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Autore: EvgeniaPsyche Rox    07/12/2011    5 recensioni
«In breve io ho combinato un casino, e il preside, per punizione, mi ha ordinato di farti da tutor.Got it memorized?», accidenti, alla fine si era lasciato sfuggire il suo marchio di fabbrica.
Roxas assottigliò gli occhi, assai perplesso; un pò per la sua affermazione, e un pò per quella domanda finale in inglese.Decise di lasciare perdere, dedicandosi al vero argomento della conversazione.«Mi stai prendendo in giro?»
«No.»
«Non ho alcun problema a scuola, quindi ti risparmio la fatica di perdere tempo.», affermò schiettamente il biondino, spostando lo sguardo verso il suo interlocutore, il quale aveva sospirato.
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[Questa storia ho iniziato a scriverla quando avevo tredici anni e, contando che adesso ne ho quasi diciassette, è normale che io abbia cambiato modo di scrivere, anche perché mi sto dedicando a generi differenti. Da un lato preferirei eliminarla perché i capitoli, soprattutto i primi, non sono scritti esattamente bene (Almeno, per quanto riguarda la punteggiatura e la grammatica). Ma ragazzi, le recensioni sono tante; questa è la prima long che ho pubblicato e mi sono affezionata.]
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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                                        Tutor And Boyfriend.

1.Strange people.
Non era esattamente la giornata che si aspettava: insomma, il sole splendeva così insistentemente che perfino un emo avrebbe potuto iniziare a saltellare, gridando quanto fosse bella la vita.
Eppure, in quel momento, Axel avrebbe voluto spararsi dalla noia.
Di fronte all'animata lezione di matematica e al barbuto professore, tentava a fatica di tenersi sveglio.
«Ho un annuncio da farvi.», affermò improvvisamente il professore, battendo allegramente le mani per ottenere l'attenzione, ormai persa da tempo, della classe.
Demyx, che stava ormai facendo il terzo sogno, si svegliò bruscamente, alzandosi di scatto e facendo così ribaltare la sedia all'indietro:«Gli alieni!Moriremo!Moriremo tutti!»
Per cinque minuti nessuno osò fiatare di fronte alla figuraccia del chitarrista, tranne il rosso che non faceva altro che ridacchiare.
«A-Allora, stavo dicendo..», si schiarì la voce il professore prima di continuare:«Ho un annuncio da farvi: la prossima settimana mi sposerò!»
«E chissenefrega!», gridò Axel in risposta, dato che si aspettava chissà quale notizia, concludendo così la giornata con una nota sul registro e un'allegra visita dalla preside.
E meno male che splendeva il sole.


Sospirò, mentre si metteva la cartella sulle spalle con fare alquanto stanco.
«Beh?E adesso?», la squillante voce di Demyx fece capolineo alle sue spalle, costringendolo a voltarsi di scatto.«Non ho voglia di camminare fino a casa.»
L'amante della chitarra si guardò attorno come se sperasse che comparisse improvvisamente qualcuno a dargli un passaggio e, prima che potesse fiatare, venne interrotto dal rosso: «Vado a fare una passeggiata, credo sia la cosa migliore..A domani, Demyx!»
L'amico mise in mostra un enorme sorriso a 32 denti e, dopo aver risposto al saluto, si avviò, saltellando, lungo la via.
Axel sospirò, decidendo di non fargli notare che casa sua era praticamente nella parte opposta, limitandosi così a trascinarsi fino al parco, nel centro della città.
Una volta giunto a destinazione, buttò la cartella sulla prima panchina capitata a tiro e, dopo essersi stiracchiato con una raffinatezza inesistente, vi prese posto.
«Che noia..», farfugliò tra sè e sè, lasciandosi sfuggire di tanto in tanto qualche lungo sbadiglio, guardandosi distrattamente attorno; quando, la sua attenzione, venne catturata da una figura che correva da una parte all'altra alla velocità della luce.
Axel si strofinò gli occhi e aguzzò la vista, finchè non si accorse che la misteriosa figura correva proprio verso di lui.
«Oddio..», prima che potesse dire altro, venne letteralmente travolto e, una volta finito sul prato, si sentì come se fosse stato appena investito da un tram.
«Scusa, scusa!Ti ho fatto male?Ehi, spilungone, sei vivo?», continuò a chiedere una vivace voce, scuotendo più volte le spalle della vittima, finchè quest'ultima non riaprì lentamente gli occhi.
Axel si mise a sedere, massaggiandosi la testa dolorante che aveva battuto, mentre l'altro si rialzava, spolverandosi i pantaloni.
Il rosso cerco di rimettere in ordine cronologico l'avventimento dei fatti, controllando se si ricordava il proprio nome, cognome, indirizzo e, soprattutto, di quanto fosse tremendamente
figo.
Bene, fortunatamente -O forse sfortunatamente-, si ricordava ancora tutto.
Successivamente alzò lo sguardo verso colui che avrebbe potuto mandarlo in coma, quando poi si accorse che era solo un ragazzino.
L'altro, dal canto suo, continuava a sorridere come un'ebete, ricominciando poco dopo a parlare prima di porgere la mano: «Piacere, il mio nome è Sora e ho 14 anni!»
In un primo momento Axel pensò di rispondere con qualcosa tipo ''E chissenefrega!Mi hai quasi ucciso:U.C.C.I.S.O.Got it memorized?'', ma si sforzò di sorridere, ricambiando la sua stretta alla mano:«Io sono Axel..Axel Turks..»
Eccerto.Perchè se uno dice il proprio nome e l'età, l'altro risponde con nome e cognome.
Il nuovo compagno sorrideva, fissando il vuoto, senza avere intenzione di lasciare la mano del rosso; fu proprio a quel punto che quest'ultimo si accorse di avere a che fare con un completo
idiota.
Axel si schiarì la voce nella speranza di risvegliarlo da quello stato di trance momentanea e, infatti, Sora lo scrutò attentamente, ritirando la mano prima di continuare a parlare: «Mi dispiace di averti travolto, ma, sai, quando inizio a correre, non mi ferma più nessuno!»
«Eh, ho notato..», borbottò più a se stesso il più grande, per poi analizzare attentamente ogni singolo particolare del ragazzino.
Sora aveva i capelli letteralmente sparati in aria di colore castano, occhi azzurri, mentre le guance erano leggermente sporche di fango.
'Ditemi che a 14 anni non ero così scemo.', si ritrovò a pensare Axel, sospirando.
Prima che potesse dire altro, un ragazzo dai capelli argentati e occhi verde-acqua apparve alle spalle dell'idiot di Sora, che, toccandogli una spalla, affermò con aria indifferente: «Preso.»
Il castano si voltò di scatto, assumendo un'espressione imbronciata: «Ma non è giusto!Stavo parlando!»
Il nuovo arrivato che in quel momento non si era minimamente accorto della presenza di Axel, alzò appena lo sguardo verso di lui: «Ah, ecco.Spero che Sora non ti abbia disturbato.»
Mentre il più piccolo cercava di assumere l'aria più innocente possibile, con scarsi risultati, il rosso si sforzò di sorridere, per la seconda volta.«E-Ehm..No, figurati.Comunque, il mio nome è Axel.A.X.E.L.», si presentò con orgoglio, porgendo la propria mano con allegria, la quale venne bellamente ignorata dall'altro, che si limitò ad osservarlo con aria disgustata, considerandolo chissà quale plebeo (?).
Axel ringhiò qualche parolaccia a bassa voce, ritirando poco dopo la mano, mentre l'altro si decise finalmente a parlare:«Io sono Riku.»
'Riku, lurido verme.', pensò mentalmente il rosso, trovando già un adorabile soprannome per la nuova conoscenza.


Sentire l'acqua calda che gli accarezzava la pelle lo sollevò dagli stress accumulati durante la pesante giornata.
Avrebbe voluto rimanere in mezzo all'acqua e alla propria paperella di gomma per sempre, ma la voce di sua madre che lo chiamava dalla cucina per la cena lo risvegliò da quella beata lussuria, costringendolo ad uscire dalla vasca, legandosi un asciugamano color del latte alla vita.
Appena aprì la porta sentì rimbombare l'assordante voce di suo fratello per tutta la casa, facendolo così sospirare con fare esasperato.
«Avanti, Sora, piantala di urlare.», aveva mormorato apaticamente una volta giunto in cucina, ottenendo un'occhiataccia dal diretto interessato.
Prese posto a tavola, arricciandosi una ciocca bagnata di capelli tra le dita con aria infantile, mentre il suo sguardo si posò sulla finestra ad ammirare un luogo a lui nuovo.
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E rieccomi con il 2° capitolo.
Ringrazio per le recensioni precedenti e chi segue la storia.
Anche questo capitolo scritto durante altre interrogazioni, a scuola.
Avrei voluto pubblicare il capitolo ieri, o anche l'altro ieri, ma ho potuto ricopiarlo al computer solo ora, e, tra compiti e il giornalino scolastico, il mio tempo, ahimè, si riduce.
In ogni caso, mi auguro che la lettura sia stata di vostro gradimento.
E spero che continuiate a recensire.
Alla prossima.
   
 
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