Hermione si è appena addormentata e tocca a me il turno di guardia fuori dalla tenda.

 

Batto i denti a causa del freddo pungente che s’insinua nelle ossa. 

 

Il vento soffia, facendo danzare i ramoscelli degli alberi spogli.Sta per cominciare a nevicare, ma a me non importa.

 

Continuo imperterrito a cercare il tuo nome sulla Mappa del Malandrino.

 

Eccoti, ti ho trovata : sei nella Sala Comune.

 

La stessa sala dove passavamo insieme tutte le sere, quando tu dovevi preparati per i G.U.F.O. e io ti distraevo dandoti piccoli baci sul collo, oppure quando sfogliavo la Gazzetta del Profeta e tu appoggiavi la testa sulle mie gambe, con gli occhi socchiusi e una mano che stringeva la mia.

 

Quella vita insieme mi sembra lontana anni luce.

 

Chissà cosa stai facendo: forse studi, o magari leggi un libro rannicchiata in poltrona.

 

Chissà se mi pensi.

 

Chissà se il mio pensiero ti arriva in questo momento.

 

No, no può arrivarti, nemmeno se guardo il tuo puntino ancora più intensamente.

 

Non puoi sapere che non smetto mai di pensare a te, ai tuoi capelli rossi come il fuoco, ai tuoi occhi marroni e alla tua risata contagiosa.

 

E ricordo costantemente il nostro ultimo bacio. L’ultimo bellissimo bacio, non intenso abbastanza, però, da bastarmi per tutti questi mesi di lontananza.

 

Avevi paura che io potessi trovare qualche Veela sulla mia strada.

 

Perché, in quel momento, non ti ho detto che una Veela non sarebbe mai stata alla tua altezza?

 

Perché non è coraggiosa quanto te, perché non ha il tuo senso dell’umorismo e perché a mio parere, non è nemmeno più bella.

 

Quante cose che avrei voluto dirti, o meglio, che avrei dovuto dirti, ma non ci è stato concesso abbastanza tempo.

 

Mi manchi così tanto Ginny.

 

Vorrei averti qui adesso. Vorrei sentirti dire che va tutto bene e che io e te potremmo stare di nuovo insieme, questa volta per sempre.

 

Il suono della tua voce mi sembra così lontano, mi sembra solo un ricordo remoto nella mia mente.

 

E anche la tua immagine sbiadisce lentamente, come se tu e tutto quello che abbiamo passato insieme fossero solo frutto della mia immaginazione.

 

Quanto vorrei poterti rivedere almeno un’altra volta.

 

Ma se ti cerco in mezzo ai miei pensieri, lì ti trovo e non ne esco più.

 

Adesso ti stai dirigendo verso il dormitorio femminile. Così, dato che non posso realmente farlo, immagino per un secondo di essere vicino a te, di stringerti una mano e di dirti ciò che penso in questo momento.

 

Non posso prometterti che tornerò. Non posso prometterti che finirà tutto presto. Non posso nemmeno prometterti che non soffrirai.

 

Ma una cosa la posso giurare: sarò dove sei, conterò i tuoi passi ovunque andrai.  Sarò sempre con te in ogni istante, anche se sono lontano. Perché il mio cuore, finché batterà, non smetterà mai di essere tuo. Non importata se sei lontana mille miglia o pochi metri. Con il pensiero, sarò con te ovunque andrai.




Angolo autrice. 

Salve gente! Eccomi tornata con una piccola storia Harry/Ginny che mi ha fatto vincere il primo posto nel contest HARRY E GINNY MUSIC CONTEST indetto da gra gra 96.

Per chi interessasse ecco la valutazione finale :)

I Classificata: 

Ovunque andrai – Lily_Cams 

Grammatica: 18.2/20 [Ortografia: 8.95/10; Punteggiatura: 9.25/10] 
Stile e forma: 9.5/10 
Originalità: 9/10 
Caratterizzazione personaggi: 9.75/10 
Giudizio personale: 9/10 
Uso canzone: 4.5/5 
Uso prompt/tematica: 5/5 
Punti bonus: 0/2 
Totale: 65.95/72 

Dal punto di vista grammaticale la storia andava molto bene. 
Per quanto riguarda l’ortografia, ho riscontrato un verbo coniugato in modo errato, due parole mancanti e una parola sbagliata. 
La stessa sala dove passavamo insieme tutte le sere, quando tu dovevi preparati per i G.U.F.O. ed io ti distraevo dandoti piccoli baci sul collo, oppure quando sfogliavo la Gazzetta del Profeta e tu appoggiavi la testa sulle mie gambe, con gli occhi socchiusi e una mano che stringeva la mia. 
Avresti dovuto scrivere “e io”, in quanto la parola che segue la congiunzione “e” non inizia con la sua stessa vocale. 
Quante cose avrei voluto dirti, o meglio, che avrei dovuto dirti, ma non ci è stato concesso abbastanza tempo. Secondo me avresti dovuto aggiungere un “che” dopo la parola “cose”, in modo da rispettare la struttura della proposizione. 
E anche la tua immagine sbiadisce lentamente, come se tu e tutto quello che abbiamo passato insieme siano solo frutto della mia immaginazione. Il verbo è coniugato in modo errato, in quanto è alla prima persona plurale, quando avrebbe dovuto essere alla seconda plurale. 
Così, dato che non posso realmente farlo, immagino per un secondo di essere vicino a te, di stringerti una mano e di dirti ciò penso in questo momento. 
Anche qui andava inserito un “che” prima della voce verbale “penso”. 
Per quanto riguarda la punteggiatura, ho riscontrato tre virgole mancanti. 
Dal punto di vista stilistico, la storia andava generalmente bene, anche se il lessico era un po’ povero e sarebbe potuto essere più ricco e variegato. Nonostante tutto, però, il testo era comunque scorrevole e piacevole da leggere. 
Come originalità, non ho potuto darti un punteggio molto alto a causa del fatto che il momento di cui parli è stato già descritto accuratamente all’interno del settimo libro. 
La caratterizzazione dei due protagonisti andava più che bene, ma forse avresti potuto sviluppare maggiormente l’introspezione di Ginny. 
Hai usato quasi correttamente sia la canzone che la tematica. 
In conclusione, posso dire di aver trovato questa storia molto dolce e malinconica, seppur contornata da un lieve velo di speranza che le dona anche qualcosa in più. Complimenti! 


Fatemi sapere anche il vostro giudizio.
La vostra Lily <3