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Autore: Vulpix    07/12/2011    10 recensioni
...Era l’8 di dicembre, le strade e i palazzi erano pieni di addobbi natalizi. I negozi avevano messo festoni e scritte rosse e bianche che occupavano le vetrine. Gli alberi che tutto l’anno erano sui marciapiedi, adesso erano carichi di luci e palline....
Storia vincitrice dei CSA 8° Turno nella categoria ROMANCE
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '...Christmas Holidays...'
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Una stanza poco arredata, due poltrone di pelle marrone scuro, una libreria sulla parete sinistra e una grande vetrata che occupa quella centrale.
All’interno ci sono due persone, una seduta sulla poltrona alla sinistra. È con la schiena ben poggiata ad essa. Un braccio su una gamba, la mano attorno al ginocchio e l’altro sul bracciolo della poltrona.
Ha un espressione seria e concentrata. Guarda l’altra persona all’interno della stanza e ascolta attentamente cosa gli sta dicendo.
Di fronte a questa, sulla seconda poltrona, una donna, completamente appoggiata al bracciolo sinistro, accovacciata con le gambe portate verso di se, fissava un punto indefinito oltre la vetrata.
Nonostante l’ampia parete a finestra, ricoperta da tende a fasce verticali che posizionate trasversalmente permettevano di vedere bene all’esterno, non era possibile ammirare il panorama.

New York quel giorno sembrava rispecchiare il suo stato d’animo. Una fittissima nebbia era scesa a coprire la città e non permetteva di vedere ad un palmo dal naso.

Era l’8 di dicembre, le strade e i palazzi erano pieni di addobbi natalizi. I negozi avevano messo festoni e scritte rosse e bianche che occupavano le vetrine. Gli alberi che tutto l’anno erano sui marciapiedi, adesso erano carichi di luci e palline. Agli angoli delle strade più affollate c’erano gruppetti di due o tre persone che suonavano musiche natalizie e jingle . La gente andava e veniva per le vie e dai negozi usciva carica di pacchi e allegra si scambiava gli auguri per il prossimo natale. Un brusio felice si alzava da quelle strade fino ad arrivare all’interno delle case già illuminate e pronte per le festività.

La città avrebbe dovuto risplendere di luci e colori, ma la nebbia rendeva impossibile ammirare tutto ciò dalla finestra di quella stanza. Sembrava che un velo cupo si era posato sulla città e ora tutta l’allegria che regnava in quei giorni, era offuscata e rendeva la vista da quella finestra, malinconica.
Lei si sentiva proprio così… Come se qualcosa posto sul suo cuore e nella sua mente, le impedisse di vivere a pieno quell’euforia e la rendesse cupa e malinconica.


Distolse lo sguardo dalla finestra, riportando il viso verso l’uomo seduto di fronte a lei, alzò gli occhi lucidi verso il soffitto e un sorriso carico di amarezza comparve sulle sue labbra
“quando ero bambina… questa giornata era speciale… era la prima vera giornata d’atmosfera natalizia!”

Fece un respiro per ingoiare il groppo in gola che la stava quasi per far piangere e poi vedendo l’uomo che con lo sguardo la incitava a parlare, continuò
“l’8 dicembre per me era una giornata di festa… In alcuni paesi Europei è il giorno dedicato alla madonna… la madre di Gesù… Mia madre credeva molto in questa festività e come gran parte delle persone, utilizzava questo giorno di festa come primo giorno delle festività natalizie….”

Sorrise al ricordo degli anni passati e a sua madre
“Per lei, non importava se a NY non fosse festivo… non importava se quel giorno dovesse smettere di lavorare… era un giorno importante… un giorno da passare in famiglia!
Ogni anno si svolgeva lo stesso rituale… costringeva papà, la sera prima a prendere scatole e scatoloni… quelli che ogni anno a fine feste, lei riempiva con tutto ciò che aveva sparso per la casa: addobbi, festoni, oggetti natalizi, albero, palline, luci e tutto il presepe… Tutto ben catalogato, ogni cosa al suo posto… e poi papà faceva sparire nel nostro garage.
La mattina dell’8, facevamo colazione presto tutti insieme… con dolci tipici natalizi, poi papà ci salutava e andava a lavoro…
Il resto della giornata era per noi… solo noi… io e lei.. e gli scatoloni..”


Sorrise serenamente, come se fosse ritornata a quei momenti felici.
“Lei si ritagliava quella giornata da passare interamente con me… e quelle sono state le giornate più belle della mia vita…
Nonostante avessimo sempre gli stessi addobbi, la mattina iniziava con la programmazione dettagliata di come doveva diventare il nostro salone… Passavamo ore a scambarci idee.. pensare i mille modi per fare un albero e un presepe diverso dai precedenti, pur utilizzando le stesse cose…
Poi si passava a spostare i mobili, coprirli con teli per non far prendere polvere… e aprivamo le scatole!”

Adesso rideva. Non era più la Kate adulta e complessata, che stava raccontando la sua storia allo psicologo, ma Katie… la bambina che si divertiva a fare l’albero insieme alla sua adorata mamma

“ogni volta mi chiedevo come faceva a infilare quel mare di roba in quegli scatoloni… temevo sempre che quando tagliava il nastro che li richiudeva, scoppiassero”
Una risata argentina risuonò nella stanza e fece sorridere anche lui.

Passarono un paio di ore in cui raccontò di come con la mamma si divertivano a montare l’albero..
“io sistemavo la base mentre lei toglieva tutti i rametti dallo scatolone… poi mi passava i due tubi che univo e mettevo sulla base e infine prendevamo i rametti e li montavamo negli appositi alloggi…”

Rise ancora
“la cosa buffa era che nonostante lei si impegnasse tutte le volte a raggrupparli per dimensioni… non so come, quando era il momento di montarlo… erano tutti sconfusionati… quindi giocavamo a ‘indovina dove va?’… ahah… giocavamo a chi metteva a posto per prima tutti i suoi rametti… e poi facevamo i giudici una dell’altra, sperando che una delle due avesse sbagliato a sistemarli…”

Si morse il labbro, sorrise ancora e continuò
“poi era il turno delle luci.. delle palline.. che puntualmente cadevano… ne mettevi una e quella prima era già a terra! Non so come facesse, ma con una santa pazienza faceva il giro dell’albero e le risistemava tutte!
Io intanto mi occupavo della base del presepe… della capanna che avevamo già ‘pronta’ ma dove mancavano tutte le luci... mi mettevo lì, a quel tavolino e cercavo di incastonare i pisellini uno a uno nel sughero… poi insieme passavamo a fare le montagne, il paesaggio, il laghetto con la carta argentata…
Mamma ricopriva i contorni con pezzetti di legno, facendo come una specie di fontana…
Poi mettevamo i pastori… a me toccava mettere la sacra famiglia e la mangiatoia…
Lei prendeva il bambinello e lo riponeva nel portagioie che aveva sul mobile nel salotto.
Intanto era già arrivata sera e quando tornava papà ci mettevamo tutti e due sul divano, abbracciati, lei spegneva le luci al soffitto e lasciava che la stanza fosse illuminata da quelle degli addobbi… dalle luci che aveva messo anche alle finestre e insieme, tutti e tre, restavamo sdraiati sul divano a coccolarci e ad ascoltare le musiche natalizie che il nostro stereo -messo lì per l’occasione- diffondeva nella stanza….”

Ormai i suoi occhi erano pieni di lacrime. Piano piano nel racconto, la piccola Katie aveva lasciato spazio all’adulta Kate e il sorriso sulle sue labbra era stato sostituito da un tremolio… quello che è tipico di chi cerca a tutti i costi di trattenere le sue lacrime
“…hh… Tutto questo si ripeteva ogni anno… da quando ero piccola a…”

Abbassò lo sguardo e una lacrima scese sul suo viso
“anche quando ero ormai grande… in questa giornata ritornavo bambina e mi divertivo spensierata, con lei ad addobbare casa… e anche se ormai mi vergognavo di restarmene abbracciata a loro due ad ascoltare musica, per quella giornata sempre così fantasticamente speciale, tornavo la loro bambina….”

“Poi? Non l’hai fatto più?” chiese lui

Scosse il capo in cenno di negazione
“Aveva perso la sua magia… era lei a rendere questa giornata speciale… e io, da… “ un respiro profondo “..da quel giorno, non credo più nella magia….
…non avevo più nulla da festeggiare…. Era la Sua festa preferita… il Natale era….
…era qualcosa di magico per mia madre….”

Sorrise di nuovo al suo ricordo

“da allora ha perso tutta l’attrattiva per me… è solo un giorno in cui non lavoro e che trascorro con mio padre….
Lui ancora ci tiene a festeggiarlo…. Gli ricorda lei!”

“e a te non la ricorda?”

“Si” disse ormai piangedo
“si mi ricorda mia madre… e mi sento ancora più sola… mi manca….
Preferisco non festeggiarlo… non ho più nulla da festeggiare!”

Lui cercò di continuare il discorso ma capì che sarebbe stato inutile, Kate Backett si era di nuovo nascosta dietro al suo muro... ‘ci vorrà ancora del tempo, prima di riuscire a liberarla dalla sua prigione’ pensò tra se.

Un altro paio di ore dopo, quella seduta speciale si concluse.
Lui quel giorno non aveva molti pazienti ed era stato felicemente sorpreso dal fatto che lei avesse voluto ‘sfogarsi’ proprio in quel giorno così importante per lei.
Lei adesso si sentiva sollevata… era la prima persona, a parte Castle con cui riusciva a parlare di sua madre… Con lui era facile tirare fuori quel peso che la opprimeva, sapeva che era in grado di aiutarla… Quando le aveva detto che la domanda era ‘se lei era pronta’… aveva risposto ‘si, penso di si!’
Ora ne era certa… Adesso sapeva che era pronta!
Quella chiacchierata le era servita! Forse quel giorno non avrebbe risolto i suoi problemi, non avrebbe abbattuto quel muro che si era creata, ma stava riuscendo a sgretolarlo a poco a poco… sapeva che presto sarebbe stata più di quello che era….

Si alzò, prese la sua giacca e dopo essersi coperta per bene, salutò il suo ‘nuovo amico’ e dopo tanto tempo augurò di nuovo Buon Natale… non più come una semplice risposta d’occorrenza…. Ma sentiva che questa volta poteva tornare ad annusare l’atmosfera natalizia.

Uscì dal portone e mentre lasciava che si chiudesse alle sue spalle, si avvolse nel suo giaccone e alzò lo sguardo di fronte a lei…
Un enorme sorriso si allargò sul suo viso. Si morse il labbro inferiore mentre i suoi occhi si erano incatenati in quelli blu, dell’uomo che le era di fronte.
Era lì, poggiato allo sportello di una macchina, che la stava aspettando.
Quando i loro sguardi si trovarono, i loro occhi brillarono come non mai.. sorrisero entrambi e dopo qualche secondo lui si mosse verso di lei…

Lei non riusciva a togliersi quel sorrisetto accennato dal suo viso… non solo le sue labbra erano piegate all’insù ma una strana e nuova luce c’era sul suo viso..
Ripesò a quanto detto poco prima con lo psicologo, a quello che lei aveva pensato…. All’unica persona con cui avrebbe potuto tornare a credere nella magia del natale… all’unica persona con riusciva ad essere se stessa.. era lui, l’unico e il solo che la capiva anche senza parole, che riusciva a starle accanto sempre ed era, forse, anche per lui che aveva deciso di farsi aiutare…

“Castle…”





Il mio Angolo...by Foxi
Salveeeeeeee
eccomi qua con una nuova pazzia!
la prima FF natalizia!!!!
siate clementi

Questa "cosa" mi è saltata in mente così... un pò per il mio stato d'animo attuale, un pò per il periodo ecc ecc
Così il mio piccolo e povero neurone ha iniziato a fantasticare!


Questo capitolo lo dedico alla mia Sister! e alla nostra paurosa conncetion!!!
Sai che apsetto di leggere, vero?

Un Grazie va a Silvia e alla mitica cugy Mari_Rina24 che gentilissime hanno letto, corretto e consigliato!


Grazie a tutte splendide ragazze del Castle Made Of EFP Writers per rallegrare le mie girnate e renderle Caskettose (e non solo :P)

Grazie alla mia "pazza" Family....e a tutte le ragazze del RCD2
Vi volgio bene ragazze!

e GRAZIE a tutti voi che con pazienza avete letto il cap 1 e questo angolo!
Spero tanto che vi sia piaciuta!
al prossimo :>

Vulpix

Grazie mille a tutte le ragazze dei CSA per averla votata e premiata !!!

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