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Autore: LauraPia29    07/12/2011    0 recensioni
non è la solita storia romantica, ma potrebbe anche esserlo…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passarono 2 mesi e i due ragazzi non facevano che competere tra loro ogni giorno, tanto che i ragazzi si erano schierati dalla parte di Marco, e le ragazze dalla parte di Sara. L’unica via di fuga per Sara era il suo club di disegno, li si sentiva libera da quel ragazzo e dalla sua antipatia, ma mentre era immersa nel disegno lui la guardava, come ormai faceva da 2 mesi, restava fermo li e la guardava senza spostarsi di un millimetro, e sorrideva.
Quel giorno  Sara era tornata a casa tardi, e non trovò nessuno, ma solo un biglietto:

“Cara figlia, impegni molto importanti richiedono la nostra presenza, staremo via parecchio tempo. Ma non preoccuparti!! Abbiamo chiesto al figlio di coloro che faranno il viaggio con noi, di tenerti compagnia, quindi cerca di comportarti bene! A presto! Con amore Mamma e Papà :*!!”
Sara lesse la piccola lettera e sgranò gli occhi: “Eddai di nuovo noooo! Mizzica sempre che partono sono! Ahahah che sono strani xD!”

Strani invece sarebbero stati gli avvenimenti che sarebbero accaduti dopo.

Passò un ora, Sara stava leggendo “Il Mondo Di Orfeo”, quando qualcuno suonò il campanello. “Sisi arrivo!” Ma il campanello suonò ancora, “E che cavolo che insistenza…”. Quando arrivò alla porta, l’aprì e un ragazzo le disse:
"Sorpresaaa!!!”.
“Aaaahhhh!” Urlò Sara e chiuse subito la porta.
“Ma che …che ..che ci fa quell’antipatico qui, come conosce casa mia?”, il suo cuore batteva all’impazzata, “Sara mi fai entrare per favore?”.
“No tu qui non metti piede”, “Ma perché?”, “Perché non sei il benvenuto e poi aspetto una persona ù_ù!”.
Silenzio per pochi istanti, l’unico rumore che si sentiva era il rintocco dell’orologio a cucù, Sara era appoggiata alla porta come anche Marco, poi lui parlò:
“E se ti dicessi che sono io quella persona che aspetti?”, “Ah ah bello mio non mi freghi :P!”
"Non ti sto mentendo, tieni leggi questo biglietto!”, la sua mano posò un foglietto sul suolo e da li lo fece scivolare al di là della porta, Sara lo vide, lo prese e lo lesse.
“Oddio sto biglietto non mente, ma dai però proprio lui, sfortuna, la situazione è disastragica…no ora mi calmo!”, pensava.
Marco nel momento aspettava.

Quando era tornato a casa, aveva trovato 2 valigie piene dei sui vestiti e cose sue e un biglietto:

“Ciao figliolo, scusaci se a casa non ci troverai e vedrai la tua roba fuori, ma vedi per caso strano la Famiglia Gemini ha voluto la nostra compagnia in un loro viaggio, spero che non ti dispiace stare a casa con la loro figlia, mi raccomando comportati bene e non combinare danni. Ci dispiace per la chiave ma ci siamo dimenticati di dartela. Un abbraccio Mamma e Papà”.

"Che cosaaa? ma…ma..ma pazzi, lasciarmi così?”.
Con questi pensieri prese le sue cose e si diresse a quella che per forse un mese sarebbe stata la sua nuova casa.

Ritornando ai due ragazzi, passò almeno un ora prima che Sara si decidesse a farlo entrare.
Aprì la porta e lo trovò che dormiva, vedendolo assopito per un attimo pensò che fosse carino, ma scacciò via quei pensieri e si ritrovò a punzecchiarlo per farlo svegliare. “Ha il sonno pesante il signorino…ehi ..tuuuu… ehiiii…” disse e poi avvicinandosi all’orecchio inspirò: “Marcooo…SVEGLIATIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”, gli gridò e lui per lo spavento urlò.
“Ma sei impazzita? Il mio povero orecchi..ooo oohh ma che fai lasciamelo stare!!” praticamente dalla irritazione, Sara lo stava trascinando in casa sua dall’orecchio.
Lo lasciò sul divano mentre lei prendeva le sue cose.
Marco era shoccato dalla forza di quella ragazza, ma non se ne preoccupava.
“Bene dato che siamo costretti a stare insieme in questa casa mettiamo in chiaro delle cose: primo questa è casa mia, secondo tu dormirai nella mia stanza e io in quella dei miei genitori, terzo quando andremo in bagno , prima io e poi tu, quarto ho bisogno dei miei spazi quindi non rompere, quinto in pratica non mi devi seguire, sesto per cucinare e lavare faremo a turno e per ultimo meno importante se ti azzardi a dire a scuola che noi due abitiamo assieme ti trucido!”.
Marco la guardava mentre elencava tutte queste cose, era come divertito…”Ahahaha belle parole, va bene però non ti arrabbiare se ne violerò qualcuna ù_ù eheheh!”. Dicendo così la ragazza si alterò e se ne andò nella sua stanza. Marco però la segui e nel vedere la sua stanza ne rimase abbagliato:
“Wow carina, davvero! Tranne per il fatto che è un caos”, “Infatti ti avevo detto di non seguirmi, ma tu non mi ascolti. Ora la sistemo e quando sarà pronta ti chiamo, dato che ci sei fatti una doccia e poi prepara la cena se non ti dispiace!”, lui annuì e fece quanto detto.

Passata mezz’ora Sara ancora non aveva finito, mentre stava portando le lenzuola nella lavabiancheria, vide la porta aperta del bagno e per sbaglio lo vide a torso nudo, e rimase ferma a guardarlo “O.O” lui se ne accorse e fece finta di niente, intanto Sara riprese il suo cammino.

Dopo un’altra mezz’ora la stanza era pronta così lo chiamò. “Adesso si che si può chiamare stanza. Ben fatto!” Sara borbottava… “Sisi ora porta le tue cose qui che continuo a fare la cena :P”.

Dopo 10 minuti furono a tavola e mangiarono, ma nessuno dei due osava dire qualcosa.

Quando finirono Sara fece i piatti e dopo andò a farsi una doccia, mentre Marco si mise a guardare cose sul suo computer.

Ad un certo puntò il ragazzo sentì urlare si precipitò al bagno, ma all’improvviso si vide arrivare un pugno perché per pura casualità aveva visto o forse intravisto a Sara che si stava rialzando da una caduta ed era rimasta senza accappatoio:
“Brutto pervertito!”, disse sbattendogli la porta in faccia.
Era diventata tutta rossa, e lui rideva da fuori la porta.
"Scusa ma che hai da ridere??”, “Niente niente ma siccome avevo sentito urlare volevo vedere che era successo ma tu mi hai dato un pugno, e poi non ho visto niente..”, Sara sgranò gli occhi, non ci credeva. “Se spara cavolate…”.
“Ah si!” disse mentre entrava e si avvicinava a Sara.
“Mettiamo in chiaro delle cose.. io sono un uomo e tu una donna, soli in questa casa, che cosa potremmo fare?”
Sara era inquieta, non sapeva che ribadire.
All’improvviso il viso di Marco era a breve distanza dal suo, “Ma..ma che sta facendo?”, ancora più vicino, tanto che poteva sentire il suo respiro sulla pelle, ma si fermò. “Scusami!” e lasciandola lì se ne andò in camera sbattendo la porta.
“Questo è pazzo” e continuò ad asciugarsi.

"Che stupido, che cretino, era lì, carina, bella e non ci sono riuscito…” pensava nel momento Marco.

Quella notte non riuscì a dormire, si alzò, andò in cucina e bevve un po’ d’acqua per calmarsi e tornò a coricarsi.
Finalmente la mattina dopo Sara poté bearsi di alzarsi tardi, perché il sabato non aveva scuola ed era stremata dalla sera prima.
"A che bella dormita!” disse stiracchiandosi.
Ma però toccandosi si ritrovò qualcosa; “E sta cosa che è?” accese la luce e si vide il braccio di Marco con tutto il resto del corpo che dormiva nel lettone insieme a lei.
A quel punto lei non ci vide più dalla rabbia e strillò:
“Marcooo, cosa cavolo ci fai quaaa!”, lui poverino svegliato di soprassalto cadde dal letto.
Alzata la testa vide Sara tutta coperta e le disse:
“No! Tu che ci fai qui!”, “Senti signorino, questa è la stanza dei miei, come ti sei permesso ad intrufolarti??? Eh!!”.
La osservò, pensò e ribadì: “Aahh, ehehehe, scusa scusa…credo di aver sbagliato, ero convinto di essere nel tuo letto!!! Perdono perdono!!!”.
Sara troppo incavolata lo sbatte fuori di la e lui mortificato andò nella sua vera stanza.
Dopo pochi minuti ritornò da lei:
“Ehm penso che qualcuno stia bussando alla porta, dice: Ehi Sara sono Luana Aprimi!”, “Cheeee? Oh my god!!!” gli fece segno di uscire e si vesti in fretta e in furia poi prese Marco e lo chiuse li dentro a chiave:
“Statti buono qui dentro e non parlare nessuno deve sapere che tu abiti qui, quindi zitto!!!”, Marco annuì. 

  
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