Nick
Autore EFP:
Only_
Nick
Autore EFP Forum:
Only_Me
Titolo:
Here's
a gift for you, dad!
Prompt:
figlio
Personaggio
originale:
Rosemary
Dursley
Personaggio
secondario:
Dudley
Dursley (citato Lorcan Scamandro)
Contesto:
Nuova
Generazione
Genere:
commedia
Rating:
verde
Avvertimenti:
//
Tipologia:
One-shot
Intro:
«Buon
pomeriggio, Rosemary,» rispose l'uomo, posando la penna
accanto ai
documenti ed alzando gli occhi sulla figlia. «Ti sei
divertita nel
villaggio dove sei andata con i tuoi amici?»
NdA:
dopo
diversi minuti di riflessione, ho deciso di scrivere qui sopra il
prompt “figlio” perché purtroppo
“famiglia” non c'era xD
Ho
chiamato la figlia di Dudley Rosemary perché
significa “rosmarino” - e quindi è una
pianta, come la petunia e
il presunto giglio che dà il nome a Lily - e mi piace tanto
il suo
suono dolce; in questa fanfiction ha sedici anni, su per giù
l'età
dei gemelli Scamandro e quindi di tutti gli altri giovini della nuova
generazione, frequenta Hogwarts e Hogsmeade e i suoi negozi ed
è in
grado di Materializzarsi. Entra in casa passando dalla porta
d'ingresso solo perché mi piaceva come immagine iniziale
della
storia. In pratica era a Hogsmeade, si è Materializzata nel
vicolo
dietro casa e poi è entrata dalla porta principale; un giro
inutile,
lo so, ma assecondami. Lorcan Scamandro è citato nella
storia, è
uno degli amici con cui la ragazza è uscita.
Non mi ricordavo
esattamente se la ditta di trapani verso cui si dirige Vernon nel
primo libro fosse di sua proprietà oppure se ne fosse
solamente un
dipendente; in ogni caso, per questa fanfiction, ho optato per il
primo caso. Spero di non aver sbagliato, in ogni caso se
così fosse
aggiungerò What if? agli avvertimenti.
Credo di aver
detto tutto, per cui ti lascio alla storia. Buona lettura!
Here's a gift for you, dad!
La
serratura
dell'ingresso scattò, quando la primogenita di Dudley
Dursley entrò
nella villetta che divideva con il padre, divorziato da anni da sua
madre. Appoggiò il mazzo di chiavi sul mobile dell'ingresso,
liberandosi della leggera giacca in jeans che indossava.
«Papà?» chiamò,
frugando nel suo zainetto alla ricerca di qualcosa. Sorrise
vittoriosa, stringendo tra le dita l'involucro di carta colorata che
cercava, e lo tirò fuori dalla borsa, appoggiandola poi a
terra
accanto all'appendiabiti.
«Sono qui.»
Si diresse verso la
cucina con passo baldanzoso, attraversò la soglia con il
pacchetto
nascosto dietro alla schiena e trovò Dudley chino su un
voluminoso
plico di fogli stampati, intento a leggerli e compilarli, della ditta
di trapani che aveva ereditato quando suo padre si era dimesso.
«Ciao papà,» lo
salutò, avvicinandosi alla sua sedia e schioccandogli un
bacio sulla
guancia paffuta e sbarbata, prima di sedersi dall'altra parte del
tavolo quadrato, di fronte a lui. Lisciò la tovaglia di
plastica con
stampa floreale.
«Buon pomeriggio,
Rosemary,» rispose l'uomo, posando la penna accanto ai
documenti ed
alzando gli occhi sulla figlia. «Ti sei divertita nel
villaggio dove
sei andata con i tuoi amici?»
Rosemary annuì
convinta, allargando ancora di più il suo sorriso, ed i suoi
occhi
blu brillarono.
«Tantissimo, i
ragazzi sono uno spasso. Prima o poi dovrò farteli
conoscere, anche
se hai tanta paura di loro,» scherzò, abbassando
per un momento lo
sguardo per controllare il pacchetto che teneva in grembo: la carta
celeste si era un po' stropicciata, probabilmente per colpa della
Materializzazione, ma era ancora integra. Rialzò il viso con
un
altro sorriso stampato sul volto paffuto e, prima che il padre
potesse ribattere, continuò. «Ti ho comprato una
cosa.»
L'espressione tra il
sorpreso ed il divertito che vide sul viso del padre la fece
gongolare; senza aggiungere una parola, prese il pacchetto e lo
depose sull'ormai ignorato plico di documenti.
«Spero che ti
piaccia,» commentò, una vaga nota di dubbio nella
voce. «Ho
cercato quelli meno strani, so quanto sei impressionabile. Se trovi
degli Scarafaggi a grappolo, sappi che li ha messi Lorcan, io non
c'entro.»
Dudley guardò la
figlia con gli occhi sgranati, forse impallidendo un poco.
«Scarafaggi a
grappolo?» chiese in un mormorio, prendendo a fissare il
regalo come
se fosse un potenziale pacco-bomba. «E perché tu
dovresti essere
andata in un posto dove si trovano grappoli di scarafaggi? Che razza
di gente frequenti, Rosemary Emily Dursley?»
tuonò, mentre il suo
viso mutava da roseo ad un giallognolo poco rassicurante.
La ragazza capì
che, probabilmente, aveva detto qualcosa di troppo; dopotutto non
aveva mai parlato a suo padre dei dolci stravaganti che avevano i
maghi, tutto il contrario delle caramelle gommose alla frutta che le
comprava da bambina. E in effetti i loro nomi erano abbastanza
strani.
«Papà, aprilo,»
suggerì, indicando il pacchetto con un cenno. «Non
ti regalerei mai
qualcosa di pericoloso, lo sai.»
Dudley bofonchiò
qualcosa di poco comprensibile, riprendendo pian piano il suo solito
colorito rosato; Rosemary non sapeva nulla dei suoi precedenti e
sciagurati incontri con dei maghi, per cui non sapeva nulla della
caramella mou che gli aveva fatto crescere a dismisura la lingua,
quando aveva poco più di quattordici anni. L'unico mago che
le aveva
raccontato di conoscere era suo cugino Harry, che la ragazza
conosceva solo per sentito dire, e che comunque non incontrava da
anni.
Aprì nervosamente
il pacchetto, sotto gli occhi indagatori della figlia.
«Ti piacciono?»
chiese impaziente Rosemary, cominciando ad indicare i vari dolciumi
che aveva comprato. «Queste sono Piume di zucchero, queste
Bolle
bollenti, queste Cioccorane...»
«Un momento,
Rosemary,» la interruppe l'uomo, sollevando con la punta
delle dita
la fedelissima riproduzione di una delle penne d'oca che sua figlia
utilizzava sempre per scrivere i suoi temi e le sue ricerche,
sporcandosele di una sostanza appiccicosa. «Cosa sono,
esattamente,
queste cose?»
La ragazza sorrise
gongolante, rubando la piuma alle dita del padre ed arpionando alcuni
fili zuccherini con le labbra.
«Dolci di
Mielandia. Il paradiso, papà, è un negozio
fantastico! Queste sono
solo alcune delle cose che ci puoi trovare, te l'ho detto, le
più
normali...»
Ma Dudley non
l'ascoltava più.
Dolci
di Mielandia. Dolci
dei maghi, probabilmente stregati come quella maledetta mou.
Bianco come un
cadavere, alternava occhiate alla figlia ed al suo innocente,
terribile regalo, senza sentire nulla di quello che gli stava
dicendo. Appena le sue orecchie colsero le parole
“dolci” e
“incantati”, tutto fu improvvisamente nero.