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Autore: marguerite_murcielago    07/12/2011    1 recensioni
Una ragazza che gronda sangue, priva di memoria.
Una bambina scomparsa in un cimitero, nella nebbia di Febbraio.
Una donna che cerca un anello nel mare, in una notte splendente.
Una cantante che tenta di vendicarsi di una rivale invidiosa.
- e sono tutte morte.
Due fratelli separati in vita e in morte, uniti da un delitto d'onore.
Un suicida, ricordo e sostegno del suo amore malato di tisi.
- e sono tutti morti.
Genere: Malinconico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Even though I’m about to become seafoam.
I love you from the bottom of my heart,
After I dissolve in the ocean and sky,
I will watch you live life from above.

Benché lei avesse un nome, per tacito accordo le due ragazze rifiutarono sempre di pronunciarlo, sia tra loro che in presenza d’altri. Non l’avevano mai conosciuta da viva.

La prima volta, c’era solo Agata, intenta a forzare le porte del campanile, della canonica e della chiesa stessa, da tempo abbandonata, a incontrarla. Stava dando un calcio al saldo portone, quando era sbucata dal nulla, quasi fosse emersa dall’asfalto.
Era coperta di sangue: il sangue le impiastricciava i capelli biondi, il sangue le faceva aderire addosso i pantaloni e la maglietta che indossava, il sangue le riempiva perfino gli occhi, così la sclere e la pupilla erano rosso chiaro e rosso scuro, gonfie.
Agata lanciò un grido strangolato, cadendo dagli scalini; si puntellò sulle braccia, resistendo all’impulso di scappare, di voltare le spalle a quella cosa immonda che contorceva la bocca in una smorfia disperata.
« Oh, ti prego, aiutami! Dimmi cosa mi è successo, oh, oh, non ricordo niente! Nessuno mi vede, aiutami tu, voglio sapere cosa mi è successo. Perché ho tanto male alla testa?»
La ragazza si alzò e si avvicinò, allungò una mano, ma non aveva la forza di sfiorare la spalla dell’altra, insozzata com’era. Lei la vide e fece per afferrarla, ma le dita rossissime scivolarono nella pelle e nell’aria come nulla fosse.
« Sono morta, lo vedi? Ma chi sono? Cosa mi hanno fatto per ridurmi così?»
Agata sorrise e fece il gesto di prenderle le mani, anche se non strinse che un filo d’aria più freddo. Voleva che stesse tranquilla, che sapesse che lei l’avrebbe aiutata, perché quelle lacrime e quella sofferenza le laceravano il cuore e non ce la faceva ad andarsene.

Through the stormiest night in the waves,
I saw your sweet face, floating to the bottom that day, oh that day,

Tornò davvero, ma non riuscì a cavar fuori un solo ricordo alla ragazza insanguinata.
« Non posso farcela, così.» le disse un giorno, seduta con aria sconsolata dietro un vecchio frigorifero, « Forse, se chiedessi a qualcun altro, sarebbe più facile.»
L’altra cercò di asciugarsi i capelli, ma gocce di sangue grumoso caddero tra di loro e nulla si pulì. Allora Agata portò con sé una delle sue migliori amiche. La tenne stretta per la vita, quando lei vide la ragazza, impedendole di fuggire.
Dopo, le rivolse un’occhiata sconvolta, sgranando gli occhioni azzurri.
« Giulia, Giuli, mi aiuterai, vero? Vero? Non puoi lasciare che soffra così!»

L’estate era sempre più calda, era rovente; chiesero a chiunque, cercarono almeno la foto di una ragazza che avesse gli stessi lineamenti del povero fantasma, ma non ci fu nulla da fare.
Nessuno sembrava conoscere quella ragazza bionda.

On the last night, my sisters’ voice rang so desprate,
threw a knife that landed right inside the ship,
“Kill him little sister,”
“But I cannot do that, I”

Il 12 Agosto, Agata era andata a trovare il fantasma, se era quello; dentro di sé vomitava per il ribrezzo, di fuori versava lacrime vere e trasparenti per lei, accarezzandole il capo d’aria.
« Se scopro qualcosa, spero che tu te ne vada. Non posso vederti soffrire così, no.»
Alla fine, pensò di andare al bar lì vicino per rinfrescarsi il viso in fiamme.
Scostò la tenda di perline, si sedette al bancone e ordinò qualcosa da bere, cercando un volantino con cui farsi aria: davvero, le sue guance bruciavano e la gola le doleva.
Strinse tra pollice ed indice un foglio bianco e lo portò al volto, senza guardarlo davvero; eppure, dovette abbassare la testa, anche se non riusciva a distogliere lo sguardo dall’orologio a muro. Le lettere nere, in maiuscolo, le ferirono gli occhi.

ATTENZIONE! NOSTRA FIGLIA **** è scomparsa da due settimane! la polizia ha trovato la sua auto sull’argine del collettore, dicendo che **** aveva probabilmente avuto un incidente la notte del 24 luglio. speriamo che si sia allontanata da sola, ma non siamo riusciti a ritrovarla, né viva né morta.
per favore
, se qualcuno ha qualsiasi informazione, o ha visto qualcosa, ci contatti! vi preghiamo!

seguivano due numeri di telefono ed una foto a colori, probabilmente scattata in un ristorante; la ragazza che vi era ritratta – era lei! era lei! – sorrideva all’obbiettivo, con i capelli biondi lunghi fino alle spalle e una maglietta a righe.
Buttò giù un sorso d’acqua, aggrappata al bancone.
« Giulia, vieni in bar, vieni subito.»

Un incidente; doveva essere finita in acqua, si era ferita alla testa. Mille possibilità si affollavano nella sua testa, mentre faceva leggere l’avviso all’amica; ragionò perfino sul fatto che forse il suo corpo era stato trascinato via dalla corrente: aveva sentito dire che un vecchio canale scorreva proprio sotto la chiesa, poteva essere rimasta lì, sotto l’asfalto e tutto il resto? Giulia le riconsegnò il foglio.
« Dobbiamo dirglielo.»

Come and sing, come and sing, come and sing with us,
Come and sing, come and sing, at the bottom of the sea,

« Io… io capisco. Devo essere uscita di strada, povera me, non lo so. Come faranno i miei genitori, senza sapere che sono morta? Non si daranno mai pace, mai. Ah! Io adesso posso, devo andare, ma non voglio! Che ne sarà di me? Che ne sarà di loro? Agata, posso lasciarti solo questa,» si tolse il ciondolo a forma di stella che portava al collo « perché vi ricordiate di me. Sono morta così, ora lo so, ma non fatemi mai ricordare il mio nome. Addio, addio, e che Dio abbia pietà della mia anima e del dolore di tutti voi.»
La ragazza continuava ad asciugarsi le dense lacrime rosse che le scorrevano sulle gote, mentre camminava verso i quattro cipressi striminziti, dietro il frigorifero rovesciato, e Agata e Giulia le corsero dietro, ma sembrava sempre troppo lontana.

La, la la, lala, lala
La lala, lalalalala,

Mi piange il cuore, ma non posso tenerlo. Non posso, non posso.
Al telefono, le avevano detto di presentarsi a quel numero civico. Non appena suonò, un uomo con i capelli corti e gli occhiali aprì la porta, guardandola con una speranza ed un timore che la fecero ammutolire.
In lacrime, gli mostrò il ciondolo – lucido, minuscolo nel suo palmo.
Mentì.
« Io l’ho trovato per strada, vi-vicino al ponte. Ho visto dall’annuncio che sua figlia ne indossava uno come questo, perciò ho pensato di riportarve-velo. Mi dispiace… mi dispiace tantissimo, signore, m-ma credo… credo che non ci sia più.» inspirò, singhiozzante.
« Lo sai? Sai dov’è?» chiese lui, stringendo il ciondolo nella mano.
« S-sì, cioè… no, non per voi. Sono così dispiaciuta, mi creda, non posso dirglielo. Lei non avrebbe voluto, mi ha detto che vi ama tanto, non voleva morire. Lo so, lo so, mi creda.»
Il padre della ragazza prese un fazzoletto dalla tasca e lo schiacciò sugli occhi.
Agata scappò da Giulia e le poggiò la testa sulla spalla.

La, la la, lalalalala
La la, lalalalala.

« Dov’è andata, ormai? Dov’è?»

   
 
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