CAPITOLO 21
Trascorsero il resto della mattina
a letto, poi, prepararono insieme il pranzo, chiacchierando del più e del meno.
Come per un tacito accordo, non venne mai menzionata la Union Teope, né
qualcos’altro che vi fosse correlato. Per quel giorno avevano deciso di
ritagliarsi un piccolo spazio solo per loro, di godersi la giornata senza
preoccupazioni di alcuna sorta. D’altronde, ne avevano bisogno dopo tutto quello
che era successo in quegli ultimi giorni...
-Senti Ryo, oggi pomeriggio vorrei
portarti in un posto...- gli disse Kaori mentre pranzavano
-Non mi sembra una buona idea
andarsene in giro dopo quello che è successo negli ultimi giorni...- replicò lui
-Senti, non ho nessuna intenzione
di rinchiudermi in casa e poi il posto dove voglio portarti è un luogo pubblico,
perciò non credo che correremo pericoli- insistette lei
Ryo non disse nulla, ancora
incerto, allora Kaori decise di passare ad argomenti più
convincenti:
-Ti prego, Ryo-chan, giuro che se
mi accontenti stasera saprò esserti molto riconoscente...- fece con un sorriso
malizioso
-Riconoscente hai detto? Beh, in
questo caso...-
Kaori sorrise vittoriosa. Ryo la
fece alzare per poi attirarla sulle sue ginocchia.
-Però prima voglio un assaggio
della tua gratitudine- disse prima di prendere possesso delle sue
labbra
L’acquario di Shinagawa si trovava
in una posizione un po’ scomoda, all’estremità occidentale della baia di Tokyo,
tuttavia quel piccolo difetto era ampiamente ricompensato dalla bellezza delle
sue vasche di pesci e del suoi tunnel subacquei. Infatti, nonostante fosse
lunedì, c’era molta gente anche quel giorno e faticarono un po’ prima di trovare
parcheggio.
-Posso sapere perchè ci tenevi così
tanto a venire qui?- le chiese Ryo mentre passeggiavano tra gli acquari
-Questo posto è pieno di ricordi
per me- rispose Kaori –Fin da piccola, ho sempre avuto una grande passione per
il mare e per i suoi abitanti, il mio cartone animato preferito era “La
Sirenetta”...L’ho visto così tante volte che lo so a memoria...Per questo, ogni
domenica obbligavo mio fratello a portarmi qui. Adoravo guardare i pesci
nuotare...Immaginavo di essere una sirena e di tuffarmi in mezzo a loro...-
Kaori fece una pausa e si appoggiò alla parete del tunnel subacqueo in cui si
trovavano –Ancora oggi, appena ho un po’ di tempo libero, torno qui e passeggio
in mezzo agli acquari. Ci vengo soprattutto quando mi sento triste o quando ho
bisogno di staccare da tutto, mi aiuta a rilassarmi...-
-In effetti, ti ci vedo con la coda
a nuotare tra i pesci, saresti una bellissima sirena...- le sorrise Ryo
sfiorandole le labbra con le proprie –Per quanto mi riguarda, mi hai già
incantato da un bel pezzo-
-Non prendermi in
giro!-
-D’accordo, d’accordo. Allora,
perchè mi hai portato qui?-
-Beh, ho pensato che ci avrebbe
fatto bene, almeno per un pomeriggio, rilassarci e non pensare a tutto quello
che sta succedendo e questo mi sembrava il luogo adatto...Perchè? Non ti piace?
Avresti voluto andare da qualche altra parte?-
Ryo scosse la
testa.
-Se ci sei tu con me, il luogo non
ha importanza- le disse
Kaori gli sorrise mentre lui si
chinava nuovamente su di lei per baciarla.
Trascorsero il pomeriggio visitando
l’intero acquario, osservando i pesci e ridendo e scherzando come due ragazzini.
Finita la visita, decisero di cenare nell’appartamento di Ryo, dove si fecero
portare del cibo cinese. Dopo cena, guardarono un film abbracciati sul divano.
Quando era stata l’ora di sceglierlo, Kaori, maliziosa, ne aveva proposto uno il
cui protagonista era Orlando Bloom, ma Ryo si era categoricamente rifiutato.
Alla fine, avevano optato per un thriller.
Terminato il film, Ryo le propose
di andare a farsi una doccia, mentre lui controllava che tutte le porte e le
finestre fossero chiuse a chiave e metteva in funzione il sistema di allarme.
Dopo aver controllato che tutto
fosse a posto, Ryo salì le scale che portavano al soppalco. Si avvicinò alla
vetrata e si mise ad osservare le luci della città sotto di se. Quel giorno lui
e Kaori avevano accuratamente evitato di parlare della Union Teope, tuttavia
presto quelli dell’organizzazione sarebbero tornati alla carica...L’aveva messa
in pericolo. Era per colpire lui che ora se la stavano prendendo anche con lei.
Forse sarebbe stato meglio farla allontanare da se...
Le sue riflessioni furono
interrotte dal rumore della porta del bagno che si apriva.
-Ryo...- lo chiamò la voce di
Kaori
Lui si voltò e si ritrovò davanti
ad una visione sublime: lei era vestita unicamente di un corto asciugamano, che
le lasciava scoperte le lunghissime e bellissime gambe. Kaori fece alcuni passi
verso di lui e la luce della lune illuminò la sua figura, accarezzandone la
pelle vellutata.
-A cosa stavi pensando?- gli chiese
lei
-A niente- rispose Ryo distogliendo
lo sguardo
-Non mentirmi. Hai uno strano
sguardo-
Kaori lo costrinse a guardarla
negli occhi voltandogli il viso verso il suo.
-Mi dispiace- mormorò lui dopo
qualche secondo
-Ti dispiace? E di cosa?- fece lei
stupita
-Mi dispiace di averti messa in
pericolo. Forse faresti meglio ad allontanarti da me...- lo sguardo di Ryo era
scuro
-Non pensarlo neanche- lo
interruppe lei decisa –Quando ho accettato il fatto che tu fossi un agente
governativo, ho accettato anche il fatto che avrei potuto correre dei pericoli.
Sapevo quello a cui andavo incontro, perciò non metterti in testa strane idee
come quella di mandarmi via, va bene?-
-Kaori, ne sei sicura? Io non
voglio che ti accada qualcosa, non me lo perdonerei mai. E neanche tuo
fratello-
-Ryo, io ti amo e non c’è nessun
altro posto in cui vorrei stare se non accanto a te-
-Anch’io ti amo, Kaori. E ho paura
di perderti-
Kaori gli circondò la vita con le
braccia.
-Cosa credi, anch’io ho paura che
possa accaderti qualcosa, ma non ho intenzione di permettere alle mie paure di
allontanarmi da te-
-Si suppone che dovrei essere io a
rassicurare te, non il contrario- le sorrise Ryo stringendola a se
-Beh, potresti fare qualcos’altro
invece...- fece lei maliziosa sfiorandogli le labbra con le
sue
Lui si impossessò della sua bocca
passione, mentre, con un gesto secco della mano, slacciò il nodo che teneva
chiuso l’asciugamano e lo lasciò cadere a terra...
La mattina dopo, la sveglia, che
Kaori la sera prima aveva regolato all’insaputa di Ryo, suonò alle sette
precise. Mentre il corpo accanto a lei borbottava infastidito, la donna allungò
un braccio per spegnerla.
-Kaori, perchè mai hai messo la
sveglia così presto?- mugugnò Ryo nascondendo la faccia sotto il cuscino
-Perché devo essere in ufficio alle
nove in punto per una riunione con un cliente e devo anche passare a casa a
cambiarmi- rispose lei, poi, togliendogli il cuscino dalla faccia, aggiunse:–E
poi, se non sbaglio, devo accompagnarti a recuperare la tua moto, perciò
muoviti-
-Uff, che donna crudele. Comunque
se ti trasferissi qui potremmo evitare tutti questi
spostamenti-
Kaori si bloccò a metà strada tra
il letto e il bagno. Sorpresa, si voltò verso Ryo.
-Mi stai chiedendo di venire a
vivere con te?-
-Beh, mi sembra la soluzione
migliore-
Lei tornò a sedersi sul letto
accanto a lui.
-Ryo, andare a vivere insieme è un
passo importante...Sei sicuro di volerlo? In fondo stiamo insieme da
relativamente poco e...-
-Kaori, io ti amo e sono più di sei
anni che il mio unico desiderio è svegliarmi ogni mattina accanto a te e
addormentarmi ogni sera con te stretta tra le mie braccia- le disse Ryo
accarezzandole dolcemente una guancia
Kaori gli sorrise,
emozionata.
-Anch’io non desidero altro, Ryo.
Perciò sì, verrò a vivere con te- gli rispose
-Vengo a prenderti stasera, così
andiamo nel tuo appartamento e iniziamo ad inscatolare le tue cose. Mi
raccomando, se devi uscire, fa in modo di non essere mai da sola, capito?- le
disse Ryo poco dopo quando Kaori lo accompagnò a prendere la sua
moto
-D’accordo. Ci vediamo stasera-
rispose lei alzando il viso per ricevere il suo bacio
Ryo la seguì in moto fino al
palazzo dove lavorava, poi la superò e si avviò verso casa di Mick.
Gli venne ad aprire Kazue, che gli
rivolse un sorriso gentile e gli disse che l’americano era sotto la doccia e che
sarebbe sceso subito.
-Mick Angel già in piedi a
quest’ora? Che io sappia, sei la prima che ha saputo compiere questo miracolo-
scherzò Ryo
-Noi donne sappiamo come far rigare
dritto voi uomini, Saeba- replicò l’infermiera sullo stesso tono, poi,
afferrando la sua borsetta aggiunse:-Ora scappo, devo correre dal Doc e sono già
in ritardo-
Qualche minuto dopo, Mick fece la
sua comparsa vestito con un paio di jeans e una camicia e i capelli ancora
umidi.
-Buongiorno, Ryo. Come mai qui a
quest’ora? E Kaz dov’è finita?- lo salutò l’amico
-È appena uscita per andare dal
Doc- rispose Ryo
-Poteva almeno darmi un bacino
prima di andarsene...- piagnucolò Mick
-Ma guarda, Mick Angel il donnaiolo
ridotto in questo stato da una donna...Chi l’avrebbe mai
detto?-
-Senti chi parla...Allora, a cosa
devo il piacere della tua visita?-
Ryo gli raccontò allora
dell’attentato fatto a lui e a Kaori e gli chiese aiuto per proteggerla. Mick
gli assicurò il suo supporto senza esitare e insieme iniziarono a pensare ad un
piano d’azione.
Kaori fece non poca fatica a
concentrarsi e a rimanere con i piedi per terra quella mattina dopo la proposta
di Ryo, ma per fortuna la riunione andò a gonfie vele, anche grazie a Yoko che
non le permetteva di perdersi in fantasticherie e la faceva rimanere ben salda
nella dimensione reale.
A pranzo si incontrò come al solito
con le ragazze al Cat’s Eye. Eriko ovviamente aveva già divulgato la notizia
della riconciliazione tra Ryo e Kaori e quest’ultima, appena entrata nel locale,
si ritrovò circondata e assediata da una raffica di domande. Raccontò loro una
versione un po’ riveduta e corretta, visto che non poteva parlare troppo della
Union Teope e di quello che stava succedendo.
Finito il pranzo – e finito
soprattutto l’interrogatorio – Kaori si avviò verso il suo studio accompagnata
da Eriko.
-Senti, ora che siamo sole io e te,
vuoi dirmi cosa è successo a Ryo? Perchè ieri aveva quella fasciatura?- le
chiese la stilista mentre camminavano
Kaori le raccontò allora tutto
quello che era successo, evitando però di dirle che Ryo pensava che anche lei
fosse in pericolo, in modo da non far preoccupare la sua amica.
-Caspita, devi aver preso un bello
spavento!- esclamò Eriko alla fine del racconto
-Ho temuto veramente di
perderlo...Non sono mai stata così terrorizzata in vita mia...- rispose sincera
Kaori
-Beh, guardiamo il lato positivo:
questa esperienza ti ha fatto tirare fuori il coraggio di dirgli che lo ami, era
ora!-
L’altra aveva già aperto la bocca
per replicare, quando, con uno stridio di gomme, due fuoristrada si fermarono
accanto a loro e ne scesero sei uomini, che velocemente circondarono le due
ragazze. Uno di loro, quello che probabilmente doveva essere il capo, si pose
davanti a Kaori con aria minacciosa.
-Se viene con noi senza fare
storie, alla sua amica non sarà torto un capello- le disse
Dal suo tono di voce era facile
capire che quella velata minaccia non era un bluff. In ogni caso, Kaori non
aveva nessuna voglia di metterlo alla prova, soprattutto se di mezzo ci fosse
andata Eriko.
-D’accordo. Se la lasciate andare,
vengo con voi senza opporre resistenza- rispose alla fine