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Autore: vampiremichs    07/12/2011    1 recensioni
oneshoot : the summer set + alex morgan & sam james
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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wait it out til this is over.


- john cristopher gomez, puoi anche andare a farti fottere da un cammello! – la delicatezza di samantha james invase i corridoi della casa discografica della band americana. La risata divertita del ragazzo stava facendo saltare i nervi della rossa che continuava a girare alla cieca in quel posto. – sam dove cazzo sei? – l’urlo di alexandra morgan fu così forte che la rossa chiamata in causa saltò per lo spavento – imbecille, sono qui! – disse battendo le mani e richiamando l’attenzione dell’amica che appena si voltò e la vide scoppiò a ridere come una pazza. – cazzo ridi bionda? - - no, sai com’è, è normalissimo andare in giro per una famosa casa discografica ricoperta di.. – alex si avvicinò e le passò un dito sulla guancia afferrando un po’ di poltiglia gialla che aveva ricoperto i capelli rossi dell’amica, portò il dito alla bocca e assaggiò quello che doveva essere stato sicuramente il risultato di una torta non riuscita, visto che quando sam e john si mettevano a combinare qualcosa assieme finiva sempre o con un vaso rotto o con qualche stanza allagata! – buono, è alla vaniglia? – chiese alex sorridendo beccandosi uno schiaffo sul braccio mentre sam sospirava esausta. Era da più di mezz’ora che cercava quel coglione di john nascosto in chissà quale stanza. – fammi indovinare, si è nascosto - - si, ma lascia solo che lo trovi e giuro che gli stacco i gioielli di famiglia con uno schiaffo – gli occhi di sam sprizzavano di una luce perversa ed inquietante, se qualcuno fosse passato e l’avesse vista, avrebbe sicuramente chiamato un esorcista pensando che la ragazza fosse posseduta! – bene, visto che non ho idea di dove sia dales, e voglio vedere la scena di te che castri gomez, ti aiuto a cercarlo – alex afferrò sam per un braccio ed iniziarono ad aprire tutte le porte che capitavano loro davanti. Interruppero due o tre prove, scusandosi con le band lì dentro e chiudevano subito dirigendosi verso la porta successiva, nella quale al suo interno c’era di tutto ma non il ragazzo che stavano cercando.
Ennesima porta aperta a vuoto, ennesima imprecazione da parte della rossa verso il moro. - eii voi due, non potete stare qui! – una voce profonda e severa fece bloccare l’ingresso in una nuova stanza a sam ed alex che si voltarono lentamente verso la direzione da cui proveniva la voce. Una guardia in divisa le stava fissando accigliato, al che la rossa sorrise angelicamente pensando ad una scusa plausibile per non farsi sbattere fuori dall’edificio – noi, emh.. ecco.. siamo delle amiche dei the summer set – disse grattandosi la testa, mentre l’uomo alzò un sopracciglio scrutandola – amiche? Ma se fino a pochi minuti fa volevi uccidermi! – una voce famigliare fece voltare sam che alzò un dito puntandolo contro il petto del ragazzo comparsogli dietro le spalle – sei un cazzone morto, gomez – sussurrò tra i denti stretti la rossa. Un sorriso divertito e di sfida da parte del moro, e i due iniziarono a rincorrersi per il lungo corridoio grigio opaco lasciando alex sola che li fissò scuotendo la testa. – io.. emh.. – alex stava cercando di prendere tempo, sperando che sarebbe arrivato uno dei ragazzi o jessica, a tirarla fuori da quella spiacevole situazione. – lei è con me Don, tranquillo! – sembrò che qualcuno avesse sentito le sue preghiere interne, e fosse venuta a salvarla, e così la bionda tirò un sospiro di sollievo. Sorrise vedendo l’espressione stupita della guardia, e sorrise divertita – si Don, ora puoi andare, ciao – disse sottolineando molto il nome del signore che la fulminò, per poi girare i tacchi e tornare alla sua postazione. Alex sospirò e poi si voltò ringraziando chiunque fosse stato a ‘salvarla’, ma non fece in tempo a formulare un pensiero positivo che si sentì tirare su di peso e stringerla in un abbraccio, per poi farla tornare con i piedi a terra. – babbeo – disse la bionda ridendo, ormai avendo visto che quello era brian che improvvisò un inchino buffo. – hai visto per caso.. - - una rossa posseduta che correva dietro a john urlandogli che l’avrebbe ucciso? Nah, per niente – fu brian a finire la frase per lei, beccandosi uno schiaffo sul petto. – dove sono andati a scannarsi? – chiese la bionda e lui si limitò ad indicare il corridoio davanti a loro, e dopo aver annuito i due iniziarono ad incamminarsi verso quei due coglioni dei loro migliori amici. – allora.. come sta andando l’album? – chiese alex mentre camminavano, brian si mise le mani nelle tasche dei jeans e poi fece spallucce – dobbiamo ancora decidere il nome e finire alcune tracce - - posso avere un esclusiva? – il biondo la guardò alzando un sopracciglio come a dire ‘pensi davvero che ti anticipi qualcosa?!’ e così alex roteò gli occhi, capendo che non avrebbe ottenuto nulla. i the summer set avevano le giornate piene, erano sempre chiusi in studio per il loro secondo cd, e volendo rendere ancora più fiere le loro fans, rimanevano chiusi in quello stanzino (così lo avevano rinominato le due ragazze) anche per giorni interi. Alex e sam erano sempre lì con loro, pronte a portargli il caffè quando stavano per crollare, farli sorridere quando le ore sembravano non voler passare, e tante altre volte per impedire ai ragazzi di litigare e prendersi a pugni per una cazzata! Più che una band di ragazzi, era una band di bambini. A fare eccezione c’era però jessica, alex e sam la definivano la leader del gruppo, perché si, era sempre lei quella con la testa sulle spalle che si faceva il culo per smontare i casini che creava su di loro la stampa e cercava sempre di non litigare con nessuno di quei bimbi che lei chiamava ‘compagni di band’.
- si sa quando andrete in tour? – chiese di punto in bianco alex che senza rendersene conto aveva rallentato il passo – no, ancora niente – rispose brian e lei annuì guardando avanti a se – ma eii, ho promesso che saresti stata la prima a sapere qualcosa se Dylan ci avesse avvisato, ok? – disse brian guardandola e lei annuì nuovamente abbozzando un sorriso. - oddio quanto ti odio! – john corse nella direzione opposta della rossa, finendo ad investire brian ed alex che imprecarono contro il moro – cazzo biondi, siete sempre in mezzo alle palle! – urlò john massaggiandosi la testa mentre sam arrivò con sguardo assassino dietro al moro e lo abbracciò. John rimase impalato, strizzando gli occhi aspettandosi tante di quelle sberle che sarebbe diventato color porpora una volta finito lo sfogo di sam, ma quelle sberle tanto attese non arrivarono. Samantha sciolse l’abbraccio e sorrise – un abbraccio.. un abbraccio? Stai male per caso Samantha? – chiese john posando una mano sulla fronte della ragazza che lo fulminò con lo sguardo e poi scosse la testa spostandogli la mano – no, sto benissimo, grazie dell’interessamento troio che non sei altro – rispose acida e john imitò il verso di un gatto rabbioso, facendo ridere alex e brian che si stavano godendo la scena neanche fossero al cineman. – ho pensato che sporcare la tua maglia preferita sia una vendetta molto più geniale di lasciarti macchie colorate il cui nome è lividi - spiegò la rossa incrociando le braccia al petto e annuendo soddisfatta, mentre john si contorceva su se stesso cercando di guardare il danno provocato dalla ragazza – cazzo samantha, fanculo! – finezza di john gomez.
- cazzo john, fottiti! – risposta acida di samantha james
- idioti – risata di brian dales
- una cosa voglio sapere, non avete tempo per uscire con noi a fare un giro e cambiare aria che non sia quella condizionata dello studio, ma voi due avete tempo per mandare a puttane una torta?! – domanda retorica di alexandra morgan. I due chiamati in causa si guardarono annuendo mentre brian alzò le braccia al cielo. Lo spettacolino finì quando il blackberry del cantante suonò e lui fu costretto a rispondere, così gli altri attorno a lui si zittirono immediatamente. La conversazione durò pochi minuti, giusto il tempo di comunicare ai ragazzi che dovevano raggiungere immediatamente Dylan in studio che doveva dare loro una grande notizia. – secondo me licenziano dales – annunciò sam mentre si dirigevano tutti verso il luogo prestabilito dal loro superiore. Il ragazzo chiamato in causa la guardò male – si è?! Senza di me non andrebbero avanti nemmeno per una settimana – si vantò il biondo beccandosi una spinta dal suo compagno di band – ma per piacere, ti rimpiazzerebbero subito con uno più intelligente – puntualizzò alex beccandosi uno schiaffo in testa – eii mi rimbecillisci, stronzo – disse portandosi le mani sulle testa – più di così? Non credo sia possibile Alexandra – il sarcasmo di sam era sempre il primo a colpire, ma questa volta arrivò john ad anticiparla con una battutina delle sue – come se te fossi più sveglia – Il quartetto felice arrivò davanti la porta, ed entrò trovando dentro già tutti gli altri, seduti ognuno dove capitava. C’era josh addirittura sopra il cavalletto della chitarra! - eii ragazze – fu jess la prima a salutarle con un abbraccio che le due che ricambiarono calorosamente e poi si sedettero vicine sul divanetto. - ragazzi ho delle grandi novità! – un Dylan sorridente come non mai fece ingresso nella stanza, attirando l’attenzione di tutti i componenti della band che gli fecero segno con la mano di continuare a parlare – so che siete ancora impegnati con il secondo album e tutto, ma, con mia grande gioia vi annuncio che andremo in tour! – Stephen che stava bevendo una monster per poco non ci si strozzò, mentre tutti gli altri rimasero immobili. Sam ed alex si scambiarono uno sguardo di intesa, e visto che la situazione non cambiava fu la rossa a prendere parola – oh ma ragazzi è bellissimo! – disse fingendosi entusiasta mentre tutti le puntarono gli occhi addosso. Alex annuì e affiancò l’amica – già, mostrate al mondo cosa sapete fare! – era davvero troppo facile per loro fingere di essere felici per gli amici, quando dentro si sentivano improvvisamente svuotate.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .

E quando anche l’ultima valigia fu caricata sia sam che alex sentirono che il loro nodo allo stomaco che si era creato il giorno prima, andò a stringersi ancora di più. Era ora dei saluti, lo si poteva benissimo sentire dall’aria depressa che avevano i ragazzi, e stranamente anche jess che era la più attiva e pimpante, quella mattina sembrava essere.. scarica. Le ragazze salutarono tutti frettolosamente con baci e abbracci, visto che la band aveva un aereo da prendere. – non bere troppo e spediscimi qualche cartolina, bastardo – alex salutò stephen con un abbraccio promettendogli che gli avrebbe tenuto d’occhio godsey, mentre sam era ancora chiusa tra le braccia di joshua, voleva ricordarsi quel momento perché per quattro mesi non lo avrebbe più rivissuto. Quattro fottuti mesi. molta gente potrà anche dire che quattro mesi passano velocemente se ci si tiene in contatto, ma quando si dice che ‘è più facile dirlo che a farlo’ ci sarà pure un motivo, no?! Le due sapevano che sarebbe stato difficile non vedere i ragazzi per così tanto tempo, ormai erano abituate ad averli sempre davanti agli occhi, sempre in mezzo ai piedi, erano abituate a dover stare sempre sull’attenti pronte a qualche scherzo, e ora per quattro mesi come avrebbero fatto? Sarebbe cambiato qualcosa? Oppure tante cose? ... - allora? a me non mi saluti? – chiese brian fingendosi offeso, mentre alex con occhi lucidi si avvicinò a lui – il meglio si lascia sempre alla fine, giusto?! – disse sorridendo per poi stringerlo forte come se non volesse lasciarlo più andare per paura di poterlo perdere. Lui si sentiva così impotente, la teneva tra le braccia senza riuscire a dire qualcosa di.. giusto nei confronti della ragazza, si sentiva male pensando che la stava abbandonando, anche se non era così. Quello era il suo lavoro, era quello che amava fare, quello che aveva sempre desiderato dalla vita. possibile che tutt’un tratto i suoi interessi fossero cambiati dirigendosi verso la bionda che stringeva ancora?! - promettimi che mi scriverai, minimo ogni settimana – disse alex alzando la testa per poterlo guardare negli occhi – certo, mamma – la prese in giro brian per poi baciarle la fronte – promesso – disse regalandole uno dei suoi sorrisi migliori per i quali ogni volta la ragazza perdeva un battito.
- john – sam richiamò il moro che si voltò sforzando un sorriso e poi allargò le braccia facendo così in modo che la ragazza ci si fiondi dentro, facendosi piccola piccola nella sua stretta. John poggiò il mento sulla sua testa facendola sorridere e poi abbassò lo sguardo prendendo un grande respiro. – posso dirti una cosa? – e per la prima volta samantha anne james chiese il permesso per parlare – tanto anche se ti dicessi di no, te parleresti comunque, perciò.. si rossa, puoi! – scherzò john. Lui era fatto così, per non far vedere fuori che dentro era distrutto usava l’unica arma a sua disposizione: il sarcasmo. - non penso per davvero che te sia un troio – disse la rossa facendo spallucce e john la allontanò dal suo petto guardandola stupito mentre lei gli rivolgeva uno sguardo interrogativo – aspetta, aspetta. Stai male? – chiese il ragazzo per la seconda volta in due giorni – la smetti di chiedermi se sto male? Cos’è tutta quest’attenzione john? Così dovrò pensare che ti interesso – disse sam alzando un sopracciglio per poi sorridere maliziosamente e john sbuffò dandole una schicchera sul naso e lei urlò – fai male, coglione – disse toccandosi la punta del naso – ecco, questa è la mia Samantha! Aggressiva e volgare –
John sorrise e l’abbracciò di nuovo ispirando il profumo dei suoi capelli, sapeva che non l’avrebbe vista per un bel po’ e perciò voleva ricordarsela il più possibile in ogni minimo dettaglio. Fu la voce di josh a far tornare john con la testa sulla terra ferma, e a fargli aprire gli occhi che aveva chiuso per un momento. Sam tirò su con il naso e poi gli diede una spinta facendolo sbattere contro il loro tour bus – delicata come un fiore – scherzò e lei fece una smorfia. Alex si avvicinò a sam - ci vediamo tra quattro mesi – disse brian salendo per ultimo per poi chiudere lo sportello con i vetri scuri. quelle parole sembravano così strane, quattro mesi.. chissà cosa sarebbe successo in quattro mesi..

tss - alex - sam

  
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