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Autore: Polly_poChan    08/12/2011    0 recensioni
"I was thinking about you, thinking about me.
Thinking about us, what we gonna be?
Open my eyes, it was only just a dream.
Travel back, down that road.
Will you come back? No one knows.
"
Alicia Salazar Jamie Black nasce in una famiglia senza amore, una antica casata le cui origini farebbero rabbrividire persino Scabior, l'antica Casata Black. La più giovane di quattro sorelle, si reca ad Hogwarts all'inizio del 6° anno da Sydney, Australia, luogo in cui vive dall'età di 11 anni in un orfanotrofio. Ma, dietro quell'ammaliante e gioviale sorriso da 16enne, nasconde un enorme e pericoloso segreto.
"...I realize, it was only just a dream."
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 2.
LA SERPE.

“SERPEVERDE!” gridò il cappello, senza nemmeno essere posato sul capo di Alicia. I Serpeverde si alzarono in piedi, applaudendo e urlando a squarciagola, come se non gli fosse mai accaduta cosa più gioiosa.
“abbiamo BLACK! Abbiamo BLACK! Abbiamo BLACK!” gridavano seccamente gioviali, mentre Alicia, con un’espressione superba e accigliata scendeva i gradini e, a passo lento, percorreva la sala grande per andare a sedere il più lontano possibile da Piton. ‘lo sapevo’ disse tra se e se, dispiaciuta, arrabbiata, ma senza farlo notare. Hermione sembrava delusa dalla risposta del cappello, anche Ginny, Fred e George non potevano crederci. Harry la guardò intensamente. ‘cavolo… e adesso?’ si chiedeva tra se e se. Aveva pensato di poterle chiedere qualcosa riguardo Sirius, la sua famiglia. E adesso tutto stava sfumando, era una Serpeverde, e i  Serpeverde non familiarizzavano con Potter.
Fred, d’altro canto, assistette ad un’importante scena. Alicia fu intralciata da Malfoy che, con il suo solito sorrisetto odioso, si stava presentando.
“mi raccomando, Black, importanti sono le amicizie che ti farai qui” le porse la mano, aspettando che lei gliela stringesse.
“lo so bene, Malfoy, ed è per questo motivo  che non mi vedrai mai.” Alicia sorpassò Draco, lasciandolo come uno stoccafisso sotto gli occhi di tutti i suoi compagni. ‘suo padre lo verrà a sapere!’ si disse Fred, sorridendo a ciò a cui aveva appena assistito.
Il banchetto iniziò, e, a parte Ron, nessuno dei nostri toccò cibo. Hermione parlò di ciò che aveva visto prima con Ginny, mentre Fred raccontava la disavventura di Draco al gemello, Harry, invece, continuava a chiedersi come avvicinare Alicia per domandarle del suo patrigno. Intanto, Ron s’ingozzava.
Dopo il banchetto, Alicia subito fece per andare nel suo dormitorio, di corsa, in modo che nessuno potesse chiederle nulla. Aveva appena raggiunto il dormitorio dei Serpeverde, quando
“Alicia, scusa, posso parlarti un attimo?”. Alicia si girò di scatto. Era Harry Potter. Era lui, proprio lui. ‘diavolo, cosa vuole questo adesso?’.
“certo, Potter.” Rispose lei, seccata. Era lo stesso ‘POTTER’ pronunziato dal professor Piton.
Harry si rese conto di essere una seccatura per la ragazza, ma continuò. Voleva a tutti costi sapere cosa c’entrasse lei con Sirius. “scusami, volevo chiederti se-” non fece in tempo a finire che una banda di Serpeverde lo travolse, facendo scomparire del tutto Alicia che ne aveva approfittato per dileguarsi. Harry quindi andò via, deluso.
 
Il dormitorio dei Serpeverde era cupo, tetro, color nero e verde acido, con una spruzzata di argento, un accoppiata vincente se si vuole spaventare qualcuno. Gli oggetti, però, erano ‘di lusso’: divani in pelle, argenteria, coppe, medaglie, tutto in bella mostra. Alicia si guardava attorno quando, tra quella mandria di serpi, comparve Pansy Parkinson, una ragazzina più o meno della sua età, dai capelli color pece e gli occhi di un colore simile. Aveva un sorrisetto maligno stampato sul suo volto da carlino, la fronte perennemente corrucciata, e una vocina altezzosa.
“bene, bene, bene… abbiamo una Black.” Disse, avvicinandosi sempre più ad Alicia. “ma che onore” aggiunse, squadrando la ragazza dal passo felpato. Quest’ultima la guardava accigliata, con aria di sfida. ‘se solo mi tocca la crucio’ si disse.
 “allora, Black, cosa ne pensi della nostra sala riunioni? Bella vero?” la ragazza dai capelli di pece si guardò attorno “tutta opera dei nostri facoltosi genitori.”sorrise malignamente. Alicia capì dove voleva andare a parare.
“spero che, quest’anno, anche i tuoi facciano una piccola donazione, vero, Alicia? Sei tanto famosa, tanto…. Potente.” Pansy stava camminandole attorno. “…ah no, scusa. Tu non hai una famiglia,vero, Black?”. Il sorrisetto maligno di Pansy si tramutò in una smorfia informe. Era arrabbiata, arrabbiata come non mai, poiché i Serpeverde avevano accolto “quella pezzente di una Black” con troppa gioia, secondo lei.
“ il destino dei miei genitori non è affar tuo, Pansy” disse Alicia, cercando di mantenere la calma.
“osi darmi del TU, Black???” Pansy scattò verso Alicia, tirò fuori la bacchetta e “come osi??”. Gli occhi le si riempirono di sangue, tremava tutta. Alicia non capiva bene cosa stesse succedendo, ma mantenne la calma. Sapeva che ad una sola mossa la Parkinson sarebbe scattata e non avrebbe avuto paura di utilizzare una maledizione senza perdono.
“Pansy, giù la bacchetta!” gridò una voce alle loro spalle. Malfoy in pigiama stava poggiato all’entrata dei dormitori, con in mano la sua bacchetta. “Giù LA B A C C H E T T A.” Ripetè, stavolta scandendo bene le parole. Parkinson mise a posto la bacchetta 11 pollici, indignata, e scappò via, in camera sua. Alicia non aveva smesso nemmeno per un secondo di guardare Draco. Il ragazzo le si avvicinò, mise via la sua bacchetta “siediti, devo parlarti” disse a denti stretti, sottovoce. Alicia guardò Draco negli occhi, avrebbe voluto dargli un pugno sul naso, ma si trattenne. “okay” rispose.
Decisero che sarebbe stato meglio non parlare nella sala comune, quindi uscirono dal dormitorio e raggiunsero il primo piano. Sedettero su una delle innumerevoli panchine, a distanza l’uno dall’altra.
“forza, Malfoy…cosa vuoi?” chiese Alicia, mascherando la bramosità di sapere. Guardò Draco negli occhi.
“…sai che è tornato, vero?”. Il tono di Malfoy non era più lo stesso, Alicia lo percepiva. Aveva paura, una paura tremenda. Il biondino abbassò gli occhi, cercando di non far notare le lacrime che stavano per sgorgare. Alicia si scostò i capelli.
“si. E stavolta è più forte che mai.” Disse, secca.
“…cosa farai?...” chiese Malfoy, titubante. Il silenzio attorno a loro faceva rimbombare ogni singola lettera. Non era stata una grande idea fermarsi nei corridoi.
Alicia sgranò gli occhi. “…cosa vuoi dire?”. Il suo falso tono sorpreso l’aveva tradita. Sudava freddo, ormai. Cosa voleva da lei Malfoy? Cosa intendeva con quella domanda?
Draco sorrise debolmente “pensi che-“ Malfoy non riuscì a finire la domanda che il custode, Gazza, li scoprì.
“andate immediatamente nei vostri dormitori” disse a denti stretti.
Alicia subito si alzò, diede un’occhiataccia al custode malmesso e corse verso i dormitori. Malfoy la guardò scappare via. Per la prima volta, una calda lacrima gli rigava il viso.
 
Alicia raggiunse il dormitorio in meno di un battito d’ali. Si chiuse la porta alle spalle e, con occhi sgranati, cominciò a pensare. ‘ cosa sa lui?’. No, Malfoy non poteva sapere tutto. Forse era il caso di andare a dormire.
Indossò il pigiama e si infilò nel letto. Condivideva la stanza con Giorgina Mcduggle, Samantha Half e Barbie De Grenè, tre amiche ostili a Pansy Parkinson. Almeno su quello era stata fortunata.
 
Il mattino dopo Alicia scese per la colazione. Il tavolo Serpeverde era super affollato, diversamente da quello dei Grifondoro e Corvonero. ‘ma non mangiano?’ si chiese.
“…sìsì, porprio così, Jordan sta dando spettacolo!” una manciata di ragazzine del 2° anno, Grifondoro, le diedero la risposta. Le seguì, incuriosita da che tipo di spettacolo potessero dare in quella scuola. Uscì nel giardino, e s’accorso all’istante che una mandria di Grifondoro stava attorno ad un ragazzo dalla carnagione scura e i capelli neri.
Il ragazzo, allora, cominciò a muovere gambe, piedi, braccia a ritmo di una musica a lei molto familiare. Sì, era proprio ‘Where them girls at’ di David Guetta, un noto cantante babbano.
“ma come diavolo lo conosce?” disse, sgranando gli occhi.
Intanto Lee Jordan stava ballando a ritmo di David Guetta, mentre lei guardava incredula. ‘cazzo, ha talento’ si disse, sorridendo. Qualcosa in lei cambiò. Il suo perenne broncio si tramutò in sorriso. Sentiva la musica dentro di se. Diamine, quanto avrebbe voluto dimenarsi assieme a lui. La musica era tutto per lei, ma aveva rinunciato a tutto ciò che riguardava il divertimento da tempo ormai.
“ma cavolo, quando mi ricapita?” si disse e, con sorpresa di tutti, si affiancò a Lee.
“ma quella è Black!” ,“sì, è proprio lei!”,”guarda!” queste più o meno le affermazioni dei Grifondoro e di alcuni tasso rosso e corvonero che assistevano allo spettacolino. Jordan la guardò, continuando a ballare, le sorrise e insieme si dimenarono a ritmo della canzone, e di tutte quelle antecedenti.
“quanto è bella”. Fred e George assistettero fino alla fine della performance. Fred guardava Alicia con occhi stregati, mentre George continuava a fare battute e ad urlare “Black, sei bellissima!” per poi nascondersi dietro Ginny. I ragazzi la guardavano allibiti. Era la stessa Alicia Black dei Serpeverde? La stessa che il giorno prima aveva risposto in malo modo ad Harry? Non sembrava.
era tempo di fermarsi, la professoressa McGranith sbucò all’improvviso da una delle colonne del giardino, canzonando gli studenti.
“farete tardi alla lezione, Potter, Weasley, Granger…e anche lei, signorina Black” stranamente, la Mcgranitt sorrise.
I ragazzi si dileguarono, mentre Jordan porgeva la mano ad Alicia.
“è stato un piacere” disse il ragazzo, guardandola negli occhi.
“anche per me” rispose lei, sorridendogli.
Lee le diede poi un bacio sulla guancia, davanti agli occhi di Fred, George, Hermione, Ron, Harry e Ginny, e Alicia arrossì un pochino.
“hei hei hei, vacci piano” disse, scansandosi, ma sorridente.
“scusa, non volevo metterti di certo in imbarazzo” e guardò i gemelli che non avevano nessuna intenzione di smettere di osservarli. Dopo qualche imbarazzante attimo di silenzio, Jordan se ne andò e Alicia rimase con i ragazzi. Hermione aveva tutta l’aria di volerle porgere una marea di domande, riguardanti la conversazione con Piton, fece per avvicinarsi, ma subito venne interrotta dal professor Vitious.
“Signorina Granger, Signorina Black, Signor Potter!” aggiunse, severo, “non dovreste essere in classe, a quest’ora?” chiese.
“certo, professore!” risposero in coro, e si avviarono verso la classedel professor Vitious, seguiti a ruota da Ron che, perennemente, veniva dimenticato dal professore, anche nell’appello.
 
   
 
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