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Autore: Jenni Skeletron    07/12/2011    1 recensioni
Una ragazza che senza rendersene conto si è intrappolata in ciò che una volta era un sogno, fino al quel fatidico incontro. Un ragazzo biondo dallo sguardo triste, uno sconosciuto in grado di farla sentire nuovamente viva ed amata. Il tutto comincia con la notte di San Lorenzo...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Kadaj, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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11 Agosto

È mezzogiorno passato quando finalmente mi sveglio, ma non ho né la voglia, né la forza di alzarmi dal letto: mi sento come se tutto ciò che è successo fosse stato solo un sogno, ma porto lo stesso abito del giorno prima e il polso mi fa troppo male …                                                        
 Prendo il cellulare che nel frattempo ha cominciato a squillare, ma non ho nessuna intenzione di rispondere.                                                                                   
Parte la segreteria e sento la voce preoccupata di Martina che mi chiede notizie e, prima che esaurisca il tempo mi ricorda che sarebbe venuta a pranzo come stabilito settimane prima. Qualcuno comincia a bussare alla porta della mia stanza e sento anche una strana delusione quando capisco che sono le stesse ragazze che mi avevano aiutato durante il litigio con Alan e con mio padre.
Speravo fosse lui.
 Anche loro vogliono sapere delle mie condizioni, ma non voglio sentire nessuno, vorrei sdraiarmi e prendermi tutto il tempo per ripensare a cosa è successo.                                                           


La stanchezza perde il sopravvento e decido di darmi una sistemata prima di scendere perché, nonostante sia il mio più grande desiderio, non posso barricarmi in camera.
Indosso un vestito di cotone a fiori con le maniche corte leggermente scollato sul davanti. Dal cassetto del comodino un guanto per coprire la fasciatura rimasta intatta, sfarla sarebbe come cancellare tutto ciò che è successo il giorno prima.                                                                                                                           


Ho appena finito di vestirmi e mi sento osservata. Vengo pervasa da un’ansia persistente e da un tuffo al cuore quando odo qualcuno bussare alla finestra, ho il terrore che sia Alan, che sia venuto per vendicarsi. Non posso fare a meno di sorridere quando vedo Cloud con una rosa davanti alla vetrata, non aspettavo altro, solo di poterlo rivedere. Mi sento come rinata appena rivedo il suo  sorriso, un sorriso sincero, tutto per me.
Corro verso il balcone per aprire la finestra  e dopo un piccolo bacio sulla fronte mi spiega che sono state le altre a chiamarlo perché preoccupate dato che ero irrintracciabile. Mi porge il fiore e comincia a chiedermi come mi sento, ma come al solito dalle mie labbra non esce nemmeno una parola; mi sento veramente una stupida. 
Nel frattempo non posso fare a meno di notare il suo abbigliamento, una camicia bianca ed un paio di pantaloni lunghi neri, sembra quasi un' illusione...                                                              


Ci sediamo sul letto che ho appena finito di fare e le sue mani corrono immediatamente al polso. Non lo fermo, lasciando  che mi sfili il guanto e che disfi la fasciatura con un’ incredibile delicatezza.
Dopo qualche minuto provvede a farne una nuova e mi raccomanda nuovamente di tenerlo a riposo, anche se la sua voce acquista un timbro preoccupato, il che in parte mi fa piacere.


Ormai è quasi ora di pranzo e senza pensarci un attimo invito Cloud a rimanere, come ringraziamento. Il suo viso acquista un’ aria strana, preoccupata, ma nonostante tutto accetta e ci affrettiamo a scendere.         
Martina e le altre mi assaltano e mi tempestano di domande, ma non rispondo neanche alla metà di esse. Sto pensando ad altro: alla reazione che avrà mio padre, ma infondo non mi importa. Vedo anche Kadaj che si siede a fianco della mia migliore amica, in modo che io abbia accanto Cloud e mio padre di fronte.


La tensione che avevo cominciato a sentire si fa sempre più pressante soprattutto quando il suo sguardo scorre veloce sugli invitati per poi passare velocemente da me al mio ospite, facendosi sempre più gelido.                                                                                                                     
Sembra scivolare addosso al mio cavaliere che facendo finta di niente mi sposta la sedia per permettermi di sedermi.
L’ atmosfera si fa sempre più pesante e insostenibile, nonostante gli altri cerchino di rompere il silenzio.


Comincia l’interrogatorio, mio padre lo tratta come un criminale mostrando apertamente la sua ostilità. Tutto questo mi dà sui nervi e sento un’ irrefrenabile voglia di alzarmi ed andarmene. Dopo l’ ennesima domanda sono pronta per esplodere, ma sento quella presa, la stessa del giorno precedente, e continuo a tacere colpita dalla sua estrema calma nel rispondere.
 Lo ammiro, il suo impeccabile comportamento e la sua freddezza quasi cordiale. Vorrei poter sopportare le cose nel modo in cui fa lui. Mi sento sollevata quando mio padre riceve una telefonata di lavoro e, sotto consiglio di Martina, ne approfittiamo per sparire, mentre lei e le altre cercheranno di coprirci.       


Saltiamo in sella, la sera prima non mi ero resa conto di quanto la moto fosse grande e impacciata faccio fatica a salire senza l' aiuto di Cloud.
- Vuoi una mano?
-No, grazie. Sono imbranata, ma credo di essere in grado di salire su una moto senza cadere- la mia risposta sarcastica lo fa sorridere e senza rendermene conto arrossisco.
-Sei molto carina quando ti arrabbi.
In quel momento si avvicina al mio volto, ma sono troppo imbarazzata e senza pensarci mi scosto; non adoro essere toccata...
Sembra capire la mia reazione e con un piccolo aiuto da parte sua riesco finalmente a salire dietro di lui.


Ci dirigiamo verso la  spiaggia, lontano, scappare insieme, mi sembra tutto un sogno che diventa realtà... anche se solo per qualche ora.
Parliamo a lungo. Ci raccontiamo di tutto, da cosa ci piace a cosa invece detestiamo, non mi sono mai sentita così bene. Insieme a Cloud non c' è quella sensazione di inadeguatezza, non ho bisogno di fingere...   
Mi rincresce terribilmente quando arriva il calar del sole e, anche se a malincuore, mi faccio riaccompagnare a casa.                                                                                                             


Prima ancora di entrare mi prende il viso tra le mani e le sue labbra si posano dolcemente sulla mia fronte, come la mattina, per poi sussurrarmi due semplici parole che sembrano trasmettere tutta la sua voglia di proteggermi, un semplice “Domani tornerò”.
Mi sembra che ciò che non è durato più di pochi istanti duri un’eternità.                                                                       
In casa non c’ è nessuno e mi volto ancora un istante per vederlo partire. Mi preparo qualcosa di veloce e salgo in camera mia.
Mi distendo sul letto dove comincio a sognare ad occhi aperti per poi addormentarmi con la dolce immagine di Cloud e le sue altrettanto dolci parole.


 

Angoletto autrice:
Eccovi il secondo capitolo. Spero vi sia piaciuto e vi prego di lasciare qualche commento, che sia positivo o negativo, mi renderebbe molto felice :3
Appena riuscirò a ricavare del tempo pubblicherò il capito successivo, chissà, potrebbe succedere qualcosa di interessante.
baci Jenni
   
 
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