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Autore: Marauders    27/07/2006    41 recensioni
A certe domande è difficile rispondere…e Ron ne sa qualcosa! Padfoot
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia la dedico a mia sorella Fede che oggi ha dato alla luce la mia bella nipotina Sara!!!

Un giorno, chissà quando, anche lei si ritroverà a dare alcune spiegazioni alla piccola curiosona…!

 

       Padfoot

 

 

 

 

Papà…? Mi racconti la storia dell’ape e del fiore?

 

 

 

Willy sbirciava incuriosito attraverso la porta rimasta socchiusa, la mamma con il nuovo fratellino in braccio.

 

Sapeva già da un bel po’ che un bebè era in arrivo, ma non si aspettava che fosse così brutto!

 

Tutto rosso, piagnone…non capiva proprio come la mamma adorasse tenerlo così tanto in braccio e cullarlo teneramente.

 

E poi…perché non cullava lui che era più bello, più grande, più intelligente e meno piagnone?

 

Era da qualche giorno che quel coso gli era piombato giù tra capo e collo e proprio non lo sopportava.

 

Bruce…che brutto nome…

 

Piuttosto annoiato e disgustato, Willy scese al piano di sotto, trascinandosi dietro il morbido orsacchiotto di peluches che gli aveva regalato la nonna qualche mese prima, quando aveva spento tutto da solo le sue belle tre candeline.

 

Solo Bubu gli era accanto in quel triste momento di solitudine…

 

Entrò in cucina e si sedette a gambe incrociate per terra guardando storto verso suo padre.

 

Ron stava chiudendo per bene il sacchetto dell’immondizia.

 

Faceva ogni volta così: lo scuoteva per bene, così le cose più grosse finivano giù, passava intorno al ciuffo nero che teneva con una mano un filo tutto giallo e poi ci faceva un bel fiocco prima di portarlo nel cesto di latta fuori in giardino.

 

“Che c’è signorino?”

 

Chiese allegro Ron dopo aver fatto il fiocco al sacco.

 

“Niente.”

 

Borbottò il bambino abbracciando l’orso.

 

“Niente, eh?”

 

Perché il papà sorrideva? Che cosa c’era di buffo nel vederlo seccato?

 

Willy proprio non li capiva i grandi…

 

“Secondo me…sei un po’ geloso di Bruce. Non è così?”

 

Chiese Ron chinandosi sulle ginocchia all’altezza del figlio, che continuò a guardare intensamente le mattonelle bianche.

 

“Guarda che Bruce ti vuole un sacco di bene! Non puoi essere geloso di chi ti vuole bene…e poi ora sei il fratello maggiore! Dovresti essere orgoglioso del tuo ruolo!”

 

“Ma io sono piccolo…non lo so fare il fratello maggiore!”

 

Rispose dispiaciuto il bimbo alzando le spalle e aprendo le manine.

 

“Chi l’ha detto che sei piccolo?!”

 

“Me l’ha…me l’ha detto la mamma…”

 

Ron ridacchiò e gli scompigliò i capelli.

 

“E qui la mamma si sbaglia!”

 

Willy guardò il padre perplesso.

 

“Ma papà…!! Dici sempre che mamma non sbaglia mai…”

 

“Te lo dico in confidenza…avvicinati, è un segreto!”

 

Il bambino si avvicinò un po’ e il papà gli sussurrò all’orecchio…

 

“Tu sei grandissimo! E’ Bruce quello piccolo!”

 

Willy sorrise emozionato.

 

“Davvero?!”

 

“Certo!”

 

Asserì il padre.

 

“Dai, vieni…accompagna questo povero vecchio a buttare la spazzatura!”

 

“Ma tu non sei vecchio, papà!”

 

“Oh, si che lo sono! Tu sei grande…io sono vecchio!”

 

Willy scoppiò a ridere cogliendo un po’ dell’ironia del papà; prese la mano di Ron e insieme uscirono in giardino.

 

“Papà?”

 

“Mmm…”

 

Mugugnò Ron.

 

“Bruce è venuto dal cielo?”

 

Ron sorrise e ci pensò su.

 

“Si! Proprio così!”

 

“E allora piange perché è caduto e si è fatto la bua?”

 

“No…piange perché ha tanta fame!”

 

“E se non è caduto come è sceso?”

 

Un po’ spiazzato dalla domanda Ron si prese qualche secondo di silenzio approfittando del fatto che doveva buttare il sacco nel bidone di latta.

 

“Bhè…l’ha portato la cicogna!”

 

“La cicoooognaaaaa?!”

 

“Esatto!”

 

“E la cicogna sapeva già dove abitavamo?”

 

“Oh, si! La cicogna sa tutto! Proprio come Babbo Natale!”

 

Il piccoletto rimase in silenzio per qualche istante.

 

“ E perché la cicogna l’ha lasciato qui?”

 

“Perché sapeva che qui gli avremmo voluto tanto bene e che avrebbe avuto un fratello maggiore speciale!”

 

“Cioè io!!”

 

Strillò entusiasta Willy mentre Ron apriva la porta sul retro per rientrare.

 

“Mi raccomando Willy! Dai il meglio di te!”

 

“Signorsì!”

 

Fece il bimbo facendo il gesto militare con la mano sbagliata!

 

 

 

Quattro anni dopo…

 

 

 

“Sono a casa…”

 

Disse stancamente Ron chiudendosi la porta alle spalle.

 

Hermione stava seduta sul divano a scrivere delle relazioni sul lavoro e alzò lo sguardo sorridendo al marito appena rincasato.

 

“Com’è andata?”

 

Il rosso fece una piccola smorfia e si lasciò cadere sul divano accanto alla moglie.

 

“Monotona giornata di dipartimento. Dopo tutti quei casini della scorsa settimana ora c’è fin troppa calma…ci stiamo preparando per il processo di mercoledì.” Si passò una mano stanca sulla faccia. “E tu? Che fai di bello?”

 

“In ferie!”

 

Rispose lei sorridendo.

 

“Ah, ah…lo vedo…”

 

Fece sarcastico Ron prendendo i fogli sul tavolino.

 

“E questi? Sono cruciverba?”

 

“Scemo…” Hermione gli diede una piccola botta sulla spalla. “Mi hanno chiesto di verificare questi referti medici…niente di troppo impegnativo, anche se davvero noioso…”

 

Ron le diede un breve bacio dicendole…

 

“Se volevi azione…perché non entravi con me e Harry al dipartimento Auror?”

 

“Per un miliardo di buoni motivi che già sai.”

 

Si limitò a dire la ragazza ricambiando il bacio.

 

“I bambini sono svegli?”

 

Chiese dopo un po’ Ron.

 

“Oh, no…dormono da un bel po’…”

 

“Vado a salutarli.”

 

“Ti riscaldo la cena?”

 

Chiese Hermione alzandosi dal divano.

 

“No…non preoccuparti…la riscaldo io dopo …vorrei farmi prima una doccia…”

 

“Ok…”

 

Ron salì al piano superiore ed entrò nella cameretta dei due bambini.

 

Bruce dormiva profondamente, ma Willy non era nel suo letto.

 

Sobbalzò quando una manina lo punzecchiò sulla schiena.

 

“Ehi Willy!”

 

“Spostati! Devo andare a letto!”

 

Rispose duro il bimbetto di sette anni.

 

“Ehi, ehi, ehi…così si dice al giorno d’oggi? Neanche un ‘Ciao papà, come stai?’”

 

“Mi hai mentito.”

 

Sibilò a denti stretti Willy.

 

“In effetti…rispetto a questo è meglio lo ‘spostati’ di poco fa. E sentiamo signorino…in cosa ti avrei mentito?”

 

“Rob mi ha detto che la cicogna non esiste! E nemmeno Babbo Natale! E’ così?”

 

Ron si passò una mano sulla nuca.

 

“E’ meglio se andiamo in camera di mamma e papà, eh?”

 

“Già…è meglio.”

 

Incarognito Willy girò sui tacchi e con passo marziale si diresse in camera dei suoi genitori seguito da Ron, che preoccupato si domandava se era il caso di chiamare in aiuto Hermione o di risolvere la questione tra loro.

 

Optò per la seconda, una volta che vide Willy già seduto al centro del letto matrimoniale.

 

Si sedette anche lui dopo aver chiuso la porta alle sue spalle.

 

“Dunque…”cominciò Ron “…facciamo un bel discorso tra uomini.”

 

Willy annuì risoluto.

 

“E’ vero…”continuò il padre “la cicogna non esiste.”

 

“E allora Bruce e io da dove siamo venuti? E non dirmi da sotto un cavolo perché Rob mi ha detto che non è vero neanche quello! E poi noi non l’abbiamo mai avuto un cavolo in giardino!”

 

“Oh, si! Qualche anno fa li abbiamo avuti!”

 

Esclamò Ron.

 

“Non ti credo.”

 

Rispose piatto il bambino.

 

“Ok…ora ascoltami bene, Willy…I bambini nascono solo quando c’è l’amore tra la mamma e il papà! Capito?”

 

“No.”

 

“Beeeeene…”

 

Rispose scoraggiato Ron mordendosi il labbro nervosamente.

 

Poi cercò di recuperare la situazione.

 

“Ma dai, Willy! E’ facile! Mamma e papà si amano e dopo nove mesi nasce un bambino!”

 

“Devono dirselo che si amano?”

 

“E certo!”

 

Willy annuì.

 

Seguì qualche attimo di silenzio, poi il bambino chiese ancora al padre…

 

“E la cicogna che c’entra?”

 

“Proprio niente!”

 

Rispose Ron negando col capo.

 

“Bene. Adesso è tutto più chiaro. Buonanotte, papà…”

 

Fece con aria soddisfatta Willy uscendo dalla stanza.

 

“’Notte, figliolo…”

 

Ron sospirò e si distese a pancia in su sul letto.

 

 

 

Un anno dopo…

 

 

 

Willy entrò trafelato a casa, di ritorno dall’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale.

 

“Papà!!”

 

Urlò a gran voce.

 

“Papààààààà!!!”

 

“Che c’è Willy? Che succede?”

 

Chiese spaventato Ron scendendo rapidamente le scale.

 

“Vieni con me!”

 

Disse risoluto Willy prendendolo per mano e trascinandolo in salotto.

 

“Promettimi di non arrabbiarti!”

 

“Che hai combinato…?”

 

Chiese sospirando il padre.

 

“Non mi picchi, vero?”

 

Domandò il figlio ancora esitante…

 

“Willy? Dimmi…che è…successo.”

 

“Papà…l’ho fatta grossa, ma ti giuro che non ho riflettuto! Non volevo…”

 

“Che hai fatto?”

 

Willy sospirò nervosamente e chiuse gli occhi per un attimo.

 

“Ho messo incinta Susan Memphis.”

 

Ron dovette girarsi dall’altra parte per non far vedere al figlio che stava ridacchiando sotto i baffi.

 

“Non c’è niente da ridere papà! E’ vero! E io sono molto preoccupato! A ricreazione mi sono avvicinato a Susan e le ho detto ‘Ti amo’. Lei mi ha sorriso e mi ha detto ‘Anch’io!’. Poi però dopo la ricreazione aveva un forte mal di pancia e suo papà è passato a prenderla per riportarla a casa! E lì ho ricordato quello che mi avevi detto tu! Suo padre è severissimo! Se mi scopre mi schianta!!”

 

Ron cercò di darsi un contegno.

 

“Le hai detto ‘Ti amo’?”

 

Willy annuì alzando le sopracciglia. Stava per scoppiare a piangere…

 

“Non preoccuparti, Willy…mica ci vuole solo questo per avere un bambino…”

 

“Ma tu avevi detto…”

 

“…che serviva l’amore di mamma e papà e dovevano dirselo di amarsi…!”

 

“E io l’ho detto a Susan!!”

 

“Non esistono solo le parole, Willy…Una cosa non la dici solo parlando, ma anche con un gesto…con dei movimenti…”

 

Willy ci pensò su.

 

“I baci?”

 

Ron sorrise.

 

“Anche i baci, si!”

 

Hermione li raggiunse in salotto.

 

“Il pranzo è quasi pronto! Willy…puoi finire di apparecchiare la tavola, tesoro?”

 

“Certo, mamma!”

 

Rispose allegro e leggero Willy trotterellando verso la cucina.

 

Hermione guadò il marito curiosa.

 

“Discorsi tra uomini…”

 

Fece evasivo lui alzandosi e baciando la moglie.

 

Willy li guardava sorridendo dalla porta della cucina.

 

Poi…

 

“Ron…” disse Hermione portandosi una mano alla pancia… “Aspetto un altro bambino!”

 

Ora Willy sapeva di aver capito tutto!

 

 

 

Tre anni dopo…

 

 

 

Hermione stava imboccando Marianne, di soli due anni, che stava seduta su una pila di cuscini per arrivare al tavolo come i suoi fratelli.

 

Bruce mescolava annoiato la pastina in brodo e Willy, che aveva già terminato la sua cena, guardava nervoso l’orologio.

 

Il giorno dopo sarebbe andato a Hogwarts per il primo anno.

 

“Tutto bene?”

 

Chiese Ron al figlio maggiore, che annuì silenziosamente.

 

“Ti va una passeggiata?”

 

Willy senza proferire parola annuì e uscì insieme al padre fuori in giardino, mentre Ron ed Hermione si scambiavano un sorrisetto.

 

L’aria era fresca quella sera di fine agosto e non c’era niente di meglio che sedersi sul muretto di pietra vicino al vialetto per una chiacchierata.

 

“Nervoso per domani?”

 

Willy scosse il capo.

 

“No?! Io ero nervosissimo! Strano sai…il primo giorno a Hogwarts è sempre così eccitante…”

 

Il ragazzino scosse di nuovo il capo.

 

“E allora che c’è?”

 

“Sono un idiota.”

 

Ron annuì pensieroso.

 

“E perché mai?”

 

“Perché sono un idiota, ecco!! Un incredibile…stupido…rivoltante…idiota!!!”

 

Ron guardò il figlio con curiosità.

 

“Si tratta di una ragazza, giusto?”

 

“Papà…io…io non posso andare a Hogwarts! Devo trovarmi un lavoro decente…devo potere mantenere lei e il bambino…io…”

 

Ron dovette nascondere la sua risata con un paio di colpi di tosse.

 

“Ne hai messa incinta un’altra, eh?”

 

Rispose sorridendo al figlio.

 

“Smettila, papà…questa volta è vero! E io sono davvero un idiota!”

 

“Vediamo un po’…”cominciò Ron dondolando una gamba e guardando il cielo stellato sopra di loro. “…le hai detto che ti piaceva…e vi siete baciati, non è così?”

 

“Si. E non un bacio in guancia, papà…sai…bhè…come avete fatto tu e mamma quando avete fatto Marianne…”

 

Ron guardò il figlio piuttosto allarmato.

 

“Come?”

 

“Io…bhè…ero in cucina, ma vi vedevo…vi siete baciati sulle…” indicò le labbra “…e poi…e poi mamma ti ha detto che aspettava una altro bambino e da quel giorno la sua pancia si è gonfiata…!”

 

Ron tirò un sospiro di sollievo: meno male che non c’era molta luce, perché se no Willy avrebbe sicuramente notato le guance del padre piuttosto colorite…

 

Ma il ragazzino era ancora preso dal suo discorso che anche alla luce non si sarebbe accorto di nulla.

 

“Io…io…ho dato un bacio…in bocca ecco…era la mia prima volta, lo giuro…però ora…”

 

“Willy…mi congratulo con te per aver dato il tuo primo bacio alla tenera età di undici anni…ma prima che tu vada a Hogwarts è bene che ti racconti una cosa…però devi promettermi questa volta di stare moooolto attento e di pensarci prima, capito?”

 

Willy annuì con vigore.

 

“Bene…questa è la storia dell’ape e del fiore…”

 

 

 

Tredici anni dopo…

 

 

 

Ron e Willy sono seduti uno di fronte all’altro, piuttosto concentrati su una partita a scacchi.

 

“Papà…te la ricordi la storia dell’ape e del fiore?”

 

Chiese Willy muovendo la sua torre.

 

Ron mugugnò pensando alla prossima mossa.

 

“Questa volta non sono preoccupato, sai…anzi! Sono contentissimo!”

 

“Figliolo…alla tua età…dovresti sapere che l’ape e il fiore sono solo una metafora…”

 

“Si, lo so papà…!”

 

Ron alzò lo sguardo verso il figlio che sorrideva.

 

“Sarai nonno!!”

 

Ron svenne.

 

 

 

Fine

 

 

Un bel commentino per la neo-zia? ^__^

 

P.S. BENVENUTA  SARA !!!

 

  
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