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Autore: Norberta_    08/12/2011    6 recensioni
Una Draco/Pansy un po' diversa dal solito nata da un attacco di pazzia acuta. Spero vi faccia ridere o, quantomeno sorridere.
Dalla storia:
"La ragazza si sistemò la gonna, slacciò un altro bottone della camicetta e spalancò la porta, sorridendo. Appena la vide, Draco rimase a bocca aperta dallo stupore."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Prendendo spunto da un contest al quale poi non ho più partecipato (mi hanno anticipato nella scelta del tanto agognato pacchetto), ho deciso di pubblicare questa sciocchezza e non so nemmeno io perché. Il pacchetto era: Draco/Pansy, dormitorio, capelli. Buona lettura, a tra poco.
 
Questione di stile

- Aaaaaaaaaaaaah!
Uno strillo risuonò per tutto il castello di Hogwarts quella mattina di maggio, provocando infastiditi borbottii da parte degli occupanti di alcuni quadri e fermando per un attimo Pix nella sua opera giornaliera di Sporca-l’armatura-e-provoca-seri-problemi-di-salute-mentale-al-custode.
- Per tutte le calze autoreggenti! Non ci posso credere. E adesso come faccio?
Pansy Parkinson era in piedi di fronte allo specchio del bagno, nel dormitorio femminile di Serpeverde, e osservava preoccupata quel maledetto ciuffo di capelli che si ostinava a rimanere dritto in aria, nonostante tutti i suoi innumerevoli sforzi. Aveva provato di tutto: il siero Liscia-e-Brilla che le aveva prestato Millicent Bulstrode, la spazzola incantata che aveva comprato l’estate precedente a Diagon Alley (si diceva che avrebbe potuto domare anche la chioma più ribelle) e infine il vecchio rimedio di sua nonna, cioè bava di Vermicoli e succo di Pugnacio selvatico. Nulla aveva funzionato, anzi, tutti questi tentativi le avevano solo procurato una forte emicrania e uno strano desiderio di strozzare qualcuno a mani nude. Le sue compagne di stanza se ne erano andate molto tempo prima, memori delle innumerevoli scenate isteriche della loro amica. Così ora Pansy guardava sconsolata la sua immagine riflessa nello specchio.
Il problema era che quel giorno non era uno come tanti. Nemmeno lei riusciva a crederci, ma finalmente era stata invitata da Draco Malfoy, che in quel momento la stava aspettando nel suo dormitorio, e Pansy sapeva bene che cosa tutto ciò avrebbe comportato. Sorrise maliziosamente, pensando a quegli zigomi pronunciati e a quegli occhi grigi e malvagi.
- Devo fare qualcosa. – affermò risoluta e una scintilla balenò per un secondo nei suoi occhi scuri.

                                                                                                              *

Dieci minuti dopo, Pansy chiuse dietro di sé la porta del dormitorio femminile e iniziò a scendere le scale, un po’ incerta. Si accorse che tutti i compagni Serpeverde si erano voltati a guardarla piuttosto perplessi. Millicent Bulstrode la degnò di un solo sguardo schifato, per poi girarsi di scatto verso la ragazza al suo fianco e sussurrarle qualcosa all’orecchio. Blaise Zabini urlò: - Forza Pansy! Draco sì che è un ragazzo fortunato… - facendole l’occhiolino e puntando in aria il pugno in un gesto molto evocativo. Pansy decise di fare l’indifferente e si avviò rapidamente verso il dormitorio di Draco. Bussò tre volte e dall’interno giunse una voce famigliare che la invitava ad entrare. La ragazza si sistemò la gonna, slacciò un altro bottone della camicetta e spalancò la porta, sorridendo. Appena la vide, Draco rimase a bocca aperta dallo stupore: poiché quel maledetto ciuffo di capelli aveva deciso che sarebbe rimasto in piedi, Pansy, con l’aiuto di un po’ di lacca magica, aveva lavorato per qualche minuto su tutta la sua chioma, in modo da lasciare tutte le altre ciocche nella stessa posizione di quella ribelle. Il risultato era stato che ora Pansy assomigliava vagamente a Luna Lovegood con il suo copricapo leonino, rimasto celebre da quella famosa partita di Quidditch.
La ragazza si avvicinò ammiccante al suo compagno di Casa, iniziando a sbottonarsi la camicetta e senza preoccuparsi dello sguardo esterrefatto di Malfoy, il quale non aveva ancora chiuso la bocca e aveva cercato di allontanarsi finché non aveva trovato l’ostacolo della spalliera del letto. Nel frattempo, Pansy era arrivata al suo obiettivo e aveva iniziato a salire sul letto a baldacchino. Purtroppo, la ragazza non aveva considerato il peso eccessivo di litri e litri di lacca magica appiccicata ai suoi capelli, così perse l’equilibrio e cadde dal letto.

                                                                                                                   *

Pansy Parkinson aprì gli occhi e si guardò intorno: era sdraiata su un letto con le lenzuola profumate di fresco e un ragazzo dai capelli così biondi da sembrare bianchi la stava guardando preoccupato. Doveva essere in infermeria.
- Pansy, come stai?
La ragazza chiuse gli occhi e cercò di ricordare, ma tutto ciò che le venne in mente fu una stupida ciocca di capelli che non voleva essere pettinata.
- Che cosa è successo? E perché ho un bernoccolo sulla fronte? – domandò preoccupata a Malfoy. Quest’ultimo trattenne a stento una risata e poi disse:
- Adesso dormi. Te lo racconterò quando sarai un po’ più... pettinata.


 
NdA:Prima di tutto complimenti per essere arrivati fino a qui e per non aver chiuso tutto subito dopo la prima frase. Vi ringrazio. Ora potete anche insultarmi, cruciarmi o lanciarmi oggetti di qualsiasi tipo, per aver letto una schifezza come questa, nata dalla mia mente bacata e da un attimo di pazzia. Oppure potreste perdere altri 2 minuti per lasciare una recensione… Mi farebbe molto, molto, molto piacere^^. 
  
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