia,
quella era Raksha.
Malfoy
annuì. “Capisco. Mi dispiace per quello che ho detto, non volevo
offenderti. E’ solo che mi riesce difficile pensare che tutti i miei segreti
sono nelle mani…bè, nelle spire di
una che mi chiama” il biondino fece una smorfia “...Parrucchino.”
Douglas
ridacchiò, ma prima che potesse aprire bocca per rispondere un rumore di
zoccoli attirò la sua attenzione. I due ragazzi tacquero immediatamente,
tendendo l’orecchio mentre il rumore di zoccoli si avvicinava sempre di più.
Douglas indicò alcuni cespugli alla loro destra con un rapido cenno del capo.
Malfoy annuì, e pochi istanti più tardi i due ragazzi erano acquattati fra i
cespugli, cercando di non fare il minimo rumore.
Douglas
strinse la mano intorno alla bacchetta e si mise in ascolto. Sì, il rumore di
zoccoli si stava indubbiamente dirigendo nella loro direzione: ora bisognava
vedere se si trattava di un Centauro o di un unicorno. A ben pensarci nemmeno
un unicorno sarebbe stata una perdita di tempo, la polvere ricavata del suo
corno si poteva usare in diversi incantesimi…ma adesso
il loro scopo primario era un Centauro.
“Salazar…”
“Non
ora, Draco!” sibilò Douglas, concentrato.
“Salazar,
c’è una cosa che ti devo dire…”
Nel
suo tono c’era una nota di disperazione che indusse Douglas a voltarsi verso di
lui.
“Che c’è?”
“Sono allergico ai pollini…” ansimò Malfoy, sforzandosi di
respirare con la bocca “devo…devo…”
Douglas
spalancò gli occhi. “Oh, no. No, no, no. Non azzardarti a starnutire, sai. Non
pensarci nemmeno!”
“M…mi
dispiace…” riuscì ad articolare Malfoy “non riesco a…”
Fece
per starnutire, ma la mano di Douglas gli tappò bocca e naso con forza
sorprendente.
“Provaci
e ti ammazzo, Draco” sibilò il ragazzo.
Malfoy
si limitò ad annuire e a deglutire per ricacciare indietro lo starnuto che gli
stava salendo alle narici. Chissà perché, sospettava che Douglas non stesse
affatto scherzando.
Douglas
tornò a volgere lo sguardo verso la radura, e finalmente lo vide. Sotto la
debole luce lunare, un Centauro con gli occhi azzurri e i capelli di un biondo
chiarissimo entrò trottando nello spiazzo di fronte a
loro. Era uno spettacolo da mozzare il fiato, ma Douglas non se ne curò
minimamente: tutto ciò a cui riusciva a pensare era il sangue che dovevano
procurarsi.
Senza
spostarsi dal suo nascondiglio, il ragazzo sollevò la bacchetta e la puntò
contro il Centauro, che dava loro le spalle. Era quasi il momento…Douglas si
preparò a scagliare una maledizione…
“Etciù!”
Lo
starnuto di Draco risuonò nella radura come una fucilata, e il Centauro si
voltò di scatto.
“Chi
c’è lì?” domandò, scrutando nel buio “fatevi vede…”
“STUPEFICIUM!”
Lo
Schiantesimo di Douglas colpì in pieno il Centauro, che cadde a terra senza
nemmeno poter vedere chi lo avesse colpito.
Douglas
si rialzò da dietro i cespugli e si voltò verso Malfoy.
“Mi
scusi” disse tranquillamente, come se si trovassero seduti a prendere un tè
“temo di non aver capito bene l’ultima parola.”
Malfoy
si strinse nelle spalle, come a scusarsi. “Mi dispiace, non sono riuscito a
trattenermi” disse, leggermente imbarazzato “quei dannati pollini…”
Non
ebbe il tempo di finire la frase: Douglas gli aveva puntato la bacchetta alla
gola. “L’unico motivo per cui non ti ho ancora
ammazzato è perché siamo comunque riusciti a prendere il Centauro” sibilò
gelidamente “e non ti ho scagliato qualche maledizione solo perché le tue urla
avrebbero potuto attirare l’attenzione di qualche ficcanaso. Ma
tu fammi un altro scherzo del genere, Draco, e quanto meno una Crociatus non te
la toglie nessuno. Sono stato chiaro?”
Malfoy
si limitò a guardarlo, senza nemmeno tentare di allontanarsi dalla bacchetta
che l’altro gli puntava alla gola. “Ma davvero?” disse
in tono altero “è stata davvero solo la preoccupazione di essere scoperto ad
impedirti di colpirmi? Io non credo che le cose stiano così, Salazar.”
Ci
fu qualche istante di silenzio mentre i due ragazzi si fissavano. Gli occhi
grigi di Malfoy rimasero fissi su quelli di Douglas come ghiaccio
nel fuoco per un tempo che gli parve interminabile…poi, lentamente, Douglas
riabbassò la bacchetta.
“Stai
cominciando a conoscermi fin troppo bene, amico mio” ammise con
un mezzo sorriso “no, non è stata la paura a fermarmi la mano. Se al tuo
posto ci fosse stato chiunque altro non avrei esitato
un istante.”
“Non
fatico a crederti. Allora, ci occupiamo di questo Centauro? Non so te, ma io
non vedo l’ora di tornare in dormitorio.”
“Finalmente
un’idea intelligente” sogghignò Douglas, avvicinandosi al corpo esanime del
Centauro. Estrasse un piccolo pugnale da sotto il mantello e tagliò il Centauro
su una spalla, raccogliendo in una boccetta il sangue scuro che scorreva dalla
ferita.
“Questo
dovrebbe bastare” disse, voltando le spalle al Centauro e passando la boccetta
a Malfoy “ora sarà meglio modificargli la memoria e fargli credere di essersi
ferito con un rovo o roba simile, non mi sembra una buona idea
lasciare che dica a tutti di essere stato…”
“Salazar!”
lo interruppe improvvisamente Malfoy, indicando qualcosa oltre la spalla di
Douglas “guarda!”
Il
ragazzo si voltò, e rimase senza parole. A pochi passi da loro, appollaiato sul
Centauro privo di sensi, c’era un bellissimo uccello che Douglas riconobbe
immediatamente. Delle piccole gocce simili a piccoli cristalli cadevano dagli
occhi della creatura sulla ferita del Centauro, rimarginandola. Ma non poteva essere…non era davvero…
“La
Fenice di Silente!”
E chi
aveva detto che portarsi sempre appresso un’ampolla di riserva fosse inutile?
“…e poi dovrei aggiungere mezza milza di gatto, giusto?”
“…”
“Douglas?”
Ginny aggrottò la fronte “mi stai ascoltando?”
“Uh…?”
Douglas sbattè le palpebre, tentando di schiarirsi le idee. Gli effetti della
notte insonne iniziavano a farsi sentire: anche dopo essere tornato in
dormitorio, Douglas non era riuscito a prendere sonno al pensiero che tutti gli
in gradienti necessari ad assicurarsi tanto l’invulnerabilità quanto la vita
eterna fossero a due passi da lui, al sicuro nella
Camera dei Segreti, in attesa di essere utilizzati. A ben pensarci avrebbe
potuto iniziare i preparativi già quel pomeriggio, almeno per la pozione dell’ invulnerabilità…ma chi gliel’ aveva fatto fare ad
accettare di aiutare quella ragazzina in Pozioni?
“Doug,
mi vuoi rispondere?”
Una ragazzina parecchio insistente,
peraltro…
“Sì,
sì, ti sto ascoltando” borbottò, passandosi una mano sugli occhi. Forse gli sarebbe convenuto aspettare fino a dopo le vacanze di Natale per
cominciare a preparare la pozione, non poteva permettersi errori a causa
della fretta…
“Allora
è mezza, giusto?”
Ma che diavolo va
blaterando?
“Mezza
cosa?”
“Mezza
milza.”
“Che milza?”
“Quella
del gatto.”
“Quale
gatto?”
“Quello
che si è mangiato il tuo cervello a colazione” disse Ginny, sospirando, poi lo
guardò con un’aria critica che a Douglas ricordò vividamente la
signore Weasley “non hai dormito molto, vero?”
“Eh?”
“Ce
la fai a mettere più di due monosillabi in fila, Doug, o vuoi proseguire la
conversazione a grugniti?” fece Ginny, irritata.
Correzione: una ragazzina insistente e
con bel caratterino...
“No,
non ho dormito affatto” disse Douglas, strofinandosi gli occhi per la ventesima
volta in cinque minuti “mi sento davvero uno straccio.”
“Benissimo,
allora lasciamo perdere Pozioni” disse Ginny, richiudendo il libro “tanto non
serve, sarebbe più facile che la capisse Ron.”
Douglas
fece una smorfia. “Su questo punto temo di dover dissentire, sai. Tuo fratello
manifesta difficoltà anche quando si tratta di copiare i compiti. Bè, anche tu
non scherzi…”
Ginny
fece per replicare, ma si interruppe quando una
ragazza alta e bionda entrò nella biblioteca e si avvicinò al loro tavolo.
Ignorando completamente Ginny, la ragazza prese una
sedia e si sedette accanto a Douglas.
“Ciao,
Douglas” disse, con un gran sorriso “come stai?”
Uno schifo, grazie, e tu?
Il
ragazzo si limitò a sollevare un sopracciglio. “Ci conosciamo?”
La
ragazza si riavviò i capelli biondi e rise, scoprendo una
fila di perfetti denti bianco perla. Era la risata più falsa che Douglas avesse mai sentito in vita sua. Oltre alla
propria, cioè.
“Scusa,
non mi sono presentata” disse, porgendogli la mano
perfettamente curata “mi chiamo Courtney Meadows. Immagino che tu abbia
già sentito il mio nome.”
Nel
sentire quel nome, Ginny ebbe la netta sensazione che il cuore le scendesse nello stomaco. Courtney Meadows era una
studentessa del quinto anno di Corvonero, ed era considerata da
tutti la ragazza più popolare di Hogwarts. Era abbastanza bella, ricca e
smorfiosa da poter ottenere qualunque ragazzo su cui metteva gli occhi…e non
c’erano dubbi sul fatto che Douglas fosse il suo obbiettivo
più recente.
Douglas,
da parte sua, non parve minimamente impressionato. “In
effetti il nome non mi suona nuovo” disse tranquillamente “conoscevo un
Magonò di nome Meadows…è tuo parente?”
Courtney
si ritrasse come se le avessero appena tirato uno
schiaffo in pieno viso, e Ginny si morse un labbro per non ridere.
“Ecco…”
Courtney scrollò elegantemente le spalle “no, temo di
no…in fondo è un nome comune…”
“Sicuramente”
disse Douglas, col sorriso più falso che Ginny avesse
mai visto “bene, ora che i siamo presentati, potresti usarmi la cortesia di
spiegarmi per quale motivo ti sei seduta qui senza peraltro essere invitata?”
La
ragazza si sistemò i capelli dietro le spalle e sbatte
le ciglia un paio di volte, continuando a non guardare Ginny. “Ecco, la
settimana prossima c’è il Ballo del Ceppo, e mi stavo domandando se per caso
non ti andasse di venire con me. Tutti i ragazzi ti invidierebbero,
sai?” disse, in tono compiaciuto.
Ginny
alzò gli occhi al cielo. Diciamo pure che
tutte le ragazze invidierebbero te …
Douglas
aggrottò la fronte. “Interessante.”
“Sai,
ci saranno un mucchio di ragazzine al ballo” proseguì Courtney, degnando Ginny
di un’occhiata in tralice “ma credo che uno come te
meriti di meglio. Quindi, se non hai impegni…”
Tenne
la frase in sospeso, aspettando la risposta. Ginny fece per alzarsi e dirgliene
quattro, ma sentì la mano di Douglas che le afferrava un braccio da sotto il
tavolo per tenerla ferma. Ginny si bloccò, domandandosi come avesse intenzione
di reagire il ragazzo.
Douglas
sembrò valutare la proposta, poi scrollò il capo. “Bè,
sono davvero lusingato dal tuo invito, Carrie…”
“Courtney”
disse lei, un po’ più seccamente.
“Chiedo
scusa, Courtney” disse lui in tono mellifluo “comunque
sì, in teoria sarei impegnato…diciamo che mi hanno…incastrato.”
Aveva
enfatizzato leggermente la parola ‘incastrato’ o era stata solo
un’impressione di Ginny?
“Oh”
la ragazza si morsicò un labbro “e non ti è
possibile…liberartene?”
Douglas
lanciò una brave occhiata a Ginny, poi riprese: “Sì,
sarebbe possibile. Devo ammettere che la ragazza che mi ha incastrato” marcò di nuovo la parola “non ti somiglia affatto.”
Ginny
sentì il cuore saltarle un battito, ma in quel momento la presa di Douglas sul
suo braccio si rafforzò, come a dirle di aspettare. Ma
che diavolo aveva in mente?
Courtney,
da parte sua, parve compiaciuta. “Davvero?”
“Senz’altro.
Fra te e la ragazza con cui dovrei andare al Ballo corrono
parecchie differenze…”
Courtney
sfoderò un sorriso a trentadue denti.
“…e tutte a tuo svantaggio.”
Il
sorriso della ragazza si spense come una lampadina fulminata.
“Cosa…?”
tentò di articolare, colta alla sprovvista. Ginny, da
parte sua, sentì il cuore risalire dallo stomaco e pulsarle in qualche punto
imprecisato della gola.
“Quindi
ti ringrazio molto per il tuo invito” disse Douglas, sollevando il braccio e
mettendolo intorno alla vita di Ginny in un modo vagamente possessivo “ma, come
vedi, sono già impegnato.”
Courtney
boccheggiò ancora per qualche istante, sconvolta dal primo rifiuto della sua
vita. Si alzò dal tavolo, scoccò a Ginny un’occhiata al vetriolo e uscì dalle biblioteca a grandi passi.
Douglas
e Ginny rimasero in silenzio qualche secondo, poi scoppiarono a ridere
entrambi. Douglas tolse il braccio dalla vita di Ginny non senza una certa
riluttanza, senza riuscire a smettere di ridere. Dare una lezione a nullità
arroganti come quella Courtney Vattelapesca lo metteva sempre di ottimo umore.
“Hai
visto che faccia?” fece Ginny, quando riuscì a smettere di ridere “mi sa che ora dovrò stare attenta, potrebbe cercare di avvelenarmi
il succo di zucca. Può essere pericolosa per chi le sta intorno.”
Per
un attimo il sorriso si congelò sulle labbra di Douglas, mentre quelle parole
risuonavano da qualche parte nei meandri della sua mente.
…cerca di capire, Nadja…può essere
pericoloso per chi gli sta intorno…
La
mano di Douglas si strinse inconsciamente intorno al punto dove era tatuato il
Marchio Nero.
Mai quanto
me, Ginny. Mai quanto me.
Lo so, lo so, ci ho messo un
millennio ad aggiornare, ma ho avuto da fare con la scuola tutto maggio e
giugno (gli ultimi 2 mesi sono sempre i peggiori), e subito dopo sono partita
prima per la Grecia e poi per l’Inghilterra…insomma, a casa ci sono tornata
solo ieri, e ho scritto un capitolo a tempo di record, anche perché venerdì
riparto e torno a settembre, e questo vuol dire niente aggiornamenti per un
altro mese…mi dispiace, prometto che aggiornerò appena tornerò a casa! La buona
notizia è che ad ottobre mi farò comprare un pc portatile per il mio 18esimo
compleanno, così potrò scrivere senza
dovermi adattare agli orari di utilizzo dei miei e potrò
(spero) aggiornare più spesso. Grazie per la pazienza e buone vacanze! (in
ritardo come sempre, ovviamente…J )
FrancescaAkira89: no, hanno sempre la Cooman, visto
che la Umbridge non l’ha mai buttata fuori (in questa storia, cioè). In effetti è vero, Harry non ci fa una gran figura…forse
sarebbe il caso di occuparmi di lui più spesso, visto che, in teoria, la saga
sarebbe incentrata su di lui. Che dici, dovrei andare avanti così o occuparmi più spesso di lui? Aspetto la tua opinione!
Maky91: grazie per il commento sulle atmosfere della storia, in effetti sono una parte a cui tengo moltissimo e sono
contenta di sapere che riesco a renderle bene…a proposito di soprannomi, non ti
pare che “Parrucchino” sembri fatto apposta per Draco? J
Twy: scusa se ci ho messo un’era ad aggiornare, ma
non sono riuscita ad avvicinarmi ad un pc per più di tre minuti in due mesi!
Sono contenta che ti piaccia l’amicizia fra Draco e Salazar, ci ho lavorato
parecchio, anche se temo che il rapporto fra Ginny e Douglas sia un po’ troppo
scontato.
Vibian: sono contenta che questo stile ti piaccia, era una
specie di esperimento e mi fa piacere vedere che è
riuscito. Se vuoi cercherò di utilizzarlo più spesso, ma non potrò utilizzarlo
per tutti i capitoli, anche perché fra i prossimi capitoli ce ne saranno alcuni
decisamente cupi.
Bilalla: lo so, lo so, il promesso capitolo sdolcinato non è
ancora arrivato…scusa! Il fatto è che inizialmente gran parte degli avvenimenti
descritti in questo capitolo sarebbero dovuti avvenire
dopo Natale, ma poi mi sono resa conto che sarebbe stato meglio spostarli a
prima delle vacanze di Natale. Comunque non
preoccuparti, il prossimo capitolo sarà finalmente dedicato al Ballo del Ceppo
(e ho come il sospetto che mi toccherà fare del mio meglio per farmi perdonare
del ritardo…)
Call: accidenti, troppi complimenti in una volta, non ci sono
abituata! Grazie mille! Comunque è vero, capita spesso
che non venga data alcuna spiegazione riguardo l’improvvisa ricomparsa del
Ballo del Ceppo, e la cosa è un po’ inverosimile. Ci ho messo un po’ a trovare
una spiegazione plausibile, meno male che come idea regge! Riguardo il numero dei capitoli non sono del tutto sicura, dovrebbero
comunque raggiungere la trentina.