Quel
pomeriggio Mikey era tornato a casa all'orario in cui tornava di
solito dopo la scuola per non destare sospetti ed aveva passato il
resto del pomeriggio nella sua camera a leggere. Ultimamente passava
gran parte del suo tempo libero immerso nei libri. Lo distraevano dal
mondo esterno e mentre i suoi occhi guizzavano sulle parole stampate
la sua mente si catapultava in un altro universo, ovattato e in cui i
personaggi avevano sempre la soluzione a tutto. Solo quando
iniziò a
fare buio si ricordò che aveva da studiare alcune pagine di
letteratura. Posò il libro che stava leggendo –
sulla copertina
cartonata verde delle grosse lettere scure formavano il titolo, On
the road by Jack Kerouack – sul pavimento ed estrasse il
testo di
letteratura dallo zaino, ancora poggiato sotto la scrivania da quando
era tornato da casa di Alicia. Non sarebbe stato molto impegnativo,
una lettura veloce e avrebbe fissato i concetti principali, se la
cavava abbastanza bene nelle materie umanistiche. Tornò a
distendersi sul letto e iniziò a studiare in attesa che lo
avessero
chiamato per la cena. Infatti dopo qualche minuto sentì
Gerard che
lo chiamava da sotto le scale. Scese senza farsi chiamare di nuovo e
si sistemò a tavola. Il resto della famiglia era
già seduto e Donna
stava servendo della pasta cosparsa da una salsa chiara,
probabilmente panna. Mikey odiava quando la madre cucinava la pasta,
soprattutto se la faceva per cena. La pasta conteneva carboidrati e i
carboidrati facevano gonfiare ed ingrassare soprattutto se mangiati
di sera. Aveva letto tutto ciò su una rivista della madre e
gli era
rimasto impresso. Già era restio e mangiare cibi troppo
conditi e
calorici, figuriamoci la pasta con la panna per cena, una vera bomba
calorica secondo lui. E dopo il primo seguiva il secondo,
immancabilmente fornito di contorno: tacchino e broccoletti. Mikey si
chiedeva come facessero sua madre, suo padre e suo fratello a
mangiare così tanta roba, consapevoli che tra poche ore
sarebbero
andati a dormire e che tutto ciò sarebbe finito ad aumentare
le loro
riserve di energie, comunemente chiamate grasso. Nonostante
ciò
mangiò la propria porzione di pasta ed anche un pezzetto di
tacchino
accompagnato dai broccoletti. La verdura, come la frutta, erano gli
unici alimenti che mangiasse volentieri. Poteva sentire il cibo
disgregarsi nello stomaco, fluire nelle sue vene ed andare ad
attaccarsi all'interno della sua pelle. Riusciva a sentire il grasso
che si formava, il suo peso che aumentava, il colesterolo che gli
ostruiva le arterie. Quella sensazione di calorie che piano a piano
si impossessavano del suo corpo era opprimente. Lo angosciava
terribilmente. Lo faceva sentire sporco internamente.
«Hai
avuto molto da studiare oggi, Mikey? Non sei uscito per niente dalla
tua camera.»
«No,
stavo leggendo un libro.»
Il
discorso che Donna aveva cercato di iniziare col figlio minore si
interruppe lì dove era iniziato e Gerard iniziò a
raccontare alcuni
fatti che erano accaduti quel giorno nella sua scuola. In casa Way i
pasti non erano accompagnati sempre da una conversazione ben
definita, più che altro ognuno raccontava spezzoni di quello
che
aveva fatto durante la giornata e commentava ciò che era
accaduto.
Appena
ebbe finito di mangiare, Mikey sentì il bisogno impellente
di bere.
Bere finché tutta l'acqua non avesse eliminato lo sporco che
sentiva
dentro e non lo avesse purificato di nuovo. Ma prima doveva superare
un'altra tappa.
Aiutò
la madre e il fratello a sparecchiare e mentre Donna iniziava a
lavare i piatti salì di nuovo al piano di sopra, diretto
verso il
bagno. Chiuse a chiave e si inginocchiò davanti al water
togliendosi
la maglietta e restando a petto nudo. Un leggero brivido gli
percorse la schiena pallida e ossuta. Poi, senza esitazione ed in un
unico movimento fluido ed esperto, si infilò l'indice e il
medio
della mano destra in bocca ed esercitò una leggera pressione
alla
base della lingua, dove iniziava la discesa verso lo stomaco.
Vomitò
tutti i sensi di colpa.
Quando
ridiscese, finalmente di nuovo leggero e disintossicato, si
procurò
una bottiglia d'acqua e la portò in camera sua insieme ad un
bicchiere. Nessuno notò i suoi movimenti: i genitori erano
davanti
la tv e Gerard si era di nuovo ritirato nella sua camera. Si chiuse
la porta alle spalle e si sedette per terra con la schiena appoggiata
al bordo del letto. Si versò un bicchiere d'acqua e lo bevve
per
togliersi quel sapore acido che gli rimaneva sulla lingua dopo ogni
volta che si liberava del cibo ingerito. Il liquido raggiunse subito
il suo stomaco e sentì la sensazione, questa volta piacevole
perché
non calorica, di sazietà e purezza che gli conferiva. Dopo
il primo
bicchiere ne seguì un altro e poi un altro ancora. Aveva
ripreso in
mano il libro che stava leggendo ed ogni poco beveva un altro
bicchiere finché non ebbe finito tutta la bottiglia.
La
spia luminosa del cellulare di Mikey iniziò a lampeggiare,
illuminando fiocamente e a tratti il piano della scrivania immerso
nella penombra. Il ragazzo notò la luce con la coda
dell'occhio e
posò il libro. Lo aveva già quasi finito,
nonostante fossero solo
tre giorni che lo aveva iniziato. Avrebbe voluto anche lui, come il
personaggio che Kerouack aveva creato in funzione di una specie di
suo alter ego, viaggiare senza sosta contando solo sulle sue forze,
senza programmare tutto alla perfezione ma semplicemente partendo con
una valigia contenente lo stretto indispensabile ed un po' di soldi,
diretto all'avventura.
Prese
il cellulare e vide che c'era un nuovo sms. Era di Alicia:
“affacciati”. Mikey ubbidì, sebbene un
po' perplesso, e vide che
sotto la sua finestra al primo piano c'era la sua amica. Appena
Alicia lo vide comparire da dietro il vetro lo salutò con
vigore
intimandogli di scendere con un sussurro che però quello non
poteva
udire. Il ragazzo aprì la finestra e rabbrividì
quando l'aria
fredda della sera gli sferzò la parte superiore del corpo
coperta
solo da una maglia leggera. Sempre parlando a bassa voce per non
farsi sentire dagli altri familiari, Mikey chiese ad Alicia come mai
alle dieci di sera si trovasse sotto la sua finestra.
«Dai
scendi, Lindsey fa una festa. Sono passata da casa sua e già
c'è un
sacco di gente.»
«Ma
ora non posso, è tardi e domani c'è scuola... Non
mi faranno mai
uscire!»
«Esci
senza dirglielo, no?! Come pensi che abbia fatto io? Mamma dorme
già
e domani andrà presto al lavoro, non si accorgerà
mai che sono
uscita neanche se non dovessi tornare per niente domani
mattina.»
Mikey
rifletté che alla fine neanche i suoi genitori avrebbero
notato la
sua assenza per qualche ora quella notte. In genere quando era in
camera sua la sera non passavano a dargli la buona notte
perché
pensavano stesse già dormendo – anche se non era
mai così – e
la mattina pure loro come la madre di Alicia sarebbero andati presto
al lavoro. Senza pensarci ulteriormente accettò la proposta
dell'amica, almeno avrebbe passato una serata inaspettatamente
diversa dalle altre e non si sarebbe rigirato nel letto in preda
all'insonnia per buona parte della notte.
«Prendo
la giacca e scendo, aspetta là.»
«Grande!»
Mikey
prese la sua giacca nera dalla sedia girevole su cui era poggiata e
si infilò il cellulare in tasca. Aveva ancora addosso i
vestiti con
cui era andato a scuola e gli sembrarono adatti anche per quel
festino improvvisato. Di sicuro sarebbero stati tutti così
ubriachi
e sotto l'effetto di sostanze che non si sarebbero neanche accorti se
fosse nudo o vestito. Prima di abbassare la maniglia della porta
della sua stanza però pensò che non poteva
passare dal portone
principale. Avrebbero sentito il rumore e lo avrebbero visto passare.
Poteva saltare dalla finestra, calarsi dalla grondaia, arrampicarsi
giù dall'albero fuori la sua finestra ma tutte queste
ipotesi gli
sembrarono troppo da film. Se ne avesse provata una molto
probabilmente sarebbe finito in ospedale con una gamba rotta, nella
migliore delle ipotesi. Si affacciò dunque di nuovo alla
finestra
per chiedere la consulenza di Alicia.
«Ali,
se passo dal portone mi scoprono. Come faccio?»
«Salta!»
«Ma
dai! Mi serve un'idea fattibile.»
«Aspetta
che vanno a dormire e poi hai campo libero. Tanto non manca molto
prima che si ritirino no?»
Mikey
guardò la sveglia. Erano le 22.25, tra un quarto d'ora
probabilmente
anche Donna e Donald sarebbero andati nella loro camera e lui poteva
passare tranquillamente.
«Okay
allora aspettiamo. Abbi pazienza.»
«Naaa,
tranquillo. Mi fumo una sigaretta nel frattempo.»
Alicia
si sedette a gambe incrociate sul terreno che già iniziava
ad essere
coperto di gialle foglie autunnali. Prese l'anonimo astuccio di
scuola nel quale teneva tabacco, filtri e cartucce al posto di penne
e matite e sparse il contenuto sull'erba intorno a lei. Mikey
osservava i movimenti agili della ragazza che, con quelle mani minute
e parzialmente coperte da guanti neri senza dita, in un lasso di
tempo di neanche un minuto riusciva a rollare una sigaretta dritta e
che tirava perfettamente. Se ne preparò due e quando ebbe
confezionato anche la seconda alzò lo sguardo verso la
finestra.
«Te
ne faccio una anche a te?»
Mikey,
che era assorto nella contemplazione dei movimenti delle mani di lei
mentre con le orecchie stava attento a captare ogni piccolo rumore
che lo informasse che i suoi genitori stessero andando a dormire,
sobbalzò internamente quando sentì la voce di
Alicia che rompeva
quel silenzio riflessivo.
«Sì
dai che io faccio schifo a rollare.»
«Comunque
mi sono procurata un po' di...»
La
ragazza roteò gli occhi con fare evasivo e complice allo
stesso
tempo mentre si accendeva la prima sigaretta sorridendo lievemente.
«Ce
la fumiamo da Lindsey.»
Alicia
fece il segno dell'okay alzando il pollice della mano destra in
direzione di Mikey e continuò a fumare nell'attesa. Dopo
qualche
minuto di silenzio, Mikey si sporse poggiando le mani sul davanzale.
«Ali,
credo che siano andati a dormire! Aspetto dieci minuti per sicurezza
e scendo.»
«Ricordati
le chiavi, non vorrai citofonare per farti aprire quando
tornerai.»
Alicia
conosceva l'abitudine dell'amico di lasciare sempre le chiavi di casa
a casa – convinto che invece le avesse in tasca –
quindi quando
rientrava era costretto sempre a citofonare per farsi aprire, tranne
quando la casa era vuota e doveva aspettare seduto sulla soglia che
qualche familiare tornasse. Anche questa volta, infatti, Mikey stava
per scordarsele nella tasca interna dello zaino e le prese prima di
far cenno ad Alicia che stava scendendo e di chiudere la finestra.
Aprì lentamente la porta e si assicurò che tutte
le luci fossero
spente e che i suoi genitori erano a letto. Se la richiuse alle
spalle facendo sempre attenzione a non far scattare troppo
rumorosamente la serratura e si incamminò giù per
le scale. Una
volta al piano inferiore era tutto molto più facile, c'erano
meno
probabilità che lo potessero sentire aprire e chiudere il
portone ed
uscire di casa. Alicia lo aspettava lì fuori fumando la
seconda
sigaretta appena accesa. Appena Mikey le fu abbastanza vicino, gli
porse la sigaretta che invece aveva rollato per lui poco prima.
«Che
si festeggia da Lindsey?»
«I
genitori sono partiti per un convegno e stanno via tre
giorni.»
«Solita
storia quindi.»
I
genitori di Lindsey Ballato, una ragazza che frequentava la loro
stessa scuola ed era abbastanza popolare tra gli studenti, erano
entrambi medici in carriera e spesso si assentavano per qualche
giorno per andare a congressi, convegni, riunioni e corsi di
aggiornamento in giro per gli Stati Uniti. Quindi la figlia ne
approfittava ed organizzava questi festini a casa sua sempre qualche
sera prima del ritorno dei genitori, in modo da aver tempo a
disposizione per risistemare e ristabilire la situazione precedente.
Le feste a base di alcol, sostanze stupefacenti e sesso in casa
Ballato erano ormai famose nel liceo di Belleville e gran parte della
popolarità che Lindsey aveva derivava proprio da questo. E i
genitori ne erano completamente all'oscuro, complice il fatto che la
loro villa era abbastanza fuori mano e non c'erano vicini che si
lamentassero della musica troppo alta o della confusione e che
riferissero loro ciò che accadeva in loro assenza.
«Aspetta
fermiamoci un attimo.»
Alicia
si sedette su un muretto sul bordo della strada deserta che stavano
percorrendo ed estrasse una bustina di plastica dalla borsa.
«La
prepari adesso?»
Mikey
prese posto accanto a lei e senza aspettare la risposta estrasse due
cartine dal pacchettino che la ragazza aveva poggiato sulle gambe e
gliene passò una.
«Sì,
altrimenti dopo me ne chiedono tutti un po' e non mi va di darla in
giro. Mi è costata venti dollari!»
Alicia
cominciò a rollare con la sua solita destrezza, mischiando
alla
marijuana del tabacco per non usarla tutta subito e per non esagerare
con la dose, non voleva essere così fatta da non capire
più nulla
di ciò che le accadeva intorno e rendersi facile preda di
qualcuno
in cerca di sesso. Una volta finite le due “cigarettes with
benefits”, le ripose nel suo portasigarette a specchio e mise
tutto
nella borsa.
I
due ragazzi stavano uscendo dalla zona abitata e, nonostante alcuni
alberi celassero la villa con le loro fronde ancora folte seppur
giallognole, potevano notare che tutte le luci della casa erano
accese. Una volta passata la curva, ebbero una visuale completa della
festa. All'incirca un centinaio tra ragazzi e ragazze affollavano il
piano inferiore ed alcuni anche quello superiore. Mikey e Alicia
entrarono facendosi largo tra il gruppo che si era fermato a ridere e
scherzare proprio davanti il portone e diedero uno sguardo in giro.
La musica proveniva dal salone principale, che appariva essere la
stanza più affollata ed era praticamente impossibile
entrarci senza
spintonare gli altri corpi sudati e danzanti. Il tavolo della cucina
era pieno di bottiglie di tutti i tipi, alcolici per la maggior parte
ma anche altre bibite. A fianco alle bottiglie c'erano delle pile di
bicchieri di plastica. Sia Mikey che Alicia ne presero uno ciascuno e
li riempirono di rum e del contenuto di una lattina che sembrava una
sottomarca di cola. Alicia trascinò il ragazzo di nuovo in
corridoio
e poi su per le scale, verso il bagno.
«È
chiuso, naturalmente.»
Mikey
abbassava ed alzava ripetutamente la maniglia della porta ma senza
successo, qualche coppietta evidentemente ci si era chiusa dentro.
«Vabbè
allora andiamo nel giardino sul retro e poi rientriamo.»
Scesero
quindi di nuovo al piano terra e, dopo aver riempito di nuovo i
bicchieri con vodka fruttata, uscirono, girando intorno alla casa
fino a raggiungere un angolo appartato. Si sistemarono sul terreno
umidiccio e Alicia cacciò le due canne.
«Una
ciascuno?»
Mikey
annuì mentre si toglieva la giacca per sedercisi sopra e per
non
farla impregnare dell'odore della marijuana. L'aria della sera era
fredda: l'inverno era alle porte. Sentì i peli rizzarsi per
il
freddo ma non ci fece caso e si strinse verso Alicia mentre
accendeva.
Fumarono
in silenzio, godendosi il momento. Loro due, soli, con le voci degli
altri e la musica di sottofondo nella notte. Era tutto così
calmo e
rilassante che ogni pensiero sfiorava loro il cervello per un tempo
massimo di un secondo. Il presente e basta, in quella notte.
Quando
ebbero finito le due canne, buttarono i mozziconi sotto un cespuglio
lì a fianco senza curarsi se fossero completamente spenti.
Con
quell'umidità era difficile che si appiccasse un incendio.
Rientrarono, lasciarono le giacche su una poltroncina nell'ingresso,
presero un terzo bicchiere ciascuno di liquido alcolico non
identificato e dopo averlo bevuto in tutta fretta si buttarono nella
ressa sempre più delirante che c'era nel salone. Ridevano, e
Alicia
si buttò traballante tra le braccia di lui e ballarono per
un bel
po', finché Mikey non corse all'improvviso verso l'esterno.
Alicia,
spaesata e ben poco lucida, lo seguì e vide che stava
vomitando sul
prato tutto quello che aveva nello stomaco, ovvero alcool e succhi
gastrici. Gli si avvicinò e gli passò una mano
intorno alla vita
per farlo rialzare quando i conati smisero di percorrere le sue
interiora.
«Tutto
okay? Non hai mangiato nulla stasera?»
Mikey
si teneva la fronte con una mano e non rispose, eludendo la domanda.
Alicia, come gettò un altro sguardo verso i liquidi
sull'erba, ebbe
anche lei lo stimolo del vomito ed unì a quelli anche il
contenuto
alcolico e calorico del suo stomaco. Quei filamenti verde scuro che
si notavano non erano altro che verdura precotta. E quella poltiglia
marroncina erano le alette di pollo. Si rialzò e
frugò nelle sue
tasche per cercare un fazzoletto per pulirsi la bocca ora acida oltre
che etilica.
«Ora
ho dato anche io il mio contributo alla concimazione del guardino di
Lindsey.»
La
ragazza rise e prese per mano Mikey, trascinandolo di nuovo
all'interno per continuare a ballare e ad urlare con tutti gli altri
ragazzi.
«Ali
è quasi l'alba, dobbiamo tornare.»
Erano
le quattro del mattino e la villa dei Ballato iniziava a svuotarsi.
Mano a mano che la gente se ne andava, sudata e barcollante, si
notava sempre più lo stato pietoso in cui era ridotta
l'abitazione.
Bicchieri, liquidi vari e mozziconi di sigarette erano sparsi ovunque
e i mobili erano stati spostati verso le pareti. Alicia stava seduta
sul pavimento dell'ingresso, con la schiena rivolta verso il muro e
la testa appoggiata al petto di Mikey, che la sorreggeva con le sue
braccia esili. Non stava dormendo, stava semplicemente in silenzio
immersa nei tipici pensieri pseudofilosofici
post-serataalcol&marijuana&vaffanculoilresto che una
volta
sobri o non si ricordano o non ci si riesce a trovare un senso
logico. Con un respiro profondo si preparò ad affrontare la
faticosa
mossa del rimettersi in piedi senza cadere giù di nuovo.
«Ali
stai bene? Perché non parli?»
«Sì,
è tutto a posto. Devo dormirci su.»
«Domani
mezza scuola sarà a pezzi, noi compresi.»
«Ma
se saltiamo? Io non me la sento.»
«Di
nuovo?! Se ci beccano siamo nei guai, non ci conviene saltare troppe
lezioni di seguito.»
«Quando
tra poche ore dovrai alzarti non la penserai così.»
«Lo
so, però...»
«Dai!
Alla fine ieri abbiamo saltato solo un'ora.»
«Mhm,
okay. Però poi basta altrimenti davvero sono
cazzi.»
«Non
ci reggiamo neanche in piedi tra un po', ti sembra il caso di andare
a scuola?»
Dopo
una breve risatina, Alicia diventò all'improvviso di nuovo
seria e
si fermò sul marciapiede. La strada era buia e deserta e il
freddo
si era impossessato dell'atmosfera.
«Ora
che c'è?»
«Mikey,
io... Prima stavo pensando che ti voglio bene.»
«Anche
io ti voglio bene, sei la mia migliore amica.»
Alicia
alzò lo sguardo tremolante a causa del suo stato e dopo
qualche
secondo di riflessione gettò le braccia intorno al collo del
ragazzo
e premette le labbra sulle sue. Era da un bel pezzo ormai che sentiva
di non provare solo semplice amicizia verso il suo migliore amico e
quella sera il suo autocontrollo era praticamente a livelli
bassissimi quindi l'istinto aveva avuto la meglio e l'aveva fatto.
Aveva baciato Mikey. Di notte, per strada, ubriaca.
«Non
dovevo farlo. Ora la nostra amicizia è rovinata.»
Si
era scansata appena al cervello era arrivato lo stimolo di
ciò che
stava facendo, dopo una decina di secondi passati con le labbra
immobili e pressate insieme a quelle di Mikey. Ed ora aveva abbassato
lo sguardo, arrabbiata con sé stessa per essersi lasciata
andare
così facilmente e non essere riuscita a controllarsi. Si era
ripromessa tantissime volte di rimanere abbastanza lucida per non
trovarsi poi in situazioni simili quasi inconsciamente.
«No.
Non sono arrabbiato. Cioè... Vieni qua.»
Mikey
la strinse forte a sé, per niente dispiaciuto di
ciò che era
successo. Quel bacio era stato il fattore che aveva fatto scattare
qualcosa nel suo cervello che gli aveva fatto capire che lui aveva
sempre visto Alicia con occhi diversi da quelli di un amico. Tuttavia
non aveva mai elaborato consciamente il concetto, né ci
aveva mai
pensato seriamente. Si trattava di una sentimento ben nascosto sotto
centinaia di altri pensieri, dimenticato prima ancora di essere
elaborato e bisognoso di una scintilla che accendesse la miccia
necessaria per riportarlo a galla. Ora il processo era scattato e
quel sentimento represso aveva iniziato a monopolizzargli la mente e
il cuore.
«Ali,
vuoi restare da me stanotte?»
Dopo più
di un mese ce l'ho fatta ad aggiornare. Come avevo annunciato sulla mia
pagina
facebook questo sarebbe stato un capitolo denso di
avvenimenti e lungo, spero vi sia piaciuto :3 una recensione per farmi
sapere che ne pensate è d'obbligo lol <3
Ringrazio foolshaded
per il betaggio, i consigli e il supporto e tutti quelli che seguono la
storia.
A presto!
xoxo
dryvenom