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Autore: AlexDavis    08/12/2011    12 recensioni
Questi sono gli extra della mia storia 'Lo stagista sexy' che ho finito un paio di settimane fa.
Spero vi piacciano...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Angioletti miei eccomi qui.
Questi sono i primi extra de 'Lo stagista sexy' (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=651123&i=1  questo è il link della storia per chi non l'avesse letta)
Dal sondaggio dopo aver letto i vostri commenti è uscito che la maggior parte di voi voleva una piccola scena del matrimonio e di tutto quello che ne consegue, cioè luna di miele e parto.
Lo farò, ma non in questo, in questo ci saranno altre cose che ho voluto mettere.
Spero vi piacciano.
Buona lettura angeli.
xoxo Alex





Nuove Notizie....



 

Bella aveva mangiato e adesso non potevamo più rimandare la ramanzina di Alice. Pensavo comunque che stesse esagerando, ma se avessi provato a farglielo presente sarei ritornato a casa con un orecchio in meno, quindi evitai.
Eravamo tutti seduti in salotto a mangiare il dolce e a bere del caffè e potevo sentire chiaramente lo sguardo assassino di Alice perforarmi il cranio. Mi girai verso Bella e la vidi che sorrideva divertita guardando mia sorella e questo non faceva che aumentare l’irritazione di quel piccolo folletto.
<< Senti, Alice, la facciamo finita? >> chiese poi Bella esasperata.
Alice digrignò i denti. << Da quanto dura? >>
<< Dal viaggio a Roma. >> dissi io facendomi piccolo piccolo sul divano.
Lei sgranò gli occhi e contò i mesi sulle dita, non erano molti, ma per lei erano un’infinità. << E voi mi avete tenuto all’oscuro per tutto questo tempo? >> chiese indignata.
Bella sbuffò. << Non è che stiamo insieme da anni, Ali. >> si lamentò scocciata.
Immediatamente i suoi occhi si riempirono di lacrime e notai l’espressione di Bella cambiare, da esasperato a dolce. Si alzò dal divano e si avvicinò alla poltrona dove mi sorella era seduta, e dove si stava mordendo il labbro inferiore mentre si accarezzava la pancia. Come se in quel gesto trovasse la forza di non scoppiare a piangere.
Bella le si inginocchiò accanto. << Tesoro, non fare così. Non te l’abbiamo detto perché volevamo essere prima sicuri di noi e dei nostri sentimenti. Se te l’avessimo detto e poi sarebbe finita male, come avresti reagito? >> le chiese con dolcezza.
Alice tirò su con il naso. << Non avrei fatto niente… >> disse, ma Bella la guardò con un sopracciglio inarcato e mia sorella le fece un sorriso umido. << Okey, si, forse sarei impazzita, ma… >>
Bella scosse la testa. << Porti dentro di te la mia nipotina, non potevo permettere che ti innervosissi o altro. >>
Alice tirò di nuovo su con il naso e poi strinse tra le sue le mani di Bella. << Ami mio fratello? >> chiese.
Bella annuì e poi mi guardo. << Lo amo più della mia stessa vita. >> disse con voce dolce.
Le sorrisi e le sussurrai un ‘anche io’ emozionato. Perché non era mai abbastanza sentirsi dire da lei quelle parole e se poi te le diceva con gli occhi lucidi e pieni di quel sentimento, l’effetto era travolgente.
Bella ritornò a guardare Alice che aveva gli occhi lucidi e un sorriso estasiato sulle labbra. << Finalmente. >> sussurrò prima di abbracciare la mia ragazza.
Eh si, finalmente.
 

*****
 

Io ed Edward ci eravamo messi insieme, non era un segreto, ma l’unica persona che ancora era all’oscuro di tutto era mio padre. Ma la cosa era un po’ difficile da dire se il suddetto padre odia il tuo ragazzo da tempo immemore e questa difficoltà aumenta se suddetto padre ha una pistola e sa come usarla.
<< Devo per forza venire? >> mi chiese, anzi si lamentò Edward mentre mi guardava preparare le ultime cose per il viaggio.
Avremmo passato il week-end da mio padre e gli avremmo detto della nostra storia. Da quando gli avevo comunicato il mio progetto non aveva fatto altro che lamentarsi e lamentarsi, dicendo che era troppo giovane per morire.
Sbuffai. << Ed, smettila. >> e lui sbuffando la smise andandosene in salotto imbronciato come un bambino.
<< Ti amo! >> urlai dalla camera.
Lo sentii sbuffare. << Io no. >> e ridacchiai.
Scemo.
 
Arrivammo a casa di mio padre in taxi perché non gli avevo detto che c’era anche Edward, volevo che fosse una sorpresa. Quando aprii la porta, la prima cosa che vide fui io e mi strinse forte a se dicendomi che gli ero mancata.
<< Anche tu mi sei mancato, papà. >> gli dissi con gli occhi lucidi stringendomi forte a lui.
Questa lontananza a volte mi faceva impazzire, ma ero stata costretta perché in quel piccolo paese non c’erano possibilità per una come me. All’inizio separarci fu tragica, ma poi sentendoci tutti i giorni e scrivendoci le cose erano migliorare. Ma un ‘ti voglio bene’ detto guardandoti negli occhi ha tutto un altro effetto che scritto in un sms.
Quando mio padre si staccò da me finalmente guardò alle mie spalle e immediatamente il sorriso dolce sparì facendo spazio alla rabbia. << Che ci fa lui qui? >> chiese freddo.
Guardai Edward che era letteralmente sbiancato e aveva fatto un passo indietro e dalla faccia stava pensando di farne altri, ma prontamente lo afferrai per il polso.
<< Papà ne parliamo dentro. >> dissi passando e sorridendo divertita dal movimento fulmineo di Edward nell’entrare dentro e nell’allontanarsi il più possibile da mio padre e la sua pistola.
Ci accomodammo sul divano mentre mio padre si accomodò sulla poltrona, ma non sembrava molto rilassato dalla comodità.
<< Allora? Cos’è questa storia? >> chiese sempre più irritato.
Feci un grosso respiro, ma non fui io a parlare.
<< Capo Swan io sono il ragazzo di Bella. >> disse con voce ferma.
Lo guardai e notai la sua posa rigida e piccole perle di sudore sulla fronte, ma nonostante si stesse facendo sotto dalla paura, stava affrontando mio padre e non potevo che apprezzarlo.
Mio padre inarcò un sopracciglio. << Ragazzo?
Edward annuì e mi prese una mano tra la sua. << Lo so che lei mi odia e non posso biasimarla, ma amo sua figlia e… >>
<< Ami mia figlia? Cosa ti ha fatto cambiare idea? >> chiese mio padre sempre più scettico.
Gli lanciai un’occhiataccia, ma lui non mi prese per niente in considerazione.
<< Papà… >> tentai di dire una cosa, ma Edward mi fermò.
<< Sono sempre stato innamorato di lei, forse. Non lo so cosa mi ha fatto cambiare idea, fatto sta che adesso non posso farne più a meno. Può anche sbattermi fuori, può anche continuare ad odiarmi, ma io non smetterò di amarla e di stare con lei. >> disse fiero e impassibile.
Il mio uomo.
 

****
 

Era il mio compleanno e avevamo organizzato una specie di festa in un locale, qualcosa di intimo e familiare e quel giorno avremmo annunciato anche il nostro matrimonio.
Nessuno sapeva del nostro ritorno di fiamma e di certo non si aspettavano neanche il matrimonio, quindi quel giorno avevamo previsto pianti ed infarti o magari delle pallottole da parte del Capo Swan.
Bella si stava finendo di preparare in camera mentre io ero già bello che pronto da un bel po’. Ci trovavamo nel mio appartamento a New York, un appartamento che avevo messo in vendita visto che ormai mi ero trasferito a Chicago.
Di questo io e Bella non avevamo parlato ancora, ma appena avessimo avuto un po’ di tempo per stare soli le avrei esposto la mia idea. Volevo che venisse a vivere con me e potevo darle un posto nell’azienda se voleva.
<< Amore. >> mi chiamò dolcemente.
Mi girai e le sorrisi avvicinandomi a lei. << Sei pronta? >>
Lei annuì indicandomi il leggero prendisole azzurro che aveva addosso. Era comunque Giugno e faceva caldo, quindi la mia piccola ne aveva approfittato mettendo in mostra anche il suo bellissimo ed elegante collo facendosi una coda alta.
Lei annuì, ma mi fece cenno di sedermi sul divano. << Ti devo dire una cosa… >> mi disse sedendosi accanto a me.
Mi irrigidii e la guardai molto probabilmente con gli occhi sgranati, lei ridacchiò e mi accarezzò una guancia. << Non è nulla di preoccupante, tranquillo. >> mi rassicurò ed io mi rilassai.
<< Adesso stiamo insieme, no? Però c’è il problema della distanza, quindi… >> cominciò, ma io la fermai.
<< Vorrei che venissi a vivere con me a Chicago. >> dissi tutto di un fiato.
Lei sorrise. << Era proprio quello che stavo proponendo. >>
Sorrisi contento. << Oh bene. >> e le diedi un bacio sulla guancia. << Era solo questo che volevi dirmi? >> le chiesi interessato.
Lei scosse la testa. << Continuerò a lavorare per l’azienda di tuo padre, ma lavori non impegnativi, così da non viaggiare troppo spesso perché… >>
<< Perché? >> chiesi sempre più impaziente.
<< Voglio realizzare il mio sogno, voglio aprire una libreria. Voglio aprire una libreria dove tutti possono comprare libri o magari leggerli lì con una bollente e gustosa tazza di cioccolato caldo e mangiare qualche biscotto. >> disse quasi con gli occhi lucidi dall’emozione.
La guardai sempre più innamorato e la strinsi a me. << Tutto quello che vuoi. >> le dissi.
Avrei fatto qualunque cosa per lei adesso che era di nuovo con me.
 
Quando arrivammo al locale erano le nove e dovevano essere già tutti lì, visto che avevo dato l’appuntamento alle otto e trenta e conoscendoli era più che puntuali. I ritardatari eravamo noi, ma la colpa era solo di Bella che mi aveva distratto con un argomento molto interessante e appagante.
Quando ci videro entrare mano nella mano e più innamorati che mai dopo un attimo di stupore fummo sommersi dagli abbracci ed io dagli auguri e dai regali. Erano al settimo cielo vedendoci di nuovo insieme cosa avrebbero fatto quando avremmo detto loro che ci saremmo sposati e trasferiti? Non osai immaginarlo in quel momento.
La serata passò tranquillamente e Bella fece di tutto per nascondere l’anello di fidanzamento, certo fu un po’ difficile visto l’occhio lungo che avevano le ragazze della mia famiglia, ma la mia donna era sempre un passo avanti.
Eravamo al dolce quando Bella mi guardò e annuì dandomi il via libera per dare la notizia. Presi il bicchiere di champagne ed intrecciai una mia mano con la sua portandola al mio fianco.
Attirai l’attenzione di tutti schiarendomi la voce e quando la ottenni cominciai a parlare. << Qualche giorno fa, mentre stavo parlando con i miei dipendenti di una riunione, questa bellissima donna al mio fianco fa la sua comparsa chiedendomi di riprenderla con se. >> tutti ridacchiarono e Bella mi fece una linguaccia, ma sorrise divertita. << Mi ha praticamente pregato in ginocchio. Chi avrebbe mai detto che Bella-cuore di ghiaccio-Swan si abbassasse a tanto per me? >> e la guardai beandomi del dolce rossore sulle sue guance.
Mi girai di nuovo verso la mia famiglia ed i miei amici e alzai gli occhi al cielo vedendo le altre donne della mia vita piangere come delle bambine e ancora dovevo dare la notizia bomba.
A parlare però fu Bella. << E sempre restando in ginocchio davanti a lui ho fatto una cosa che mai avrei creduto di fare. >>
<< Porcellina! >> urlò Emmett dal fondo della sala e un boato di risate si elevò.
Bella arrossì ed io ridacchiai stringendola a me. << Questa donna qui mi ha chiesto di sposarla ed io ho accettato. Quindi, ci sposiamo. >> dissi cercando di spostare l’attenzione dalla battuta di Emmett.
Dopo una attimo di stupore fummo di nuovo sommersi da abbraccia, pianti, baci e auguri. Presero letteralmente Bella in ostaggio per vedere l’anello e per avere tutti i dettagli della situazione.
Ma tra la folla riuscii a vedere il suo sguardo, quello sguardo luminoso e felice. Quello sguardo che mi aveva fatto innamorare.

 
****
 

Era passato più o meno un mese e mezzo da quando io ed Edward eravamo tornati insieme e le cose non potevano andare meglio, anzi potevano, ma non ne ero molto sicura.
Era da un paio di settimane che non mi sentivo molto bene, nausee e giramenti di testa che mi impedivano di seguire i lavori di restaurazione in libreria. Avevo comprato un locale abbastanza grande e abbastanza ben tenuto, ma lo stavo ristrutturando a mio piacimento.
Sapevo cosa significassero quei sintomi, ma avevo paura di fare il test e scoprire che non era vero, che magari era tutta una reazione al forte stress.
Edward non sapeva nulla, non avevo voluto dirgli nulla per paura che ci mettesse il pensiero e non volevo farlo soffrire di nuovo.
Ma comunque dopo un’altra settimana passata in quel modo decisi di andare direttamente da un ginecologo. Volevo essere davvero sicura e cosa meglio di un paio di analisi e di una ecografia potevano dirmelo?
Era una donna quindi mi sentii più a mio agio a farmi visitare e a rispondere alle sue domande.
<< Fa uso di contraccettivi? >> mi chiese prima di farmi l’ecografia e mentre aspettavamo i risultati delle analisi.
Annuii. << Prendo la pillola. >> specificai.
Lei annuì ancora. << Ha avuto l’influenza ultimamente? >> mi chiese ancora.
Ci riflettei un attimo poi annuì. << Circa quattro settimane fa ho avuto un attacco di allergia e ho dovuto sospendere la pillola per prendere gli antistaminici. >> dissi spiegandole tutto.
Lei annuì ancora scrivendo su un foglio, ma poi mi fece cenno di sdraiarmi sul lettino e alzarmi al maglia. Quando tornò aveva le mie analisi tra le mani, ma non mi disse nulla, magari aspettava di fare anche l’ecografia per essere sicura.
Mi spalmò il gel freddo e rabbrividii, lei mi sorrise divertita e poi cominciò a farmi la radiografia passando l’attrezzo sulla mia pancia. Io avevo gli occhi fissi sulla sua mano, avevo paura di guardare lo schermo e non vedere nulla.
<< Signorina Swan, guardi… >> mi disse dolcemente.
Alzai lo sguardo e osservai il puntino bianco che mi indicava con il suo dito indice. << Lo vede? Quello è suo figlio. >> mi disse.
Mi incantai a guardare quel puntino e in poco tempo mi ritrovai a  piangere dalla felicità e continuai a versare lacrime silenziose in taxi osservando quel piccolo puntino sull’ecografia che la dottoressa mi aveva dato.
Quando arrivai a casa erano quasi le cinque, quindi andai a farmi una doccia e poi decisi di preparare una cena speciale per Edward, gli avrei fatto passare la sera più bella ed indimenticabile della sua vita.
Preparai tutto quello che amava tra cui anche la torta al cioccolato su cui al momento opportuno avrei appoggiato l’ecografia, lo avrei fatto completamente andare fuori di testa.
Quando arrivò a casa, sempre troppo bello per i miei occhi, mi sorrise dolcemente nonostante la stanchezza e mi abbracciò. << Ciao piccola. Come stai? >> mi chiese preoccupato perché proprio quella mattina mi aveva sorpreso a vomitare.
Sorrisi. << Molto bene, grazie. Va a lavarti che è quasi pronta la cena. >>
Lui annuì e mezz’ora dopo stavamo seduti a tavola mangiare e a chiacchierare. Mi raccontò dei frutti che stavano dando i cambiamenti che aveva apportato all’azienda e non potevo che essere orgogliosa di lui. Era bravo, aveva spirito di iniziativa e uno spiccato senso degli affari. Era il nuovo futuro.
Dopo avermi aiutato a sparecchiare e a mettere tutto in lavastoviglie andò in salotto mentre io preparavo la sorpresa con una certa agitazione.
<< Vuoi del caffè con il dolce? >> chiesi prima che se ne andasse.
Lui annuì. << Si, grazie. Vuoi una mano? >> mi chiese sempre gentile.
Sorrisi e gli accarezzai una guancia. << Va a riposarti, arrivo subito. >>
Lui se ne andò ed io sfilai dalla borsa la piccola foto e la posai delicatamente sulla torta sperando non si sporcasse molto. Poi presi del caffè e dopo un grosso respiro lo seguii in salotto dove lo trovai con gli occhi chiusi e la testa appoggiata sul divano.
Posai delicatamente il vassoio con il dolce sul tavolino e mi accomodai accanto a lui che prontamente aprì gli occhi e mi sorrise con gli occhi appannati dalla stanchezza.
<< Sei distrutto. >> commentai accarezzandogli i capelli.
Lui annuì sbadigliando. << Nonostante i progressi portare avanti quest’azienda richiede tutte le mie energie e mi sento svuotato. >> e sbadigliò ancora.
<< Forse ho qualcosa che potrebbe risollevarti il morale. >> dissi sorridendo apertamente.
<< La tua torta al cioccolato? >> mi chiese più sveglio.
Annuii e gliela indicai sul tavolino, volevo che la prendesse lui. Infatti, non se lo fece ripetere due volte, si sporse verso il tavolino, prese il cortello e quando stava per appoggiarlo al dolce si bloccò guardando l’ecografia. Delicatamente appoggiò il cortello sul vetro del tavolino e con mani tremanti prese la prima fotografia di nostro figlio e la osservò sgranando gli occhi.
Osservai la scena con il sorriso sulle labbra e il mio sorriso si allargò quando vidi Edward appoggiare delicatamente l’indice su quel puntino bianco e accarezzarlo come se lo stesse toccando davvero.
<< E’… lui è… >> cercò di dire, ma senza riuscirci.
<< Nostro figlio. >> dissi emozionata.
Lui alzò lo sguardo verso di me con un sorriso da ebete e gli occhi lucidi e sgranati. << Nostro figlio. >> disse prima di prendermi tra le sue braccia e riempirmi di baci il viso.
Risi divertita e gli gettai le braccia al collo stringendomi a lui. Continuava a parlare e a dire cosa senza senso, era talmente fuori di testa che non riusciva a collegare il cervello con la bocca.
<< Oh mio Dio… non ci posso credere… un figlio, io avrò un figlio. >> cominciò ad urlare girando per casa.
Risi divertita e quasi mi strozzai quando aprì la finestra che dava sulla strada ancora trafficata a quell’ora e gridò. << Avrò un figlio! >>
Sentii degli auguri provenire da giù e dei clacson di auto suonare. Ritornò in casa chiudendo la finestra e mi prese tra le braccia facendomi girare in tondo e ridendo come un bambino.
Quando poi si rese conto di strapazzarmi troppo mi appoggiò a terra e mi strinse delicatamente a se. << Da quanto lo sai? >> mi chiese.
Mi scostai da lui. << Da oggi, ma lo sospettavo da molto. >>
Lui mi guardò imbronciato. << E perché non me l’hai detto? >>
Gli accarezzai il viso. << Non volevo ci rimanessi male se fosse stato un falso allarme. >>
Lui annuì convinto e poi mi fece un sorriso tenerissimo. << Avremo un figlio. >> mi disse con voce dolcissima e rotta dall’emozione.
Annuii. << Avremo un figlio. >> e mi lasciai baciare dalle sue bellissime labbra umide delle lacrime di gioia che stava silenziosamente versando.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

   
 
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