Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: aaarg    08/12/2011    7 recensioni
I miei genitori sono speciali. Sono ovviamente un uomo e una donna. Ma mia madre ha uno, anzi due nomi da uomo. E non è l’unica stranezza. Mia madre porta i pantaloni come papà, tira di scherma e va a cavallo come un uomo. Ma non è un uomo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomi tornata! Perdonatemi per l’assurdo ritardo, ma il lavoro mi sta uccidendo! Spero di esservi mancata almeno un pochino…
 
Ora, venendo alla storia, troviamo la nostra Oscar molto ma molto abbattuta per la perdita del figlio. Cosa farà?
 
 
 
Dodici
 
 
Riprendersi non fu affatto semplice. Nonostante mia madre non sapesse di aspettare un figlio (ma forse lo sospettava), la notizia di averlo perso la devastò. Già non credeva possibile avere figli a 34 anni, quando le altre donne a quell’età avevano già i nipotini, ma l’idea di averlo perso le sembrò inconcepibile, una vera ingiustizia. Si guardava intorno, vedeva altre donne, incinte o con i figli appresso, e si domandava perché a lei questo era stato precluso, prima da suo padre e poi dal Fato. Era spesso nervosa, scattava per un nonnulla, spesso di notte, quando credeva che papà dormisse, piangeva. Sul lavoro era diventata ancora più rigida di prima. Che si chiamasse Guardia Metropolitana o Guardia Nazionale per lei non cambiava niente: era un ufficiale e dai suoi subordinati pretendeva il massimo.
 
Mentre la sua anima era lacerata, il mondo però andava avanti, così come la rivoluzione. Durante la sua convalescenza erano iniziate a cadere le prime teste (il povero De Launay per primo) e il generale Lafayette, l’eroe della Guerra di Indipendenza Americana, si era messo al comando della nuova Guardia Nazionale, chiedendo espressamente che mia madre e i suoi uomini ne facessero parte. E così la cittadina Oscar François de Jarjayes – Grandier diventò una delle donne più importanti e influenti del movimento rivoluzionario. Tutti apprezzavano la sua scelta di schierarsi senza dubbi con il popolo, nonostante i suoi trascorsi nella Guardia Reale, e il suo matrimonio con un plebeo certamente aumentava la simpatia, ma nonostante questo lei vedeva tutto come dietro a un velo nero. Perdere un bambino di questi tempi non è tanto raro, anch’io ho bevuto da questo amaro calice, ma per lei aveva un sapore diverso, sapeva che non le restava molto tempo per essere di nuovo madre e questa cosa la faceva disperare. Posso immaginare - l’ho provata -  la rabbia con cui faceva l’amore con mio padre, la determinazione, il desiderio non del sesso in sé ma degli effetti di quelle azioni. Ma un figlio non veniva, no.
 
Nel frattempo, mia madre vedeva il mondo che aveva conosciuto sgretolarsi come un colosso di sabbia. La Regina fu costretta a inchinarsi su un balcone davanti al suo popolo e riconquistò così un minimo di stima, affascinando coloro che erano arrivati fino a Versailles solo per chiedere la sua testa su un piatto d’argento.  Intanto, nelle campagne i contadini avevano assaltato i possedimenti dei nobili e spesso i castelli e le ville di campagna diventarono tante Bastiglie da conquistare *. Anche la famiglia Jarjayes rischiò un simile trattamento: la sua fortuna fu che, da un lato, la residenza di famiglia era vicino Versailles e non in campagna e dall’altro che tutto sommato la gestione dei feudi era stata abbastanza equa e quindi i facinorosi furono pochi e isolati. Ciò però non evitò che molti possedimenti di famiglia, compresi alcuni di Arras, andassero persi in quei frangenti concitati.
 
Intanto l’Assemblea metteva mano a importanti riforme, liberalizzando le attività economiche, nazionalizzando i beni del clero e varando la Costituzione Civile del Clero, duramente contestata dal Papa, e soprattutto emanando la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino. E così un anno pieno di riforme, cambiamenti e aspettative passò.
 
Il 14 luglio 1790, a Campo di Marte, venne celebrato l'anniversario della Presa della Bastiglia con la Festa della Federazione. Luigi XVI e Maria Antonietta, accompagnati da La Fayette, prestarono giuramento al Paese e alla Costituzione. Questo momento di unione nazionale fece credere alla gente dell'epoca che il re aveva accettato i cambiamenti sociali e politici appena instaurati, e anche i miei ci sperarono.
 
Ma la vita proseguiva, e il dolore dentro Oscar si acquietò un po’. Riuscì persino a essere di nuovo serena, ad apprezzare nuovamente quell’uomo fantastico che aveva al fianco e che le era rimasto vicino in quei momenti così bui. E André fu ripagato della sua pazienza, quando mia madre finalmente ritrovò un po’ della sua serenità. Ricominciarono così ad invitare a cena i loro amici, Alain, Rosalie e Bernard, e mia madre ricominciò a propinare loro i suoi imperdibili manicaretti (“ma scherzi? Me li sarei persi volentieri!”, dice sempre lo zio Alain), almeno fino a che un complotto ordito da mio padre e i poveri ospiti non trasformò quelle cene in un “porta e mangia”. Tutti portavano qualcosa: la zia Rosalie il suo ottimo stufato (che anche se non c’era niente dentro sapeva sempre di buono), lo zio Alain prendeva dallo Chat Rouge qualche abbondante porzione del piatto del giorno e la mamma e papà si limitavano a recuperare il pane (che data la posizione di comando della mamma era più facile da reperire) e a non far mancare il vino e il cognac. Quest’abitudine l’hanno mantenuta per tanto tempo, ed oggi, che  la vita li ha portati a vedersi di meno, i miei ne parlano con tanta nostalgia.
 
Una volta la settimana poi, la mamma si affacciava a Palazzo Jarjayes per salutare i miei nonni ed assicurarsi che tutto andasse bene: per i nobili non era un periodo felice, anzi era decisamente pericoloso e in questo modo lei si accertava che non vi fossero problemi particolari. A volte, se i turni glielo consentivano, andava anche papà. Anche se Nanny era morta poco tempo dopo la presa della Bastiglia**, papà era affettivamente molto legato a quella casa e ci tornava abbastanza volentieri, grato del fatto che i miei nonni non avessero poi frapposto gli ostacoli che ci si sarebbe aspettati alla loro unione. Inutile dire però che i miei nonni non vennero mai a casa dei miei, nel centro di Parigi.
 
Passò così un altro anno.
 
Una sera bussarono alla porta di casa. Aprirono con circospezione, erano tempi strani, quelli: si trovarono davanti un uomo avvolto in un mantello pesante, nonostante fosse ormai giugno. Era mio nonno, e voleva parlare con la mamma. Aveva un atteggiamento strano, alquanto misterioso, e quando iniziò a parlare se ne capì bene il perché.
“Oscar, tu sai in che condizioni vivono i Reali alle Tuileries, vero? Prigionieri in casa loro, controllati a vista, privi di indipendenza, circondati da spie. E’ ora che questa follia finisca. Il Conte di Fersen ha ideato un piano per fare fuggire la famiglia reale, così da organizzare una controrivoluzione. Usciranno da un passaggio segreto, troveranno una carrozza ad attenderli e raggiungeranno a Montmédy. Lì ad attenderli troveranno il Generale Bouillé con diversi soldati fedeli alla causa monarchica e da lì partirà la riscossa. Tu, Oscar, dovrai essere dei nostri: la Regina sarebbe molto più tranquilla se ci fossi tu”. La mamma rimase senza parole. Dunque era questo che voleva fare la Regina Maria Antonietta: affidarsi ad un piano improbabile del suo amante per fuggire da Parigi e alienarsi definitivamente le già poche simpatie del popolo. Era combattuta. Umanamente comprendeva la sua regina, ma da soldato no, lo considerava un tradimento: dimostrava che Maria Antonietta e Luigi XVI non avevano compreso affatto le istanze che avevano portato a quella rivoluzione, rimanendo arroccati sulle loro posizioni. Però decise di andare, contro il parere di mio padre, sperando di riuscire a convincere la Regina a non fare quella pazzia.
Ma quella sera, il 20 giugno 1791 quando la vide pallida ma determinata, capì che non l’avrebbe convinta, così come non c’era riuscita due anni prima, quando le chiese di ritirare le truppe da Parigi. La regina le andò incontro con  un sorriso. “Oscar, siete venuta! Benissimo, insieme rimetteremo ordine in questa follia” “Maestà io…”, ma non riuscì a terminare la frase. La Regina la scrutava. La trovava diversa,  ma non sapeva dire cosa. La fece alzare (era ancora inginocchiata davanti a lei) e la guardò con più attenzione. Oscar aveva una luce nuova negli occhi e soprattutto una leggera rotondità al ventre che lei, così asciutta e longilinea non aveva mai avuto e lasciava pochi spazi a dubbi… “Oscar! Ma voi….”, disse sorridendo. “Sì Maestà”, disse mia madre arrossendo visibilmente e abbassando lo sguardo. Maria Antonietta non ci pensò su due volte: “Oscar, voi non potete assolutamente venire! Nelle vostre condizioni sarebbe pericolosissimo persino andare a cavallo! Perciò vi ordino di rimanere a Parigi.”
 “Maestà – le disse mia madre – obbedisco di buon grado. Ecco, in realtà ero venuta per cercare di dissuadervi dall’imbarcarvi in questa che ritengo una folle impresa. Voi conoscete la mia lealtà nei Vostri confronti ma ritengo che oggi stiate facendo un errore. Vi prego di ripensarci”. La regina la guardò seria “Oscar, amica mia, devo farlo. Devo provarci. Riguardatevi”.  E ancora una volta mia madre salutò la sua amica: s’inchinò e se ne andò.
 
 
 
Ooohh! Allora, abbiamo fatto un balzo di due anni, in cui ho limitato allo stretto indispensabile le notizie storiche perché già secondo me è abbastanza lungo e pesante così. Aspetto le vostre opinioni!
 
 
 
 
 
 
 
* “Dal 20 luglio al 6 agosto 1789, nelle campagne francesi, si manifestò una situazione di panico generalizzato (periodo della Grande Paura) suscitato dalla falsa notizia dell'invasione di briganti venuti a distruggere i raccolti e a trucidare i contadini, per vendicare la nobiltà colpita dalle rivolte agrarie scaturite dai recenti sviluppi politico-sociali. All'annuncio dell'imminente arrivo dei briganti nei villaggi, i contadini si armavano di forche, falci e altri utensili. Desiderosi di maggiore protezione, si recavano in massa al castello del signore locale per ottenere fucili e polvere da sparo, ma qui finivano per sfogare la propria rabbia verso i poteri dominanti, esigendo i titoli signorili (documenti che stabilivano la dominazione economica e sociale dei loro proprietari) per poterli bruciare. In alcuni casi il signore o i suoi uomini si difesero con la forza, in altri vennero assassinati e alcuni castelli furono saccheggiati o bruciati. A testimonianza del difficile momento che il feudalesimo stava attraversando, Jules Michelet scrisse che tutti i castelli di campagna diventarono delle Bastiglie da conquistare. Di fronte a queste violenze, nella notte del 4 agosto, l'Assemblea decise di abolire i diritti feudali, la venalità delle cariche, le disuguaglianze fiscali e tutti i privilegi in generale. Fu la fine dell'Ancien Régime.” (da Wikipedia)
 
** nel manga muore prima, nell’anime non si sa. Qui, data anche la sua veneranda età, ho preferito farla morire poco dopo aver visto i suoi bambini finalmente uniti e felici.
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: aaarg