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Autore: Vulpix    08/12/2011    7 recensioni
...Era l’8 di dicembre, le strade e i palazzi erano pieni di addobbi natalizi. I negozi avevano messo festoni e scritte rosse e bianche che occupavano le vetrine. Gli alberi che tutto l’anno erano sui marciapiedi, adesso erano carichi di luci e palline....
Storia vincitrice dei CSA 8° Turno nella categoria ROMANCE
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie '...Christmas Holidays...'
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"Castle..."
"Ehi!"
"Che ci fai qua, Castle?"
"Ti aspettavo" rispose come se fosse la cosa più ovvia.

Lei si limitò ad alzare un sopracciglio facendogli capire che voleva una spiegazione più concreta.
“Ehm… beh… si ti stavo aspettando..”
“E di grazia, sentiamo…. Come facevi a sapere che ero qua?” disse indicando con la testa, il palazzo alle sue spalle.
“Ti ho visto entrare” rispose placidamente l’uomo.
“Castle mi segui???” affermò iniziando ad innervosirsi.
“No no no!!!” disse immediatamente, con tono alquanto spaventato.
“Ero qui nei paraggi a fare spese natalizie, e ti ho vista. Ho cercato di chiamarti ma marciavi come un soldato, spedita verso il palazzo… mi sono incuriosito e quando ho visto che entravi qua, ho capito.” terminò la frase facendo spallucce.
“Capito cosa?”
“Beh non ci vuole un granché a capire che sei andata lì.” disse indicando l’enorme targhetta che riportava il nome dello psicologo.
“Tutto bene?” le chiese con espressione preoccupata.
“Si tutto ok” sorrise. Quell’uomo sapeva essere tremendamente infantile ed esasperante a volte, sapeva sempre farla ridere, ma era infinitamente dolce nei suoi confronti e questo, ogni volta, le scaldava il cuore.

Si guardarono per qualche secondo negli occhi, poi come sempre lei riportò entrambi sulla terra.
“ Mi hai aspettato qui per tutto questo tempo?” disse dando uno sguardo all’orologio.
Annuì con la tipica espressione da bambinone che fece sorridere gioiosamente Kate.
“Beh sai… quando gioco con il mio cellulare, posso trascorrere ore e ore… sono abituato a farlo mentre ti aspetto, quando non abbiamo casi e sei impegnata con le pratiche da archiviare…”
“Si, quando non sparisci come per magia” rispose lei iniziando a ridere. Poco dopo il suo “neener neener“ la schernì arricciano il naso per poi seguirla nella risata.

“Allora detective che si fa?” intervenne lui, quando le risate passarono.
“Ah tu non lo so, io me ne torno a casa!”
“Come? Ti ho aspettato tutto questo tempo e mi molli così?!”
“Nessuno te l’ha chiesto, Castle.” rispose lei con il solito tono dei loro battibecchi.
“Perfida!” rispose lui, guadagnandosi un’altra risata.
“Dai siamo qua…” disse allargando le bracca e indicando la strada piena di negozi, “perché non approfittarne per comprare i regali natalizi?”
“Scordatelo Castle!” disse seria, poi notando che forse il suo tono era stato troppo duro aggiunse: “scusa… non ne ho voglia… non ero qui per questo!” rispose con un sorriso un po’ amaro.
Lui le poggiò una mano sul braccio destro, poco sotto la spalla e le disse: “lo so.”

Si guardarono di nuovo negli occhi e lui riprese a parlare:
“Senti, non è colpa mia se il tuo psicologo ha lo studio nella via della città che ha più negozi.
Ti ho vista entrare, ti ho aspettata… ora non ti lascio andare via, sola, a casa. Adesso vieni in giro a fare compere con me!”
“Castle...” stava per rispondere lei, ma non le diede il tempo di farlo.
“No… non voglio sapere nulla!! Ho bisogno di te!” disse perentorio.
A quelle parole, lei sgranò gli occhi e dentro di lei sentiva un tamburo battere all’impazzata.
“Ciiioè… ho bisogno del tuo aiuto!! Devo fare i regali di Natale e da solo mi annoio…” sfoggiando la sua espressione da cucciolo. “E poi, non so che comprare ad Alexis… è grande ormai, ha pure lasciato Ashley e volevo regalarle qualcosa di speciale… ma non so che farle!” disse con un aria sconsolata.

Lei lo guardò teneramente. Adorava vedere lo scrittore di fama mondiale entrare in paranoia per questioni che riguardassero la figlia. Ammirava profondamente la sua versione ‘papà’, lo trovava dolcissimo, sempre amorevole nei confronti della sua piccola e tremendamente spaventato al pensiero che stesse diventando grande… forse, più di quanto non fosse ancora lui!

“Ti prego, sei una donna no?! Chi meglio della straordinaria KB può aiutare un povero padre sconsolato a trovare un fantastico regalo per la sua principessa?”
Ed ecco che di nuovo quegli occhi da cucciolo le stavano scavando l’anima. Finse di guardare l’orologio.
“D’accordo Castle, ma non azzardarti a farmi girare ogni singolo negozio di NY!”
Sul viso di lui si allargò uno splendido sorriso “Sisissii…. Grazie!!!!” disse abbracciandola forte, preso da un impeto di gioia e di euforia per il solo fatto che lei avesse accettato di passare il pomeriggio con lui.
Fu spiazzata da quel gesto, ma dopo qualche secondo ricambiò anche lei l’abbraccio, cercando di calmare lo scrittore che aveva iniziato a urlettare saltellando e mentre scoppiava a ridere, sollevò gli occhi al cielo pensando ‘ecco che torna il bambino…’

Quando si staccò da lei, la prese per un polso, disse “Andiamo!” e iniziò a tirarla verso la prima vetrina.
Kate fu presa alla sprovvista ma sorridendo si lasciò trascinare dall’impeto di quell’uomo impaziente.
Attraversarono la strada e si fermarono proprio davanti all’ingresso di un negozio. Lui aveva gli occhi che luccicavano.
Due zaffiri blu che scintillavano al riverbero delle luci che provenivano dagli addobbi della vetrina.
Lei , si era fermata un tantino più indietro rispetto a lui e lo guardava sorridente.
“Entriamo?” chiese senza smettere di fissare quello spettacolo che aveva di fronte.
“Castle… non dovevamo cercare un regalo per Alexis? … non troveremo nulla di adatto in questo negozio di… addobbi natalizi!”
“Dai solo due minuti! Devo fare ancora l’albero e qui hanno un infinità di cose… guarda quelle palle laggiù..” disse indicando una scatola poggiata su un tavolino e rivolgendole il solito, infallibile sguardo da cucciolo.
Kate sbuffò un “entriamo” e si avviò verso l’ingresso, ma con un sorriso che non riuscì a mantenere, ringraziando il fatto che lui era rimasto indietro.

La raggiunse vicino al tavolino che aveva indicato e iniziò un lungo discorso sul suo megagalattico albero e le decorazioni che aveva usato negli anni passati. Le disse la sua idea per l’albero di quest’anno e ciò che gli serviva per realizzarla. Passarono in rassegna tutti i tavolini, scatole in mostra, addobbi e quant’altro c’era in quel negozio.

Ad un tratto si trovarono di fronte al reparto Babbi Natale.
Lui le prese la mano e fece quel solito sorriso, mosse il sopracciglio nel modo in cui la faceva sempre innervosire e corse verso l’interno della stanza, tirandola.
Beckett fece appena in tempo a dire un “No eh!” ma non riuscì a placare l’impeto di Castle.
Sapeva cosa ci sarebbe stato lì dentro: palchetto con una poltrona, un grosso omone con barba e baffi bianchi, vestito di rosso che prendeva in braccio bambini esaltati.
Un po’ come quello che le teneva la mano, pensò. E per l’ennesima volta sorrise.

Castle si fermò proprio davanti a quello che lei aveva immaginato e girandosi verso di lei… la vide… era bellissima, sorridente e spensierata. Per la prima volta, non era di fronte alla Detective Beckett, la straordinaria donna, ma quella a cui stringeva la mando era Kate,la ragazza di cui si era perdutamente innamorato.
Rimase imbambolato per un po’, finché un “Che c’è?” lo riportò alla realtà.
“Hmn” riuscì a malapena a sussurrare, ancora incantato.
“Mi stai fissando!”
“No, non ti sto fissando… Sei bellissima!” disse, e poi si fece sfuggire l’ultima parte della frase che provocò uno strano rossore sul viso della detective che prontamente si voltò verso la sua destra.

“Guarda” disse prima di tirarlo.Questa volta era lei a strattonare lo scrittore, verso un piccolo box che era posto nelle vicinanze del palchetto. Un box di quelli che si usano per i bambini, dove i genitori li lasciano giocare, uno di quelli con la retina e i paracolpi. Questa volta, però non conteneva un cucciolo di uomo, ungnometto o un elfo, ma piuttosto qualcosa di simile a un altro tipo di cucciolo, un piccolo aiutante di Babbo Natale.
Due occhioni blu incorniciati da ciuffetti di lana bianca, li fissavano da dietro la rete.
Con le zampette cercava di sollevarsi fino al bordo, ma era troppo piccolo. Un batuffolo di neve tutto vestito da Babbo Natale.

Kate si avvicinò al box e iniziò ad accarezzare quella testolina ricoperta dal cappuccio rosso. Il ponpon ricadeva di lato, dietro all’orecchia piegata e lo rendeva tenerissimo.
Quando gli furono vicino, il piccolo iniziò a guaire. Una ragazza vestita da elfo andò loro incontro dicendo che se volevano potevano prenderlo in braccio.
Kate non se lo fece ripetere due volte, lasciò la mano di Castle e prese tra le sue quel tenerissimo esserino.
“Guarda Rick, non è bellissimo?!” disse girandosi verso lo scrittore, avvicinando il viso a quel musetto.
“Già davvero bellissima…” rispose, immerso in quella fantastica visione. Il cucciolo si era aggrappato a Kate, aveva la zampetta su una sua spalla, con l’altra giocava con la mano libera di lei e aveva iniziato a leccarle il viso. Kate sorrideva felice e coccolava quel cucciolotto dolcissimo. I suoi occhi brillavano quasi come, e forse anche più, di quelli di quei marmocchi che stavano per incontrare il ‘vero Babbo Natale’.
L’elfo, che aveva fatto caso alle parole dello scrittore e lo guardava mentre fissava quei due con un aria ebete, cercò di attirare l’attenzione dicendo:
“In realtà è un maschietto!” poi sorrise.
“Ma lo sai che sei davvero bellissimo?” disse Kate rivolta al cucciolo, poi notò la medaglietta a forma di mela che gli spuntava dal vestitino e lesse Apple.

“Rick… Rick guarda… ahahah si chiama Apple !”
Finalmente lo scrittore si ridestò dalla visione e avvicinandosi a loro in un gesto istintivo, senza rifletterci più di tanto, prese tra le dita la medaglietta, per leggere l’incisione e contemporaneamente avvolse l’altro braccio alla vita di Kate.
Con naturalezza, senza nemmeno rendersene conto, lei si strinse a lui, avvicinandogli il cagnetto che iniziò a leccare le dita dello scrittore, facendoli ridere entrambi. Quando, dopo essersi scambiati un infinità di sguardi, mentre coccolavano il piccolo, si accorsero della ‘posizione’ in cui erano e la cosa li gelò di colpo. Si staccarono immediatamente e Rick cercò di rimediare all’imbarazzo che si era creato.

“Hai ragione! È davvero stupendo. Ed è anche fortunato…“ poi rivolto al cucciolo, accarezzandogli il nasino “Sai sono quasi geloso di te!”
Kate rise. Per la millesima volta quel giorno. Lui riusciva a rendere allegro o meno difficile ogni momento!
“Che c’è?” disse rivolto verso di lei, con finto fare offeso “Non prendermi in giro, è vero!”
“Beh devo ammettere che è davvero stupendo, morbidoso e tenero…”
Nella sua mente una frase si stava formulando, ma fortunatamente riuscì a trattenerla, questa volta… “Beh neanche tu sei così male, Castle” sostituendola con “Beh non mi sembra che sia il massimo della fortuna essere conciato così!” disse ridendo.
“Eheh no forse no, ma mi ‘concerei peggio’ se servisse a essere tra le tue braccia… ed è fortunato perché sei letteralmente innamorata di lui!” le rispose serio, fissandola negli occhi.
Quel contatto di sguardi durò un solo secondo, poiché come al solito lei distolse lo sguardo, stavolta concentratissima sul cuccioletto che aveva tra le braccia, anche se lui era rimasto la fermo ad ammirare la scena.

Agli occhi dell’Elfa sembrò una scena bellissima.Quei tre era davvero fantastici insieme, per questo cercò di intervenire.
“Anche Apple è innamorato di lei, signora.” disse rivolta alla donna “Non è così con tutti.. di solito è schivo… Invece con voi due è così vispo!!”
“Beh non è difficile innamorarsi… di lei.” disse Rick, facendo una pausa e guardandola negli occhi poi ritornando scherzoso.
“L’ho detto che è fortunato ma è anche furbo è intelligente! Vero piccoletto?!”ritornando a giocare con il cucciolo.

Un altro elfo, collega della ragazza, si accorse di quella scenetta e li raggiunse per cercare di trovare una casa a quel cucciolo teneroso.
“Salve, signori!”
“Salve!” risposero in perfetto sincronismo i due.
Porgendo la mano a Rick disse:
“Sono Alexander Wood, Direttore del NYPsD che non è la polizia di NY ma il Pets Department!” sorrise alla sua battuta, anche Rick e Kate si guardarono e sorrisero.
“Piacere, Rick Castle e lei è Kate.” esclamò lo scrittore stingendogli la mano.
“Piacere” rispose anche lei. Dopo i convenevoli, l’uomo continuò:
“Apple fa parte dei cuccioli che ospitiamo nel nostro dipartimento… non mi piace chiamarlo canile… anche perché abbiamo varie specie di animali!
Ho visto che avete preso a cuore questo cucciolo e volevo raccontarvi la sua storia, sperando che vogliate portarlo a casa con voi!”
Così iniziò a raccontare di come quel cucciolo di appena 2 mesi era finito da loro. L’avevano trovato in una scatola piccolissima, poggiata all’ingresso del dipartimento. Era un batuffolo di lana. Doveva essere nato da poco. Era ancora tutto sporco e con il cordone ancora attaccato. Loro l’avevano curato e nutrito con il biberon fino a che non aveva iniziato a bere da solo nella ciotola. Adesso era in perfetta salute e aveva iniziato anche a giocherellare con gli altri cuccioli. Ora desiderava solo trovare una famiglia che lo amasse.

Ad ogni parola sul passato, presente e futuro di quel cucciolo, Kate lo stringeva a se, lasciando teneri bacetti sulla sua testolina. Richard passava lo sguardo dal loro interlocutore alla donna, sorrideva e tornava al primo.
“Quindi vorrei chiedervi se foste interessati a portarvelo a casa.”
Ci fu un minuto di silenzio, Kate guardava fisso in quegli occhietti blu. Era combattuta. Richard sapeva che avrebbe voluto tanto tenerlo con se ma stava per pronunciare un no.

Intervenne Alexander, rivolto verso Richard:
“Sono sicuro che sarebbe un bellissimo regalo di Natale, per sua moglie! Ne è davvero innamorata e noi non chiediamo soldi, solo un regolare ‘contratto d’adozione’ per essere sicuri che Apple abbia una famiglia che lo ama e lo curi.”
“Ehm non siamo sposati.” rispose Rick un po’ imbarazzato.
“Ah mi scusi.. allora alla sua compagna?” rispose l’uomo imperterrito.
“No, non siamo fidanzati!” rispose ancora più imbarazzata lei “Siamo solo partner.”
“E amici” intervenne lui.
“Capisco… Beh allora signora lo prenda lei, perché no? Vedo che le si è affezionata!”
“No, non posso. Sono fuori tutto il giorno, non riuscirei ad occuparmene. È piccolo ora, e nel mio appartamento vivrebbe tranquillo, ma non posso lasciarlo sempre da solo. Ha bisogno di cure, attenzione e anche di uscire per i bisogni.” lo guardò negli occhietti e a malincuore “merita di meglio!”
Alexander, Richard e l’Elfa guardarono con ammirazione quella donna con gli occhi un po’ lucidi che stava rinunciando al cucciolotto, non perché non lo volesse, ma per il suo bene.

“E se…“ intervenne Richard attirando l’attenzione della detective.
“Se… lo prendessi io? Alexis adora i cuccioli, me ne ha sempre chiesto uno! Ora è abbastanza grande da potersene occupare lei. L’unica mia preoccupazione è la salute mentale del cucciolo… avrà a che fare con mia madre!” disse sorridendo e facendo ridere tutti, anche i due che non conoscevano Martha.
“Rick ma sei sicuro? È una bella responsabilità! Alexis è una ragazza matura ma sei certo che voglia farlo?
Hai pensato al tuo loft? Non è un posto alla ‘portata’ di un cucciolo!”
“Nel loft non c’è nulla che non si possa ricomprare, e nulla è comparabile con vedere felice mia figlia e te…”
I due elfi si scambiarono uno guardo del tipo ‘sono solo amici eh!’

“Non so Rick, non essere precipitoso! Pensaci. Se prendi questo piccolo non ti permetterò di riportarlo indietro perché non hai valutato tutte le conseguenze!”
“Non ce ne sarà bisogno! So quel che faccio! E credo che un cucciolo possa davvero tirare su l’umore di mia figlia!! So quanto lo desidera, anche se ormai ha smesso di chiederlo, ed anche per questo che sono convinto di quello che faccio!“
Eccolo. Davanti a lei c’era non solo il ragazzino che si stava buttando a capofitto in questa avventura, quello che aveva visto un nuovo passatempo, ma anche l’uomo, il padre che per il bene e la felicità della figlia avrebbe accettato anche la devastazione della casa… e in fondo sapeva che lo stava facendo non solo per Alexis ma anche per lei.

“Allora è andata?” disse rivolto a lei, poi guardando il cucciolotto “Allora piccoletto, se questi signori saranno d’accordo, da Natale avrai una nuova casa! Una padroncina dolcissima, una… beh ti toccherà anche sopportare le pazzie di mia madre… ma tu nasconditi in un posto tranquillo e non preoccuparti…”
Scoppiarono a ridere tutti e il cagnetto abbaiò.

“Ve la intendete già benissimo!” disse Kate tra una risata e l’altra.
“Già…” strizzò l’occhiolino al cucciolo e poi “Avrai il più fantastico padrone che ci sia!”
“Ecco sapevo che sarebbe arrivata…” disse lei provocando l’ilarità generale.
“E cosa più fantastica, Kate potrà venire a trovarci ogni volta che vorrà…” disse guardando la donna negli occhi. Lei sorrise e con lo sguardo espresse il suo ‘Grazie’.
“Always” rispose lui.

“Bene! Allora se è deciso, signor Castle se può seguirmi al banchetto lì infondo che ci organizziamo per un appuntamento per stilare le pratiche.”
“Certo” disse Richard seguendolo.

Kate rimase ancora un po’ con quel cucciolo in braccio, mentre chiacchierava con l’Elfa che le stava raccontando un po’ di abitudini del piccolo.
Una decina di minuti dopo, Richard le raggiunse. Aveva in mano un plico di fogli che avrebbe dovuto compilare e consegnare l’indomani negli uffici del NYPsD e poi una volta ‘accettati’ come nuova famiglia avrebbero potuto organizzarsi su quando passare a prenderlo e portare a casa il nuovo piccolo membro della famiglia Castle.

“Ok! Ora saluta Apple e andiamo a finire il giro di compere….” Disse Rick alla donna mentre accarezzava la testolina bianca, ormai senza cappuccio.
Lei diede un piccolo bacio al cucciolo, lo poggiò di nuovo nel box:
“Ciao Apple! A presto!” disse salutandolo.

Si girò di nuovo verso l’uomo facendogli segno che era pronta. Salutarono i due elfi e dopo aver lanciato, insieme un ultimo sguardo verso quegli occhioni blu, si diressero di nuovo verso l’uscita di quella stanza.

Un “baubau” li fece voltare. Sorrisero al cucciolo e fecero cenno con una mano, mentre le altre, ormai vicine tra di loro, si intrecciarono l’una con l’altra istintivamente.
A quel contatto si girarono a guardarsi silenziosi e sorridenti si diressero verso l’ingresso.
La giornata era lunga e avevano ancora tante cose da comprare. Questo Natale sarebbe stato diverso e,inconsciamente, lo sapevano entrambi.





Il mio Angolo...by Foxi
Salveeeeeeee
eccomi qua con la seconda parte della mia pazzia!


Meno male che questa "cosa" doveva essere una shot!
Sono già al cap 2 e ci sarà sicuro un cap 3...
solo quello, sempre che non continui a seguire Nathan e a lievitare ancora :P


Un Grazie again alla mia Sister che mi ha "ispirata" durante le nostre chiacchierate chattesche
A Silvia e alla mitica cugy Mari_Rina24 che gentilissime hanno letto, corretto e consigliato, again!

Che dire...vi lascio una fotuzza del tenerissimo Apple...

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*Curiosità*
Ho scelto questo nome perchè Apple è la parola di sicurezza di Rick
E Apple cucciolo è una scusa per avere Kate a casa, più spesso! :P


Vulpix
:>
   
 
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