-Ci frequentammo per una settimana. Ogni giorno andavo a casa sua...una topaia. E ogni volta mi ha insegnato qualcosa-
-Sul sesso?-
-Non solo- rispose amaro carezzandogli la nuca.
Brian si accostò al portone, fradicio di pioggia e gelido nevischio. Si guardò il polso: cinque minuti in anticipo non gli avrebbero dato fastidio. Dal portone uscì un uomo avvolto nel suo impermeabile e questo gli permise di entrare senza suonare. Arrivò davanti alla porta, ma una voce lo distolse dal bussare. Stava parlando al telefono, immaginò dopo con chi. Diceva che non era un problema, era solo una novità, in quelle due ore doveva essere alle prove del coro, ma lui aveva la casa libera e nessun impegno, non era un problema, davvero. La salutò, il suo nome era Karen e dall'appellativo che le era seguito poteva significare solo una cosa.
Scese le scale, lo avrebbe cacciato comunque. Il giorno dopo, la scusa della pioggia torrenziale che l'aveva impossibilitato a venire tenne e non ci fu bisogno di altre parole.
Justin lo fissava, gli occhi bassi per l'amarezza del ricordo.
-E ritornasti anche dopo.. questo?- chiese incredulo.
-Lo avevo già immaginato. Non mi aveva mai mentito... non mi aspettavo niente da lui. Se non chè quello che mi dava-
-Non è per quello. Insomma è... è... era-
-Un vigliacco?- lo interruppe lui, alzando un sopracciglio.
-Lo pensai anch'io- aggiunse
Justin si mise a sedere, a riflettere.
-E' per questo che non è durata?-
Brian lo osservò interrogativo.
-Hai detto che era bravo a letto, e allora perchè una settimana?-
-Ti aspettavi di più?-
Justin annuì, sconcertato.
-Se è andata avanti una settimana, sarebbe potuta andare avanti molto di più, quindi... è per questo?-
Lo guardò negli occhi.
-Sei stato tu a lasciarlo?-
Brian scosse la testa.
-Sunshine, è successo e basta-
-Come?-
Cercò di non arrivare mai prima del previsto. Rallentava il passo, si allacciava una scarpa, tutto pur di arrivare elegantemente in ritardo. L'altro non si lamentava, e non perdeva altro tempo inutile. La porta del bagno era sempre aperta, così come il pavimento bagnato al suo arrivo. Ogni tanto ne usciva con ancora il petto e i capelli umidi, e Brian non poteva dire che gli dispiacesse, ma il gesto lo incuriosiva. Aveva notato l'odore di quella casa, odore di sesso, di...libertà. Gli ci vollero ancora pochi frizzanti attimi di pallido senso di realizzazione prima che il potere inebriante di quell'aroma dolciastro che aleggiava nell'aria si trasformasse nel marcio puzzo di ipocrisia.
Un ragazzo. Non solo una ragazza, o chissà quante altre, ma anche un ragazzo, e chissà quanti altri. Quella non era libertà, era masturbazione. Godere del momentaneo piacere basato sulle instabili certezze dell'inganno e del riflesso delle conquiste altrui. Se ne andò da quell'appartamento, ormai diventato troppo piccolo per lui e il suo orgoglio, ancora nudo, portandosi dietro i vestiti impregnati del patetismo di quelle quattro mura. Bruciò i suoi stracci, ma il fuoco non estinse il vuoto che lo attanalgiava.
Passò una settimana, quando lo rincontrò sulla pista del Babylon. Brian andava lì ogni sera, attratto dalle luci e intimorito dal contatto, come ogni falena spaurita. Fissava la pisa appoggiato al bancone del bar.
-Hey-
Lo aveva raggiunto. Era inevitabile, i giovani si notavano subito lì dentro.
-Senti, mi dispiace per l'altra volta. Quel tizio non doveva essere lì, non so neanche che cazzo ci facesse ancora lì...-
-Senti- lo interruppe bruscamente Brian.
-Io voglio scopare. Se hai voglia di parlare, vai da uno psicologo-
Si avviò verso la darkroom, luogo ancora immacolato dei suoi passi, suo personale tempio da lì a poco.
Si voltò infastidito, l'altro ancora stordito.
-Vieni?-
Fece un sorrisetto e lo raggiunse.
-Lo scopai e poi non lo rividi più-
Ma quell'ultima frase non fu necessaria. Justin si era addormentato, sul suo petto. Brian si sporse per spegnere la luce, e nel buio gli baciò la nuca. Non gli aveva detto tutto, ma i suoi occhi avevano parlato abbastanza. Si assopì, nuovamente leggero, scaldato dal giovane domani che gli dormiva in grembo.
Allooooora. Si è capito? Volevo mostrare tre svolte derivanti da quel ragazzo: Brian si era infatuato di lui, e credeva fosse amore ed è stato l'unico prima di Justin; con lui Brian ha capito di voler essere sempre orgoglioso e fiero e onesto di chi è e cosa fa; Brian non è mai stato passivo dopo di lui, ma questa è forse la cosa meno importante. Questa storiellina è ambientata nella seconda stagione, indicativamente, quando Brian nutre già qualche tipo di sentimento per Justin ma non si è ancora concesso a lui fisicamente.
Spero che vi sia piaciuta, il prossimo colore dovrebbe essere il grgio, se ce la faccio a ricopiarla
Ciao ciao, alla prossima!