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Autore: Francibella    08/12/2011    2 recensioni
Quando una guerra finisce, si possono fare due cose. Dimenticare e ricostruire. Ma io non posso dimenticare. E così, non potendo dimenticare, ricostruisco. La guerra è appena terminata.
Tutti sono occupati a ricostruire ciò che Voldemort ha distrutto. Harry e Ginny troveranno il tempo per ricostruire la loro felicità?
Questa storia ha partecipato all'Harry e Ginny Music Contest di Gra Gra 96 e si è classificata seconda a parimerito
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dimenticare e ricostruire.

 



[Questa oneshot si è classificata seconda a parimerito al contest Harry e Ginny Music Contes indetto da Gra Gra 96 sul forum di EFP. E ha vinto il premio giuria e il premio Harry e Ginny. Il giudizio in fondo.]

Quando una guerra finisce, si possono fare due cose. Dimenticare e ricostruire. Ma io non posso dimenticare. Non posso farlo. Forse un giorno dimenticherò e la smetterò di svegliarmi nel bel mezzo della notte, con gli occhi di tutti quelli che ho visto morire puntati addosso. L’ultimo sorriso di Fred, l’ultima stretta di mano di Lupin e Tonks, le ultime parole di Piton e di Silente, l’ultimo sguardo pieno di ammirazione di Dobby, la paura di Minus, il coraggio di Sirius, l’innocenza di Cedric. Forse un giorno tutte queste cose smetteranno. Dovrei essere felice, sono vivo,  ma ho solo paura. E poi? Poi cosa mi rimarrà? Che futuro mi aspetta? Che possibilità avrò? Non sono pronto. Non lo sono. Mi ero convinto che non avrei avuto un futuro. Eppure ora pare che vivrò. Per un altro giorno. Per un altro mese. O chissà quanto. Vivrò. E ho paura. Paura perché adesso sarò uno come tutti. Combattere Voldemort sembra una sciocchezza. Lì avevo solo due possibilità. O muoio io o muore lui. Adesso invece milioni di vie si aprono davanti a me. Allora preferisco non pensarci. Preferisco far finta di non dover prendere una decisione.
E così, non potendo dimenticare, ricostruisco. Non certo la mia vita, quella non ho il coraggio di affrontarla. Ricostruisco il mondo distrutto. Che è tutto ciò che ho. Non ho una famiglia, non ho una casa. Torno a tutto ciò che ci assomiglia, ad una casa e ad una famiglia. Torno ad Hogwarts e rimetto i mattoni al loro posto, uno dopo l’altro. Perché, sinceramente, pensavo che non saresti venuta. Pensavo che avrei potuto non vederti. E invece sei qui. Non proprio qui accanto a me. Ma sei qui, ad Hogwarts, anche tu. Ricostruisci anche tu la tua scuola. E nel frattempo cerchi di ricostruire anche la tua famiglia, la tua vita e la tua felicità perduta. E io non ci sarò nella tua vita, puoi starne certa. Chissà dove sei. Non dovrei pensarti, lo so. Ma ogni tanto mi concedo un ricordo, un innocente pensiero. Mentre sistemo l’aula di Pozioni, penso a quando ho sentito l’Amortentia per la prima volta. Penso al tuo odore. E mi chiedo dove sei. Sei fuori, sicuramente. Sarà anche giugno, ma a te non interessa. Sarai là fuori, in giardino, sotto il sole, sotto il caldo. Perché a te piacciono le cose difficili. Me lo hai detto una volta e non lo scorderò mai. “Mi piacciono le cose difficili, quasi impossibili. Per questo mi piaci tu.” Quanto era che stavamo insieme? Poco. Dopotutto noi siamo stati insieme poco. E sei là fuori, che lavori. Perché sei forte, ragazza mia. C'è ancora gente che parla di sesso debole, ma non ha conosciuto te, se ti avessero incontrata eliminerebbero questa sciocca espressione dai loro vocabolari. Tu sei coraggiosa, orgogliosa e fantastica. E presto sarai anche felice. Avrai quella felicità che Voldemort ti ha quasi portato via. Sei là fuori. Incurante del sudore, incurante della fatica, incurante degli sguardi di tutti i ragazzi. E io sono qui, tremendamente geloso. Ma non posso fare nulla, capiscimi Ginny. Chi sono io per mollarti e riprenderti quando voglio? Chi sono io per disporre del tuo futuro come preferisco? Nessuno, Ginny. Ho visto il tuo matrimonio. Lui sarà un ragazzo fantastico, che ti meriterà sicuramente. Più di quanto ho fatto io. Io ti ho fatta solo soffrire. Io non ti merito, Ginny. Il desiderio di vederti appena un secondo è troppo forte. Mi dirigo verso il giardino, è quasi una corsa. Non ti vedo. In un attimo sono al campo di Quidditch. Tu sei lì, dai una mano, fai la tua parte. Scherzi con tuo fratello Charlie, sorridi per un attimo e poi ritorni seria. So che sei triste. Vedo come cerchi di nasconderlo. Ma, perdona la presunzione, penso di conoscerti abbastanza. Dovrei nascondermi, non dovresti vedermi. E invece mi individui subito. E non riesco ad abbassare lo sguardo, perché sei troppo bella. Dici qualcosa a Charlie e ti dirigi verso di me. Se sto qui ad aspettarti, è perché sono paralizzato, se no scapperei via. Via da te, via dall’infelicità che ti potrei causare. Perché tu, Ginny, meriti solo le cose belle di questo mondo. Meriti la gioia, l’allegria e la felicità. E io non ho nessuna delle tre.
«Ciao. Hai finito nel laboratorio di Pozioni?» Non guardarmi con quegli occhi. Non sorridermi in maniera così dolce. E non arrossire. Non ricordarmi quando sei importante. Non ricordarmi quanto stavo bene con te. Non ricordarmi quanto ti amo. La verità, Ginny, è che davanti a noi un mondo di strade che si aprono e, anche se io sto cercando ancora mille scuse, è chiaro che ora io non posso più fare a meno di te. E mi odio per questo. Perché io dovrei volere la tua felicità. E invece sono uno schifoso egoista, voglio la nostra felicità. Capisco che aspetti una risposta. Annuisco in fretta. Non dici nulla, mi guardi, mi leggi dentro. Lo so. «Sei felice, Harry?»
«No.» Come potrei esserlo? Pensa a tutti quelli che abbiamo perso. Pensa al fatto che tu sei davanti a me e io non posso stringerti. Non posso affondare le mani nei tuoi capelli. Non posso assaggiare le tue labbra.
«Nemmeno io, Harry.» Perché pronunci il mio nome continuamente? Io, il tuo, faccio fatica anche solo a pensarlo. «Allora, se non sei felice, perché continui a torturarmi così?» Alzo lo sguardo, colpito, distrutto, annientato dalla tua frase. Noto una lacrima che pare indecisa se solcare o meno la tua guancia. «Perché non possiamo essere felici insieme?»
La mia bocca è arida e il mio cuore palpita a velocità inumana. Una parte di me vorrebbe baciarti, sperando che sia questo che intendi per felicità. «Non credo di essere la tua felicità.» Mi ci voglio circa dieci minuti per dire questa frase e alzare lo sguardo. Ormai le lacrime scendono in maniera inesorabile dal tuo viso. Però io so che hai un punto più sensibile che ti fa piangere per me e il solo saperlo, mi fa sentire ancora più indegno. «Non fraintendermi, Ginny.»
«Cosa c’è da fraintendere, Harry? Mi stai dicendo che non vuoi stare con me!»
«Ti sto dicendo che tu non dovresti stare con me!»
«Perché? Perché, Harry, non dovrei stare con te se ti amo tanto da starne male. Tanto da non dormire la notte. Tanto da … Perché?» Vorrei risponderti per l’ultimo sorriso di Fred, l’ultima stretta di mano di Lupin e Tonks, le ultime parole di Piton e di Silente, l’ultimo sguardo pieno di ammirazione di Dobby, la paura di Minus, il coraggio di Sirius, l’innocenza di Cedric. Perché è colpa mia.
«Perché ho paura di non meritarti.» Sto ammettendo la mia grande infamia e tu ridi. I tuoi occhi ridono, la tua bocca ride. Ridi.
«Tu sei la mia felicità. Se il problema non sono io, dalla a te stesso una possibilità. Per te. Per me. Per noi. E per mamma, che non vede l’ora di vederci sposati e con tanti piccoli bambini.» Sorridi ancora e arrossisci. E io ti amo ogni secondo di più.
«Resta insieme a me, io non chiedo di meglio, perché oramai già sei e sarai mia
«Per sempre, Harry. Per sempre.»
Chiamatela come volete, questa cosa. Io le do solo un nome. Felicità.
 
 
 

 












II Classificata a pari merito:
Dimenticare e ricostruire – Francisca_Potter
Grammatica: 17.3/20 [Ortografia: 9.3/10; Punteggiatura: 8/10]
Stile e forma: 9.5/10
Originalità: 9.75/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Giudizio personale: 10/10
Uso canzone: 5/5
Uso prompt/tematica: 4/5
Punti bonus: 0/2
Totale: 65.55/72
 
Dal punto di vista grammaticale la storia andava abbastanza bene.
Per quanto riguarda l’ortografia, ho riscontrato un errore di iniziale minuscola/maiuscola e due errori di battitura. Ti indico le frasi dove li ho trovati.
Sarà anche Giugno, ma a te non interessa. Le iniziali dei mesi vanno scritte sempre minuscole.
E invece sono uno schifo egoista, voglio la nostra felicità.
Sicuramente avevi intenzione di scrivere: “una schifosa egoista”.
Mi ci voglio circa dieci minuti per dire questa frase e alzare lo sguardo.
Anche questo l’ho considerato un errore di battitura/distrazione, in quanto ovviamente avevi intenzione di scrivere “mi ci vogliono” e non “mi ci voglio”.
Per quanto riguarda la punteggiatura, ho riscontrato cinque virgole mancanti e tre segni di punteggiatura errati. Ogni tanto dimenticavi di isolare i vocativi e di delimitare con le virgole le proposizioni incidentali. Niente di grave, comunque.
Dal punto di vista stilistico, la storia andava davvero bene. Il testo era scorrevole; i periodi corti e concisi; il lessico molto ricco e variegato; la scrittura terribilmente piacevole da leggere.
Purtroppo non ho potuto metterti il massimo sotto questo campo a causa di una ripetizione e di una frase poco chiara all’interno della storia.
Quanto era che stavamo insieme? Poco. Dopotutto noi siamo stati insieme poco.
Salta subito agli occhi il ripetersi dell’aggettivo “poco” a così breve distanza.
L’ultimo sorriso di Fred, l’ultima stretta di mano di Lupin e Tonks, le ultime parole di Piton e di Silente, l’ultimo sguardo pieno di ammirazione di Dobby, la paura di Minus, il coraggio di Sirius, l’innocenza di Cedric. Forse un giorno tutte queste cose smetteranno.
E’ come se mancasse una parte della frase. Tutte queste cose smetteranno di fare cosa?
Come originalità, la storia lo era senz’altro e si distingueva da tutte le altre incentrate sul paring Harry/Ginny. Anche se, nella fic ho riscontrato un tipico cliché: ovvero, Harry che non vuole stare insieme a Ginny per non farla soffrire. Questo ha contribuito ad abbassare un pochino il punteggio.
La caratterizzazione era assolutamente sublime, fantastica e splendida. Ottima anche l’introspezione di entrambi i personaggi. Complimenti!
Hai usato correttamente la canzone, mentre avresti potuto sviluppare maggiormente la tematica.
Concludendo, ci tengo a dire che ho semplicemente adorato questa storia meravigliosa, carica di romanticismo e di dolcezza, ma anche di realismo e di profondità. Ancora complimenti!
   
 
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